In collaborazione con il Dott. Alessandro Volta,
pediatra presso l’Ospedale Franchini
di Montecchio Emilia (RE)
Mi è più volte stato sollecitato un pezzo sul sonno.
Come l’allattamento, anche il sonno è un argomento altamente controverso che si interseca con attitudini del bambino, esigenze della famiglia, bisogni fisiologici e tanto altro.
Non amo le direttive e le formule preconfezionate, sia in un senso (estinzione controllata) che nell’altro (co-sleeping).
È giusto che ciascuna famiglia decida ciò che è meglio per il suo bambino.
Ho letto qualche classico su questo tema (Fate la Nanna, Facciamo la Nanna, Genitori di giorno e di notte, Il linguaggio segreto dei neonati) e mi sono resa conto, anche in base all’esperienza con i miei due bimbi, che alla fine ci si scontra sempre con le esigenze dei propri bambini reali e occorre scendere, in un modo o nell’altro, a qualche compromesso.
Matteo si è addormentato in braccio fino a 16 mesi, e ha iniziato a dormire tutta notte un po’ prima dei 2 anni.
Niccolò si è sempre addormentato da solo, fin da piccolissimo, ma tuttora (2 anni e 8 mesi) si sveglia e fino ai due anni lo faceva dalle 5 alle 30 volte per notte.
Entrambi hanno dormito nel loro letto ma in camera con noi fino all’anno.
Tra tutto ciò che ho letto, l’approccio che mi è parso più interessante e aderente al mio modo di sentire è quello del Dott. Alessandro Volta, pediatra, padre di tre figli, autore di libri (Apgar 12 e Nascere Genitori) e responsabile del Servizio Salute Donna e Infanzia del Distretto di Montecchio Emilia (RE).
Pubblico, dunque, per gentile concessione sua, il suo articolo su questo argomento, scritto in risposta ad una mamma.
Gentile dottore,
sono la mamma di Margherita nata lo scorso marzo. Sta andando tutto bene. Lo svezzamento procede benissimo e Margherita è una bimba molto gioiosa e autonoma. Continua però ad esserci un grosso problema: il dormire. Si sveglia ancora molte volte per notte.
A questo punto escludo che sia per la fame. Non è ancora capace di addormentarsi da sola e in questo credo di non averla affatto aiutata: da quando è nata l’ho fatta addormentare attaccandola al seno e l’ho fatta dormire nel lettone. Adesso, a più di 10 mesi, si addormenta a fatica dopo averla cullata per diverso tempo e, nelle migliori delle ipotesi, dorme un paio d’ore. In sostanza si sveglia ogni due ore.
Oltre la fatica di reggere la situazione sono preoccupata per lei. Non riposa bene e a sufficienza e, anche quando ha evidentemente sonno, non riesce sempre ad addormentarsi. Non sono stata in grado di insegnarle a dormire e ora lei non è libera in questo.
Non so bene come fare. Ho letto anche il libro ‘Fate la nanna’ consigliatomi da una mia amica, ma l’approccio unico che va bene per tutti non mi piace molto. Oppure altri sostengono di farla piangere sino a che non si addormenta. Anche questo non riuscirei e non vorrei praticarlo. Anche perché, oltre alla mia incapacità di reggere il suo pianto e alla ricerca da quando è nata di accompagnarla nelle fasi della crescita con gradualità e dolcezza, Margherita è una bimba molto cocciuta, in grado di piangere per ore senza mollare, anzi…innervosendosi sempre più. Quindi rischierei di ottenere l’effetto opposto a quello desiderato.
Come posso procedere per cercare di farla dormire nel suo letto sempre più a lungo e ad insegnarle la libertà di dormire quando vuole o ne ha bisogno?
Se Margherita quando è sveglia è una bimba “molto gioiosa e autonoma”, è abbastanza normale che sfoghi nel sonno le sue difficoltà e le sue paure. All’età di Margherita si comincia a diventare consapevoli della propria individualità e a capire che gli altri non fanno parte di noi e che quindi possono anche abbandonarci; a questa età comincia lo sforzo (che durerà tutta la vita) di adattare i propri bisogni all’ambiente e alle persone che ci sono vicine, a fare i conti con i propri limiti e le proprie possibilità; Margherita ha iniziato la grande avventura (che procede per tentativi ed errori) di camminare verso la completa autonomia.
La difficoltà ad addormentarsi nasconde un’inevitabile paura a lasciare il mondo reale (quello dove la mamma e il papà si possono toccare) per abbandonarsi al mondo dei sogni (e a tutte le paure che nei sogni riescono a farla da padroni); i risvegli periodici, ad esempio ogni due ore, dipendono invece dalla difficoltà di passare agevolmente e autonomamente dal sonno profondo al sonno leggero (chiamato tecnicamente sonno REM, quello dei sogni) e viceversa. Se vediamo le cose dal punto di vista di Margherita probabilmente non facciamo molta fatica a capire, e quindi a giustificare, il suo “grosso problema del dormire”.
Detto questo però come possiamo aiutare Margherita ad imparare a dormire?
Per non imbrogliare nessuno dobbiamo ammettere che non esistono ricette preconfezionate, e in molti casi, nonostante la buona volontà e l’impegno, il problema può rimanere per tutto il secondo (e più raramente anche il terzo) anno di vita, dopodiché la situazione generalmente migliora quasi per incanto in maniera spontanea.
Qualche suggerimento per la gestione dei prossimi mesi di Margherita possiamo comunque tentarlo.
Personalmente non condivido il metodo di lasciar piangere il bambino (n.d.r. Eduard Estivill, Fate la Nanna) che con il pianto esprime efficacemente il proprio profondo disagio; gli faremmo soltanto sperimentare quello che lui teme di più: l’abbandono e la necessità di doversi arrangiare da solo, di dover contare soltanto su se stesso, di constatare che non c’è nessuno ad aiutarlo nella titanica impresa di crescere e vivere in questo strano mondo.
Sicuramente da evitare sono i farmaci (n.d.r. Nopron) per dormire che stanno diventando di moda anche da noi (agiscono direttamente su un sistema nervoso ancora in corso di maturazione).
L’addormentamento in braccio, inevitabile nei primi mesi, può diventare un problema nei mesi successivi: al primo risveglio (o nel passaggio al sonno REM) il bambino ricerca l’abbraccio e il contatto perduto.
Dopo il 4-5° mese può essere utile provare un addormentamento direttamente in culla o nel lettino, rimanendo lì vicino, parlando o cantando o leggendo, oppure accarezzando o tenendo la mano, facendo cioè qualcosa che rassicuri e che faccia sperimentare al bambino che la sua difficoltà è compresa e condivisa e che c’è comunque qualcuno disponibile ad accompagnarlo nella sua impresa. Il bambino deve cioè avere la possibilità di provare e lo stimolo per impegnarsi, ma anche la certezza che non è solo e che può fidarsi, oltre che di se stesso, anche degli altri.
Alla fine del primo anno e nel corso del secondo, può essere utile quello che gli psicologi chiamano l’oggetto transizionale (praticamente la coperta di Linus): un bambolotto, un peluche, una sciarpa, che per il bambino sia significativo e del quale possa fidarsi come di un vecchio amico.
La decisione di fare dormire il bambino in camera con noi o in un’altra stanza deve essere individuale, sicuramente per lui poter esserci vicino e sentire la nostra presenza rappresenta un modo più facile per imparare a fidarsi delle proprie possibilità, e per noi una situazione favorevole ad aiutarlo. Un grande pediatra come Brazelton si è domandato se la nostra cultura non sia troppo esigente quando chiede ad un bambino piccolo di imparare a dormire in una stanza tutto solo.
Per quanto riguarda i frequenti risvegli, il consiglio è di aspettare un paio di minuti prima di intervenire, affinché il bambino abbia il tempo sufficiente per provare a consolarsi in maniera autonoma sperimentando le proprie capacità. Nel caso non riesca a riprendere sonno, proviamo a rassicurarlo con la voce; in caso di insuccesso andiamogli pure vicino, ma tentiamo ancora la consolazione con carezze e contatto prima di prenderlo in braccio. In particolare dopo il 4-5 mese, questa modalità rassicurante e graduale dovrebbe aiutare il bambino a conquistare una propria autonomia esercitando le proprie competenze e potenzialità.
Nel caso decidiamo di portarlo a letto con noi, sarebbe utile evitare che il suo risveglio avvenga nel lettone, per evitare che sperimenti e riconosca quello come il luogo del proprio sonno; aspettiamo che sia nel sonno profondo (quando cioè ha un respiro regolare e non presenta alcun movimento) e riportiamolo nel suo letto, dove potrà svegliarsi e ritrovarsi.
Credo che non sia utile dare altri consigli più specifici, perché ogni bambino è diverso e ogni genitore ha il compito, difficile e stupendo al tempo stesso, di scoprire cosa è più utile per il proprio bambino.
Approvo molto l’intenzione, lucida e consapevole, manifestata dalla madre di Margherita, di accompagnare la crescita della figlia con “gradualità e dolcezza”; è importante non discostarsi mai da questo fondamentale proposito, anche a costo di dover tollerare alcuni “insuccessi” come questo del dormire, non dubitando mai che voler bene e dimostrare affetto possa essere un segno di debolezza che non aiuta a crescere. Molte ricerche nel campo sociologico e psicologico stanno dimostrando che i sentimenti positivi sperimentati nei primi due anni di vita stimolano la fiducia in se stessi e l’autostima, favorendo nelle età successive la capacità di relazioni positive e di comportamenti sociali.
Riferimenti
Siti
Nascere Genitori
Vocidibimbi
Libri
A. Volta, Nascere Genitori, Urra, 2008.
T.B. Brazelton, J.D. Sparrow, Il tuo bambino e…il sonno, Raffaello Cortina, Milano, 2003.
Sara Letardi, Il mio bambino non mi dorme – Come risolvere i problemi di sonno dei propri figli, Bonomi Editore, 2008.
T. Hogg, Il linguaggio segreto dei neonati, Mondadori, 2004.
G. Honneger Fresco G., Facciamo la nanna, Il Leone Verde Edizioni, 2006.
W. Sears, Genitori di giorno e …di notte, pubblicato in Italia da La Leche League International (lega internazionale latte materno), 1994.
Anna dice
Complimenti per il Blog, io ho una bimba di 10 mesi, alla notte è molto brava però le uniche volte che non si è Mai Mai svegliata sono stati i giorni passati al mare in estate, dove era terribilmente stanca.
A casa invece minimo una volta si lamenta perchè non trova il ciuccio.
Fin da piccola l’abbiamo abituata ad addormentarsi da sola nella culla, nella sua cameretta, usa un peluche a fiore per prendere sonno, lo strofino sul viso e cade nel mondo dei sogni.
Ho notato però che durante le fasi si luna piena almeno 2 o 3 giorni prima che sia interamente visibile dorme davvero male. Si sveglia piangendo continuamente, o non vuole più addormentarsi.
Tutti mi prendono per pazza dicendo che non è un licantropo, però ho osservato che si ripete ad ogni ciclo lunare. Può essere solo un caso? o in qualche modo può influire?
un saluto a tutti e ancora complimenti.
Anna
Betta dice
Ciao,
io ho un bambino dei quasi 6 mesi che si sveglia 3-4 volte per notte dalla nascita e mangia ogni volta.
E’ quasi svezzato.
E’ nato di 4,5 kg e ora ne pesa quasi 10 ed è un lunghissimo 75 cm (sembra un bimbo di oltre un anno), quasi cammina.
Mangia le pappe a pranzo e cena, + frutta a metà mattina e pomeriggio + il seno ogni tanto, e nonoststante questo, di notte fa fuori 4 etti di latte artificiale con farina di mais e tapioca + biscotto. Che posso fare? sono distrutta e questo sta influendo molto anche nel rapporto con mio marito.
Ho provato il metodo fate la nanna ma continua a svegliarsi (dorme nel suo lettino nella sua camera da mesi ormai), ho provato a non dargli da mangiare ma non smette di piangere.
Datemi un consiglio per favore. 🙁
stefi dice
E’ la 2 volta che commento e sono alla mia prima esperienza di mamma e di “usufruitrice” di un blog x mamme!bello l’articolo di quel pediatra e mi rassicura!
La mia esperienza con la mia piccina che ora ha 8 mesi e’ piena di alti e bassi. Certe sere regna il terrore in casa x farla addormentare…e’ vero, resiste al sonno, non cede anche se ci sono tutti i segni del sonno che la avvolge e la agguanta!
Non abbiamo un metodo certo,tra me e il papo ci si prova!
La culliamo nella carrozzina per un pò e certe volte funziona,quindi si aspetta una mezzoretta e la mettiamo nel suo lettino.Oppure l’addormentiamo nel lettone con noi accanto,ma qui il sonno arriva perche’ le diamo il biberon e lei crolla,in questo caso ci limitiamo astarle un pò accanto perche’ lei ci cerca con la manina!!!
Un paio di mesi fa l’addormentavamo direttamente nel suo lettino,sempre dopo un bel pò di pianti e grida nostre e sue,ma ora non ci si riesce più tanto anche perche’ anche noi la sera siamo morti! E cmq dai nn ci lamentiamo della piccola:ha molta pazienza con noi due!
E prima di stranirci o alzarle un pò la voce, che davvero nn serve a niente,facciamo una veloce analisi:1)cacca?
2)sete? 3)fame? 4)non ha sonno??? 5)altro dente?
Grazie x questo blog Silvia!Ti ho “scoperta” x un articolo su Repubblica il Venerdi
Sabrina dice
ciao, prima di tutto volevo farti i complimenti per il sito, essendo mamma alla prima esperienza è confortante leggere che non sono da sola e che molte condividono le mie ansie, preoccupazioni e soprattutto gioie!! l’articolo è davvero utile, non sono mai stata d’accordo col metodo Estivill trovo crudele far piangere il bambino fino allo sfinimento e non ho mai neanche preso in considerazione l’idea di provarlo sul mio nanetto soprattutto perchè sapevo già che IO non ero in grado di andare fino in fondo!!!
durante la gravidanza ho pensato che se non avessi da subito imposto delle regole magari mio figlio sarebbe cresciuto viziato e dipendente e io sarei stata una madre che aveva fallito nel compito di educarlo…
Poi però col tempo mi sono rilassata per fortuna, mi sono preoccupata meno di cosa poteva andare male e mi sono lasciata conquistare dal mio piccolo ragazzino…
adesso ha 10 mesi e dorme tutta la notte nel suo lettino, il merito è solo suo io ho solo cercato di aiutarlo standogli vicino e accarezzandolo prima che si addormentasse..ok, da quando aveva 2 mesi dorme a pancia in giù (madre degenere!!) però si trova bene solo così…
a proposito di letture, io sono rimasta conquistata da un libro che si intitola “Besame Mucho” di Carlos Gonzales, è un libro molto dolce che tenta di spiegare le cose dal punto di vista dei bimbi..e ancora una volta mi ha fatto pensare che possiamo davvero imparare tanto da loro!!!
un abbraccio a tutte
mery dice
Gentile dottore,
sono la mamma di vittoria, una bambina di 3 e 1/2 molto vivace e che da quando è nata mi ha sempre dato problemi con il dormire…le do qualche dettaglio in piu sul presente piu che del passato…la bambina dorme il pomeriggio un’oretta e la sera va a dormire verso le 21e30dorme tranquilla fino alle 2 circa e poi cominciano i risvegli con richieste tipo: mamma latte, mamma andiamo di la, basta dormire. Io ci metto un po per farla riaddormentare…magari le do il latte, le accendo la tv e cosi si riaddormenta per poi magari risvegliarsi alle 5…e cosi tutte le notti. Io pensavo che fino ai 3 anni nn c’era da preoccuparsi ma adesso sono un po esausta e anche la bambina sembra risentire di questo ormai posso dire disturbo…come posso aiutarla secondo lei? la ringrazio in anticipo e spero possa in qualche modo aiutarmi o almeno darmi qualche suggerimento sul da farsi…
Grazie e a presto
vale dice
Grazie per avermi rincuorato perchè ero un pò preoccupata. Grazie ancora e di nuovo complimenti :biggrin:
Mamma Imperfetta dice
Ciao Vale e grazie.
Non esiste un bambino “abituato male”, a maggior ragione se parliamo di neonati di un mese.
Piangendo manifesta solo un’esigenza, magari proprio quella di stare accanto a te e e sentirti vicina.
vale dice
Inizio con dire che trovo questo sito molto interessante e fatto molto bene.
Ho avuto un bellissimo bambino il 5 gennaio quindi ha quasi un mese, è un bambino molto tranquillo, alltto artificialmente ma non ho avuto nessun tipo di problema con il latte. Fino ad ora non ha fatto neanche una colica, di giorno tra una poppata e l’altra dorme in media 3,5 / 4 ore. Il mio piccolo dubbio nasce perchè con la poppata che fa verso le ore 12/12,30 non sono in gardo di farlo dormire.Dopo aver mangiato lo rimetto nella culla e lui inizia ad agotarsi muovendo energicamente le braccia, respirando in modo molto rumoroso e poi finisce per piangere. La fame non è, perchè ha appena mangiato,quindi ho provato un pò con il ciuccio per poi finire dando un pò di camomilla facendolo addormetare nel lettone con me, fino alla poppata delle 5. Mi chiedo perchè il mio pupo si comporta così? Lo sto abituando male mettendolo a letto con me? :angel: :whistle:
Silvia dice
Amalia, mi parli di un bambino neonato.
Un bambino di 8 giorni è in piena esogestazione, come direbbe Braibanti, vale a dire in quel periodo di vita a cavallo tra l’utero e la vita esterna.
Fino a ieri era nell’utero, al caldo, con rumori forti ma attutiti, massaggiato dall’acqua e dalle pareti uterine.
Oggi è fuori: luci, rumori, sconosciuti, freddo, fame, rigurgitini.
Che trauma!
Il neonato è perfettamente competente però è anche estremamente immaturo. Secondo le teorie di alcuni studiosi, i neonati in realtà sono dei prematuri. E’ stata la selezione naturale nell’arco dei secoli a fare si che nascessero così precocemente perché sennò non sarebbero mai riusciti a passare il canale del parto.
Rispetto agli animali i cuccioli d’uomo necessitano una totale necessità di cure materne, dipendono totalmente dalla madre.
Il primi mesi fuori dalla pancia sono il completamento esterno alla gestazione endouterina.
IL BAMBINO CHE STA ORA IN BRACCIO A TE E’ LO STESSO CHE STAVA QUALCHE GIORNO FA DENTRO LA PANCIA.
Tutto questo per dirti cosa? Di non avere pretese o progetti su di lui. E’ un piccolo prematuro che ha bisogno totale delle vostre braccia, del tuo odore, del tuo battito cardiaco che tanto gli ha tenuto compagnia nelle settimane che ha trascorso dentro di te.
Se non vuole stare nella culla, prendilo in braccio, mettitelo accanto, sulla pancia.
Se continua a piangere, avrà i suoi motivi, che capirai man mano che imparerete a conoscervi, ma almeno avrai escluso il fatto che si senta solo e spaventato e credo che sia già una buona cosa.
Ci sarà poi, più avanti, tempo e modo per insegnargli a dormire da solo. Ma ora no. E’ troppo presto.
Amalia dice
Cara Silvia,
sono una lettrice assidua del tuo blog, nonostante non abbia mai commentato i
tuoi post, e da otto giorni sono diventata mamma di Leonardo. Avevo già letto
durante la gravidanza il tuo intervento "Il sonno dei bambini" dove hai citato
il dottor Alessandro Volta, ma desidero comunque sottoporti l’esperienza che
sto vivendo. Sto allattando al seno Leonardo ed i primi giorni il suo sonno
scattava in maniera automatica nel momento in cui, estenuato e satollo, si
staccava dal capezzolo ed io lo mettevo a dormire nella sua carrozzina. Da un
paio di giorni, invece (mi rendo conto che forse è un po’ presto e che magari
si tratta solo di un momento), non appena lo adagio nella carrozzina si aveglia
ed inizia a piangere. Con mio marito le stiamo provando tutte: dalla ninna
nanna al cullìo sia in carrozzina che in braccio, dal contenimento attraverso
una copertina con cui lo avvolgiamo stretto allo spostamento nel lettone, ma
non siamo ancora riusciti a capire come intervenire in modo efficace per far
fronte a questo suo disagio.
Mi piacerebbe tantissimo conoscere la tua opinione in merito.
Un abbraccio,
Amalia
Mondopapy dice
Allora ti saprò dire tra poco, vale lo stesso per me!
Silvia dice
Io ho capito quello che vuoi dire. A me capita lo stesso con il cibo.
DicHENO che sono fortunata ad avere due bambini che mangiano TUTTO e DI TUTTO senza problemi.
Insomma, due su due, chiamala fortuna…un po’ ci ho lavorato, fin dalla prima pappa.
Poi se mai arriverà il terzo e sarà inappetente rivedrò le mie convinzioni ahahha!
Mondopapy dice
oh beh…non volevo lasciarti perplessa…certo che da soli è difficile, infatti noi siamo in due a dividere il peso delle notti difficili ecc…capisco che le situazioni cambino a seconda di come si è organizzati!
Io non critico i genitori dei bambini che non dormono, parlo solo della mia esperienza e dico che con entrambe le mie figlie ho adottato la medesima tecnica, forse rivisitata e addolcita rispetto alla versione originale e a me ha funzionato…ora è facile dire che siamo fortunati…ma se vogliamo dirlo nessun problema….eh eh!
Però credo fermamente nel fatto che i secondi figli siano diversi e che noi siamo diversi con loro….forse anche più stanchi e meno capaci di mantenere certi punti…
Laura dice
Mah! Mi lascia molto perplessa il commento di Mondopapy: come ho già scritto anche io giudicavo male i genitori di figli che non dormono. Anche io avevo adottato il metodo "Fate la nanna". E poi con il secondo figlio mi sono dovuta ricredere: se tuo figlio non dorme, un motivo c’è, ma quando non si dorme da diversi mesi è difficile avere la mente lucida e capire cosa fare per aiutarlo! Soprattutto se sei da sola ad affrontare le notti.
Mondopapy dice
Mmmm…beh, che dire…il post come al solito è un concentrato meraviglioso di informazioni…
Per la mia esperienza posso dire che il metodo di "fate la nanna" è ottimo, ma come tutte le cose non è necessario seguire tutto alla lettera. Insomma ci vuole buon senso…
Qualcuno direbbe che siamo fortunati, perchè entrambe le nostre figlie dormono a partire dalle ore 20.00 circa, normalmente per tutta la notte ora che l’ulima ha un anno, entrambe si addormentano nel proprio letto, con noi vicini a rassicurarle con una carezza….
Ma tutto ciò non è avvenuto da solo….su questo non ci sono dubbi…con la prima è stato più complesso, con la seconda meno…anche perchè lei ha la sorella come esempio, quindi la sera, dopo cena, si mettono nello stesso letto, si coccolano un pò, spegnamo la luce e ascoltano una canzone che il papà o la mamma cantano…poi la piccola va nel proprio lettino e dopo 5 minuti sono entrambe nel mondo dei sogni…
In tutto questo c’è molta attenzione alle regole e ai tempi che non variano quasi mai, nemmeno se è sabato…. I bambini necessitano di ritmi per avere sicurezza e serenità…si insomma…certezze! Una certezza, la tabella di marcia che scandisce le giornate, con dolcezza certo, ma le regole esistono e si seguono. Questo, è risaputo, li rende sicuri, perchè è noto l’ambiente e cosa accadrà tra poco…non ci sono sorprese e tutto fila liscio.
Ho letto commenti che parlano di medicine per dormire….ma per carità! Sono contrario a queste cose e non credo esistano bambini che non dormono…senza dormire non si campa….eh eh! Diciamo che ci sono bambini che hanno necessità diverse e sta al genitore trovare il modo…
Non esistono regole d’oro e bacchette magiche, ma certo il buon senso! Un esempio…se mio figlio si sveglia di notte perchè vuole giocare, a costo di passare la notte in bianco, non assecondo le sue richieste..la notte è fatta per dormire…come a dire, se anche non vuoi dormire…il letto è comunque il tuo posto… Eppure ho letto di genitori che riaccendono televisori, luci, ecc… E che ovviamente non vogliono sentirsi dire che sbagliano qualcosa…ma chi di noi non sbaglia???
Azz…lungo…logorroico…scusa Silvia, mi sono lasciato prendere, vorrei dire molto altro ma è meglio che la chiuda qui….
Baciii
paola dice
Fammici credere, finche` dura….
Silvia dice
Paola anche io pensavo di avere dei meriti con la nanna di Matteo…poi è arrivato Niccolò…
paola dice
Io sono una di quelle mamme fortunate (ma ci metto anche una percentuale non nulla di merito) con la nanna.
Volevo semplicemente fate un commento un po` OT sulla foto… credo che tutte abbiamo una foto praticamente identica, crollate sul letto con la ranocchietta accanto ;))))))
Flavia dice
ok, grazie!
Laura dice
Ciao Silvia, come avevo scritto in un altro commento in un’altra parte del tuo blog (ops, non ricordo dove!) con la prima figlia ho seguito il metodo Fate la nanna. Poi è arrivato Alberto con il suo bel reflusso!!! e addio al vecchio metodo. Ho quasi finito di leggere Il mio bambino non mi dorme che anche tu citi. Che bel libro! A tutte le mamme voglio dire questo: dopo che avevo avuto Michela regalavo a tutti il libro Fate la nanna e non capivo i genitori che avevano i bambini che non dormivano. Spesso pensavo che fosse per colpa loro, che non erano stati in grado di insegnare ai propri figli di dormire. Chiedo umilmente scusa!!! E dico buttate via il libro Fate la nanna e leggete Il mio bambino non mi dorme, seguite i consigli del dott. Volta. Ma soprattutto se capite che vostro figlio sta male, cercate prima di tutto di curare il suo fastidio quanto prima (ad esempio il reflusso)… E infine cedete al Nopron quando le avete provate tutte!!!
Silvia dice
Allora, per me non ci sono problemi e, credo, nemmeno per quanto riguarda lui.
L’importante è che vengano mantenuti i link che ho messo io.
Flavia dice
Mi piace molto l’approccio realistico del professore e la distanza dagli estremismi. Se volessi riportare integralmente questo articolo in "vereMamme si informano", oltre a chiedere il permesso a te, dovresti chiedere un’altra autorizzazione anche a lui?
Wonderland dice
Ciao Silvia,
bell’articolo. Io sto cercando di allenare Viola a calmarsi da sola ma ci vogliono nervi saldi e qualche giornata di panico… Ovviamente ancora non ci sono riuscita.
A 6 mesi sento di bimbi che dormono 12 ore a notte e altri che si svegliano 12 volte a notte, lei ne dorme circa 7, diciamo che siamo nel mezzo ma possiamo migliorare…
p.s. come mai non risulto tra i link delle mamme blogger? Mi sembra ci siano tutte tranne me… Svista o scelta?
Maè dice
Complimenti per il post, davvero bello!
Io sono una di quelle mamme che finirà per dormire nel lettino con le sbarre 😀
Mia figlia si addormenta sdraiata con me nel divano e a volte riesco a metterla nel lettino, a volte dorme da sola soltanto un’oretta .. a volte quasi tutta la notte, a volte si sveglia appena tento di metterla giù … e finisce subito nel lettone. Non me ne faccio un problema, prima o poi dormirà da sola .. e mi mancherà tantissimo 🙂
ciao
Maè
Silvia gc dice
(ops, problemino tecnico nel pubblicare il precedente commento) Dicevo:
Ottimo, articolo. Come ci siamo già dette condividiamo l’idea che non ci sono metodi e ricette toccasana che possono risolvere i problemi, dato che ogni bambino è diverso.
La risposta del Dott. Volta mi è piaciuta molto, proprio perchè fornisce consigli chiari e semplici, che si possono adattare a diverse realtà ed esigenze, spiegando chiaramente che "miracoli" non ce ne sono e difficilmente un problema di sonno si risolverà in uno o due giorni come certi "metodi" molto diffusi promettono.
Dato che il tema del sonno è molto sentito, ne abbiamo fatto l’argomento del mese sul nostro blog genitoricrescono.com/tema-del-mese-il-sonno/
Vista la tua bi-esperienza, ci rilasceresti un’intervista per il nostro blog sull’argomento? Puoi contattarmi se sei interessata silvia@genitoricrescono.com
Grazie.
Carla dice
Anch’io ho avuto la sensazione da quel pochissimo che ho letto che le "regole" univoche non esistano, e che molta dell’educazione che devono dare i genitori va a tentativi su tutto, dal sonno al mangiare al comportarsi in giro.
Non so se con il nanetto siamo stati molto fortunati o molto bravi o le esperienze ospedaliere molto precoci, e l’asilo altrettanto precoce lo abbiamo indirizzato verso una corretta fase sonno-veglia, ma non ricordo più grandi risvegli dai suoi 8-10 mesi, tranne quando stava veramente molto male: certo, mi sa che questo non lo scoprirò mai! Ma almeno accanto all’ansia continua che abbiamo avuto, e che ogni tanto ancora ci coglie, non abbiamo dovuto sopportare notti di veglia: forse è solo una compensazione.
Mamma in 3D dice
Sì, siamo stati fortunati: la terza è una bimba da manuale… ma non posso attribuirmene il merito, perché ha fatto tutto da sola!
Il primo invece, nonostante i migliori propositi, ha imparato presto ad addormentarsi da solo ma ha avuto un sonno estremamente frammentato fino ai 3 anni.
Il secondo, contravvenendo a tutte le regole, si è addormentato in braccio per i primi 2 anni e mezzo, ma poi ha sempre dormito tutta la notte…
Ecco perché sono diventata, per così dire, relativista!!
Manuela dice
Ciao Silvia,abbiamo avuto modo già di conoscerci su fb.Sono Manuela mamma di Anastasia e Riccardo.Ho voluto partecipare ai commenti perchè anch’io sono stata una convinta lettrice di "Fate la nanna" dato che il primo anno con Anastasia è stato tremendo in fatto di sonno,causa mia, della mancanza di esperienza e della sua soggettività al bisogno di contatto.Tanto convinta che in quel periodo lo regalavo a tutte le amiche dicendo che era un libro valido.Si valido fino a quando è arrivato Riccardo, che mi ha portato via di casa per dei periodi più o meno lunghi da casa a causa di vari ricoveri e che quindi mi ha fatto pensare a molte cose. Tornata a casa con Riccardo mi sono accorta che i libri si lasciano scrivere e che ognuno ha la sua storia.Due modi completamente diversi di affrontare la notte ma tutti e due desiderosi di contatto con la mamma e il papà.Cosa c’è di più bello che farsi coccolare dai propri figli (magari anche con un pugno nell’occhio o un calcio nella schiena)?Crescono così in fretta che ogni sacrificio di adesso saranno soddisfazioni per un domani.Stanotte è una di quelle che ci si ritrova in quattro nel lettone e sta a me mamma capire quando bisogna farsi da parte…
Buonanotte vado alla ricerca di un posticino…
Manuela
vale dice
Interessante questo post, e bello l’approccio del Dott. Volta, che condivido. Io, in tutta onestà, con il sonno sono stata abbastanza inflessibile, per pura sopravvivenza, ma devo dire che in tutti e tre i casi ho avuto successo, con benefici per tutta la famiglia. Con la nascita dei gemelli è stato inevitabile abituarli ad addormentarsi da soli, anche con qualche pianto, ma senza traumi….
marzia dice
ho visto il tuo commento sul blog! grazie
marzia dice
Stavo per mandarti una mail proprio su questo, ed invece guarda che bel post! grazie, Silvia, continui ad essere preziosissima..!! Proprio in questi giorni sto aiutando Mattia ( 8 mesi e 20 gg) ad addormentarsi meglio e da solo. Ho scelto di aiutarlo ad acquisire questa autonomia senza strappi , pianti e senza fretta. E questo tuo articolo mi conforta tantissimo. grazie ancora.
alessandra dice
Mentre scrivo, sono tutti e due nel lettone…e noi..dormiremo nel lettino con le sbarre!!!
Silvia dice
Rape, direi di si…ma, alla soglia dei 3 anni, non disperiamo ancora (soprattutto io, dato che da 5 anni le notti le fa mio marito!!! )
Enrico, grazie. Dici bene: insegnare la libertà. Molto bello.
3D, spero per te che almeno uno dei tre sia un dormiglione!!!
Mamma in 3D dice
Mi piace molto il modo in cui hai affrontato questo delicato argomento, riguardo al quale spesso i genitori vorrebbero delle ricette comode e infallibili. Invece, lo dico per esperienza personale (3 bimbi, 3 esperienze di sonno completamente diverse), credo che sia giusto sforzarsi di conoscere il proprio bambino, nella sua unicità, e capire insieme a lui di cosa abbia veramente bisogno, rispettando i suoi tempi e non delle ansiogene tabelle.
enrico dice
Ciao Silvia, è un po’ che seguo il tuo blog. Complimenti innanzitutto, per il blog di qualità e soprattutto per i contenuti. Mi ritrovo in un modo di pensare che parte dalle esigenze dei bimbi piuttosto che dalle pretese (o capricci) dei genitori. Questo post capita poi proprio in un momento in cui sto cercando di insegnare ad Anna "la libertà di dormire quando vuole o ne ha bisogno" (o piu’ che insegnarle, dovrei forse dire NON ostacolarla mentre cerca di imparare…).
Enrico – Torino