Si sta chiudendo questa parentesi estiva. Nel fine settimana andremo a prendere i bambini e li riporteremo a casa.
Sono al mare da due mesi. Sono stati insieme notte e giorno per 60 giorni, senza mai avere un po’ di tempo esclusivo.
Si sono picchiati, hanno litigato, hanno giocato tanto. Come dicevo in qualche post fa, hanno messo in movimento la fantasia, giocando con ciò che la terra che circonda la casa ha offerto: rami, sassi, foglie, fichi, mele, pomodori, fiori.
Noi abbiamo vissuto per un mese in treno, siamo scesi ogni giovedì e risaliti ogni lunedì.
Ed è di queste peregrinazioni, per fortuna terminate, che vorrei parlare in questo post.
Abbiamo preso il treno 8 volte in un mese, per tratte da 4 ore e mezzo l’una.
Prima classe.
Costo andata e ritorno per due persone senza sconti 220 euro.
Primo viaggio – Carrozza con aria condizionata rotta. Transumanza di gruppo verso un’altra carrozza (in cui siamo morti assiderati).
Secondo viaggio – Aria condizionata rotta. Talmente soffocante era il caldo che si sono premurati, per evitare malori di ipotesi o cardiopatici di distribuire qualche bottiglietta di acqua.
Terzo viaggio – Carrozza di testa chiusa per malfunzionamento delle porte.
Quarto viaggio – Carrozza più sporca del solito. Dlin Dlon! Si informano i signori passeggeri che a causa di uno sciopero del personale di pulizia abbiamo 18 ritirate (che cavolo di termine è “ritirata”????) fuori servizio. Per tanto effettueremo una sosta prolungata per permettervi di espletare le vostre funzioni nelle ritirate (aridaje!) di Bologna”
Alla stazione di Bologna per fare pipì occorre pagare. 😐
A metà viaggio l’aria condizionata smette di funzionare. Temperatura percepita da me che non soffro il caldo, che non sudo mai, che non mi sono mai lamentata una sola volta nemmeno nell’estate del 2003…45°.
Il viaggio in treno è di per se una full immersion sociologica. Al termine di un viaggio di 4 ore il materiale assorbito è talmente cospicuo da poter essere impegnato in qualche capitolo di un manuale.
La morale di queste peregrinazioni ferroviarie è duplice.
Da un lato, tocca constatare che, non si sa per quale motivo (o forse si), in Italia i servizi arrancano sempre in modo indecente.
Io sono stata in Giappone e purtroppo questo soggiorno ha abbassato di molto la mia soglia di tolleranza.
Ma ci sono stata BEN 12 anni fa…e in 12 anni nulla in Italia è cambiato.
In Giappone ci sono linee a terra numerate che indicano il punto esatto in cui la porta del treno si aprirà, in modo che i passeggeri possano attendere in modo ordinato l’arrivo e salire e scendere rapidamente (se hai la prenotazione del posto 34 alla carrozza 3, non devi far altro che cercare per terra il posto in cui attendere e magicamente le porte della tua carrozza ti si apriranno davanti);
la puntualità è qualcosa di inimmaginabile per noi italiani: il ritardo MEDIO accumulato in un anno è di 10-12 secondi;
un sistema di avvisi elettronici comunica quanti minuti e secondi mancano all’arrivo del treno e nell’ultimo tratto anche quanti metri il treno deve ancora percorrere prima di fermarsi;
all’interno delle carrozze la situazione è estremamente confortevole: pulizia ospedaliera, le addette alle pulizie si sistemano sui binari, un gruppetto per ogni scompartimento, inchinate aspettano che escano tutti, poi mentre la caposquadra resta all’esterno per controllare con cronometro il tempo, entrano e in 4-5 minuti il treno è lindo (in Italia non guardate MAI tra un sedile e l’altro…);
i sedili sono sempre orientati in direzione del senso di marcia (sono girevoli e reclinabili);
il personale è di una gentilezza imbarazzante;
esistono () carrozze speciali con aria condizionata meno forte per persone che mal sopportano il freddo;
i treni viaggiano durante il giorno e tra mezzanotte e le 6 vengono effettuate le operazioni di manutenzione (chissà ogni quanto vengono manutenuti i nostri treni?).
E se si deve cambiare treno? Basta cercare la segnalazione della carrozza migliore da cui scendere per il cambio!
Non sto a parlarvi della ricevuta di ritardo che vi arriva sul telefonino nel rarissimo caso che questa evenienza si verifichi.
Ma potrei parlavi della cucina sugli Shinkansen, con menù dedicati ai bambini…
L’altra morale che ho tratto da questo pendolarismo è che il lamento è lo sport nazionale italiano. Oggi, di sottecchi, li ho osservati e ho visto, oltre alla rabbia, anche un certo piacere nel pronunciare la litania del lamento. Sembrava quasi che godessero di questi disagi e disservizi per poter dare libero sfogo a quest’attività tanto amata. Chi scuoteva la testa, chi sbuffava, chi fermava gli addetti, chi raccontava gli aneddoti più assurdi successi all’amico o al parente, chi ipotizzava cardiopatie.
Si lo so, anche io in questo preciso momento, scrivendo queste righe, sto praticando lo sport nazionale.
Oggi però, giuro, sono stata zitta e paziente.
La vendetta va servita fredda… :pity:
Sono appena tornata dal Giappone, quindi ti capisco. Ah, come ti capisco… E purtroppo il confronto non si limita ai treni, potrei fare una lista infinita di paragoni.
Io ho vissuto in Giappone nel 2007 e ho una grandissima nostalgia di quel paese!!! Ricordo ancora il ritorno a Milano: mi sono sentita nel Terzo Mondo!
Nello sport nazionale degli italiani includerei la costante presa in giro del “perfezionismo” dei giapponesi, ma anche, per stare più vicini, dei Nordeuropei. Eppure, proprio perché siamo “abituati” allo schifo quotidiano, ci basterebbe veramente poco per vivere meglio (ad esempio, un pochino di pulizia in più). Ma sono sicura che qualcuno si lamenterebbe anche di questo. :noshake:
Io ho fatto la pendolara per 4 anni per gli studi a Roma e negli ultimi anni prima di avere la bambina,viaggiavo al sud(in Molise)per il lavoro e poi immaginare che sofferenza era prendere il treno ogni 5 giorni…fortuna è arrivata la bambina e ho smesso di viaggiare!
Invece,11 anni fa,anche mio marito era in Giappone e anche lui ci ha raccontato le stesse cose da te scritte sui treni giapponesi e se ci pensiamo ben questo era cosi tanti anni fa e qui non ci siamo arrivati neanche lontanamente a un servizio del genere,questo è triste.
Senza andare fino in Giappone (dove sono stata e confermo che ci si sente su un altro pianeta, ma a volte è un po’ ALIENANTE) anche nella vicina Svizzera si sta davvero bene se si viaggia in treno. La mia fortuna è che ho fatto la pendolare su una tratta italiana servita da treni cisalpini svizzeri, quindi riuscivo a viaggiare mantenendo standar giappo-elvetici!
Hai ragione, ma io ho sperimentato di peggio: I TRENI INGLESI! Per i treni gli inglesi, alla faccia della loro pulizia (apparente), ordine e puntualità sono assolutamente peggio di noi! Li ho sperimentati per ben 6 mesi sulla tratta Bath-Londra!
questo post e anche quello di Giuliana mi fanno piangere: ho passato l’infanzia a viaggiare sui treni e recentemente a sognare sulle politiche ue della mobilità sostenibile, ma sembra tutto fantascienza…
rispetto all’irreale con cui dobbiamo confrontarci nel quotidiano – sob! (2 h. per 100 km come li mettete, se non ci sono ritardi, ovvio, altrimenti dalle 2 ore e mezza in su… ah, il profondo nord italia, ecco come ci delizia!!!)
ecco, sì, praticamente lo stesso post.
(quella della fermata a bologna l’avevo sentita, pensavo fosse una leggenda metropolitana e invece…)
Hai stra-ragione. Sia sullo stato dei treni, sia sul lamento perpetuo. Proprio qualche giorno fa, a York, la mia amica ci ha portato al “museo dei treni”- The railway museum che dimostra quanto gli inglesi siano ossessionati dai treni, c’era anche il Bullet train, quella meraviglia giapponese. A noi questa passione può far sorridere, ma almeno amando una cosa ci sono più probabilità di farla funzionare! Un abbraccio, p
Ogni volta che prendo un treno mi dico: “mai più”, poi ci torno, per fortuna raramente, ma le cose che racconti non sono purtroppo episodi isolati. E’ una vergogna che sta diventando normalità.
Non siamo ai livelli del Giappone per pulizia e stato dei treni. In GB però il servizio ferroviario è anni luce avanti all’Italia. I ritardi sono rari (di solito spaccano se non il secondo almeno il minuto). Certo però che se li fanno pagare. Un viaggio di 4 ore e mezza, diciamo Londra-Glasgow (4 ore e 40 minuti) andata e ritorno in prima classe costa 399 sterline (circa 480 euro) a testa. In seconda classe bastano 110 sterline se eviti determinati orari o 250 se vuoi viaggare nelle ore di punta.
Bellissimo e interessantissimo blog. Tornerò con più calma per fare le mie considerazioni su questo bel post. Grazie comunque per il sorriso che mi hai regalato. In Italia di fronte ai malfunzionamenti a volte non resta che questo.
Un saluto e complimenti!
Le condizioni delle FS sono piuttosto penose. E non è solo una lamentela, è un dato di fatto!
A Bologna hanno pensato di fare pagare l’entrata ai bagni ritendendolo l’unico modo per evitare che barboni e drogati vi bivaccassero indisturbati…bella roba!
In effetti la pulizia del Giappone secondo me non ha eguali. Praticamente puoi mangiare per terra ovunque.
Come fanno ad amare tanto l’Italia è un mistero! :cuckoo: Forse perchè le loro ferie annuali consentono soggiorni di 5-7 giorni…non fanno in tempo a rendersi conto!
Diciamo che è una lamentela costruttiva 🙂
Confrontarsi con il resto del mondo serve a capire che avere un sistema di trasporti più efficiente del nostro è possibile.
Anche io sono stata in giappone, e coi bambini. Non nelle metropoli modernissime come Tokio, ma nel profondo sud di Okinawa.
E allora, vogliamo parlare anche della pulizia? Della possibilità di girare tranquilli con i bambini senza avere l’angoscia di non sapere dove far fare loro pipì, che in tre ne fanno tanta?
Meglio consolarsi all’idea che i bambini stanno per tornare e il pendolarismo è finito 🙂
Fortunatamente ho smesso di fare il pendolare Bergamo-Milano nel 2002 e questo racconto mi ha fatto tornare alla mente quei tempi, dove trovare un posto a sedere era un impresa, su carrozze a due piani stipate di gente.
Di aria condizionata neanche a parlarne, e i finestrini si aprono di 20 cm.
Ed è vero che lo sport nazionale è lamentarsi, ma qualche volta chi si lamenta ha ragione! :cuckoo: