All’inizio non mi entusiasmava per nulla. È una lotta, è una disciplina, è di contatto, non è di squadra.
Come sempre, quando non si conoscono a fondo le cose (e anche le persone) o non ci entusiasmano o ci entusiasmano troppo.
Poi, negli anni, grazie alla passione di Matteo, prima mi sono ammorbidita, poi informata e poi appassionata. Il judo, come tutti gli sport (e tutte le discipline) ha un alto valore educativo.
Si fa presto a dire che uno sport educa. Ma a cosa educa esattamente una lotta come il judo? Può sembrare un ossimoro, lo so, ma educa alla relazione. Alla relazione con i maestri, che non transigono su nulla, dalla pulizia dei piedi a quella delle unghie, dall’autonomia al silenzio. Educa alla relazione tra compagni, più avanti vedermo perchè e alla relazione con se stessi.
Non è un’attività per tutti i bambini. Quando abbiamo portato Niccolò, al termine della lezione, imperioso, ha esclamato “non zi andlò maaaaaaaai più, voi siete passi”.
Come è cresciuto, invece, Matteo dentro questa palestra? Cosa ha trattenuto del judo nella vita personale? Come il judo ha modellato il suo “stare”? Che cosa ha imparato in questi 5 anni?
- Il rispetto: di sé e degli altri.
Alle gare, per me che guardo, l’emozione vera non la trasmettono i combattimenti ma i cinque, solenni, secondi iniziali del saluto. Il saluto è un gesto di estremo rispetto, non è nulla di formale. Rispetto degli avversari, del maestro e di tutti i compagni. Nel saluto non sono i bambini che si inchinano davanti ai maestri. È un inchino reciproco e congiunto.
Altra situazione che mi fa pensare ogni volta è che durante gli allenamenti i maestri non parlano molto, fanno vedere, si mettono in gioco. I maestri stanno sul tatami, non ai margini, non fuori, non in cattedra. Cadono con i bambini. Si scompogono e sudano con loro. Da loro si impara da quello che fanno, non da quello che dicono. Pensiamoci su.
- Il senso del dono: “L’idea fondamentale alla base del judo, secondo il suo fondatore e ripreso da alcuni grandi maestri come Barioli e Bernardi, è arrivare a dare incondizionatamente senza nulla in cambio. ‘Tutti insieme per progredire’, affermava il suo fondatore Jigoro Kano. Perché facendo judo miglioro me stesso per essere utile agli altri. Il judo è una strada per arrivare a questo, perché permette di conquistare il vuoto della mente e quindi di entrare in sintonia con il cuore”.
Come dice Andrea Frumenti, nel suo sito, Il judo è un sistema di vita, una scuola di carattere dove s’impara a faticare, soffrire e sacrificare qualcosa. Ma soprattutto si impara ad amare gli altri al di là del meschino egoismo che impronta tanto spesso la vita moderna.
- La sana competizione: mai l’ho sentito vantarsi di aver vinto tutti i combattimenti. Questo è anche parte del suo bel carattere. Che è parte della sua distintività. Ma tanto credo sia è dovuto anche al lavoro educativo che i maestri hanno fatto in questi anni. All’ultima gara, (due giorni di trasferta, attesa per un anno) al secondo combattimento si è infortunato. L’ha finito senza dire nulla e, quando l’ho raggiunto sul tatami mentre faceva un po’ di ghiaccio, mi ha detto: “che peccato, ci tenevo tanto, ma mi sono divertito lo stesso”. Volevo piangere.
- La sincerità: “Sulla materassina non serve fingere, non serve voler sembrare più bravi di un altro, bisogna fare e basta. Fare quello che si può col massimo impegno. Insomma, bisogna essere sinceri con se stessi e saper guardare dentro di sé”.
- La cedevolezza: non è una parolaccia. È la base della serenità. La parola “judo” è una parola composta da”jū” (cedevolezza) e “dō” (via) e significa “via dell’adattabilità e della cedevolezza”. Non opporsi, dunque, a ciò che è contrario ma “dirigerlo”. Il Judo è scuola di vita.
La ‘via della cedevolezza’ può essere una metafora molto potente quando ci troviamo ad affrontare periodi di frustrazione nella nostra vita. Nel Judo per sconfiggere il nostro avversario non dobbiamo contrastarne la forza, piuttosto dobbiamo sfruttarla a nostro vantaggio e rivolgergliela contro al momento opportuno. Come disse lo stesso Maestro Kanō: il Judo prevede ‘una cedevolezza iniziale, prima della vittoria finale’. Lo stesso principio si applica alla vita.Più cerchiamo di contrastare il nostro senso di frustrazione e più esso cresce dentro di noi. Più ci dimeniamo con rabbia ed energia e più l’insoddisfazione prende il controllo della nostra vita”. (Efficacemente.com)
E, infine, ha imparato la generosità.
Il primo comandamento del judo è dare, senza alcuna contropartita. Di fronte a una società che si regge sulla trinità “successo, potere, soldi” è necessario cambiare il mondo proponendo come strumento l’arte del judo, con la sua trinità “corpo, mente, cuore”.
I bambini sono leali, sinceri, generosi, non hanno paura, non conoscono la viltà: siamo noi che con la pretesa di “educarli”, insegniamo loro ad aver paura, ad essere vili, a diventare furbi.
Dal judo ho appreso la sincerità, l’armonia, la decisione, il coraggio, il rispetto. Pensiamo al senso del colore della cintura: non è un grado, una gerarchia, ma un segnale di rispetto, un avvertimento sulla preparazione di chi la indossa. Di fronte ad una cintura gialla o marrone so come comportarmi, so cosa posso o non posso fare. Il judo insegna la generosità, elimina l’astio, l’ansia di vincere (Marcello Bernardi – Pediatra e judoka)
Riferimenti
Il judo, l’arte di educare (anche) i bambini
chiarac dice
Ciao, il mio Alessandro (6 anni a settembre) mi ha chiesto di frequentare un corso di karate o judo… io non so quale sia la differenza tra le due discipline e, ad ogni modo, temo un po’ questi sport… preoccupazioni da mamma: che si faccia male, che trovi delle persone “invasate”, che abbia un’arma in più negli scontri con il fratello di due anni più piccolo… Tu cosa mi consigli?
Gloria dice
non so sinceramente come io sia capitata in questo sito ma mi fa piacere aiutare se serve una mano, non sono una mamma ne mi avvicino minimamente, ho 15 anni e faccio judo da poco meno di un anno… forse sono fuori luogo in questo momento ma se serve aiuto sono disposta a dare consigli. Ho iniziato sicuramente tardi a fare judo e da un lato ciò va a mio svantaggio ma mi ha aiutato a capire molte più cose.
Ho visto un netto cambiamento: ho un diverso modo di vedere gli altri ma soprattutto me stessa, la mia autostima è decisamente migliorata, come ha fatto anche la mia forza di volontà, sia in palestra, che a casa, che con gli amici, che a scuola.
Secondo me il judo può essere uno sport perfetto per crescere seguendo una giusta disciplina. Alla base di questo sport c’è il rispetto e la fiducia reciproca.
Il mio maestro spesso mi ripete che in fondo il judo non è uno sport individuale, pur non essendo di squadra il rapporto con i compagni è molto importante, per far sì che una tecnica venga ho bisogno di un buon huge (compagno su cui provare le tecniche), se l huge non mi aiuta io non andrò mai avanti.
Mi sarebbe piaciuto crescere seguendo i principi del judo e consiglio a tutti di fare almeno una prova. Quando ero davvero piccola provai un arte marziale e non mi piacque per niente quindi so per certo che non sempre il judo o il karate o qualsiasi arte marziale possono piacere da piccoli ma se è stato il bambino a chiederlo non vedo perché non provare.
La differenza tra le due arti marziali e grande (ma non enorme) i principi del rispetto e della disciplina sono simili (se non gli stessi) ma lo sport è nettamente differente.
Non conosco bene il karate ma parlo per esperienza personale: il judo è uno sport di contatto, il karate no; nel karate vengono tirati calci e pugni, nel judo si utilizzano tecniche per proiettare i compagni a terra; non so come sia il karate a livello di pericolo ma so per certo che nel judo se si ha un buon maestro e una buona conoscenza dello sport non ci si fa male, prima di iniziare qualsiasi combattimento si insegna a cadere e a non farsi male.
valeria dice
Buon giorno
vorrei chiedervi una consulenza, un parere..
Mio figlio e’ piccolo .. 5 anni compiuti da poco. E’ al secondo anno di Judo (striscini gialli su cintura bianchi). Ha iniziato su invito del papa’ che ritiene sia molto utile come disciplina. Le prime due volte lo scorso anno un disastro.. piangeva prima di entrare.
Poi e’ parso essersi ambientato.. qualche amichetto, le merende assieme ecc.
ora siamo appunto al secondo anno, alla fine del secondo trimestre del corso. Le ultime volte, a seguito di ”esercizi” non compiuti correttamente , il maestro lo ha ripreso (come e’ giusto che accada.. per imparare). Questo ha creato in lui molta frustrazione, e’ uscito dalla lezione ammusolino con gli occhi gonfi e terribilemente silenzioso. Ci e’ proprio rimasto male.. c’e’ poco da fare! Risultato: non vuole piu’ andarci…
Inoltre lui e’ un bambino molto introverso, timido, abbiamo gia’ parlato con le maestre perche’ questo aspetto e’ molto evidente a scuola e ci sta creando qualche problemuccio.
Alla luce di questo mi sto davvero chiedendo se il judo sia lo sport adatto a lui…
Filippo Turrini dice
PER VALERIA (marzo 2014):
Ciao! Mi chiamo Filippo e pratico Judo da quando avevo 8 anni, su scelta dei miei genitori. Anche io avevo problemi simili e difficoltà di relazione ma con un po’ di grinta e di impegno ora che ho 26 anni sono Allenatore, cintura nera 2° dan…
Tuo figlio crescerà e migliorerà proprio grazie al Judo, considerato dai pediatri come lo sport più completo in assoluto dal punto di vista motorio e psicologico!
Lascio a te, Valeria, e a tutti gli interessati il titolo del libro che ho scritto, si tratta della biografia di Jigoro Kano fondatore del Judo. Vi può essere utile per capire un po’ di più il Judo e i suoi principi:
“Storia dell’uomo che cambiò il Giappone” di Filippo Turrini. Edizioni Simple.
Un saluto e un in bocca al lupo!
Filippo
Sandro_rm dice
Ciao, mi permetto di inserire un commento per ringraziare l’autrice di questo bel testo.
Mi chiamo Alessandro e sono un istruttore di judo (ed altre discipline) di Roma.
Quello che ho letto, grazie ad un giro di condivisioni di amici, è un testo “vero” di quale possa essere l’approccio al fare e non al solo vedere.
Il judo è uno sport, certo, ma è soprattutto accettazione, crescita ed interazione in un metodo educativo… Il M° Cesare (Barioli) nelle sue chiacchierate, inseriva il judo nelle attività quotidiane, dalle più istintive alle più ragionate.
Il judo è una lotta, è vero, ma non è forse la lotta il primo gioco che i cuccioli fanno per iniziare a sensibilizzare il contatto con l’altro? Pensateci… Insegna ad aprirsi, il lavorare sempre in coppia e con continui cambi di partner, socializza ed insegna a socializzare (parlo per esperienza personale di figlio unico molto timido)… Sul tatami, tutti siamo vestiti allo stesso modo, non esiste il concetto di ricco e povero; le differenze socio-culturali vengono azzerate (non s’indossa nulla oltre il judogi, l’intimo e la maglietta per le ragazze) e permette ad esempio di mettere sullo stesso piano i cosiddetti “normodotati” con persone che hanno altre situazioni (nel gruppo di ragazzi che allenavo c’era un ipovedente e, fidatevi, non avreste potuto individuarlo facilmente)…
Esempi del genere sono sotto gli occhi di tutti, ma in pochi riescono a carpirne il significato, e sono ben felice e lieto per quello che ho letto sopra…
Quindi auguro ai vostri figli un lungo cammino su quel “Do” che ha cambiato (di solito in meglio) la vita di tantissimi bambini, ragazzi e uomini prima di loro e speriamo che continuerà a cambiarla ad un numero sempre maggiore di persone!
Grazie ancora,
Alessandro C.
Mammaimperfetta dice
Ti scrivo anche qui, nonostante ci siamo sentiti, perché non sembri che io abbia lasciato cadere un commento del genere.
Grazie.
Monique dice
Ciao MammaImperfetta, a che età ha iniziato? Il tuo post mi ha molto colpito e mi incuriosisce..
Mammaimperfetta dice
Ha iniziato a 5 anni!
Chiara dice
La penso come Paterpuer! Non che sia una novità che i tuoi post andrebbero studiati a memoria!
Grazie per questo spunto. Parli di sport anche un po’ di nicchia ma al solito parli a tutti!
Mammaimperfetta dice
Grazie Chiaretta. :-*
Gine dice
Hai ragione carissima, ne avevo parlato anche io qui :
http://girati.wordpress.com/2013/05/12/il-capriccio-con-la-cintura-bianca/
Il nostro maestro non solo é eccezzionale sul tatami coi ragazzi ma é anche un vero maestro di vita, di quelli che 65 anni fa hanno buttato via lo stampo!
MammaImperfetta dice
Ho letto e mi sono anche un po’ commossa.
Non è raro che, una volta superati i 60anni, questi Maestri diventino anche Maestri di vita.
D’altro canto, come dicevo, il judo insegna a guardarsi dentro no?
paterpuer dice
Penso che questo post dovrebbe essere epigrafe di tutti i libri di testo nella scuola dell’obbligo.
E credo che quei maestri di judo dovrebbero essere candidati al nobel per la pace!
MammaImperfetta dice
Intanto ben ritrovato! Stai bene?
E grazie. :-*
twinsbimamma dice
che bel post…mio figlio si sta avvicinando all’aikido e spero che lo entusiami…
MammaImperfetta dice
Poi vieni a raccontarmelo che sono curiosa!
Domizia dice
Come sempre i tuoi post mi emozionano! Sono scritti con amore, si sente, ed estrema attenzione, perchè frutto di riflessione. Condivido tutto quello che dici sulla discipilna del judo e confermo gli effetti positivi sugli atteggiamenti dei bambini.Mio figlio, 7 anni, frequenta il corso da alcuni mesi, e i risultati sono flessibilità, serenità e autonomia. La cosa che mi ha da subito colpito sin dalla prima lezione, è stato il senso di accoglienza e anche mio figlio è rimasto stupito in positivo, e adesso alla lunga lista di amici, si aggiungono i compagni di judo.
MammaImperfetta dice
Autonomia a 7 anni: adoro. Sai che l’altro mio figlio (7 anni) a basket, alla fine dell’allenamento, ha gli spogliatoi INVASI da genitori e nonni che vestono e svestono i bambini come neonati?
E’ possibile una cosa del genere?
Domizia dice
In effetti la prima volta che ho accompagnato mio figlio anche io mi sono precipitata nello spogliatoio ad aiutarlo, poi ho notato che si affacciavano timidamente e si tiravano indietro, a causa della mia presenza, i ragazzi più grandi e di lì ho capito che “ero di troppo”, e che mio figlio avrebbe potuto fare da solo, mettici in più che eravamo nel bel mezzo di un percorso di crescita interiore sia io che lui, poiché era appena iniziata l’avventura delle elementari e non nel migliore dei modi … quindi è inevitabile sentire scattare la famosa molla! Ed è meglio che ciò avvenga il prima possibile! Frequentare judo aiuta mio figlio a sfogare, ma soprattutto ad incanalare le sue energie, mettendole a disposizione degli altri. Mi sono da subito stupita per il senso di collaborazione che ha manifestato … tutto questo mi ha fatto capire che in fondo ero io, con la mia ansia, con l’insana mania di autogiudicarmi a ogni suo passo considerandolo sbaglio, a impedirgli di scoprire le sue potenzialità. Oggi, fiera di queste mie consapevolezze, guardo il mio bambino da una nuova prospettiva: lo vedo come entità a sè ed è molto interessante sapere che lui vuole essere diverso da me e e proprio attraverso questa sana voglia di voler essere diversi l’uno dall’altra, facciamo quotidianamente nuove scoperte, con ironia, affetto e rispetto reciproco.
MammaImperfetta dice
Domizia, che bello questo tuo racconto di crescita.
E’ proprio vero, sopesso abbiamo bisogno di farlo noi per prime per sostenere loro nel cambiamento e nel perocorso che stanno affrontando. Grazie!