Parlare di enuresi notturna è sempre complicato, perché è un disturbo trasversale che interseca piani differenti, fisiologici e psicologici, soprattutto per quanto riguarda l’enuresi di ritorno.
Io ricordo che la pediatra non ha fatto che dirmi per anni “siamo ancora nella norma”. E in effetti aveva ragione. Per un genitore però la pipì a letto è sempre causa di preoccupazione, occorre tuttavia sempre tenere presente che il controllo sfinterico non è innato, ma si acquisisce con il tempo. E il tempo è variabile: ogni bambino ha il suo.
Cos’è l’enuresi notturna?
Innanzitutto non è una malattia. È solo un disturbo, che per quanto lungo è sempre transitorio (solo l’1% dei bambini che soffrono di enuresi continua ad avere problemi dopo l’adolescenza). Come, tuttavia, spiega bene la Dott.ssa Marcella Agnone in questa risposta, l’enuresi notturna è un fatto a cui prestare attenzione in breve tempo. Non esitono bambini più soggetti di altri, però alcune evidenze dimostrano che solitamente i maschi ne sono più colpiti.
Quali sono le cause dell’enuresi notturna?
Dipende dal tipo. Se è primaria, ovvero se il bambino non è mai stato asciutto di notte per un lungo periodo, ci possono essere cause ereditarie oppure organiche; se è secondaria, può essere che siano subentrati conflitti emotivi come la nascita di un fratello, l’inizio della scuola, un trasloco o un clima familiare poco sereno.
L’enuresi primaria riconosce essenzialmente due cause (International Childrens’ Continence Society):
- un disturbo di secrezione notturna dell’ormone antidiuretico con conseguente aumento della produzione di urina (enuresi monosintomatica). Questi sono i bambini che bagnano il letto una sola volta nella notte.
- un ridotto volume vescicale associato a una cosiddetta vescica iperattiva e a una ridotta risposta all’ormone antidiuretico, che conduce alla perdita frequente di urina (enuresi non monosintomatica). Questi bambini bagnano il letto più di una volta per notte e generalmente presentano almeno più di 7 minzioni al giorno.
Fino a che età l’enuresi notturna si considera normale?
Il 10% dei bambini sopra i 7 anni bagna il letto con una frequenza superiore alle tre volte alla settimana e questo andrebbe valutato correttamente.
Di norma, queste sono le percentuali, riferite all’età.
- a 3 anni il 40% dei bambini ne soffre
- a 4 anni il 30%
- a 5 anni il 20%
- a 6 anni il 10%
- a 8 anni il 7%
- a 12 anni il 3%
- a 18 anni l’1%.
Come affrontare l’enuresi notturna?
Se l’enuresi è primaria il primo approccio consiste nello stilare un diario accurato delle minzioni del bambino; questo diario, ha lo scopo di capire la capacità e l’attività vescicale del bambino. Sul diario va registrato il numero di volte che il bambino fa la pipì e la quantità delle urine emesse.
Altri accertamenti comprendono un esame delle urine, volto eventualmente anche a stabilire la presenza di eccessivo calcio.
È opportuno chiarire il rapporto tra le urine emesse durante il giorno e quelle della notte: se questo è minore di uno, siamo in presenza di una eccessiva produzione di urine notturna.
Utile anche una valutazione psico-comportamentale del bambino, per stabilire anche l’impatto che questo fenomeno ha sulla qualità della vita. Questo permette di stilare un timing corretto all’intervento terapeutico.
Cosa deve fare il bambino?
Innanzitutto ridurre l’assunzione di liquidi dalle 18 in poi. È opportuno anche che nel pasto serale venga ridotto il consumo di alimenti contenenti calcio (latte e latticini).
Anche DryNites potrà aiutare. Queste mutandine assorbenti, specifiche per bambini e bambine dai 3 ai 15 anni, permetteranno ai bimbi di svegliarsi asciutti. Inoltre evitano ogni imbarazzo poiché sembrano normali capi di biancheria e possono essere indossate con discrezione.
Bibliografia
Johan Vande Walle, Soren Rittig, Stuart Bauer, Paul Eggert, Daniela Marschall-Kehrel, Serdar Tekgul, Practical consensus guidelines for the management of enuresis. Eur J Pediatr (2012) 171:971-983
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