Domanda
Buongiorno, mi chiamo P. e sono una donna in attesa del suo secondo figlio.
Quello che mi porta a scriverle e a chiederle aiuto riguarda il rapporto che ho con mia sorella, una sorella di poco più grande di me, con la quale ho sempre avuto un rapporto fortissimo, non privo di controversie, ma sempre risolte, sempre superate per l’amore che ci ha sempre legato. Mia sorella all’inizio dell’anno ha perso un bambino a tre mesi di gravidanza, un secondo figlio cercato voluto e desiderato da tutta la famiglia. Nella gravidanza sono emersi dei problemi che forse le impediranno di avere un altro bimbo. Io, nostra madre abbiamo cercato di starle vicino, chiedendole come stava, ma lei apparentemente ha dimostrato a tutti di aver superato la cosa, dedicando tutta se stessa al lavoro e alla bambina che già ha. Non ha mai chiesto aiuto, solo una volta ho provato a chiederle se desiderasse ancora un bimbo, se avesse sentito qualche altro parere medico, e mi ha risposto che piangeva tutte le notti, che questo bambino non arrivava e basta, quasi rassegnata, ma ciò nonostante non disposta a sentire altri pareri o cercare altre soluzioni.
Sono passati mesi, e incinta sono rimasta io. Un bimbo desiderato, ma questa felicità, alla lettura del test è stata subito in parte velata dal pensiero di come mia sorella e mia nipote, che per me è come una figlia, l’avrebbero presa. Ho aspettato un po’ a parlarne, poi ho creduto, forse sbagliando, che la mia sorella-gemella (solo 10 mesi di differenza) aveva il diritto di saperlo e che se avessi aspettato troppo avrei peggiorato le cose.
Non mi aspettavo salti di gioia, ma la sua reazione è stata di completa indifferenza. Ho aspettato tre mesi e mezzo per dirlo ai miei, e l’argomento comunque non si tocca quando lei è presente.
Passano ancora delle settimane, apparentemente quando ci vediamo sembra tutto normale, ma in realtà ha smesso di chiamarmi, non mi chiede mai come sto, non mi chiede se devo andare a farmi vedere, nulla. E io non introduco mai l’argomento per rispettare il suo disagio.
Ma gli ormoni non sempre si governano, e io in questo periodo sono particolarmente emotiva. Ieri abbiamo litigato, la lite è partita su un diverso modo di riprendere i nostri rispettivi figli, che da buoni cuginetti litigano spesso, hanno entrambi meno di 4 anni, ma poi il diverbio è sfociato in un argomento più ampio nel quale ho ripreso mia sorella per aver ignorato la mia condizione, per farmi sentire in colpa per una situazione che non considero tale. Ovviamente ha reagito, sfogando la rabbia che teneva forse da quando ha perso il bambino. Non voglio giustificarmi, forse lei ha ragione, mi ha accusato di non pensare a lei a come sta: io mi sono sentita esclusa da lei, perchè lei si è chiusa a riccio, ho provato a starle vicino ma lei ha subito fatto capire che stava bene e quasi di non voler essere compatita, quando non era certo compassione il sostegno che avrei voluto darle.
Mi ha accusato di non stare vicina a mia nipote, quando sa benissimo che la considero alla stregua di mio figlio, che nelle liti di bambini non prendo mai le difese di mio figlio, ma piuttosto quelle della bimba.
Mi ha accusato di fare la vittima, le ho detto di smetterla di pensare che esiste solo lei, di crescere. Lei non lo ha accettato, perchè è lei che ha vissuto una tragedia e continua a viverla non riuscendo ad avere altri bambini. Ha concluso l’arringa augurandosi che mi accadesse quello che è accaduto a lei, al 4° mese di gravidanza. Sono scappata via, senza ribattere.
La rabbia fa dire tante cose brutte, io adesso non so cosa fare, vorrei tanto non aver vissuto le giornata di ieri. Non voglio pensare ad un futuro in cui le nostre vite saranno separate, ma non so cosa fare.
Non ho mai scritto ad un consulente in rete, ma parlare con gli amici sarebbe inutile e di parte. spero che un esperto mi possa aiutare.
La ringrazio comunque per l’attenzione che mi ha dedicato.
Buona giornata.
Risposta
Buongiorno Paola,
mi arriva forte il suo dolore che pervade un momento della sua vita nel quale le emozioni della gravidanza riempirebbero già, sole, il suo cielo interiore.
Passano invece nubi ad oscurare l’orizzonte.
Proverò a rimandarle qualche riflessione rispetto a quanto ha scritto.
La perdita di un figlio è sempre squassante, mina l’integrità di chi la vive come genitore e senz’altro ha un onda di rifrazione su quanti siano nella cerchia della famiglia in lutto. I genitori si sentono spesso non compresi, soli, e questo accade in modo esponenziale quando il figlio che muore è nel ventre materno. Diventa un urlo muto che tende ad avere eco solo in sé e che può trasformarsi in rabbia, disperazione, desolazione.
Dalle sue righe colgo un forte senso della famiglia, mi parla di un figlio atteso da tutti i componenti, di un legame stretto con una sorella “quasi gemella”, un legame d’amore che ha risolto in precedenza anche momenti di tensione.
Questo è senz’altro un periodo della vostra vita in cui siete chiamate a stare in una condizione di estrema ambivalenza tra la gioia di un arrivo e la disperazione di un addio.
Il suo bambino prenatale richiama le attenzioni di mamma e papà, volte a proteggerlo dalle negatività circostanti; ma lei, come sorella affezionata, è coinvolta nel percorso che la vede investita di un ruolo di sostegno che adesso le è difficile espletare; anche perché esiste il suo diritto di gioire di un bimbo in arrivo, di raccontare alle persone care, delle speranze e dei progetti circa la nuova vita.
Sento quindi la sua persona come in bilico tra un diritto negato, quello di condivisione della gioia, e un dovere, quello di supporto, che la travolge e la investe.
La lite probabilmente ha aperto la porta della rabbia dolorosa, un sentimento che forse condividete perché entrambe state vivendo situazioni “negate”, la maternità l’una e la voglia di manifestare la gioia l’altra.
Tutta la sua lettera è d’altra parte ricca di amore per questa sorella e questa nipote che le sono care e che vorrebbe insieme a lei in questo viaggio.
Credo che la strada sia quella, che lei pare conoscere bene, del far passare il sentimento buono che la lega a loro non negandosi le proprie difficoltà e i propri limiti.
Con sua sorella potete parlare dell’amore che vi lega, che è stato parte integrante della vostra crescita e che vi ha aiutato anche in momenti bui. Non si senta in dovere di risolvere un problema che purtroppo non ha le armi per affrontare e si dia il diritto di non farcela a stare solo con il buio di questi giorni. Potrebbe provare ad affidarsi alle risorse della sua famiglia così unita, restando con le braccia aperte.
Del bambino può parlare con il papà, con i nonni e lasci che la zia si avvicini pian piano con i tempi che saranno propri dell’elaborazione di un lutto grande.
Si conceda di vivere la sua gravidanza al meglio, rispettando i tempi altrui ma anche le esigenze del bimbo in arrivo.
Ringraziandola per quanto condiviso, la saluto caramente.
Cristina Fiore – Counselor e Prenatal Tutor
DANIELA dice
O Paola sto piangendo a fontana! il tuo racconto sembra una favola!quasi non riesco a credere che anche tua sorella ha avuta la sua bimba tanto desiderata! Certo che ora tuto andra’ per il meglio, per voi sorelle e i vostri bimbi!Ti prego se puoi aggiorna! bacioni immensi!
Paola dice
Cara Daniela, care tutte,
mi scuso per il lungo silenzio, ma per diversi motivi non si riesce mai a trovare il tempo… ed ora, ora ho pensato di scrivervi un po’ perchè… bè ora mi accingo..
La gravidanza, a parte nausee, vomiti, continuo senso di acidità, superlavoro fino all’8 mese, è andata bene. il primo maggio è nato Gioele, il mio nuovo piccolo amore, insieme a Giulio :). Parto eutocico, tutto bene. non posso negare di aver sperato in una visita di F. in sala parto, come era avvenuto per Giu, ma poco male è venuta più tardi…
Dopo due giorni ero già a casa e dopo quattro Giulio ha una gastroenterite con 39 di febbre…ahah Ma si supera tutto!
La sister… eh bhè, mi ha fatto una bella sorpresa, dopo qualche giorno arriva e mi dice che aspetta, io ero felice, anche se avrei voluto saperlo prima, perchp davvero gli ultimi mesi della mia gravidanza li avevo vissuti un po’ male, pregando sempre che lei restasse incinta.
ma il passato è passato. non voglio più pensare agli screzi, alle cose non dette, alle telefonate non fatte… ieri è nata Arianna, la mia seconda nipotina e ho mollato il lavoro e mi sono precipitata in ospedale!
spero che adesso le cose tornino come prima: appena sono andata in camera, mi sono avvicinata a Franci per baciarla e ci siamo vicendevolmente commosse. una commozione che da tanto tempo non vedevo nel suo volto e nel suo cuore, come se frenasse le emozioni, forse per soffrire meno, se le cose fossero andate male. mi è sembrato un primo passo bellissimo verso un rapporto non più irrimediabilmente compromesso.
spero di avere tempo di scrivervi ancora. forse solo per raccontarvi di tutte le evoluzioni e le marachelle dei miei piccoli teppistelli Giu e Gio.
un abbraccio a tutte
Paola
DANIELA dice
Paola se hai voglia come sta andando con tua sorella e con il pancione? baci
DANIELA dice
ciao Paola, intanto sappi che a maggio saro’ qui ad aspettar news sulla nascita del piccolo e gia’ so’ se vorrari condivider questa tua esperienza che piangero’!!! Hai descritto molto bene il rapporto con tua sorella, quasi gemella, e quello con i rispettivi figli che mi portano ad avere la certezza che la nascita del piccolo sara’ non solo il miracolo della vita ma del vostro ritrovato rapporto, non puo’ che esser cosi’!! quando vedra’ il bimbo lo amera’ di certo,come il suo che non ha avuto ma che forse avra’ e come gia’ amate i vostri figli senza distinzioni di figli e nipoti, ripeto ne sono certa!Il dolore che sta provando lo sa solo lei e va rispettato, stai tranquilla e serena, un amore cosi’ forte tra voi non puo’ perdersi cosi’, per una vita che sta arrivando, anzi sara’ questa nuova vita a farvi ritrovare. Un abbarccio.
paola dice
care tutte, leggere le vostre sensazioni, mi aiuta e mi conforta. Rispondo a Daniela, della quale condivido più che la certezza, la speranza che la nascita del bimbo (a maggio) possa essere per la mia sister un nipote in più, e non un figlio in meno. e mia nipote per me, come mio figlio per lei, sono sempre stati amati alla stregua dei figli.
Ringrazio Cristina perchè la sua testimonianza mi aiuta a capire. Forse capire non è il termine adatto,perchè non si puo’ capire fino in fondo qualcosa che non si è provato di persona. allora, diciamo che almeno mi aiuta ad avvicinarmi, così come l’arrivo del mio piccolo, in punta di piedi.
Cristina dice
Capisco benissimo la sorella. Purtroppo sono passata attraverso un dolore ancora più profondo, quello dell’infertilità di coppia, poi risolta con le moderne terapie. Proprio mentre ero incinta una mia amica ha scoperto la di avere lo stesso nostro problema e alla notizia della mia gravidanza si è allontanata. Abbiamo visioni molto diverse su qesto tema, io e mio marito abbiamo affrontato il problema atraverso la medicina, strada che lei e suo marito non intendono percorrere, preferendo l’adozione. Ogni soluzione è valida, secondo me, ma purtroppo le visioni differenti su uno stesso tema finiscono per dividere. Credo aspetterei i suoi tempi lasciandola tranquilla, e proseguendo con la mia gravidanza senza rabbia nè sensi di colpa. E’ molto bello che la famiglia rispetti il dolore della sorella evitando di parlare del suo bimbo in arrivo. E’ indice di rispetto e, mi creda, nelle famiglie spesso si assiste proprio al caso opposto. A persone cioè che si vantano di avere avuto tre o quattro figli di fronte a donne che non ne hanno, magari sposate da tempo. E spesso si assiste a scivoloni imbarazzanti del tipo “E tu? Quando lo fai un figlio? Sbrigati, che il tempo passa” non sapendo che magari si è alla terza o quarta inseminazione senza successo, oppure che si stanno affrontando percorsi più difficili come la fecondazione in vitro o l’adozione. Continuate così, a gioire in punta di piedi, perché credetemi, il dolore che si prova è fortissimo. E non conta se sia il primo figlio o il secondo a non arrivare. Il dolore di chi non riesce è immenso. Un abbraccio a Lei e a Sua sorella.
DANIELA dice
ciao Paola, allora un primo passo è gia’ stato fatto? bene! i bambini sono dei piccoli miracoli, il tuo maschietto vedrai lo sara’ di certo nel rinsaldare il rapporto con tua sorella, due sorelle unite come voi di certo non si possono separar cosi’, impossibile!è solo un momento dovuto a qualcosa di molto profondo che ha toccato e sconvolto le vostre vite, i vostri equilibri, con una vita e una perdita, non solo il tempo è la miglior cura, ma anche l’empatia e quella vita che porti dentro, sono certa che tua sorella lo amera’ tantissimo,ne sono certa davvero per il rapporto che avete di cui hai parlato e per l’amore che avete per i rispettivi figli, vedrai che la nascita del tuo piccolo sara’ il miracolo del vostro ritrovato rapporto.
A proposito quando dovrebbe nascer? Un forte abbraccio.
paola dice
ringrazio tutte di cuore, ho seguito i consigli di Cristina che mi hanno dato la conferma (oltre alle vostre testimonianze) che questa situazione è più grande di noi e che con i suoi tempi si risolverà… piano piano. Ieri la sister mi ha chiamato dopo tanti mesi, non solo per chiedermi del piccolo che ha avuto la febbre. Da nostra mamma ha saputo che il bimbo che aspetto è un maschio, mi ha chiesto se ero contenta. Per la prima volta abbiamo parlato del bimbo senza scontri ed è stata lei ad introdurre l’argomento. è un piccolo passo, e non ho voluto andare avanti sul discorso, ma mi ha reso felice. so che ci vorrà tanto tempo, ma aspetterò… grazie davvero a tutte.
P
Elena dice
Ciao P.,
io posso solo portarti la mia esperienza. Ho purtroppo avuto due aborti interni, uno prima di Veronica e un altro prima del secondo figlio.
li ho vissuti male entrambi ma molto di più il primo. In quel momento avevo mia cognata che stava per partorire il primogenito, nonchè il primo nipote della famiglia. Anche la nostra è molto unita, abitiamo anche nello stesso condominio, io nel piano sopra, mia suocera e mia cognata nei piani terra, ognuno nel suo appartamento naturalmente. Tutti vicini…
Tornata a casa dall’ospedale dopo qualche giorno è nato il nipotino. In famiglia c’era il delirio generale e una festa dietro l’altra… Io ogni tanto sparivo e piangevo. E’ una reazione normale. Una parte di me era felice di questa nascita ma l’altra soffriva tremendamente… Non riuscivo a gioire pienamente perchè avevo appena perso il mio bambino.
Provavo tanta rabbia che poi si ripercuoteva su chi mi stava vicino.
Il caso ha voluto che in quel periodo stessi seguendo un corso in cui c’era anche una psicologa che mi ha aiutato parecchio ad affrontare meglio la situazione, e ne sono uscita.
Tua sorella credo non abbia ancora metabolizzato la perdita e purtroppo per lei c’è questa incognita sulla possibilità di avere altri figli. Ha bisogno di tempo per sfogare la sua rabbia. Ed è un bene tutto sommato che si sia un po’ liberata …anche se non doveva farlo con te…
Tu non devi fartene una colpa perché nessuno ne ha e cerca di vivere appieno la tua gravidanza che è un periodo bellissimo, vivilo con le persone a te vicine, lo so che c’è questo vuoto ma vedrai che prima o poi si colmerà!
Un abbraccio!
Ilaria dice
Ciao… io sono molto d’accordo con la risposta della counselor. Purtroppo sei divisa tra il dolore per i problemi di e con tua sorella e la gioia tua di aspettare un figlio. Ecco, credo anch’io che, senza ostentare la tua gioia davanti a tua sorella (ovviamente), tu abbia il diritto e il dovere di gioire per la tua gravidanza e di trasmettere sentimenti sereni e positivi al tuo bimbo/a nella pancia! Penso che col tempo tua sorella capirà che nel tuo essere incinta non c’è niente contro di lei… che purtroppo la vita è così… Io penso che col tempo vi riavvicinerete! Te lo auguro di cuore e ti faccio i migliori auguri per la tua gravidanza 🙂
DANIELA dice
ciao, volevo solo dirti che mi hai commosso, se il legame con tua sorella è cosi’ forte non puo’ di certo finire qui, tempo al tempo…..