L’importanza di credere a Babbo Natale
di Cecilia Mazzeo
Se chiudo gli occhi e penso a Babbo Natale vedo un signore barbuto, canuto, con occhietti vispi, teneri e acquosi. Un abito rosso che sa di ciniglia, di velluto e di pannolenci. Scarponi neri che non fanno rumore, che nascondono passi felpati. Impronte eterne nel cuore e nella memoria di ogni bimbo e poi di ogni uomo. Un’infinita catena di riti, letterine, campanelle, nasi all’insù.
Ma ancor prima di tutto questo mi balza allo sguardo una protuberanza: la sua pancia. Quella pancia che sa di nonno goloso, di banchetti “grassi” perché al Polo Nord fa molto freddo e si ha bisogno di calorie. Quella pancia che rassicura perché imperfezione umana, perché cuscino per le pene. Il mio sguardo però ha acchiappato al volo anche un pensiero farfalla. La pancia mi rimanda immediatamente ai concetti di: attesa, gravidanza, nascita, maternità. Quale simbolo migliore della pancia a rappresentare il dono, l’amore? Cos’ è la pancia femminile se non una cuccia calda in cui germoglia la vita e cresce e si fa strada, mistero d’amore!
Ogni tanto mi piace pensare che Babbo Natale sia un po’ tante cose. Un nonno sì, un nonno con pancia di madre. Che sia la fusione, l’alchimia, il senso profondo del nostro essere qui a festeggiarci e festeggiare il Natale.
Del resto l’Avvento che ci conduce a scartare i suoi regali nella notte in cui nasce il Bambin Gesù che cos’è se non una gravidanza in miniatura? Un nono di gravidanza. 24 giorni in cui il cuore, come un ventre, dovrebbe prepararsi per accogliere. In cui dovrebbe accendere fiammelle dolci per rischiarare i passi, le direzioni. Avvento, dal latino significa “venuta”. Per la fede cristiana, la venuta di Gesù Cristo annunciata da una coda di stella brillantissima, dai Re Magi, dai pastori, dalle genti che accorrono. La manifestazione di una gravidanza misteriosa senza seme. Un seme di luce disceso dal cielo e annunciato da un angelo. Quando invitiamo qualcuno a casa nostra ci piace che la casa sia pulita e in ordine, che emani una bella energia. E all’igiene del cuore, dei pensieri…ci pensiamo mai? Il significato dell’Avvento è proprio questo: preparare il cuore. Spolverarlo. Buttare ciò che non serve e fare spazio per nuove energie. Accendervi dentro candele profumate e sanificanti.
E Babbo Natale in tutto queste, domanderete voi?
Babbo Natale è, secondo me, una specie di ponte umano, simbolico, fiabesco tra il sacro e il profano. È la personificazione della speranza, della fiducia, del sogno possibile. È il cuore che si spreme, che desidera, che ascolta, che crede, che si fida. È una specie di oggetto tranfert, di copertina di Linus, di ciuccio, di biberon con latte caldo. È un personaggio che, come i protagonisti delle fiabe, permette al bambino di costruirsi una coscienza emotiva armoniosa e fiduciosa. Lo stesso psicanalista Bruno Bettelheim spiegava l’importanza delle fiabe e dei suoi personaggi come strumento di decodificazione della realtà e come stampella che fornisce le chiavi di lettura per superare conflitti e paure. Inoltre è l’icona dell’uguaglianza.
Fino a due anni fa io scomparivo nella pancia di Babbo Natale. Era solo lui l’artefice di tanta magia, di quell’attesa che fa venire l’acquolina e fa palpitare il cuore. Ero una specie di ghost christmas maker. Non volevo togliere ai miei figli l’amicizia di questa figura importante, di questo “nonno” magico vestito di rosso. E’ fondamentale tenere intatto il cassetto della speranza e della gioia bambina, fondamentale poter dire “io credo, io mi fido.” Babbo Natale è un atto di fiducia, di amore senza discriminazioni. Babbo Natale dovrebbe saper azzerare le distanze, è il sogno di tutti, per tutti.
I miei figli non sono più piccoli e sono fin troppo svegli. Avevo paura che qualche loro compagno, più scettico e arrogante, potesse disturbare il loro incanto. Così ho cominciato a prevenire, ho fatto a loro alcuni discorsi.
“Sapete, ci sarà qualcuno che vi prenderà in giro, ci saranno amici che vi diranno ‘ma sei scemo? credi ancora a queste fandonie? Sei proprio un pirla!’. Ma voi non offendetevi, rideteci su. Non sanno quello che si perdono, non sanno che Babbo Natale non disturba chi non crede, ma soddisfa chi lo aspetta con il cuore spalancato. Ah, un’altra cosa: ci saranno bambini che riceveranno meno o più di voi. Non è una cosa strana: Babbo Natale sa leggere il cuore dei genitori, non violenta i loro desideri, il loro modo di pensare. Per ottenere certe cose…è perché dovete crederci davvero tanto, con tutta l’anima, con le braccia aperte”.
Sono contraria a quei genitori che, come panzer, comunicano ai propri figli (pensando siano già grandi): BABBO NATALE NON ESISTE!, che è come dire “TI HO FREGATO PER DIECI ANNI, ORA BASTA, SEI GRANDE.”
No, non così per favore. Questa è una forma di VIOLENZA lo sapete? È un imbroglio? Una durezza che vi tornerà indietro senza sconto!
Nessun bambino deve accorgersi razionalmente di quel passaggio. Non deve esserci una comunicazione così brusca, cattiva quasi. Tutto deve essere fluido, liscio, naturale, amorevole, dolce.
Io ho cominciato l’anno scorso. Babbo Natale (io) ha scritto loro una lettera…dicendo che ormai sono quasi grandi e che i bambini nel mondo continuano a nascere e sono davvero troppi per le sue sole forze, seppure magiche. Che lui li ha instradati verso il Natale, li ha “svezzati”, condotti, nutriti, che non sparirà mai per loro, ma che passerà il testimone alla mamma (a me), vegliando sul mio lavoro, regalandomi spunti, confidandomi segreti, prestandomi un po’ della sua polverina magica, farcendo la mia mente di idee.
Loro non hanno dubitato minimamente.
Come se, nel fondo del cuore e da sempre, sapessero che Babbo Natale sono io. Che io sono Babbo Natale. Che l’amore è Babbo Natale. Che Babbo Natale è un gesto, una coperta che ti avvolge per 24 giorni e ti rimane dentro per il resto dell’anno.
Che Babbo Natale è una cre-azione: un’azione d’amore creativo. L’azione di chi nasce insieme a Gesù…infinite volte…nel dono d’amore.
Leggendo questo pezzo, al solito mi sono sentita in sintonia con Cecilia. Non solo idealmente, anche nei fatti.
Osservate questa foto. A sinistra, con una pancia enorme, il nostro Babbo Natale di due anni fa, quando avevano 7 e 5 anni. A destra, lo scorso anno, 8 e 6 anni. Babbo Natale aveva molto da fare e ha lasciato sul letto i regali e i vestiti, per farsi aiutare a distribuire un po’ di felicità…
Petralia Alaskana dice
Non sono per niente d’accordo con questo articolo, mi dispiace. Ho avuto la sfortuna di credere a Babbo NAtale fino a 10 anni, e lo stesso vale per mia cugina. Entrambe vittime di bullismo. Ora ho 21 anni, quasi 22, e trovo Babbo Natale una fiaba inutile al massimo fatta solo per prendere in giro i bambini, come anche la fatina dei dentini. Penso che la fantasia vera sia altre cose, come i Pokèmon, Harry Potter o Topolino: queste cose non hanno nessuna pretesa di mostrarsi come vere agli occhi dei bambini o dei ragazzi, hanno solo la pretesa di svago, cosa che la fantasia dovrebbe essere. La fantasia dovrebbe far migliorare la realtà in modo concreto (ad esempio: desiderando un mondo di uguaglianza sociale) oppure far divertire e basta. Babbo Natale invece è inutile, serve solo a far perdere tempo e intelligenza ai bambini, è una favola melensa, che suscita in me aggressività e rabbia come poche cose (razzismo, omofobia e discriminazioni religiose). Non trovo giusto prendere in giro così i bambini. Se i miei genitori mi avessero subito detto la verità, io avrei avuto meno problemi: sarei stata una bambina sicura e non avrei avuto attacchi di ansia in futuro e bassa stima di me dovuta a queste fiabe idiote quali Babbonatale e la fatina dei dentini.
giorgia dice
Lo scorso anno mia figlia frequentava la prima media. La sua prof. di storia è entrata in classe ai primi di dicembre e ha detto ai bambini “mi dispiace dovervelo dire ma Babbo Natale non esiste! Non ditemi che c’è qualcuno tra di voi che ci crede ancora!” Quando la mia bambina me lo ha detto ho pensato: “meno male che sei un’insegnante…brutta cretina ignorante!!!” Naturalmente il commento a voce è stato: “che tristezza la tua prof., dovreste tutti provare pena per una donna tanto triste e sola”. La mia bimba, e tutti i suoi compagni (o quasi), ci crede ancora e io…glielo lascio credere!
Intanto spero che il Provveditorato agli Studi o il Ministero mi chiedano il nome di questa iena e la spediscano ad insegnare alle oche a starnazzare!
Serenella dice
Complimenti Cecilia. Come sempre dimostri grande attenzione e sensibilità. Hai ragione, è un genitore che deve preparare il bambino ad uscire dalla magia e ad entrare nella realtà. Purtroppo a me fu rivelata in modo brusco dalla madre di un’amichetta quando avevo 6 anni. Ai miei tempi non era Babbo Natale che portava i doni, ma la Befana. Era comunque una figura mitica con cui dovevi fare i conti e quindi ripensare ai tuoi comportamenti dell’anno trascorso. Ricordo con che cura e amore preparassi il caffè e i biscotti, pensando con curiosità che la Befana amava gli stessi biscotti di papà … curiosa coincidenza!
alberta dice
Grazie per la bellissima riflessione,proprio ieri parlavo con mio marito di un’amica che ha svelato al figlio di 10 anni che Babbo Natale non esiste. Insieme abbiamo trovato l’identica tua maniera di preparare in futuro nosto figlio ad accettare questo “boccone amaro” diciamolo pure, mi sembra proprio un cuscino di protezione al botto.
franz dice
Bellissimo post, Silvia.
Io avevo già intenzione di avvisarli riguardo a quelli che dicono che Babbo Natale non esiste…ma l’idea del passaggio di consegne è strepitosa!!! Te la ruberò senz’altro. Spero comunque che avvenga il più tardi possibile, vorrei poter godere a lungo delle loro facce stupite e felici quando scendono le scale e trovano i regali…
Sara dice
Oggi mi é stato chiesto che cos’è per me il Batale e la favola di Babbo Natale. Ho cercato in lungo ed in largo le parole ed ora le ho trovate. Grazie !
Emilia Pacelli dice
Grazie da una mamma ultraquarantenne che crede ancora a Babbo Natale e pensa che non ci sia proprio niente di male. Condivido pienamente il bisogno di tenere accesa questa lucina che fa parte delle tante stelle che è bello vedere e ritrovare a brillare nel cielo insieme a mia figlia Chiara. Un abbraccio attorno al pancione di babbo Natale Emilia!
alessandra.pavese dice
Grazie! Condivido in pieno. Ho fatto lo stesso con i miei figli
Andrea dice
Che bello questo post e che bella, Silvia, che sei.
Lasciare voce e spazio dopo che hai lavorato anni per creare quello che questo blog è ora.
Hai classe. E fiuto per la bellezza.
Grazie.
wolkerina dice
Quanta magia in questo post! È ancora presto per me far sapere che Babbo Natale non esiste, ma conserverò questo spunto per i prossimi anni: grazie.
Cecilia Mazzeo dice
Grazie a tutti! Gioisco del vostro entusiasmo e condivido il pensiero di Clara: anche io credo ancora a Babbo Natale! ps: Lasciamoci le cose belle! Concediamoci il lusso di un’eterna gioia bambina! Sono queste le vere ricchezze. 😀
acasadiclara dice
anche mio figlio ha 10 ani e crede ancora a babbao natale. ma suo fratello ne ha 6 e non posso fare lo stesso discorso a entrambi. devotrovare comunque un escamotage e non so se sarà quest’anno. vedremo. comunque l’idea mi ha illuminato. d’altra parte a babbo natale ci credo anche io, quindi…..
Cristiano dice
Grazie mille della riflessione, l’idea del passaggio di testimone è bellissima.
Cercherò di farne tesoro, che si avvicina il momento in cui dobbiamo affrontare la questione.
raffaella dice
Ho sempre pensato che credere a Babbo Natale fosse come mettere via pensieri e ricordi belli da cui attingere nei momenti brutti della vita. E tu me lo confermi.
Grazie
Raffaella
p.s.
Senti l’eco dei campanelli delle renne?
Sono le vibrazioni della mia stima e del mio affetto.
Raffaella
Raimondo dice
molto bella l’idea del passaggio di testimone 🙂
Monica dice
Bellissima bellissima bellissima bellissima bellissima!!! Questa riflessione meriterebbe quanto c’è di più importante in campo di premi letterari.-
Grazie con tutto il cuore, la stamperò e custodirò gelosamente, seguirò ogni passo, ogni consiglio, anche se grazie alla mia voglia di Natale, di magia, di sentimenti, tante di queste stesse parole le ho già usate con miei figli.
Grazie
Monica
gloria dice
Io amo il Natale e tutta la magia che ci gravita intorno, questo dono che tu e Cecilia ci avete fatto mi tocca profondamente.
Grazie per tutti questi stimoli. Grazie per tutte queste meravigliose emozioni. Grazie per tutta la poesia che sapete mettere nelle parole e nelle immagini che lasciate qui!
arianna dice
Che meraviglia! Che bella riflessione, sai che non avevo pensato ad un modo indolore per dire che Babbo Natale non esiste? Grazie, oggi mi hai arricchita di una riflessione per nulla banale.