La rabbia (giustificata) di una madre.
I prmi 18 mesi di vita di Matteo ho avuto una pediatra terrificante, non trovo altre parole.
Quando era piccolino siamo finiti al pronto soccorso perchè da 3 giorni mi stava facendo dare una dose di Tachipirina ridicola (prescritta per telefono). Aveva 40 di febbre da 70 ore e quando ci hanno visto l’hanno rivoltato come un calzino e tenuto in osservazione qualche ora.
Sarebbe bastata una visita a tempo debito, dato che si trattava di un bambino piccolo e di una madre per nulla ansiosa che durante i primi 6 mesi di vita del suo primo figlio non le aveva mai telefonato una volta.
Sono stata una delle ultime a poter cambiare perchè poi hanno chiuso i trasferimenti. Ringrazio ancora il cielo di avermi permesso un cambio e la mi amica Francesca di avermi indirizzato a questa pediatra scrupolosa e attenta, come ce ne sono tanti.
Con tutti i problemi che ha avuto Niccolò non oso pensare a cosa sarebbe stato se non avessimo cambiato.
B. ha ragione. L’idea di dover pagare un diritto fa rabbia.
Cara Silvia,
oggi sono arrabbiata, preoccupata, indignata.
M. ha 5 mesi e mezzo e da un mese non sta bene. Niente di grave, un forte raffreddamento, con parecchio catarro e attacchi di tosse, che gli disturba sonno e pasti ormai da troppi giorni. Siamo stati dalla guardia medica la domenica prima di Natale, che gli ha prescritto un mucolitico, dal nostro pediatra il 28 dicembre prima di partire per le vacanze. Come sempre è stato rassicurante “signora, non è niente, i bronchi sono liberi, facciamo un ciclo di aereosol e passerà tutto. Parta tranquilla”. Ovviamente, muniti di aereosol, abbiamo passato gran parte del tempo barricati in agriturismo limitandoci a qualche breve passeggiata quando il tempo lo permetteva (solo giornate soleggiate e senza vento, vestito in modo adeguato per evitare sudate o raffreddamenti che potessero peggiorare la situazione).
Dopo alcuni giorni, malgrado la scrupolosità e le mille attenzioni che abbiamo cercato di avere, la situazione non sembrava evolversi minimamente, così una volta tornati (era l’Epifania) siamo andati in pediatria. Nuova visita, nuova diagnosi, nuovi farmaci, “signora, ma perchè tutti questi aereosol???? Ha la gola rossa, irritata e l’aereosol non fa che peggiorare la situazione. Prenda un antiinfiammatorio e nient’altro. La situazione migliorerà da sola!”
Qualche giorno dopo richiamo il Pediatra. Non mi vuole ricevere, non ha tempo e si limita a dirmi che non è d’accordo con la terapia prescrittami in Pediatria, che “l’aereosol VA continuato”, che posso aggiungere un cortisonico per cercare di tenere a bada la tosse. “Passi per la ricetta del cortisonico”. Abbasso il ricevitore senza parole. Non lo visita, eppure mi prescrive cortisonici senza verificare il nuovo quadro clinico. Inizio ad arrabbiarmi, con me che al telefono non ho puntato i piedi, con lui che sembra essere piuttosto sommario nel gestire la faccenda. Decido di non dargli il cortisonico così, senza una visita di controllo.
La situazione non sembra comunque aggravarsi, il bambino malgrado stia poco bene è di buon umore e non c’è febbre e decido di richiamare il pediatra dopo un paio di giorni.
Richiamo e di nuovo rimango senza parole. “Signora, facciamo dell’antibiotico così passa tutto! Passi per la ricetta che non ho tempo di vederlo” . Riabbasso il ricevitore. Me la prendo con me che non so mai tenere testa a queste situazioni, che rimango lì senza parole. Richiamo il giorno seguente, spiegando alla segretaria che dopo un mese di cure inutili ho necessità di avere un appuntamento, perchè il bimbo DEVE ESSERE VISITATO. Lei dice che non può prenderlo, che devo prima parlare con il dottore, che però al momento sta visitando e quindi devo richiamare. Io insisto, il tono si fa più aggressivo perchè io di questa situazione non ne posso più. Lei risponde che devo comunque richiamare. Abbasso il ricevitore e dopo 5 minuti rifaccio il numero. “Signora, porti pure il bimbo, la aspettiamo tra mezzora!”.
Evidentemente con certe persone l’arroganza paga più della cortesia. Prendo la macchina, carico il bambino così com’è e mi fiondo nello studio del pediatra. Che è vuoto. E inizio a chiedermi se davvero era così impegnato i giorni scorsi da non trovare 5 minuti per i bronchi affaticati di mio figlio. Entriamo, visita lampo (non gli ha nemmeno controllato gola, nè orecchiE), prescrizione di antibiotico “perchè anche se i bronchi sono liberi ormai si va avanti da troppo tempo”.. Finchè prescrive risponde al telefono, liquidando una signora come ha fatto con me nei giorni scorsi, dicendo che non ha tempo…di fronte a me la sua agenda aperta e di altri appuntamenti, dopo il mio, non ne sono segnati. Esco amareggiata, sconfortata. Provo rabbia e vergogna di fronte a tanto menefreghismo, di fronte a visite sommarie fatte in fretta e furia malgrado fuori dalla porta lo studio non sia affatto affollato.
Vado a casa e chiamo l’ASL per informarmi se c’è modo di cambiare pediatra. Un signore, piuttosto scocciato, mi dice che è difficile, quasi impossibile. Nessuno ha posto, che l’unico modo è fare richiesta ad una commissione che valuti la mia richiesta, e che comunque, anche in questo caso, spesso ci vogliono mesi. Nel frattempo chiamo un’altra pediatra che lavora nella mia zona, prenoto una visita privatamente, perchè non mi fido più. Nemmeno della diagnosi.
Ieri la visita con questa pediatra. Non so se siano stati i 100 euro. O la mia evidente esasperazione. Ma M. per la prima volta è stato visitato in modo approfondito. I bronchi non erano affatto liberi, la natura di questa infiammazione così recidiva non è forse un semplice raffreddamento ma può dipendere da qualche intolleranza alimentare (sto già svezzando e dalla nascita prende anche latte artificiale oltre al mio latte), data anche la grande quantità di aria nella pancia (il mio pediatra non ha MAI nè guardato nè sottoposto a palpazione l’addome). Nello scroto, che da tempo presenta una parte più chiara, una specie di sacca, già più volte sottoposta a controllo da parte del mio pediatra, è probabilmente presente una piccola ciste…e considerato che M. è stato sottoposto ad un mese e mezzo ad intervento chirurgico allo scroto per una probabile torsione del testicolo, la cosa non mi sembra affatto trascurabile.
Sono uscita da quella porta sconvolta. Preoccupata per le prospettive di nuovi controlli da fare, a meno di un mese dal mio rientro al lavoro. Arrabbiata per il tempo perso e per essere dovuta ricorrere ad una visita a pagamento perchè ad un bimbo si presti l’attenzione dovuta. Sconfortata perchè cambiare pediatra non sarà affatto semplice.
So che in fondo non è niente di grave, che questa situazione con la dovuta attenzione si potrà risolvere al meglio, che quello che conta di più al mondo è vedere M. sorridere e che malgrado tutto possiamo ritenerci persone fortunate. Ma l’amarezza rimane comunque tanta…
Un abbraccio e grazie di cuore per il tuo blog, fonte di sorrisi, pensieri e spunti per affrontare la maternità nel migliore dei modi possibili.
B.
Mentre stavo pubblicando è arrivata una mail di un’altra mamma, che metto qui in coda, per lanciare a B. l’amo della serenità, che, prima o poi, inaspettata si posa sulla quotidianità delle mamme stanche e le fa intenerire davati a quello che erano “solo un inverno fa”.
Cara Silvia,
è tempo che io ti dica una cosa.
Riesco a farlo stasera perchè ho deciso di lasciare parlare una vocina che molto spesso è coperta dai rumori della realtà quotidiana.
Una parola ti devo dire: grazie.
Te lo avranno detto in tante, volevo aggiungere appunto la mia voce.
La mia bimba ha ormai un anno e mezzo, ha imparato a camminare da sola, in senso lato, e finalmente un po’ ce l’ho fatta anche io.
Ci siamo impegnate entrambe, aiutate dalla natura. Ancora c’è tanto da fare, ma tu sai quanto ci si possa sentire sole in questo cammino… ci si sente bambine, inadeguate, peggio di chiunque altro, si ha la sensazione di andare avanti alla cieca, di doversi appoggiare e proprio qui, nel bisogno di appoggiarsi a qualcuno, mi sei venuta in aiuto.
Leggendo le tue parole ho sempre trovato grande solidarietà, la mano che qualche volta mi ha guidata e le parole di cui avevo bisogno.
Se guardo indietro mi faccio tenerezza…ed era solo un inverno fa.
Ora mi sento un po’ più forte. C’è anche il tuo zampino.
Grazie.
A.
Paola dice
Rifletto e con voi condivido questo mio pezzettino di vita
Notevole nella Vita la differenza fra “ESSERE medico” e “AVERE una laurea in medicina”…..chi vi parla non è medico e non ha una laurea in medicina ma mamma di un ragazzo con un diploma da perito elettronico ma che con il fermissimo proposito di ESSERE medico ha studiato e “vive” questa sua scelta studiando studiando amando amando questa medicina che gli è entrata nel Cuore…..nella sua vita ne ha viste diverse sulla malattia ma penso che abbia a pelle capito tanto nell’ascolto delle parole della zia che al momento della scelta dell’Università disse” Guardati dentro e se ascoltandoti senti che SARAI…non farai…il medico vivi questo”dono” che ti è stato dato perchè certamente porterai la medicina che per prima cura chi non sta bene…”
Mia sorella “è” medico poi è diventata anche “paziente” e non nel senso che ha tanta pazienza.Mi e vi auguro che tanti “siano” i giovani medici che il futuro vedrà.
laura dice
che bello il tuo blog! ci arrivo ora da Ondaluna. Tornerò 🙂
per i pediatri prima o poi ne scriverò anche io. Anche noi abbiamo due pediatra, quello dell’asl (che riceve su appuntamento se no si deve parlare con l’infermiera al telefono) e quello privato che fortunatamente conosciamo bene e di cui ci fidiamo.
Purtroppo è una necessità. :angry:
b. dice
Ciao Silvia, grazie innanzitutto per l’augurio che mi mandi, di poter sorridere prima o poi di tutto questo. Le cose vanno meglio e io mi sento più tranquilla. Sembra essere il lattosio a provocare nel mio cucciolo questi fastidiosi effetti. Nel frattempo siamo dovuti passare da un ciclo di antibiotico perchè la faccenda durava da un po’ troppo tempo e il rischio che degenerasse in qualcosa di peggiore era alto. Rientrerò al lavoro il primo marzo, e in queste settimane mi sono prefissa di iniziare comunque la procedura per cambiare il pediatra, anche se non so con che risultato…non possiamo certo permetterci di pagare ogni volta un pediatra privato..e nel frattempo spero cmq che M. non abbia bisogno di questo non professionista..Mi rendo conto che sbagliare una diagnosi è talvolta possibile, ma con questa persona non riesco, e forse neanche voglio più, instaurare un rapporto di fiducia reciproca, non tenendo lui conto delle mie osservazioni, non condividendo io i suoi metodi di gestione dei problemi, seppur piccoli, che M. ha avuto fino ad oggi. Praticamente, INCROCIO LE DITA e spero nelle deroghe (vedi Stranamamma..)…
Grazie anche per le belle testimonianze di pediatri in gamba, che spero prima o poi di incontrare anch’io..
B.
wwm dice
Ti giuro che mi è salita una rabbia incredibile anche a me.
Io ho avuto un’esperienza diversa e quindi non sono in grado di giudicare.
Sono sempre andata da Pediatri privati e anche qui in America è un po’ diverso.
Ma c’è un modo per denunciare questi episodi? Non è possibile che certi medici stiano in circolazione senza il minimo problema. Credo sia importante denunciare queste esperienze perchè se nessuno dice mai niente, non se ne esce più!
Carla dice
Mi ritengo estremamente fortunata con la pediatra che abbiamo trovato per il nano: all’inizio pensavamo di doverla pigliare con le pinze che ci era stata presentato come una di quelle “omeopatia ora e per sempre”, ma lei è stata sempre la prima ad “ordinarci” l’antibiotico quando lo riteneva necessario ed alla seconda proliferazione di candida in bocca in 20 giorni ci ha detto “eh no, stavolta ce la deve fare da solo a superarla: doppia razione giornaliera di fermenti lattici” e lui ce l’ha fatta davvero. Certo, poi mi ritrovo anche specialisti che al Bambin Gesù omettono informazioni essenziali e mi obbligano ad un ulteriore ricovero o “scordano” la prevalenza di magnesio nel multicentrum baby e obbligano il nano ad una settimana di forzata diarrea e riconosco la mia stessa rabbia nelle parole che leggo di B. Quindi continuo a ragionare con la mia testa e con la sperimentazione che io giorno dopo giorno posso fare e nessun’altra esperienza e conoscenza può uguagliare.
Certo, è pur vero che a fronte di tante mamme per nulla apprensive ed ansiose ce ne sono tante altre che per un graffio svengono e portano il figlio al pronto soccorso: concordo pienamente con Chiara, il rapporto con la categoria dei medici (e dei professionisti in generale) si deve basare su un patto di sostanziale fiducia, senza non si va da nessuna parte, nè noi genitori, nè i medici come “guaritori”.
paola dice
Cara Silvia,
prima di passare al tema “pediatra” mi unisco al coro dei grazie.
non so se ti ricordi, ma lo scorso anno ho pubblicato sul tuo blog una lettera per me sentita e importante.
non puoi capire quanto mi abbia aiutata condividere quel dolore con te e le altre mamme che ti seguono.
spero ti faccia piacere sapere di avermi aiutata.
per quanto riguarda il tema “pediatra” … la mia è un’ esperienza allucinante! che è, se vogliamo, all’ opposto di quella descritta da B.
avevo una pediatra che metteva l ‘ansia solo a guardarla.
per qualsiasi cosa faceva fare mille accertamenti e, soprattutto, non faceva nulla per rassicurare la mamma. anzi! provocava paura e preoccupazione.
quando mio figlio aveva 5 mesi mi ha fatto correre al pronto soccorso d’ urgenza perchè sul pannolino avevo trovato delle macchioline scure( specificando: “non vada in un ospedale piccolo ,mi raccomando! la situazione è grave!” )
il mio pediatra privato aveva il telefono spento e così sono corsa in ospedale per una sospetta gravissima infezione alle vie urinarie.
al buzzi di milano ( specifico per bambini ) mi hanno subito detto che se non c’ era febbre non poteva essere un’ infezione. tanto meno grave. poi mi hanno spiegato che è molto facile che il test che ha fatto la pediatra sulla pipì del bambino va fatto molto scrupolosamente, con i guanti e, soprattutto, basta un attimo perchè sullo stick arrivi un simpatico microbo che altera i risultati. la pediatra, addirittura, aveva appoggiato lo stick sul tavolo … potete immaginare quanti microbi ci possono essere!
comunque … non ho mai nemmeno provato a cambiare pediatra. mi sono solo rivolta al pediatra che ha visto mio figlio nascere. quando vado per un’ urgenza non mi chiede nulla – quando vado per un controllo mi costa 60 euro … sinceramente spesi molto bene.
secondo me un pediatra deve essere sì scrupoloso. ma se ha la sicurezza di uno che ha studiato e ha esperienza “sul campo”, riesce ad indirizzare la madre verso un’ urgenza o una semplice cura. secondo me quella pediatra non è affatto competente. il punto è questo. ed è una cosa grave.
se bastasse prescrivere esami per precauzione, allora saremmo tutti dottori … ( ovviamente sto esagerando … )
l’ equilibrio di una madre è già molto precario nei primi mesi e la sua mente è così piena di ansie e paure che è veramente deleterio aumentarle senza motivo.
a me è rimasta la rabbia per tutti quei mesi in cui mi ha fatto prendere più spaventi lei che tutto il resto del mondo.
ma sono contenta di non averla più rivista.
paola
raffaella dice
Mentre leggevo queste righe, ho ripercorso il mio “incontro” terrificante con il primo pediatra di Matteo. Ora il mo bimbo ha 18 mesi e sta benissimo, ma ce la siamo vista brutta!! Aveva 10 giorni quando l’ho chiamato perché Matteo aveva 39 di febbre da 3 gg e la cosa mi sembrava proprio strana. Quando l’ha visitato (se così si può dire) dopo altri 2 gg di febbre alta, mi dice con aria tranquilla e anche un po’ scocciata “signora forse è il caso di portarlo in ospedale”…ma come “forse” dico io…. Per farla breve, al Bambin Gesù di Roma lo ricoverano d’urgenza e gli fanno tutti gli accertamenti. Quando lo abbiamo rivisto in quella stanza d’ospedale era pieno di flebo alle braccia e ai piedini, e se non sono morta in quel momento credo che non morirò più! Anche l’esame del midollo gli hanno fatto! Referto: infezione alle vie urinarie che se lo stava portando via!!!non vi dico quanti globuli bianchi aveva in corpo povero amore! Noi abbiamo denunciato l’accaduto e spero di non rivedere più quella persona che si definisce “pediatra”!!!
Sono vicino a B. con tutto il cuore e a tutti quei genitori che hanno vissuto una simile esperienza.
Vi abbraccio e un abbraccio forte a te Silvia.
Raffaella
chiara dice
Impressionante la ricorrenza di racconti così tra mamme. Mentre leggevo mi sembrava di ascoltare le mie amiche e, in alcuni atteggiamenti, rivedevo il pediatra dei miei figli… purtroppo molte di noi non riescono a instaurare con il pediatra un “patto”: io mi fido della tua professionalità di medico, tu ti fidi della mia competenza di madre. Certamente una competenza che si deve formare con il tempo, che migliorerà con l’esperienza, ma che non può essere banalizzata considerando noi mamme esseri eccessivamente ansiogeni.
Ognuno cerca soluzioni individuali e compromessi: chi va a pagamento, chi aspetta le otto di sera per andare al pronto soccorso pediatrico con risultati gravosi per la collettività, ma anche penosi per gli stessi genitori e per i più piccoli.
Silvia, tu che sai così spesso farti portavoce dei nostri pensieri hai un modo per dare eco a tutto questo?
dici che è chiederti troppo???
anche io la penso come A!
chiccolain dice
Io sono gia’ al secondo cambio di pediatra e mi sto informando per cambiare di nuovo in vista dell’arrivo della mia secondogenita.
Purtroppo fino ad adesso ho beccato pediatre poco informate o che non mi convincevano, l’unica pediatra che mi è piaciuta è quella del consultorio ed è a lei che ho chiesto qualche nome per sapere da che pediatra andare stavolta.
Sarà anche che io ho particolarmente a cuore l’allattamento al seno, ma sentirmi dire da una pediatra che il mio latte è acqua (e già qui mi si sono rizzati i capelli) quando mio figlio (il primo) si faceva 1 kg e più al mese di accrescimento e che dovevo dargli il latte di mucca mi ha fatto cadere le braccia, senza contare che mi ha detto che lo dovevo svezzare, sempre secondo il suo illuminato parere, da un giorno all’altro in modo brusco.
E difatti è sempre li’ a 2 anni che ancora ogni tanto ciuccia con gusto come coccola (e mi sa che pure dopo la nascita della piccola tra un mesetto continuera’.
La cosa brutta è pensare di lasciare nelle mani di una dottoressa cosi’ poco informata la salute dei tuoi figli mentre stanno male perchè poi non ti puoi fidare delle loro prescrizioni.
Silvia gc dice
Ogni volta che sento storie del genere decido di aggiungere ancora qualcosa al cesto natalizio e pasquale che recapito regolarmente alla nostre pediatra!
Abbiamo una pediatra della mutua che non ci ha mai fatto venire in mente di fare una sola visita da un privato. I bambini si sentono coccolati ed accolti, le mamme sollevate da dubbi e ansie. Trovo a volte in sala d’attesa bambini più grandi (dieci, dodici anni) che aspettano di essere visitati da soli: entrano e la salutano dandole del tu “A., mamma ti ha chiamato? mi guardi la gola?” e via dicendo…
Insomma, non potevamo capitare meglio.
Però c’è anche molta ansia dei genitori che va a collidere con il lavoro dei medici (ma non mi riferisco affatto al caso di B.).
Con un po’ di esperienza ci sono molte situazioni che si potrebbero risolvere anche senza necessità di contattare il pediatra, mentre molti si affannano a chiedere soluzioni rapide ad ogni piccolo inconveniente.
La nostra dottoressa è inflessibile su alcuni punti: in studio riceve sempre anche senza appuntamento, ma solo per risolvere una questione specifica (quindi non è corretto andare per far sentire i bronchi e poi tentare di farsi fare la visita di controllo annuale!), a casa va solo a suo insindacabile giudizio, i farmaci li prescrive solo quando necessari, inutile insistere!
Insomma, io quando il Sorcio ha la febbre, pura e semplice, senza complicazioni, non chiamo nemmeno.
Aiutiamoli anche noi genitori a lavorare meglio.
StranaMamma dice
Sono rimasta basita dalla lettera di B., soprattutto perché io appartengo a quella cerchia di persone fortunate che ha avuto in sorte una buona pediatra “pubblica” che per giunta visita anche a domicilio.
La mia testimonianza vuole essere un messaggio di speranza per molte madri che hanno sperimentato grosse difficoltà con i pediatri cosiddetti “della mutua”: esistono ancora persone scrupolose che curano i bambini con impegno e dedizione, non limitandosi a fare i semplici passacarte. So che la burocrazia impone regole assurde sui trasferimenti ecc, ma siccome siamo in un paese in cui, purtroppo o per fortuna, ad ogni regola si fanno migliaia di deroghe, penso che talvolta bisogna provare ad insistere e ad impuntarsi per ottenere quanto ci sarebbe semplicemente dovuto come cittadini. A volte si ha la meglio, a volte si soccombe e, come tutti coloro che hanno avuto a che fare col sistema pubblico, so quanta rabbia si prova in certi momenti.
A B. dico: in bocca al lupo e non disperare!
Per quanto riguarda la seconda lettera, dico a Mamma Imperfetta che mi associo: sono parole valide anche per me anche se non te le ho mai scritte.
Apprendista mamma dice
Volevo aggiungere la mia testimonianza, perché per fortuna non tutti i pediatri sono come quello di B. Io, che vivo in un paese del profondo sud, spesso accusato di malasanità (che pure esiste, per carità, ma non c’è solo quella), ho trovato il pediatra perfetto. Mia figlia da quando è nata è stata visitata tutti i mesi per un controllo (veramente accurato) e, ogni volta che l’ho chiamato perché la bimba aveva la febbre alta, si è precipatato a visitarla a domicilio. Il suo telefono squilla in continuazione, ma lui è sempre paziente. Mi sento molto fortunata per questo. Non so, volevo solo raccontare la mia esperienza positiva per dare una speranza ai genitori che lottano contro pediatri distratti.
Claudia - La Casa Nella Prateria dice
Quando leggo certe testimonianze mi passa la voglia (che ogni tanto mi prende) di tornare in Italia. Abbiamo ancora tanta strada da fare in questo senso.
Brava Barbara, sei un grande sostegno per tante mamme…
Lanterna dice
Non ho avuto un’esperienza così brutta come quella di B., ma anch’io sono arrivata all’esasperazione nei rapporti con la prima pediatra di Amelia: disorganizzata, sommaria, inaffidabile, smemorata. Per fortuna ho potuto cambiarla, perché stranamente c’era posto presso un’altra pediatra di zona. E la mia nuova pediatra è una persona gentile e affidabile, magari non una superluminare, ma è una capace di arrivare alle 14 quando l’orario di ambulatorio sarebbe dalle 17. Sa quando è il caso di fidarsi di me e della “visita per telefono”, sa che se invece le chiedo una visita è perché è necessaria. Unico neo: non visita a domicilio. Ma neanche quella di prima lo faceva, se non in casi estremi o perché minacciata di denuncia all’Ordine.
Lo sapete comunque che dai 6 anni si può decidere di passare al normale medico di famiglia, vero?
Elle dice
ciao
sono elle, mamma di due bimbi di due anni e mezzo e quattro mesi
ti leggo spesso anche se non mi faccio sentire…questa volta si, però!
mi unisco a queste due mamme per ringraziarti per il tuo blog, lettura sempre piacevole e a spesso utile, anche solo a sentirsi in compagnia in questo periodo della vita speciale ma piuttosto complicato
vorrei aggiungere il tuo indirizzo tra i links del mio blog neonato, è ok?
GRAZIE!
Elle