Buongiorno,
chiedo un’informazione sull’acido folico in gravidanza: la sua carenza è sempre implicata nei difetti del tubo neurale?
Risposta
Gentile Signora,
l’acido folico (folato), è la vitamina B9. Non viene prodotto dall’organismo ma deve essere assunto con il cibo e dalla flora batterica intestinale, e il fabbisogno quotidiano in condizioni normali è di circa 0,2 mg.
Negli ultimi decenni, l’acido folico è stato riconosciuto come essenziale nella prevenzione delle malformazioni neonatali, particolarmente di quelle a carico del tubo neurale, che si possono originare nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. Durante la gravidanza, quindi, il fabbisogno di folato si raddoppia a 0,4 mg perché il feto utilizza le riserve materne.
L’acido folico, tuttavia, contribuisce anche a prevenire altre situazioni di rischio alla salute. La sua presenza abbassa i livelli dell’aminoacido omocisteina, associato al rischio di malattie cardiovascolari e infarti, anche se non si può al momento stabilire una associazione diretta tra assunzione di folati e riduzione del rischio cardiaco.
Inoltre, sembra giocare un ruolo, non ancora ben chiarito, nella prevenzione di altri difetti e malformazioni congenite, come la labiopalatoschisi e alcuni difetti cardiaci congeniti.
La carenza di acido folico nelle prime fasi della gravidanza aumenta fortemente il rischio di malformazione del feto, in particolare di difetti del tubo neurale (DTN) associati a spina bifida o anencefalia. In generale, una carenza di folati può dare luogo con più facilità a esiti avversi (ritardo di crescita intrauterina, parto prematuro).
La prevalenza dei DTN mostra ampie variazioni nei diversi paesi,variando da un massimo di 25,7 per 10.000 nati a Glasgow (GB) a un minimo di 4,4 per 10.0000 nati in Emilia Romagna ¹. In Italia la prevalenza è circa 6,8 per 10.000.
L’anencefalia contribuisce per il 50%, la spina bifida per il 40% e l’encefalocele per il restante 10%. Oltre il 95% dei soggetti affetti nasce da coppie con anamnesi familiare negativa. I motivi della variazione del rischio non sono ancora completamente chiariti e probabilmente riflettono la diversa distribuzione di fattori genetici, ambientali e nutrizionali. Donne con anamnesi positiva per precedenti gravidanze con figlio affetto presentano un rischio di ricorrenza 10 volte superiore a quello della popolazione generale. I DTN (soprattutto l’anencefalia) sono circa cinque volte più frequenti in donne con diabete insulino dipendente.
Il tubo neurale si chiude entro 30 giorni dal concepimento (tra il 17esimo e il 29esimo giorno tipicamente), quando la donna spesso non sa ancora di essere incinta. Data l’importanza dell’acido folico in questa fase, tutte le donne che programmano una gravidanza o che semplicemente sono in fase riproduttiva e non applicano misure anticoncezionali dovrebbero assumere acido folico giornalmente, sia tramite la dieta che con integratori. In una ipotesi minima, l’assunzione dovrebbe avvenire regolarmente perlomeno nel mese precedente il concepimento e per i primi tre mesi di gravidanza. Già nei primi anni ’90 convincenti trial clinici comparsi nella letteratura internazionale sostengono che per tutte le donne che pianificano o possono diventare gravide sia consigliabile l’assunzione quotidiana di 0,4-0,8 mg di acido folico per almeno un mese prima del concepimento e per tutto il primo trimestre di gravidanza. Per le donne a rischio per precedente feto affetto è consigliato un dosaggio quotidiano di 5 mg.
Dott. Francesco Torcetta – Pediatra e Neonatologo
¹www.eurocat.ulster.ac.uk/contactus.html
[…] La ginecologa appena saputo che ero incinta (ma gia’ da prima quando ci volevamo provare) mi ha detto di prendere l’acido folico, piu’ precisamente il fertifol, per evitare malformazioni neonatali in particolare inerenti alal spina bifida (Lascio dei links al riguardo: L’importanza di assumere l’acido folico e una risposta esaustiva da parte di un medico in materia: acido folico in gravidanza). […]