Domanda
… più che imperfetta, mi sento sbagliata.
Mia figlia ha 5 anni, non si tratta della classica depressione post-partum, ma di uno stato d’animo in cui mi capita spesso di incorrere da quando è nata.
Premetto che mia figlia è stata concepita per miracolo in attesa di un’operazione che avrei dovuto fare alle ovaie, dopo mesi e mesi di stimolazioni ormonali e inseminazioni artificiali. Quando ho scoperto di essere incinta per me è stato un miracolo, i 9 mesi della gravidanza sono stati meravigliosi, uno stato di grazia.
Durante il parto alcune complicazioni hanno reso necessario il taglio cesareo, comunque è andato tutto bene, la bambina è nata sanissima. Ma da qui sono nati i problemi.
Il primo giorno dopo l’operazione, io ero intontita e addormentata, ho abbracciato mia figlia dopo che tutti ormai l’avevano vista, non ero nemmeno in grado di badare a lei, nè di attaccarla al seno, nè di godermela, intubata e debole com’ero. L’ho vissuto come un primo fallimento: non ho provato nemmeno una parte di quella gioia che tutte le mamme provano.
Nei giorni successivi non avevo latte, nemmeno una goccia: il secondo fallimento.
Portata a casa, la bimba è sempre stata “sopra le righe”, anche a detta dei nonni: dormiva pochissimo, urlava moltissimo, mai neppure un giorno nella carrozzina, voleva stare sù, mille visite mediche, mille medicine, niente la calmava e se non ci fosse stato sempre qualcuno a darmi una mano, non so come avrei potuto fare.
Non sono stata assolutamente in grado di consolarla o gestirla : il terzo fallimento.
Problemi per mangiare, problemi per dormire, problemi per uscire di casa, e per fare qualsiasi cosa. Ricordo di aver vissuto mesi da incubo. E se la ricordano tutti.
Forse è normale, ma è sempre stata molto evidente la differenza tra la mia esperienza di mamma e quella delle mie amiche, che riuscivano a gestire i loro figli con il sorriso sulle labbra. Ho maturato un senso di rabbia e di frustrazione, a poco a poco ho iniziato a vedere tutto nero, sia il mio ruolo di mamma, sia il mio ruolo di moglie.
Ho resistito e stretto i denti, sono passati 5 anni, 5 anni pesantissimi, con mia figlia che ha continuato a dare problemi: non mangia, dorme poco, è troppo timida, oppure troppo vivace, non obbedisce mai, si offende per niente, crea problemi in ogni situazione e riesce a rovinare ogni cosa cerchiamo di proporle. Quindi nessuno sport, pochi interessi, nessuna “gioia” comune a tanti bambini.
Io lavoro a tempo pieno e lontano da casa, la vedo poco, ma in quel poco non sono riuscita a costruire un rapporto con lei. Ero molto più felice prima. Prima che ero innamorata di mio marito, un marito con cui andavo molto d’accordo, mentre adesso litighiamo per ogni cosa, e con la bambina in casa nemmeno riusciamo a scambiarci due parole perchè lei interviene sempre con qualche “paturnia” più o meno grave. Non ci riesco, continuo a stringere i denti e ad andare avanti pensando che
Nello stesso tempo mi sento in colpa, e sono apprensiva, tanto da vergognarmene. Il mio umore nei suoi confronti passa da momenti di tenerezza infinita a momenti di rabbia, in cui mi sento soffocare. Nessuna via di mezzo.
Non ho ancora 40 anni ma mi sento già una donna finita come moglie, e una mamma solo di nome ma non di fatto.
Temo di non riuscire ad uscirne e temo di aver fatto e di fare del male (psicologico) a mia figlia, che mi vede sempre triste e arrabbiata.
Tutte le mamme stravedono per i figli, vivono per loro e non tornerebbero mai più indietro. Perchè io invece sono diversa? Sarà forse perchè ho sempre cercato di avere tutte le situazioni sotto controllo e da quando è nata mia figlia è tutto un gran “caos”?
Ringrazio anticipatamente.
Risposta
Carissima, comincio dalla fine della tua mail: come diceva Nietzsche, “solo chi ha dentro il caos può generare una stella danzante”.
Sono sicura che la bellezza di questa stella sarà visibile sia in te che in tua figlia.
“Tutte le madri stravedono per i figli”, è vero, ma anche tu, in poche righe, sei riuscita a farmi capire quanto la ami: scrivi “il mio umore nei suoi confronti passa da momenti di tenerezza infinita a momenti di rabbia in cui mi sento soffocare”.
Direi, se mi permetti di essere minimizzante con l’intento di rassicurarti, che è tutto normale: tante mamme potranno risponderti che è un’esperienza comune quella di passare dalla gioia alla disperazione; la parte che invece è difficile è poterlo dire, senza sentirsi giudicate di anormalità o “follia” per questi sentimenti, solo apparentemente ambivalenti, in realtà pienamente compresenti nel difficile mestiere di madre.
Quindi il primo passo è fatto: lo hai detto. Brava. Ora hai bisogno di essere sostenuta nella legittimità dei tuoi vissuti.
Ti ringrazio per la lunga mail ricca di particolari, nella quale mi racconti la tua esperienza. Il tuo appello apre tante possibilità, e sarebbe possibile risponderti in molti modi, con tante argomentazioni; in pratica, è un lungo lavoro.
– L’esperienza del primo figlio ci mette per la prima volta davanti a compiti genitoriali e di accudimento che sono impegnativi e coinvolgenti (nel senso che coinvolgono tutti i piani della nostra esistenza, fisico, emotivo, affettivo) ed è comune sentirsi impreparati, inadeguati, interrogarsi se il modo in cui lo si porta avanti è quello migliore.
Io non credo tu sia “sbagliata”: mi domando chi o cosa possa stabilire con assoluta certezza cosa rende una mamma “perfetta” e un’altra “sbagliata”…
Spesso questi sono criteri di valutazione interni che raccontano del modo che abbiamo di percepirci rispetto agli altri, così rigidi da farci perdere la fiducia nelle nostre capacità e nella nostra unicità.
Io credo, invece, che tu abbia avuto delle “curve” difficili da superare, e che il tuo tragitto non sia sempre stato un rettilineo sul quale inserire il pilota automatico. Ma per molte donne è così, ed è difficile che lo sguardo di felicità che vedi nelle altre donne sia un sentimento esclusivo e costante della loro vita. Incontrarle per una frazione di tempo, non significa che tutto il loro tempo trascorra senza fatica.
Come professionista e come mamma, posso dirti che la stanchezza ed il senso di frustrazione sono un’esperienza comune, che resta nell’ambito della normalità perché si alterna a momenti di serenità e appagamento.
– Riguardo al rapporto di coppia, comprendo pienamente: un figlio è un elemento di “frattura” con tutti gli schemi relazionali precedenti, ed è necessario un grande riadattamento per ritrovare gli equilibri, e questo non è semplice né immediato. Potrebbe essere utile provare a prendervi uno spazio in cui ripensarvi come coppia: sia nella vita di tutti i giorni, sia come percorso terapeutico che vi aiuti a focalizzare cosa avete “perso per strada” e cosa vi piacerebbe “riprendervi” della vostra vita coniugale, che la genitorialità modifica ma non esaurisce. Penso, ad esempio, a quanto un percorso del genere favorisca la comunicazione autentica, e faccia scoprire a entrambi i partner cose impensabili e sorprendenti che gli impegni quotidiani portano a non comunicarsi.
Mi incuriosiva, inoltre, cosa ne pensa tuo marito di tutto questo: come lo vive, cosa pensa di te come moglie e come madre, quali soluzioni sareste in grado di progettare insieme per stare un pò meglio, quali sono le cose buone che come genitori riconoscete di saper già fare…
– La tua bimba è vivace, come dici, e questo e l’aspetto che per me è sempre delicato discutere, soprattutto a distanza e per iscritto: a mio parere, generalizzando, non esistono bambini “vivaci in assoluto”, ma relazioni nelle quali i bambini possono esprimere la vivacità. Con questo intendo che è nel rapporto con l’altro che le cose hanno un inizio e una fine: chiedere un sostegno per essere una mamma meno preoccupata delle proprie performance genitoriali, e per questo fiduciosa nelle capacità che di certo già hai, credo possa rendere tua figlia meno sensibile a quello che le capita intorno (per questo aspetto puoi dare una lettura ad altre domande a cui ho risposto).
– Spesso, infine, avere lo sguardo rivolto al passato, alla felicità che si aveva prima, equivale ad un processo non concluso, che fa compiere fatica nel separarsi da una parte della propria vita che non c’è più, e impedisce di vivere pienamente il presente vedendone la bellezza nelle piccole cose già presenti. Potresti facilmente risolvere questa situazione, trovando un modo -su misura per te- di “salutare” tutto ciò che non è più, e aprendo le porte al nuovo, che non sempre impedisce di recuperare alcuni aspetti del passato e di traghettarli al futuro in modo nuovo.
Per invogliarti a prendere informazioni sul tuo territorio, ti dico che esistono dei percorsi esperienziali di gruppo, abbastanza brevi, come i Laboratori di sostegno alla maternità con i quali lavoro, che permettono un’esperienza di cambiamento che si basa sulla condivisione delle esperienze e sul sostegno relazionale.
Mi rendo conto che la fatica e la disperazione non aiutano a vedere il lato positivo delle cose, ma sono certa che appena avrai la possibilità di sentirti più vicina all’esperienza delle altre mamme, ti accorgerai (o per meglio dire, crederai ancora più di quel che già pensi adesso) che tua figlia non è solo quella bimba capace di mancare tutte le tue aspettative, ma soprattutto una creatura unica, capace di arricchire la tua quotidianità, e di aiutarti a vedere il mondo con occhi diversi.
Ora non è facile, lo so, perché sei stanca, ti senti sola, e messa all’angolo dall’idea della “brava mamma”, che pende sulla tua testa come una spada di Damocle.
Un domani scoprirai che è possibile rinunciare ad avere tutto sotto controllo e abbandonarti agli aspetti più creativi del “caos”, che poi è l’elemento fondante dell’imprevedibilità della vita.
Spero ti arrivi il mio incoraggiamento, e la mia stima per il coraggio che hai trovato, sia nel chiedere aiuto, sia nel portare avanti tanti anni di impegno, dedizione e momenti di sconforto.
Più che “sbagliata”, mi sembri stanca e bisognosa di sostegno. Spero tu possa trovare conforto in una relazione terapeutica che ti faccia scoprire le cose importanti che sei riuscita a fare, come e meglio delle altre.
Ti faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa
olivia dice
MI SENTIVO UN MOSTRO ORA NON PIU’…ANCHE IO CONDIVIDO IN PIENO QUELLA MIRIADE DI SENTIMENTI ED EMOZIONI CHE STO VIVENDO DA QUANDO E’ NATO MIO FIGLIO…LUI HA 20 MESI E DEVO DIRE CHE NON MI HA MAI CREATO PARTICOLARI DISAGI DA QUANDO E’ NATO…E’ SEMPRE STATO UN BIMBO CHE TUTTI DESIDEREREBBERO….DA NEONATO MANGIAVA E DORMIVA…POCHISSIME COLICHE E LUNGIHSSIMI SONNI…ANCHE ORA NON MI POSSO PER NULLA LAMENTARE (ALMENO PER ORA) MA CMQ RIMPIANGO SEMPRE IL MIO PASSATO, LA SPENSIERATEZZA E LA VITA CARPE DIEM CHE VIVEVO…SPESSO MI SENTO UN PESO INSOPPORTABILE DI RESPONSABILITA’..SICURAMENTE IL MIO DISAGIO E’ DOVUTO AD UN RAPPORTO SBAGLIATO CON IL PADRE DI MIO FIGLIO E L’IMPOSSBILITA’ (PER ORA) DI RICOSTRUIRE IL RAPPORTO CON IL MIO EX..
dott. ssa Marcella Agnone dice
Monica, mi commuove molto quello che scrivi, sono felice che qui dove tutto è iniziato tu possa lasciare il messaggio che a volte chiedere un piccolo aiuto può aprire una porta su un grande cambiamento.
Ti auguro ogni bene, e “buon viaggio”!
Monica dice
Eccomi di nuovo qui, dove è nato tutto con la mia prima lettera disperata. Con l’arrivo delle feste natalizie volevo fare a tutte i miei più affettuosi auguri, e con l’occasione aggiornarvi sulla mia situazione, perchè spero che possa servire ad altre mamme in difficoltà.
Nell’ultimo mese e mezzo la mia vita è migliorata, davvero migliorata di molto. La cosa che più di tutte mi riempie di soddisfazione, è il rapporto che sto instaurando con mia figlia. Da come mi sentivo, mai avrei creduto di poter dire, un giorno, che grazie a mia figlia sto diventando una persona migliore. I bambini…… ma che universo meraviglioso….
Forse ho iniziato troppo tardi, mi sono persa alcune tappe della crescita di mia figlia, che non ho saputo cogliere e apprezzare, ma adesso… adesso che gioia vedere i suoi cambiamenti, seguire i suoi ragionamenti, esserci quando è in difficoltà. Lei aveva già capito tutto, e me lo sta insegnando a poco a poco… Finalmente ho trovato la mia strada per “accoglierla”, per camminarle a fianco, per vegliare su di lei senza soffocarla o sentirmi soffocata.
Sarà che da qualche giorno la trovo più calma, meno capricciosa, e stamattina quando ci siamo svegliate e il papà che solitamente la accompagna all’asilo era via per lavoro, e io più di fretta del solito, cercavo di accorciare i tempi, lei si è alzata, si è lavata e vestita da sola e poi si è preoccupata di RIFARE IL SUO LETTO, pensando di alleggerirmi. Non importa come l’ha fatto (ha solo 5 anni), ma quel gesto, quel pensiero… era proprio per me, come per dirmi “mamma lo so che è dura, ma insieme ce la faremo..”. La soddisfazione è stata grande, e mi ha ripagato di tutte le sofferenze di questi anni e dei mesi scorsi. Dipendeva tutto da me, non da lei, non dal destino avverso, ma solo da me, che dovevo trovare la strada giusta.
Purtroppo Roma non l’hanno fatta in due giorni, quindi ci sono ancora tantissime cose a cui devo lavorare, per esempio il rapporto con mio marito, ma vi confesso che la mia più grande preoccupazione era rivolta a mia figlia, e al mio sentirmi inadeguata nel ruolo di mamma.
Naturalmente i momenti in cui urlo e mi arrabbio ci sono ancora (e chi non ne ha), ma sto imparando sempre più a gestire la rabbia e a “lasciar correre”…. mia figlia è una brava bambina, ma se faccio muro contro muro è finita…
Il percorso è ancora lungo, ma oggi sono talmente felice del modo in cui mi è iniziata la giornata, che volevo condividerlo con voi.
Grazie a tutte e ancora AUGURI di Buone Feste!!
valeria dice
Grazie a tutte delle vostre parole….sarebbe troppo lungo spiegarvi anche la mia di situazione ma sono vicina alla mamma sbagliata e…..ancora solo grazie!!!ce la faremo!!!!!!!
Emanuela dice
ma guarda un pò che vespaio che ho sollevato.. grazie a tutte per la compagnia.. alla fine sono andata dai miei a ricaricare le pile.. 🙂 dopo aver preso un pò d’aria e aver pranzato.. ho aperto la posta e che bello leggere le vostre risposte, davvero è una forma di terapia anche questa.. la solidarietà tra mamme, chi c’è passata.. chi c’è dentro.. e anche chi non sa nemmeno di cosa stiamo parlando.. ma è bello vedere che tra mamme, donne c’è tanta solidarietà e sostegno anche se non ci conosciamo, e chissà ognuna di noi dove vive.. cosa fa… MANDO UN BACIO E UN ABBRACCIO A TUTTE. Manu
DANIELA dice
Ciao Monica, ed Emanuela, mi è cosi’ difficile scrivervi qualcosa ma sento di doverlo fare, le vostre storie mi hanno toccato davvero molto,pur non avendo un’esperienza di mamma come la vostra,vi sono molto vicina. Monica sono quasi in imbarazzo nello scriverti, leggendoti, raccontando di tuo marito,non posso immaginare quale solitudine tu possa vivere,mio marito è l’opposto del tuo,anche per questo vorrei un altro bimbo, non so’ come farei senza di lui e non so’ come fai tu, come tu ti possa sentire, non ho quindi un’esperienza personale da riportarti ma solo la mia vicinanza, credo pero’ che la terapia di coppia sia un’ottima soluzione, da affrontare non con negativita’ ma positivita’, credo sia qualcosa che vi possa metter di fronte alla realta’ della situazione, evidenziando cio’ che c’è di bello e sbattendo in faccia a tuo marito quello che non va e che deve cambiare(detto da altri credo faccia piu’ effetto delle parole della moglie!), nella mia opinione la terapia di coppia rappresenta una valida soluzione, di riflessione, di apertura e amando la vostra bimba non puo’ che migliorare le cose. Se vorrai torna qui a raccontar come va, ti e vi sono sempre vicino.
Emanuela dice
Ciao a tutte, nei vari commenti mi è caduto l’occhio su quello di Margherita.. io ci sono ricascata anche stamattina.. ma perchè la mia bambina per fare le cose, deve vedermi sbroccare.. e sempre dopo una bella notte dormita a singhiozzo tra lei e il fratellino.. sapete, prima al telefono con mia mamma piangevo ho detto cose terribili alla mia bambina, l’ho offesa, demoralizzata di brutto e mi sono anche rifiutata di fare pace alla sua richiesta.. ma oggi non mi sento in colpa perchè so che ho fatto del mio meglio per evitare questa “ecalation di sclero”, ma lei mi ha sfidato sempre di più. Ora, prendo il piccolino, e scendo da mia mamma, faccio la spesa, poi riposo, ricarico.. mi calmo, e a questo punto lunedi vado dal mio medico a farmi dare una cura perchè penso di essere arrivata a un punto di non ritorno.. non deve farne le spese nessuno : nè la bimba, ne io.. e di conseguenza il fratellino. Il marito .. quando sarà veramente una spalla vedremo di non farne fare le spese nemmeno a lui
Monica dice
Ringrazio Emanuela, mia compagna di sventura, e ringrazio Mamma Imperfetta di tutto (già sai).
A proposito di timidezza, io metto in conto che la mia frugoletta è timida, e rispetto la sua difficoltà di sbloccarsi, cerco di starle vicina non forzandola. Suppongo che crescendo impari a relazionarsi con maggior facilità. Quello che mi preoccupa è l’atteggiamento “amplificato” che è impossibile non notare oltre la timidezza.
Mi spiego: sabato scorso durante la cena che ho raccontato, non si limitava a stare attaccata a me ma nel suo disagio aveva scatti d’ira (non so semmeno come chiamarli), scalciava, incrociava le braccia sbuffando ma in modo mooolto evidente, digrignava i denti e sbatteva le cose sul tavolo. Come ho detto, era in evidente “crisi emotiva”, e consciamente o inconsciamente cercava di attirare l’attenzione di tutti (e c’è riuscita magnificamente)…. cosa che secondo me non ha niente a che vedere con la timidezza. O magari sì, non so.
Il problema non è tanto l’opinione altrui (anche se a volte pesa), ma è il fatto che non so come aiutarla, perchè in quei momenti diventa “un’altra” e non ascolta, non parla, ma manifesta il suo forte disagio in quel modo aggressivo che un pò mi spaventa.
Altro esempio (ne approfitto) capitato proprio ieri: eravamo ad una riunione dell’asilo, io ho preso ore di permesso dal lavoro ed ero contenta perchè finalmente avrei avuto la possibilità di conoscere altre mamme (è l’ultimo anno ma essendoci appena trasferiti non conoscevo nessuno) e cercare di organizzare attività extra-scolastiche insieme (data la sua difficoltà penso che potrebbe essere una buona “plalestra”).
Ho iniziato a parlare con la mamma di una sua compagna, e le bimbe (stranamente) stavano giocando tranquille. Ero felice perchè la guardavo e seppure un pò timidina, si era sbloccata!!! peccato che dopo un pò arriva tutta innervosita, si siede vicino a me e per non so quale ragione dà corso ad un’altra crisi emotiva. Inutile chiedere, peggiora solo la situazione. Io avrei voluto finire il discorso con l’altra mamma ma lei è stata un crescendo di disturbo, ma in un modo che se uno non la vede non ci crede, persino l’altra mamma mi ha chiesto preoccupata cosa stava succedendo. Insomma, la situazione in breve è diventata ingestibile e ho dovuto prenderla e allontanarmi. Ecco, io non ne vedo molti bimbi timidi che si comportano così, e il non sapere come fare mi scoraggia terribilmente.
Aggiungo che al ritorno a casa lei si è calmata e solo qualche ora più tardi mi ha spiegato che si è “arrabbiata” perchè si stava “annoiando”. Di più non ha saputo dirmi. Ho cercato di fare allenamento emotivo, di entrare in empatia, di identificare e spiegarle le sensazioni che ha provato, facendole capire che se me lo avesse semplicemente detto, avremmo potuto trovare una soluzione. Però lei, dopo il mio discorso, mi ha guardato seria e poi mi ha detto “mamma, ma a me quando cadrà il primo dentino?”. Dove sbaglio?
Mamma Imperfetta dice
“Nelle ultime settimane abbiamo cambiato il nostro modo di stare con lei. Ho cercato di essere positiva, sull’onda del calore umano che ho trovato tra voi, e le cose vanno decisamente meglio.”
“Ma con la tua mail, ho trovato la forza per reagire”
Che belle che siete. :-*
Monica, a te voglio dire che Matteo, il mio primo, non amplificato, tranquillo, ubbidiente, già “grande” a 2 anni, era di una timidezza spaventosa.
Sai quante serate, quanti compleanni, quante feste all’asilo con lui attaccato a una coscia mentre gli altri giocavano? Sai quanti incontri con gente che lo salutava e lui sotto la mia giacca?
Lo sentivo diverso.
Sai ora? Ora ha una spinta nell’andare da chi non conosce e nel parlare con gli altri che mi stupisce e mi lascia sbalordita ogni volta.
E’ in prima elementare, in settembre non conosceva nessuno, io ero precoccupata. E invece? Invece ha un sacco di amici! Ha costruito da solo le sue relazioni. E’ cresciuto. Sembra un altro.
Ma ci sono voluti 6 lunghi anni.
Emanuela dice
Già Monica, altro punto in cui siamo accomunate , lo scarso aiuto dei mariti, e i loro problemi lavorativi. Tutto il nostro nervosismo quando siamo stanche (scusa se parlo al plurale ma le tue mail è come se le avessi scritte io.. se chiedessi ai miei amici confidenti di leggerle direbbero la stessa cosa); dicevo il nostro nervosismo da stanchezza è perchè loro ci lasciano sole.. ogni cosa chiesta è come aver elemosinato in ginocchio sui ceci.. se ne parli si offendono pure.. dicono che non è vero che in giro c’è di peggio e fanno anche esempi.. ma non vedono la situazione di casa propria.. una moglie che lavora, tiene la casa cercando di non trascurare loro .. per me adesso c’è anche Gabriele oltre a Myrhiam.. e anche in procinto di partorire.. non si rinunciava a pallavolo, tipo venerdi scorso avevo la febbre perchè penso sia stata una piccola mastite.. niente da fare.. sembrava lo facessi apposta.. cara, come ti capisco e mi identifico.. ma con la tua mail, ho trovato la forza per reagire, ieri ho preso un pò di gocce per dormire, e oggi anche se sono ancora stanca non sono nevrastenica, aveva ragione la mia ginecologa la scorsa estate (le gocce me le ha prescritte lei..). Che dire, nelle nostre sclerate da stanchezza stiamoci vicino, non è molto forse, ma avere un posto dove potersi arrabbiare è importante.. scrivimi pure, quando avremo finito di sbollire, riusciremo anche a vedere il lato tragicomico.. :-)) bacio grande !! Manu
Monica dice
Ti ringrazio Daniela, apprezzo i tuoi consigli e ti sento vicina, anche senza conoscerti personalmente. Sono d’accordo con te sul rapporto con i mariti/compagni, ci deve essere solidarietà e collaborazione.
Mio marito è una brava persona, uno di quei tipi che vive e lascia vivere, e con cui sinceramente è molto facile convivere. Però ha un grande difetto che è la pigrizia. Ha pochi interessi (solo il calcio), non ama andare in giro, informarsi, studiare, migliorarsi e questo sul lavoro l’ha penalizzato parecchio, tanto che praticamente da quando siamo sposati, sono io con il mio stipendio a mantenere la famiglia, perchè lui ha cambiato credo venti lavori, ogni volta con ottime prospettive, e ogni volta bastava qualche mese per capire che avrebbe cambiato di nuovo (è un lavoratore autonomo, quindi il cambiamento è più facile). Questo per dirti che, al di là dei mille problemi economici che mi si sono riversati addosso (e che alla fine non sono stati i peggiori), io ho maturato nei suoi confronti una forte sensazione di rabbia e delusione soprattutto perchè non è mai stato possibile equilibrare gli oneri della gestione familiare, lui aveva molto (troppo!!) tempo libero, io imbottigliata in ufficio per 9-10 ore e fuori casa per 11-12, lui che gironzolava inconcludente tutto il giorno e io che mi affannavo per tornare a casa, spesa, cucinare, lavare, stirare, pulizie (la lista è infinita).
Ti lascio immaginare quando è nata nostra figlia. Lui è un ottimo padre, la porta all’asilo, le dedica tanto tempo (più di me..), le fa fare i giochi più divertenti….
ma per me le cose sono peggiorate sensibilmente.
Se ho bisogno, e chiedo, e programmo, e gli faccio la lista delle cose da fare, e gli indico come farle, e lo metto nelle condizioni di farle, lui le fa. Cioè, non si rifiuta per qualche motivo di aiutarmi, è solo che non lo fa mai spontaneamente, inoltre ha tempi lunghissimi per tutto quindi “mi rallenta”, e alla fine a me non rimane più tempo per “vivere”.
Quante discussioni, quante promesse… e quante delusioni…. a poco a poco ho iniziato a staccarmi da lui, a livello mentale, mi sono sentita io il “capofamiglia” e non ho trovato mai nessuno a cui “appoggiarmi” anche psicologicamente nei periodi più duri, perchè lui, molto immaturo, mi ripeteva sempre di non preoccuparmi.
Purtroppo il nostro dialogo, seppure sempre attivo, non mi sta dando i risultati sperati perchè ottengo colaborazione solo quando gliela “programmo”, devo sempre occuparmi di lui come di un secondo figlio e ogni volta che gli ho dato fiducia, me ne sono pentita.
Concludo che io credo nella famiglia e sono per risolvere i problemi invece di “scappare”, a maggior ragione adesso non toglierei mai il padre a mia figlia, ma non mi sento una moglie a 360°, mi sento molto “ragazza madre” con due figli da accudire, vorrei avere un compagno vero a cui appoggiarmi. Ad oggi non so più quali siano i veri sentimenti che mi legano a mio marito. Gli voglio bene, ma chissà se il fuoco dell’amore si è solo affievolito oppure se si è spento definitivamente? Non ho più fiducia in lui come compagno di vita, ma solo come padre di mia figlia, mi sento molto sola mentalmente, ecco perchè questo percorso per me è indispensabile, e lo sarebbe anche una terapia di coppia… lui la farebbe per me, ma temo che avrebbe nei confronti di questo tipo di esperienza, il solito atteggiamento lassista di sempre.
DANIELA dice
Ciao Monica, come ti dicevo il mio bimbo è “solo” ipervivace, iperattivo,iperchiaccherone, ma l’aiuto di mio marito mi è fondamentale e non so’ come farei senza tra lavoro, casa e bimbo. Lui si interscambia con me(tranne quando allattavo!!) e questo ci consente di far funzionare la sua crescita ed educazione, capita anche a noi come ad Emanuela che a volte l’unica soluzione sia un castigo, una sculacciata, si alza la voce, a volte vorresti solo scappare, non sai cosa fare!!Ma per fortuna quando sono troppo nervosa io arriva in mio soccorso mio marito e viceversa. Il dialogo con tuo marito, un progetto comune da seguire con la vostra piccola credo siano fondamentali per riuscire nella serenita’ familiare e anche la bimba ne risentira’ positivamente. Non smettere di parlare con tuo marito, di fargli capire che hai bisogno di lui, che avete bisogno l’un l’altra, che uniti il cammino sara’ piu’ semplice e anche piu’ bello, fatti forza per quanto possibile, vedrai che riuscirai, ci stai mettendo il cuore e questo porta solo lontano. Un abbraccio.
Monica dice
Ciao Emanuela, non sai quante volte le cose che dici le ho pensate anch’io, pensavo sarebbe stato tutto diverso, ma la realtà a volte ti mette di fronte a situazioni impensabili, e ci troviamo “disarmate”. Tu poi hai scelto di avere un altro bimbo, quindi complimenti, immagino sia anche più complicato…
Nel mio caso, mi rendo conto che va peggio quando sono più stanca, la pazienza finisce, tutto è nero e il mio nervosismo, volente o nolente, si scarica sulla mia famiglia. Se solo in certi momenti mio marito capisse e fosse in grado di “prendere il mio posto” … invece gli uomini (almeno quelli che conosco io) non si accorgono di niente, vivono nel loro mondo, casa? figli? sì, per giocare, ma tutto il resto viene comodamente delegato.
Nel mio caso forse è solo tanta stanchezza, ma tanta che non riesco nemmeno a spiegare, e che mi impedisce di essere “costante” nel mio percorso di miglioramento… è vero che mio marito vuole collaborare, ma ha sempre bisogno dei miei pungoli, e quindi per me è un’ulteriore fatica trascinarlo sulla mia strada.. addirittura a volte mi chiedo se sia giusto…
L’unica cosa che mi dà forza è la voglia di ritrovare la serenità familiare, ho quel punto fermo e lo perseguo con determinazione….. a volte mi ricarico assaporando il gusto della soddisfazione futura, e un pò lo assaporo già ogni giorno, quando riesco ad essere come vorrei….
emanuela dice
Ciao, mamma che più che imperfetta ti senti sbagliata… mi sento anch’io come te, mia figlia ha 4 anni e ora c’è anche il fratellino di un mese.. non ne faccio una giusta, a volte sono molto dolce, e con lucidità so come prenderla, altre .. se non si va a sculacciate non si capisce proprio niente.. lo vivo con smacco e ci sto male, parecchio male.. pensavo che sarei stata una mamma diversa, migliore… ma non è così… Grazie per aver condiviso la tua storia, mi sento un pò meno sola..
DANIELA dice
Ciao Monica,intanto mi fa davvero piacere che tu sia tornata a testimoniare il tuo percorso di vita, la tua lettera mi aveva colpito davvero molto e mi sono domandata come stesse andando. Io credo che i confronti siano semplicemente naturali, chi non li fa?in certe situazioni poi è qualcosa di immediato e spontaneo, non ho grandi consigli da darti, non ho un figlio amplificato ma solo ipervivace, ma la tua storia mi ha colpita molto e ci tenevo a farti sentire la mia vicinanza, hai gia’ intrapreso un percorso, e nessun percorso è facile e veloce, non puoi svegliarti al mattino ed essere diversa e pronta, ci vuole il suo tempo, ci sono gli scivoloni per capire e raddrizzare il tiro, pero’ ami tua figlia e questo non puo’ che portarti lontano e certo l’aiuto e la complicita’ del marito sono fondamentali, un abbraccio forte
Monica dice
Grazie, Margherita, per la tua testimonianza, anche io mi sono commossa e credimi, mi dà forza per affrontare questo grande cambiamento che voglio e devo a me e alla mia famiglia. Sorrido pensando al secondo figlio, perchè questa è una scelta che abbiamo davvero archiviato, ma siccome la vita è imprevedibile, aiutooooo…
A parte gli scherzi, ecco dove finora sono arrivata, in questo percorso. Ho avuto poco tempo, purtroppo, per informarmi circa un professionista per una terapia personale e di coppia, mi sono ripromessa di farlo in occasione dei primi giorni di ferie che potrò fare. Ma ho continuato a leggere i vostri racconti e consigli, ho letto il tema del mese di Genitori Crescono, ho avuto la possibilità di fare chiarezza e di identificare il problema, scoprendo di avere una bimba “amplificata”. In tutto e per tutto, al 100%. Quindi ho scoperto il mio “non-problema”. Mia figlia è normalissima, è sana, è normale, e non è sbagliata, come non lo sono io. Semplicemente ha un temperamento fatto di continui eccessi emotivi , che io, fino a poco tempo fa, interpretavo come dovuti alla mia incapacità personale… Mi incolpavo insomma di non saperla gestire, vivendola con ansia e nervosismo, e non riuscendo ad instaurare con lei un qualsiasi tipo di rapporto. Ne ho parlato con mio marito, il quale è un pò scettico, ma vorrebbe collaborare.
Nelle ultime settimane abbiamo cambiato il nostro modo di stare con lei. Ho cercato di essere positiva, sull’onda del calore umano che ho trovato tra voi, e le cose vanno decisamente meglio.
Non è un percorso facile, commetto ancora molti sbagli grossolani dovuti alla mancanza di tempo, alla stanchezza e alla difficoltà del cambiamento.
L’altro ieri un esempio per tutti: cena con famiglie di amici, c’erano 3 bimbe sue coetanee, che già conosceva. Le altre bimbe si sono immediatamente riconosciute e hanno subito iniziato a giocare insieme. Lei no, ovviamente doveva starmi attaccata, è andata in piena crisi emotiva (forse sudorazione, cuore a mille) perchè avrebbe voluto andare a giocare ma la sua emotività glielo impediva, e la sua tenacia non le permetteva di ammetterlo e la faceva persistere in quell’atteggiamento schivo e musone. Io le sono stata vicina e non l’ho voluta forzare in alcun modo, ma ho trascorso la serata in ansia per lei e dispiaciuta perchè alla fine non si è minimamente divertita, e annoiata non poco.
Al ritorno a casa sono andata in crisi io, perchè il suo modo di comportarsi è stato “diverso” da quello delle altre, in modo così evidente che anche le mie amiche mi hanno chiesto se ci fosse qualche problema, pur conoscendola e pur sapendo che lei, uguale alle loro figlie, proprio non lo è mai stata. Vorrei precisare che so che non è giusto fare confronti di questo tipo, ma vi assicuro che questa diversità nei comportamenti è stata davvero molto evidente, agli occhi di tutti.
Al di là dei giudizi altrui, io sono andata in crisi perchè purtroppo qualsiasi situazione positiva per noi diventa l’occasione per un blocco emotivo, per comportamenti esasperati, per “rovinare” l’atmosfera. Sto ottenendo buoni risultati con lei, ma come abbasso la guardia, tutto si ripropone. Insomma: un passo avanti e dieci indietro. Immagino che il percorso sia lungo, e immagino che il nostro impegno debba essere costante. Sono ben motivata, quindi ho fiducia di farcela. Però che fatica….
Mammaimperfetta dice
Anche io commossa, Margherita.
DANIELA dice
Margherita….. commossa!!
Margherita dice
Carissima Monica,
leggo forse un po’ tardi la tua lettera, ma mi è scoppiata nel cuore la voglia di risponderti che: non sei sola! E anzi che anche io non sono sola se anche tu e la tua famiglia vivete questa situazione. Ho trascorso anche io 4 anni da mamma sbagliata e so quanto lacerante sia.
Guardavo le altre mamme all’uscita di scuola e mi nutrivo, ferita, dei loro sguardi amorevoli tutti rivolti ai loro bambini. Io, dietro di loro, pregavo che la mia piccola avesse una buona giornata! Mia figlia è una persona intelligente, estremamente comunicativa ed ha trovato il coraggio di dirmi le parole che mi hanno svegliato: io non voglio che sia tu la mia mamma.
Stavamo tornando a casa e io mi sono congelata.
Superato lo shock… Nemmeno io volevo essere così!
Ho finalmente capito che dovevamo essere tutti diversi non solo io, non solo lei. Lei aveva trovato solo il modo di farmelo capire.
Tutti i suoi comportamenti ed i miei non ci rispecchiavano più.
Ho deciso, nonostante mio marito dicesse che erano tutte cose normali, che sarebbe cresciuta… che potevamo e dovevamo provare ad essere felici adesso, ora.
Oggi dopo un anno di terapia strategica, ringrazio lei e me per aver trovato una via d’uscita al labirinto che ci intrappolava.
Credici, cerca aiuto, smantellando le nostre routine di comportamento (siamo stati in terapia solo io e mio marito) ci siamo ritrovati: come coppia, come genitori al punto da desiderare un altro figlio, proprio noi che eravamo terrorizzati!
Mia figlia si è rivelata impegnativa ma divertente, disponibile, collaborativa oltre le nostre aspettative.
Credo che siano stati i soldi più ben spesi della nostra vita, abbiamo rinunciato alle ferie per un anno… Ma ti posso solo dire che non vediamo l’ora di stare insieme tutti e tre ed ogni fine settimana è una vacanza!
Oggi mi guardo indietro e sono felice di aver superato il guado.
Guardo le altre mamme con la consapevolezza di essere una Super-mamma, non tutto miele come quelle del mulino bianco ma, consapevole, onesta con me stessa e con mia figlia, disponibile ad essere imperfetta, forte perchè so cambiare, aperta ad accettare i miei familiari per come sono, curiosa del domani.
Non so se leggendo una cosa del genere ci avrei potuto credere un anno fa, so quanto dolore e solitudine ci siano in tanti giorni difficili.
E ti abbraccio forte e faccio il tifo per voi.
Se non amassi tua figlia e tuo marito non soffriresti così tanto, trova ancora dentro di te la forza di cambiare… purtroppo è vero che solo noi donne, a volte, portiamo il carico di tutto questo, ma come delle matriosche, anche se ci sentiamo sconfitte, portiamo dentro di noi un’altra piccola donna ancora combattiva e forte!
sorridi,
Margherita
DANIELA dice
Ciao Monica, apro il pc questa mattina e trovo la tua ultima lettera, sono qui a risponderti con un sorriso di gioia. Nello scrivere mi sembri piu’ serena e consapevole, la tua bimba è speciale come per ogni mamma il suo cucciolo, tutto andra’ per il meglio perchè quando c’è l’amore per un figlio che ti ha portato a chiedere aiuto si trova la forza per tutto, tienimi aggiornata sui progressi che certo ci saranno e gia’ ci sono.
dott. ssa Marcella Agnone dice
Brava Monica, hai scritto delle cose meravigliose.
Sono certa che con queste consapevolezze la tua stella brillerà di sicuro.
Anzi, sta brillando già.
Monica dice
In questi giorni, a causa di una momentanea diminuzione di lavoro in ufficio, mi sto ritrovando a “scoprire” questo sito, a cui mi ero affidata quasi per caso la settimana scorsa con la mia richiesta di aiuto, in un momento particolarmente difficile.
Ho letto l’articolo sulla “bambina impegnativa” e quello sui “figli che uniscono” e nelle vostre storie mi sono immedesimata con senso critico. Devo dire che in pochi giorni ho ottenuto più risposte da tutte voi, che non dalle amiche/colleghe/conoscenti/parenti con cui ho parlato negli ultimi 5 anni. Un bel risultato, no?
Ho avuto una serie di “illuminazioni”: ho rivisto, forte e chiaro, tutti gli sbagli che stavo commettendo sia nei confronti di mia figlia, che di mio marito. Ero talmente concentrata sul mio malessere che tendevo a confondere ciò che realmente è un problema e ciò che non lo è ma lo vivevo come tale.
Con la piccolina ho già iniziato a “guardarla” con altri occhi, è difficile avere pazienza sempre e comunque, però se invece di mettermi “di traverso” e pensare ai miei vissuti negativi nei suoi confronti, lascio correre e mi concentro sul presente e su di lei, mi rendo conto che sta crescendo e che ha tantissimo da insegnarmi.
Con mio marito sto cercando di non fermarmi a ricordare le delusioni passate, ma di andare oltre e pensare che non è detto che il futuro non possa essere migliore. Ho spesso sbagliato ad accollarmi il peso di tutta la gestione familiare ed economica, devo delegare di più, chiudere un occhio se lui non fa le cose esattamente come vorrei, e soprattutto prendermi i miei spazi (non so quando e come, servirà una riorganizzazione e qualche altra rinuncia, ma se funziona, ben venga). Sarà dura, e temo che ancora molte volte ricadrò nei vecchi errori, ma se avrò la forza di avere chiari in mente gli obiettivi, forse una possibilità di miglioramento ci sarà anche per me.
Ringrazio la dottoressa e farò tesoro dei suoi consigli, chiedendo informazioni al più presto su un professionista specializzato. Forse mi serviva solo un piccolo sprone e un incoraggiamento. Non ero lontana dalla soluzione, solo che forse non la vedevo chiaramente. Ora so con certezza che quella “stella danzante” la voglio far brillare, per me e per la mia famiglia, che non ha nulla da invidiare alle altre.
Grazie di cuore.
dott. ssa Marcella Agnone dice
Cara Monica, questo spazio è tuo e della tua “richiesta”: prova a darti il permesso di prenderlo, qui come nella vita.
Per completezza di informazioni, ti dico che lo sportello di ascolto, che è una valida soluzione per cominciare, a seconda di dove è istituito, serve più alla consulenza che al sostegno terapeutico. La differenza, oltre che sul tipo di intervento da parte degli operatori, è anche nella durata del percorso.
Nel caso in cui la possibilità che ti offre lo sportello di ascolto è limitata nel tempo o negli obiettivi, non esitare a chiedere se possono indirizzarti verso un professionista specializzato (o del servizio pubblico, o privato).
Da quello che aggiungi riguardo a tuo marito, vedo ancora meglio una terapia di coppia, un intervento che possa ascoltarvi e sostenervi entrambi.
Le mie sono solo opinioni a distanza: la scelta resta tua e del tuo sentire, in base ai tuoi bisogni. Spero solo tu possa trovare la soluzione che fa per te.
Ti rinnovo i miei auguri.
DANIELA dice
Monica puoi farcela, davvero, dalla tua ultima lettera si evince come ti sia chiara la situazione delle tua vita, la situazione famigliare che si riflette nei nostri figli, nei loro sorrisi e nei loro pianti, lo sportello di ascolto sara’ senz’altro un ottimo inizio e vedrai che quando avrai trovato la tua serenita’ interiore, cambiando cio’ che si puo’ cambiare e accettando cio’ che non puo’ esser cambiato farai rifletter la tua serenita’ anche a tua figlia. Un Abbraccio profondo.
Monica dice
Buongiorno,
non vorrei rubare lo spazio ad altre mamme, ma ci tenevo a dirle un profondo e sincero GRAZIE per la risposta alla mia precedente mail. La sua risposta, con dolcezza e comprensione, mi ha fatto salire le lacrime agli occhi dall’emozione, perchè per la prima volta mi sono sentita CAPITA e non GIUDICATA.
Completo la mia precedente (rispondendo ad un suo quesito) dicendole che mio marito nei confronti di nostra figlia è esasperato come me perchè davvero si tratta di una bimba difficilmente gestibile. Ora, grazie a lei, sto riflettendo sul fatto che probabilmente il suo atteggiamento non è solo “un carattere difficile” ma una reazione a due genitori che da quando è nata hanno attraversato un lungo periodo profondamente problematico.
Mio marito in questi anni ha avuto seri problemi di lavoro, ragione per cui io non ho potuto e non posso permettermi di fare alcuna scelta per alleggerire il mio ed essere più presente. Questo è motivo di forti preoccupazioni e per me di calo di stima nei suoi confronti, in quanto è stato direttamente causa di tali problemi professionali per incapacità, leggerezza o semplicemente “poca volontà”. In questo senso mi sono accollata tutto il peso economico e gestionale della mia famiglia; lui si è sempre appoggiato molto a me, non c’è equilibrio e forse non c’è mai stato pienamente. Adesso il peso è diventato insostenibile. Di me pensa che sono una mamma troppo apprensiva, che dovrei vivere con più leggerezza e non pormi troppi interrogativi. Come moglie invece non credo che abbia un’opinione perchè questo ruolo è ormai stato accantonato da tempo. In casa io ormai somiglio più ad una “donna di servizio” che non ad una moglie nel vero senso della parola: servo a fare le faccende, stirare, pulire, pagare le spese e il mutuo….. Avendo pochi soldi e lavorando moltissimo fuori casa, non posso permettermi un aiuto e il tempo libero è dedicato solo ed esclusivamente alla gestione della casa e naturalmente a nostra figlia. Certo lui mi consiglia di andare in palestra, o in piscina, o seguire dei corsi per hobby, dice che “volere è potere”… certo potrei fare tutto sacrificando ore di sonno, ma non ce la farei poi a tenere certi ritmi che ora riesco a tenere dormendo le mie 7 ore per notte.
A volte mi chiedo come ho fatto ad infilarmi in questa situazione penosa. So che nel comune dove vivo ci sono degli Sportelli di Ascolto, proverò ad informarmi e a chiedere se ci sono anche incontri di gruppo.
La ringrazio ancora davvero moltissimo per l’attenzione e l’aiuto che mi ha dato e il calore che ho trovato in questo sito. Non è da tutti.
Saluti.
ErikaFF dice
Ti sono realmente vicina perchè col mio primo figlio ho provato più o meno le tue stesse emozioni e ho avuto anch’io i miei bei problemi di “adattamento”. Insomma, anch’io mi sentivo sbagliata quanto te, ricordo che ero assolutamente convinta di non avere proprio “istinto materno”, però, credimi, io ce l’ho fatta e anche tu puoi farcela. Mamme non si nasce, si diventa e occorre tempo per imparare. Adesso ho un altro bambino e le cose sono andate splendidamente, è come se fossi nata per questo “ruolo”. Tieni duro, cerca aiuto e vedrai che le cose piano piano si appianeranno.
DANIELA dice
ciao, sono qui a scrivere un commento senza neanche sapere di preciso cosa scrivere ma la tua lettera mi ha cosi’ colpito da continuare a pensarci rendendomi conto che è una situazione difficile, impossibile da capire se non la si vive. Forse e ripeto Forse perchè non sono nessuno per conoscere la tua vita non è che il fatto che lavori tutto il giorno possa crear rabbia nella tua bimba che ti vorrebbe piu’ con se’ e che manifesta cosi’ cercando di attirar la tua attenzione? nelle giornate di ferie come va o nei week end? ci sono differenze a quando ti vede solo dopo il lavoro? Vedrai, ne sono certa, che troverai la chiave per stabilire un contatto profondo e sereno con la tua bimba, un abbraccio.
StranaMamma dice
Segnalo alla mamma che ha scritto il tema del mese di Genitori Crescono: l’accoglienza dei figli che passa per l’accettazione del loro modo di essere al di là delle nostre aspettative di genitori. Penso che questa possa essere una base di partenza, nonché uno spunto di riflessione utile.
In bocca al lupo!
StranaMamma