Io ero una studentessa privilegiata perché avevo in casa quasi un centinaio di volumi Utet: l’enciclopedia, il dizionario enciclopedico, i latini, i greci, la storia, l’atlante, l’arte.
È stato un investimento che i miei genitori hanno voluto fare più di vent’anni fa, non potendo mai immaginare che l’enciclopedia sarebbe stata soppiantata senza appello.
Era uno strumento di aggregazione: venite da me a fare la ricerca. D’altro canto, etimologicamente, la parola “enciclopedia” significa proprio “messa in circolo”, cioè condivisione del sapere.
Era una ricchezza. Era una comodità.
Ogni volta che vado dai miei, guardo quei 100 volumi da 2 kg ciascuno con un misto di nostalgia e tristezza.
I miei figli nemmeno sapranno cosa ERA un’enciclopedia ne sentiranno solo l’assonanza con wikipedia.
Io la maneggiavo continuamente (esattamente come ora faccio con Internet).
Ci vivevo dentro, spalmandomi tra le pagine come un Anobium punctatum.
Come faranno i miei figli a fare ricerca?
Copieranno pagine Web e le incolleranno su un documento Word: nemmeno più lo sforzo amanuense, che ti lascia involontariamente qualche conoscenza in più.
Un recente sondaggio di Coesis Research ha rilevato che per sia per i genitori (62%) che per i figli (66%) il il web è il mezzo migliore per fare ricerca. Poco importa che le fonti siano siano spesso inaffidabili. Meglio correre veloci che approfondire.
La prima ad intuire di essere in punto di morte fu la famosa Enciclopedia Britannica, che ha traslocato su internet nel lontano 1999. 32 volumi di sapere gratis per migliaia di pagine che all’epoca costavano più di 2 milioni di lire.
Ora però è a pagamento, tranne che per i blogger.
Sono andata su eBay a dare una controllatina. Solo l’Enciclopedia della Utet vale 12.000 euro, ma pur di togliersela di torno la gente la vende a 5.000 euro. Mi è salita la saudade.
Io amo la tecnologia e non ne potrei più fare a meno, ma l’enciclopedia è uno degli strumenti che rimpiangerò per sempre.
Spero di fermarmi qui, a questo rimpianto, senza dover scrivere tra qualche anno un post simile anche sui libri.
Secondo me qualche autentico “secchione” esiste ancora….
E infatti io mi domando ora se ci sia un solo studente che non cerchi le versioni tradotte su internet…
che belli i pomeriggi in biblioteca, tutti insieme, a volte a far un po’ piu’ di rumore del solito! la ricerca dei volumi e poi ritrovarsi a legger anche qualche altra cosa, i mega dizionari, che nello zaino pesavano non so’ quanto e a casa insieme a lavorar ore per dare un senso a quella traduzione di latino!!!!! se ci fosse stato internet per latino io personalmente ammetto che le versioni le avrei copiate tutte!!!!!!
Monica non lo so.
Io avevo un professore di greco meraviglioso. Ero in stato di adorazione per lui. Per non fare brutte figure studiavo come una matta perchè lui era uno di quelli che ti lasciava tutta la libertà del mondo, era uno dei pochi che si fidava di noi.
Eppure, stai pur certa, che se avessi avuto internet, qualche versione l’avrei copiata, fosse anche solo per tornarci copra ed impararne bene la grammatica.
Elena, sai che l’Enciclopedia della Fanciulla mi manca? 🙂
Anche io ho dei ricordi incredibili. Io spprattutto mi ricordo l’Enclopedia della Fanciulla. Mi piaceva da matti!
Mi ricordo il capitolo sul corpo umano composto da tanti fogli trasparenti…
mah
io voglio dare ancora credito alle intelligenze, un buon professore ti invoglia a fare una traduzione, a capirla esplorarla, gustare il bel suono di una frase che suona bene. anche a 16 anni.
con i prof così non hai tanta voglia di barare, se le cose non sono cambiate…
sono i prof noiosi che ti allontanano dallo studio e vuoi passare indenne con ogni mezzo alla noia totale.
alle medie, dove lavoro e non come prof, in cui i ragazzini sono molto molto più scioccherelli, un buon prof fa la differenza anche per i più ostili, giuro!
🙂
monica
Monica, forse hai ragione.
Ma lo facciamo noi. Non penso che i ragazzini fruiscano i blog allo stesso modo però.
Per quanto riguarda lo studio poi io mi chiedo, ormai da qualche anno: ma le versioni di latino e greco le danno ancora i professori?
Ha senso? Si trova tutto tradotto!
Io ci passavo 3-4 ore su quei testi. Ora come funzionerà?
Sarei proprio curiosa di saperlo…
ma al di la delle melanconie, ora, qui sul blog, sui blog non facciamo una sorta di lavoro di gruppo?
certo manca e mancherà sempre la dimensione della relazione diretta, la dimensione fisica dell’incontro che è fatto di corpo, voce, parola, etc etc
il rischio è non vedere che quell’esperienza è transitata in esperienze simili, mutuate da un nuovo media
chiudo citando una parte di una canzone di davide van des sfroos – che mi aveva colpito
"bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno,
avrei potuto berlo
o guardarlo un pò di meno,
ma cel’ho ancora in mano"
un saluto
monica
Purtroppo lo spettro dell’e-book è dietro l’angolo. Tempo fa avevo seguito una discussione sulla scomparsa del libro e tutti i lettori accaniti (io stessa :-))giuravano e spergiuravano di non abbandonare mai il supporto cartaceo, di amarlo nella sua stessa essenza. Ora però vedo molto entusiasmo introno ai supporti digitali e sinceramente non so se i nostri figli fra 10-15 anni sentiranno la nostalgia del "peso" di un bel volume cartaceo sulle gambe, del profumo di un libro nuovo… Come a te, anche a me tutto questo fa un po’ tristezza…
Che belle queste riflessioni nate dai ricordi.
Temo però che sia proprio cambiato il criterio di studio.
Da "messa in circolo" e quindi condivisione è diventato un lavoro in solitaria.
Noi favecamo i gruppi di studio, i gruppi di lettura, eravamo sempre in gruppo.
chi era più bravo dava una mano a chi arrancava.
Si mettevano, appunto, in circolo le proprie attitudini.
A me vien la nostalgia. Perché cambia l’approccio allo studio, e lo studio stesso. Perché leggere un libro e leggiucchiarne estratti in internet non sarà mai la stessa cosa (per fortuna). Non parlo necessariamente di enciclopedie, un estratto è un estratto. Parlo del concetto di ricerca, della coscienza individuale di sapere COSA cercare. Mi deprimo davvero a pensare che GOOGLE sostituirà quell’iter di formazione di un’idea con elenchi casuali e facili.
Silvia hai proprio ragione, io l’enciclopedia in casa non l’avevo ma andare alla biblioteca comunale era un’emozione unica…un’esperienza bellissima…il profumo di tutti quei libri, la ricerca per nome o per autore o per argomento..il silenzio rassicurante disturbato solo da qualche pagina sfogliata o sussurri discreti… se ci penso provo come te nostalgia..e come dici tu mi ritrovavo puntualmente a leggere anche ciò che non stavo cercando, a grosso vantaggio della mia conoscenza… e mi rattrista pensare che i nostri figli probabilmente queste emozioni non le vivranno mai…
Credo che sia inevitabile che ciò accada, anche per i libri.
Non la vedo come una cosa solo positiva, ci sono i pro e icontro come in tutte le cose, però sicuramente è una tendenza che non puoi fermare, come il progresso in tutti gli altri campi.
Sta a noi insegnare ai nostri figli a fruire delle fonti che hanno a disposizione in modo intelligente e utile, perchè più vasta è la disponibiltà, più facile è perdersi.
io e la grande amiamo il libri, comunque.
abbiamo affidato le nostre reciproche biblioteche ad anobii (almeno ci stiamo provando).
cominciamo anche a condividere la passione per internet … oggi sarà alla prese con una ricerca su internet. stamattina a scuola ci ha lavorato con le compagne ed è tornata a casa "molto soddisfatta".
ieri le ho spiegato cosa sono le fonti attendibili e quelle no. insieme useremo il web, provando a non farcene usare ….
credo il passo parallelo sarà iniziarla alla ricerca anche da fonti scritte …
mi permetto di credere e sperare di non essere l’unica a farlo …
un saluto
monica
ma sai che ho pensato anche io le stesse cose e provo anch’io la stessa tristezza mista a nostalgia quando penso alla "enciclopedia Motta" (comprata quando ero alle medie e quindi iniziavo a fare "ricerche") con sacrificio dai miei (mio padre cameriere e mia madre casalinga) che hanno comunque sempre saputo e capito l’importanza del sapere, della conoscenza, e quindi dei libri. Mio padre si comprò (sempre con i risparmi…) l’enciclopedia (anzi, il dizionario enciclopedico in 5 volumi più vocabolario) Garzanti quando io ero appena nata e con quella e con la lettura di molti libri, approfondì le sue conoscenze, cosa che non aveva potuto fare studiando non avendone avuto la possibilità.
Per lui era importante che io mi abituassi a consultare l’enciclopedia e imparassi a fare le ricerche e così quando poteva, libero dal lavoro, mi "assisteva".
Ho cercato di trasmettere lo stesso interesse per la lettura ed i libri a mio figlio, che è in quarta elementare, e quando era piccolo gli comprato una enciclopedia per ragazzi. Qualche volta l’ha sfogliata, attratto dalle belle foto, ed in passato ha pure portato qualche volume a scuola perchè voleva mostrare alla maestra e ai compagni una di quelle foto che riguardavano uno degli argomenti trattati a scuola…ma quest’anno ha iniziato a fare le le ricerche per la scuola…e con google, word & co. l’enciclopedia non ha chance…
grazie per la tua riflessione e i tuoi ricordi che si sono accavallati ai miei…
Rapè, io l’ho vissuta come una forma pulita di aggregazione.
Chi l’aveva la metteva a disposizione. Era anche un’educazione alla condivisione.
E se non l’aveva nessuno ci si trovava tutti in biblioteca a lavorare insieme.
Era un ritrovarsi sano e quante risate…magari non si concludeva niente, ma si era stati insieme su testi e scritti per un pomeriggio.