E poi c’è Facebook.
L’anti-privacy. L’anti-riservatezza. L’anti-approfondimento.
Parrebbe.
Sono iscritta ormai da un paio d’anni ma in questo ultimo anno e mezzo ne ho fatto un uso piuttosto intenso.
Innazitutto voglio sdoganarlo dall’uso un po’ leggero e votato all’amicizia esibita che vive nelll’idea un po’ snob, seppur fondata, di chi non ne fa uso ma anche di chi è iscritto.
La funzionalità e lo spessore lo attribuisce chi lo utilizza, come avviene per ogni strumento. Il filtro sei tu che ne fai uso.
C’è chi passa le giornate a pubblicare scemenze (che qualcuno passerà le giornate a leggere), ma c’è anche chi ne fa un uso sensato di informazione, linkando approfondimenti di attualità o articoli di settore.
Il trucco sta nel crearsi una rete di contatti che comprenda anche un buon numero di gente che legge e studia, ascolta musica, fotografa, frequenta mostre, si aggiorna e scrive. L’alternativa un po’ più drastica sta nel nascondere alla propria bacheca i personaggi che la infestano con cerebrali interrogativi del tipo: “scopri come ti chiami”.
A me FB in questi anni è servito. Lo trovo un modo non sempre, ma spesso, efficiente di fruire anche l’informazione.
Mi è servito a tenermi aggiornata anche professionalmente (vale sempre il discorso del sapersi costruire una buona rete), a tenere i rapporti con amici e parenti che vivono lontano, a ritrovare ex amici (a uno dei quali devo l’header di questo blog) che le circostanze hanno portato lontano, a sorprendermi davanti ai mutamenti di alcune persone, a incrociare gente che mai avrei voluto rivedere, a ritrovare persone su cui tante volte mi sono interrogata, a ricredermi sulla tristezza delle rimpatriate tra ex compagni di scuola (attendo a breve anche quella del liceo), a constatare che gli anni non sono passati per tutti, a sorridere sulle foto di amori predolescenziali, a costruire una bella rete di genitori che si confrontano.
Insomma, è il pop per eccellenza. È come una soap (o reality?). Nessuno ne fa uso, ma tutti ne conoscono gli intrecci.
Diverso da Friendfeed, che non so ancora se mi piace e che per ora uso come non-luogo di replica di contenuti postati su Facebook. Sicuramente più di nicchia e adatto a chi ha una presenza digitale sopra la media, come potrei essere io, ma, per me, faticoso come un neonato. Anche perchè usato da una nutrita percentuale di persone interconnesse che ne fanno un uso vagamente simile a quello di una chat o di un forum (e adesso insultatemi tutti 😀 ).
Diverso da Twitter, che mi piace ma non troppo perchè amo sapere con chi sto parlando e perchè ancora non mi sento a mio agio tra cinquetii e hashtag, nonostante trovi che abbia un’ottima potenzialità in campo sociale, e nelle situazioni di emergenza. Ma non dispero. Se ha ceduto anche il Dalai Lama, forse, forse, potrei innamoramente anche io. 😉
Facebook è un assaggio di paradigma che pur nei suoi lati negativi di dispersione ingente e senza controllo di identità, trovo ancora utile.
Quanto ai suoi lati meno apprezzabili di propagazione virale di minchiate come i gruppi idioti che spuntano in continuazione, anche questo è pop. Specchio della vita reale. E come nella vita reale sta alle persone scegliere, senza mai dimenticare che ora, attraverso le reti sociali, le nostre orme digitali (che chiunque può seguire) sono un bel po’più marcate, dunque, più tangibili.
Layla dice
Sono allergica a facebook perché è il contrario dell’idea di internet che ho sviluppato in questi anni (idea che parte dalla maggiore libertà possibile, e si dirama in molte direzioni su cui non mi dilungo).
Ciò non toglie che FB possa svilupparsi in modo meno superficiale, e credo lo stia già facendo appunto essendo usato come le vecchie piazze virtuali (forum) e come i blog.
In questo modo si avrebbe anche il contributo di persone che, prima, non avrebbero usato un mezzo virtuale per esprimersi.
Tali persone grazie a FB magari si sono sbarazzate di qualche pregiudizio preistorico su internet… 😉
Al massimo mancherà il contributo degli “allergici” come me, ma credo siano pochi!
Luca dice
Però, si sente che hai una certa preparazione!
Non è da tutti non solo fruire dei Social Network in questo modo, nè tantomeno sviluppare analisi così precise e puntuali.
E non credo che sia da tutti nemmeno capirle, infatti rispetto ad altre questioni trasversali (e al tuo standard) questo post ha pochi commenti.
E’ un bene anche questo. Significa che competenze e consapevolezza non sono di tutti. 😉
wwm dice
questo è un bellissimo post.
hai messo nero su bianco quello che è da un po’ che covo.
ti faccio i miei complimenti perchè mi piace molto l’analisi che ne hai fatto. e la condivido appieno!
paola dice
è vero, ci sono molti lati positivi e la tua è una bella analisi, ma a me facebook proprio non piace.
lo trovo un modo troppo banale e troppo veloce/sbrigativo per socializzare …
ok l’ immediatezza, che è sicuramente una cosa positiva. ma questo costante aggiornamento sui propri stati d’ animo in modo un po’ standardizzato e il conseguente “obbligo” di leggere come stanno gli altri, commentare, ecc …
lo so, anche io ho un blog ed è una cosa bella se vengo letta e commentata. se decido di rendere pubblici i miei pensieri, è ovvio che sia solo contenta se qualcuno li condivide.
ma facebook è diverso. mi sembra tutto così standardizzato, automatizzato … poche parole, messaggini standard …
poi quei gruppi a cui iscriversi, la fattoria, e questo e quello. no, non mi piace.
ma non ho assolutamente nulla in contrario se per te e per milioni di altre persone sia un modo utile e veloce per confrontarsi e avere risposte immediate.
anzi … quella diversa sono io!!! e spesso vengo criticata per questa mia non presenza in facebook!
ma a me basta skype se voglio fare una chattata al volo e il mio blog se voglio invece prendermi il mio tempo per buttare giù le mie emozioni …
ciao, paola
MammaNews dice
anche io ero scettica silvia, poi mi sono iscritta anche un po’ per curiosità e condivido il fatto che tutto dipende dall’uso che ne fai e dagli amici che scegli. il detto meglio pochi ma buoni vale anche nel mondo delle amicizie virtuali.
valewanda dice
sottoscrivo in pieno tutto, io che sono partita scettica, ora devo dire che ne vedo l’utilità e, perché no, la compagnia…
Ondaluna dice
Silvia, credo che le tue righe siano interessanti perché rispecchiano un fenomeno che trovo sempre più interessante approfondire. Dopo la nascita degli strumenti, la seconda età del web richiede una riflessione su cosa se ne voglia fare e come si usano. Fa parte di uno dei tanti cossettini che per ora richiudo e mi ripropongo di riaprire quando avrò un pò più tempo ed energie. Speriamo presto.
Laura.ddd dice
Grazie per queste riflessioni. Anch’io, come Monica, ci tornero’ su.
Miks dice
tra tutti i social network che hai citato uso solo facebook…anche se devo ancora capire bene come funziona 😕
ho 4 profili, uno per ogni “me”
non amo pubblicare link sciocchi… o se lo faccio sono così sciocchi che lo faccio per ridere un po.
monica - pontitibetani dice
è una analisi molto interessante, spero di avere il tempo di tornare ad approfondirla. intanto grazie.
monica