Domanda
Buongiorno,
volevo sottoporre il mio problema ad uno specialista perché mi trovo nella situazione di non sapere cosa fare.
Mia figlia ha 6 anni ed ha appena iniziato la scuola primaria.
Il primo giorno di scuola ha pianto quasi sempre, ma ho pensato potesse essere normale.
Dopo qualche giorno di alti e bassi sembrava passato tutto, ci andava volentieri e non piangeva più.
Da circa due settimane è ricominciato il problema, la prima settimana mi ha telefonato praticamente tutte le mattine perché voleva che l’andassi a prendere, questa settimana non mi ha telefonato da scuola, ma l’ho sempre lasciata in lacrime…
Lei dice che non è successo niente, le maestre lo confermano e dicono che è brava, attenta e lavora molto bene...
Non so come aiutarla a superare questo momento e a tranquillizzarla.
Grazie.
Risposta
Cara mamma,
questo è uno di quei casi in cui una mail può fare davvero poco per essere risolutiva. Le informazioni a mia disposizione sono parziali, e molto farebbe invece l’osservazione che consente un colloquio. Mi piacerebbe, ad esempio, vedervi insieme.
Posso comunque provare a dirti qualcosa, dal momento che immagino la situazione sia davvero difficile per te, da portare a preoccuparti e a chiedere aiuto.
La prima cosa da sottolineare è che un bambino, nel passaggio dalla scuola materna alla scuola elementare, perde i suoi punti di riferimento scolastici, ed affronta una cambiamento davvero importante. Non solo è diverso il contesto di apprendimento, ma cambiano anche le aspettative degli adulti nei suoi confronti. Se hai letto quello che ha raccontato di sé la nostra amica Silvia Mamma Imperfetta, proprio in questo periodo, con la scuola primaria inizia un nuovo modo di vivere il tempo, la responsabilità: iniziano i compiti e le valutazioni.
Da questo punto di vista posso dirti che una lieve “crisi” (intesa come momento di passaggio) è normale, somiglia a quella che avviene all’ingresso della scuola materna o del nido, e si supera nello stesso modo. Com’è andato per tua figlia l’ingresso al nido? Come lo avete superato? Quali risorse e quali strategie hai messo in atto per aiutarla e per sostenerla?
Si piange i primi giorni di scuola perché tutto è nuovo e fa paura, poi le novità attirano e incuriosiscono, il pianto diminuisce, e dopo un breve periodo, in cui anche le novità rientrano nella routine, altre cose possono tornare in primo piano.
Di certo la bimba esprime il suo disagio per la separazione dall’ambiente familiare. Sicuramente rassicurarla, sia verbalmente sia fisicamente, e parlarle di com’ era per te stare a scuola, cosa ti piaceva e cosa non ti piaceva quando avevi la sua età, può essere un modo per sentirsi incoraggiata a superare questo momento e per sentirsi meno sola.
Il fatto che in classe sia attenta e lavori bene mi fa pensare che davvero non sia un problema scolastico, e che la bimba abbia belle risorse e buone compenze, oltre che essere inserita in un contesto che agevola l’apprendimento.
Nonostante possa essere un fatto ricondotto al cambiamento, e che potrebbe anche regredire in breve tempo, proverei a suggerirti alcune cose:
1) parla con le insegnanti, e cerca di creare con loro un clima collaborativo che si fondi sul sostegno e sull’attenzione alla bimba in questa fase un po’ delicata.
2) Se davvero sei così preoccupata di quanto accade, prova a consultare un terapeuta della famiglia: “sostenere la famiglia per sostenere un bambino”. Un consulto di questo tipo, infatti, non serve solo a scopi “curativi”, ma spesso può essere una fonte preziosa di informazione sulle vostre relazioni familiari. E’ possibile che il disagio espresso da tua figlia sia collegato a fatti ed eventi per noi adulti apparentemente irrilevanti, ma importanti per la grande sensibilità che lei sembra avere in dote. Ed è anche di grande sostegno a voi genitori rispetto al disagio che crea l’infelicità di un figlio in lacrime (immagino quanta responsabilità tu possa provare davanti alla telefonata di tua figlia che cerca il tuo aiuto).
Ti faccio i miei migliori auguri, e resto a tua disposizioni, per indicazioni o chiarimenti.
Dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa
Sara dice
Buon giorno sono una mamma di una bimba di 6 anni e mezzo che ha frequentato per 4 anni la scuola materna.
È una settimana che piange tutte le mattine per entrare a scuola elementare iniziata ormai da tre settimane.io prima facevo un lavoro che spesso ero in trasferta e invece ora sia al mattino che alla sera sono con lei.
Pensa che l’abbandono, e pensa di non essere all’altezza della situazione. Gli ho raccontato la mia esperienza che non è tutto semplice, che è normale avere paura, che ci saranno delle cose facili e altre piu difficili, che non deve avere fretta nel sapere le cose che c’è tutto il tempo. Ma Pur spiegandoglielo in mille modi, appena vede il cancello della scuola va in lacrime e quando lo supera e viene accolta dalle maestre gli passa. Come posso fargli superare il trauma del cancello? Grazie mille
anna dice
sono una nonna di tre nipotini,cloe,amira,ismaele,Cloe frequenta da poco la 1 elementare,bimba volitiva,creativa e pina di spiccata voglia di raccontare,ahimè piange piange,con crisi isteriche quando la mamma la lascia a scuola, ha compreso troppo in fretta che la scuola è un passo importante,come ha risposto la psicologa ritengo che mancano anche a lei i vecchi punti di riferimento,ha preso troppo sul serio quello che deve fare oggi a scuola,sono un assistente sociale e maestra di scuola materna,ammetto nonostante l’esperienza professionale e l’avere tre figli genitori dei miei nipoti, a pensare che la prima nipote frequenta la prima elementare ha provocato in me una forte emozione,fuori dalla scuola di mia nipote mi sentivo,destabilizzata,mi hanno colpito gli sguardi disorientati dei bimbi della 1 classe.Quando ero mamma mi sentivo più forte con i figli,con i nipoti le cose cambiano per noi nonni,ma i bambini sono sempre i bambini di sempre, vulnerabili,vivaci,pieni di paure e ansie,ma anche pieni di voglia di creare e sorridire ancorae ancora ancora,quanta responsabiltà per i genitori e gli insegnanti,la ricetta migliore non esiste,ogni bimbo è l’universo che si rinnova,la vita è una grande giostra, che gira e rigira,poi si ferma,finalmente fermiamoci per parlate con i vostri figli grandi che poi sono per noi nonne sempre figli piccoli,e di conseguenza si sentono piccoli e fragili per sostenere i loro bambini ad affrontare il progetto vita,tranquilli,lasciamo ad ogni giorno il suo affanno,e viviamo i nosrtri figli piccoli con serenità,lasciate che la vita scorra,dimenticate le ansie e le tristezze di questo momento critico in cui tutti versiamo,diamo le regole ma con amore,non diventiamo amici dei nostri piccoli,imparate che siete in dovere di ricevere il rispetto riverenziale da parte loro,ma siete anche i loro confidenti, le persone a cui rivolgersi sempre,i genitori crescono con i figli questo avviene anche agli insegnanti.
adelaide dice
Beh leggere che non sono la sola ad avere certi “problemi “è un sollievo!!Mia figlia ha pianto per i primi due anni di scuola materna TUTTE LE MATTINE vomitava,si disperava e non si staccava da me!Quando abbiamo iniziato la prima elementare per circa un paio di mesi è andato tutto bene,poi…eccola lì che si dispera tutte le mattine…piange quando si sveglia,piange davanti alla colazione,piange in bagno mentre si prepara,in auto mentre parliamo e ci ripromettiamo di non fare i soliti patetici e dolorosi saluti sotto al portone!Le ho provate tutte:promesse,regali,punizioni,privazioni,coccole e maniere forti.Nulla da fare.Ora ho chiesto un colloquio con la maestra prevalente per chiederle collaborazione.Speriamo bene!Intanto la lascio che piange e mi si stringe il cuore…
vero dice
ho 24 anni ormai, piangevo sempre anche io in prima elementare…. volevo mia madre. volevo stare con lei. nonostante ciò ero la migliore a scuola. solo oggi ,che sono psicologa anche io, comprendo le origini del mio disagio risalenti alla relazione che avevo con mia madre: non sono stata all’asilo, la prima elementare era il mio primo ambiente sociale e non è stato facile abituarmi! mia madre mi stava sempre vicino e da un momento all’altro non c’era più!!! che trauma! ma dalla seconda elementare ho riacquistato una mia identità e ho cominciato a vivere la socialità in modo assolutamente meraviglioso…. chissà… forse è merito proprio di mia madre che mi ha insegato ad empatizzare con il prossimo e collaborare con gli altri!
DANIELA dice
Ragazze come sta andando con i vostri bimbi a scuola?
Barbara dice
Ieri sera c’è stato il primo incontro con le maestre di Jacopo, 6 anni e 1/2, prima elementare.
Premetto che dopo 5 anni di scuola (2 di nido + 3 di materna), a parte il pianto propiziatorio del mattino, non aveva mai avuto problemi, era sempre “è molto vivace ma tutto bene”. E anche lui era effettivamente tranquillo, mai dato problemi, anzi, l’anno scorso al colloquio di uscita lo hanno superlodato per il sostegno dato a un bimbino cinese che grazie a lui aveva iniziato a parlare italiano. Quindi la strada sembrava in discesa…
E invece…
Invece a scuola perde tutte le sue amiche, chi va nell’altra scuola e chi va nell’altra prima, comunque lui resta isolato; vabbè, pensiamo, lui non ha problemi di socializzazione…
E invece…
Invece inizia a comportarsi non da lui (urla, fa dei versi, si alza), come se venisse da casa e non da 5 anni di regole collettive. E le maestre, che sono giovanissime, non colgono, lo mettono in castigo, niente ricreazione. E gli altri, che sono bambini, lo prendono come capro espiatorio per tutto.
E sono pianti a non finire a casa, scrive male, è disordinato, dice “a scuola sono solo, non ho nessun amico, beato Nicolò (suo fratello) che lui i suoi amici li ha”, e mi fa una tristezza!
Le maestre mi fermano fuori dalla scuola, gliene parlo, dico che va bene punirlo se si comporta male, ma forse c’è dell’altro, se gli possono dare un’occhiata… loro dicono “è un bimbo con competenze linguistiche e didattiche al di sopra della classe, quindi lui si annoia, finisce prima e disturba…”. Anche per Nicolò è stato un po’ così, e propongo alle maestrine di dargli altri compiti se lui finisce prima… risposta “non è giusto che faccia più degli altri, è già troppo avanti…”. Fare un disegno? Farlo uscire a fare un giro? Le vedo rigide, sono soluzioni “non istituzionali”, e loro sono troppo giovani per osare.
Colloquio di ieri sera: facciamo noi le domande, loro ci dicono “solo” che non c’è niente da dire dal punto di vista dell’apprendimento e delle competenze, ma è difficile da gestire, sotto altre domande riusciamo a sapere che “effettivamente gioca spesso da solo, e quando sta con altri sono quasi sempre bambine, ha più affinità con loro, ma poi i compagni lo deridono…”.
Consigliamo di notare che se un bimbo gioca sempre da solo è vero che non rompe le palle a nessuno, ma è anche vero che non è normale, che magari ha un disagio… LO VOGLIAMO NOTARE????
“Allora faremo in modo di avere un occhio di riguardo, però ne abbiamo 22, e tanti hanno molto più bisogno di lui per leggere, scrivere…”. Il papà fa notare che un bimbo non è solo “leggere e scrivere”, ma anche moltissimo altro, e che se questo moltissimo altro non sta bene il leggere e scrivere passa in secondo-terzo-ultimo posto nelle priorità.
Concludo: siamo usciti amareggiati, con la sensazione di non avere a che fare con persone competenti anche dal punto di vista psicologico. E sperando che sia solo una sensazione!
debora dice
Ciao barbara anch’io ho un figlio che fa come il tuo volevo sapere che soluzione hai poi trovato?