Rimasta incinta, la mia ginecologa mi concesse 5 sigarette al giorno che, nonostante i buoni propositi quotidiani, fumai per tutta la gravidanza. Naturalmente non fumavo a cuor leggero, già presentivo l’ansia per la Sids, essendo ben consapevole che il fumo in gravidanza è uno dei fattori predisponenti: secondo i Cdc americani, l’esposizione a fumo nel corso della gravidanza triplica il rischio di Sids e quella al fumo passivo nei primi mesi di vita lo raddoppia.
Matteo è nato ed ecco, puntualissimi, i conteggi dei respiri, le mani sul torace quando per più di un’ora non si faceva sentire, i controlli spasmodici del movimento delle copertine, le notti di panico. Tutto questo per un lungo, lunghissimo anno.
Di una cosa ero certa: la gravidanza successiva non avrei sfiorato una sigaretta. E così è stato: aspettando Niccolò ho fumato l’ultima sigaretta per festeggiare il test di gravidanza positivo il 25 ottobre 2005 e oggi, 26 marzo 2007, non ho ancora ripreso.
Tra l’altro, tra il peso di nascita dei miei due figli ci sono ben 8 etti di differenza. A parità di gestazione (entrambi nati a 39+3 settimane), Matteo pesava 2.800 gr e Niccolò 3.600 gr. Nessuno mi toglierà dalla testa che le sigarette della prima gravidanza abbiano inciso sul basso peso di Matteo.
In quell’anno di pavor Sids ho letto e studiato l’impossibile. Per questo volevo riportare qualche nota su questa sindrome che purtroppo, non è nemmeno tanto rara come si potrebbe pensare.
Cos’è
La sindrome della morte in culla, o sudden infant death syndrome (Sids) è il nome dato alla morte improvvisa di un neonato apparentemente sano. La verità è che il perché questi neonati muoiano così all’improvviso ancora non è stato ancora spiegato.
Incidenza
La morte in culla è la prima causa di morte nel primo anno di vita dei bambini e ha un’incidenza, a mio parere altissima, che oscilla tralo 0,7 e 1 per mille.
Quando
Il periodo in cui si verifica con maggior frequenza è tra i due e i quattro mesi e il 60% dei bambini colpiti è maschio, altro fattore che a suo tempo cointribuì a scatenarmi ansia.
Dove
Non esiste una situazione particolare in cui i bimbi sono stati trovati senza vita, gli studi riportano morti sia diurne che notturne, in culla, in passeggino, in auto, in braccio.
Prevenzione
Se le cause rimangono sconosciute, sono però conosciuti alcuni fattori che gli studi di questi anni hanno mostrato come predisponenti e che hanno contribuito a creare alcune fondamentali norme comportamentali per la riduzione del rischio.
Nanna Sicura
Nei primi mesi di vita la posizione più idonea per dormire è quella sulla schiena. Non fatelo dormire a pancia sotto. Fatelo dormire su materasso rigido e senza cuscino
Non fatelo fumare
Sia durante la gravidanza che quando è nato.
Fresco è meglio
Non copritelo troppo. Non avvolgetelo stretto nelle coperte. Tenetelo lontano da fonti di calore: la temperatura ambientale ideale è 18-20 C°. Se ha la febbre può aver bisogno di essere coperto di meno, mai di più.
Nella stessa stanza
Per i primi sei mesi mettete a dormire il bambino nella vostra stanza e nella sua culla, non nel vostro letto.
Con l’adozione di queste semplici regole si è ottenuto un abbattimento della mortalità specifica per Sids fino al 60%. Il successo delle campagne di prevenzione basate sull’eliminazione dei fattori di rischio, rappresenta il dato più rilevante nella lotta alla Sids. Dovremmo prendere esempio, al meno in questa situazione, dagli USA dove sui pannolini per bambini, su pressione dell’Associazione scientifica dei Pediatri, non sono solo stampati figure di orsacchiotti, gattini ma campeggia una grossa scritta: back is best! (sulla schiena è meglio!).
michela s.a. dice
L’articolo è datato ma non c’è nulla di quanto tragicamente vero.Anni fa è morto di sids a 4 mesi di vita un mio cuginetto. La madre fumava tre sigarette concesse dal ginecologo, e ancora oggi è devastata (penso io) più dal senso di colpa che dal dolore. Fino a quel momento nella mia regione non c’era assolutamente alcun punto di riferimento, ma soprattutto, in un’era in cui tutto è filtrato dai media, il rischio reale da quello percepito è quanto mai errata:perchè nessuno dice che le morti in culla sono 1 su 300 e che è la medesima percentuale di rischio di avere un bambino affetto dalla sindrome di down in età a rischio? Semplice…per la sindrome di down essistono screening che portano soldi alle s.s. nel caso della sids no…esiste un lavoro di prevenzione che porta “solamente” uscite di tempo e soldi.
Francesco Torcetta dice
Una precisazione per Michela. Il dato presentato sulla fraquenza della morte in culla è assolutamente fuori misura. La frequenza stimata nel periodo 1999-2001 (ultimo studio dell’Istituto superiore di Sanità) presenta una stima di 0.57 per 10000 nati. Un ulteriore aggiornamento del 2004 colloca la frequenza dei veri casi di SIDS sotto lo 0.2 per 1000 nati (fonte SaperiDoc). Si capisce che la differenza è enorme. Il suo dato non so da dove derivi ma sarebbe una vera catastrofe se fosse così.
Spero che questo porti un pò più di serenità al dibattito.
Bibliografia
http://www.iss.it/binary/publ/publi/05-2.1115993544.pdf
http://www.saperidoc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/701
Jennifer dice
Tutte queste raccomandazioni non sono mai abbastanza diffuse. Le conoscevo anche io, ma a volte la realtà si scontra con la teoria: a circa 3 settimane dalla nascita ho “scoperto” che il mio bimbo dormiva 3 volte tanto se a pancia in giù. Potete immaginare la nostra apprensione e l’ansia…oggi ha 2 anni e continua a dormire a pancia in giù…