Il tempo per sé.
Cos’è? Come si declina? Può voler dire tanto, tutto oppure nulla.
Per me vuol dire poter finalmente uscire con qualche amica senza l’ansia delle poppate, delle pappe da preparare, dell’addormentamento da gestire e dei millemila risvegli notturni da affrontare.
Vuol dire sostituire le ballerine con i tacchi almeno una sera a settimana.
Vuol dire poter andare a un concerto fuori città e stare via 30 ore.
Vuol dire potermi mettere lo smalto (ma quando mai? :D), mentre loro si fanno la doccia da soli.
Vuol dire potermi appallottolare sul divano, in silenzio, a leggere due ore.
Vuol dire, soprattutto, non sentirmi più in colpa per il fatto di sottrarre ai bimbi e al menage familiare qualche ora alla settimana.
Non mi ricordavo più, dopo 7 anni di routine pancia-allattamento-svezzamento-risvegli notturni (ricomincia)-pancia-allattamento-svezzamento-otiti-reflussi-urla-risvegli infiniti, non mi ricordavo più, dicevo, cosa significasse ritagliarsi qualche ora su misura.
Su misura significa un tempo in cui io decido dove andare e con chi. Non al supermercato. Non a comprare i vestitini. Non a parlare con le maestre. Qualche ora in cui poter parlare con un’amica di tutto ciò che non riguarda i figli. Che sia l’ultmo smalto di Chanel o l’ultimo spietato romanzo di Amelie Nothombe. Che sia la nuova borsa dela collezione cruise o l’ultimo film dei fratelli Coen. Che sia il parrucchiere o La Bayadère al Teatro Valli. Non importa, purché non si parli (solo e soltanto) di quantoamoilmiocucciolononvivreisenzadilui.
Però.
Però c’è sempre qualcuno che direttamente o indirettamente te lo fa pesare.
Ma è necessario?
E cosa vai a fare?
E a che ora torni/sei tornata?
E il sabato non puoi dormire, ti dievi alzare.
E perché senti questo bisogno che è così bello stare con la tua famiglia tutto il giorno.
E dove vai?
E i bambini quando sei fuori?
Io ho amiche che escono senza la corte familiare una volta all’anno. Io non ce la faccio. Imploderei nel giro di 7 giorni ed esploderei nel giro di un mese.
Mi chiedo, vi chiedo: c’è qualcosa di male in tutto questo? La madre si deve immolare 24/7 alla causa familiare o può (se ne sente il bisogno) riprendersi qualche ora per coltivare ciò che le permette respirare più profondamente e di non avere il fiatone quando durante la settimana corre come in un frullatore tra lavoro e casa?
E, soprattutto, mi chiedo (anche ascoltando le voci delle tante mamme che ho intorno): perché se è lui ad andare fuori per i più vari motivi, spesso nessuno pone le domande di cui sopra? Nessuno chiede ad una madre “ma quando tuo marito esce a cena come fai da sola?”. Nessuno si intromette sugli spostamenti maschili con domande e osservazioni inopportune.
Perché?
Com’è però che certe differenze quando si tratta di lavorare fuori casa non contano? In ufficio ti chiedono di lavorare come un uomo senza nemmeno concederti un minimo di flessibilità: eh, no, non si può: il cartellino devi timbrarlo alle 8.29. Eh no, non puoi fare la pausa di mezzora per scappare a far fare i compiti a tuo figlio o per far vedere alle maestre che esisti anche tu oltre ai nonni. Si, già che hai un lavoro di che ti lamenti? Con i tempi che corrono!
Un conto è la consapevolezza, un conto è doversi sentire perennemente e miracolosamente “graziati” per il fatto di avere un lavoro. Mi devo sentire miracolata per il fatto che mi faccio il cosiddetto mazzo da 12 anni, esattamente da 20 giorni dopo la laurea? Eh no. Felice, consapevole si, in colpa o graziata da qualcuno mai. Io quel che ho me lo sono sudato (a colpi anche di 16 ore al giorno di lavoro F I L A T O). Nessuna scorciatoia, nessuno sconto, nessuna pausa. Sono felice di questo, ma non devo fare il baciamano a nessuno. E anche di questo sono felice.
Vorrei poter conciliare. Si, conciliare senza sfiancarmi. Conciliare la vita lavorativa con quella privata, conciliare i cervelli di chi ti vede uscire con un’amica e pensa “anvedi questa che madre!”.
Intanto in Italia il 27% delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio e dopo il secondo la percentuale sale ancora (quasi 1 donna su 2!): per forza!
Finisco alle 5, non riesco mai ad andare a prendere mio figlio all’asilo nè a portarlo al corso di nuoto.
Per fortuna ho i nonni ma non possono fare tutto.
Ho deciso che mollo il lavoro non ce la faccio più troppo stress troppo casino, mi dispiace mi piange iol cuore ma non posso rovinarmi la salute. E per fortuna che vivo nel ricco nord-est.
In questo momento ho le lacrime agli occhi per me è una sconfitta enorme.
A quelle che riescono a resistere coraggio avete il mio supporto.
Sono stremata. Al sol pensiero di tante ore lontana da mia figlia per uno stipendio che garantisco.. non vale quanto l’impegno e il pensiero di tornare a casa tardi…Vorrei licenziarmi. Ma non so davvero se farlo. Ho ancora le rate di un prestito da pagare e… ¹
Vallo a spiegare alle aziende (lo dovrebbero già sapere, in realtà, ma visto che non lo sanno, consiglio qualche sano aggiornamento) che le politiche di flessibilità lavorativa hanno un alto rendimento sugli investimenti e riducono il turnover e le assenze delle dipendenti. Capirai!
Si vuole un “benchmark” alla pari tra uomini e donne: giustissimo!
E gli stipendi quando li pareggiamo?
E le gratificazioni? Le soddisfazioni? Lo sapete che le donne in Italia guadagnano il 17.5% in meno degli uomini? Senza motivo, così di default. Sono più brave negli studi, lavorano più velocemente, sono più precise, fanno 10 cose in una volta (e le mamme, forse anche un po’ di più), eppure di default, così per questione di genere, guadagnano meno. Ah però!
E i ruoli di responsabilità li vogliamo distribuire? E i carichi familiari quando li rimettiamo in equilibrio?
E, tornando al discorso iniziale, le intrusioni e i giudzi di amici e parenti sulla gestione del tempo personale quando li mettiamo sulla stessa linea?
Io credo che l’anticamera della “stanza dei bottoni” sia ancora molto, molto lontana per le donne, al lavoro e a casa. Ditelo alle vostre madri, alle vostre suocere, alle vostre “amiche” che contano i minuti del vostro tempo libero (“io vado in palestra di nascosto perché sennò mia madre brontola” , mi ha detto di recente una persona), ditelo ai vostri capi (uomini, ovviamente) che vi fanno sentire miracolate per il solo fatto di avere un lavoro (se non ti sta bene, sai quanta gente qui fuori c’è in fila?) o che vi dicono, sorridendo, “volete le quote rosa nei CDA? Però poi camminare, prendere gli aerei, lasciare la famiglia e partire” e colpendo proprio lì dove nessuno si dovrebbe mai permettere di colpire.
Cominciamo a mettere sul piatto della bilancia i carichi complessivi e, perché no, anche le rinunce.
E vediamo un po’ che bei numeri escono fuori.
¹ Testimonianze tratte da Blogmamma.it
Paola dice
mi sento cosi che faccio tutto a metà.sono metà mamma, perchè con i piccini passo metà giornata, e la metà peggiore, perchè sono già stanca.sono metà al lavoro, dove chiederò di uscire prima e la pagherò non partecipando alle lunghissime riunioni pomeridiane, tardo-pomeridiane e sarò come tagliarsi fuori dalla tavola rotonda.sono metà al lavoro anche perchè spesso con la testa sono altrove, controllo 100 volte il cellulare, o semplicemente ho sonno ma non racconto a nessuno delle mie nottate, già ho poca credibilità, quella che mi è rimasta non rischio di perderla.sono metà moglie, mentre lo scrivo penso che ultimamente manco metà..ci diamo un bacetto veloce e partono gli aggiornamenti, pipì, cacca, pranzo, cena e umore dei piccini, quello che passa a noi per la testa lo rimandiamo al sabato.corro sempre, ho il cuore a mille perchè c’è sempre troppo traffico tra me e la scuola, sempre poco margine di tempo e quando arrivo lui è lì, pure tra gli ultimi e mi guarda e non sorride.sono la sua metà mamma anche perchè lo sa che tra noi c’è il fratellino piccolo, e che non è più come prima.sono a metà pure per il fratellino piccolo, mangia da venti giorni e non ho mai acceso lo stereo con le canzoncine come facevo per il grande.mi guardo le unghie e penso che se racconto che è una settimana che vorrei mettermi lo smalto ma ancora non l’ho fatto nessuno ci crede.e mi sento a metà perchè mentre parlo, corro, lavoro un po mi sono persa e sogno il sabato, quando chiederò ai miei tre uomini di abbracciarci forte sul lettone e di farmi stare così, di regalarmi un momento di felicità immobile, di quella che lampeggia di giallo fosforescente, che non puoi non vederla, che in settimana si corre e basta, e un po’ ci si perde…
scrivo a voi perchè sono sicura che capite di che parlo…
etta dice
ma cosa dici daniela!? un incubo?! tuo figlio è la cosa più bella del mondo (io ne ho 2 di 9 e 6 anni,2 autentici uragani!). Goditelo,non perdere nemmeno un minuto della sua gioia di vivere, a questa età poi… Il tempo vola e quando sarà grande vedrai quante volte rimpiangerai i pomeriggi seduta sul divano a guardarlo.
Ci si lamenta sempre…
Giulia dice
Detto nella maniera più dolce che mi venga in mente: sei stronza forte! Si sta parlando del fatto che le madri non devono per forza far finta di non soffrire se soffrono, non devono tacere, non devono mordersi la lingua e poi arrivi tu e fai venire i sensi di colpa? Cosa insegnerai ai tuoi figli, come buttare giù gli altri e farli sentire nullità e inadatti? Non ti mettere sul piedistallo a dire che i tuoi figli sono uragani, non importa a nessuno se tu ce la fai (e ho i miei dubbi dato che sputi fiele), non ti permettere di sapere cosa è meglio per gli altri, se lei ha detto che è un incubo vuol dire che per lei è un incubo, chi sei tu per sminuire quello che dice? Invece di consigliarle di prendersi tempo per sé stessa e di non sprecarlo a stare male, la fai sentire peggio. I miei più vivi complimenti.
Mammaimperfetta dice
Ciao Giulia, pensavo ce l’avessi con me e ho riletto tutto quanto cercando il punto in cui sputavo fiele.
Poi ho capito che non era per me. 😀
Penso che Etta si sia espressa un po’ frettolosamente, può essere che volesse in realtà essere un po’ motivante…
Daniela dice
QUESTA E’ BELLA…..
lux in fabula dice
@ CHIARA: a proposito di collaborazione, mio marito mi ha lasciato perchè ritiene insopportabile gettare i rifiuti (che pensa siano solo miei) e cambiare le lampadine. Dice che l’ho sfruttato. E se n’è andato mentre aspetto il MIO (stavolta lo dico io!) secondo figlio. Risultato? Adesso getta i rifiuti della sorella e lo considera normale!!!!!
Daniela dice
Tempo per se? io ho finito di vivere da 16 mesi, impossibile, non si dorme la notte , iperattivo di giorno, io spero che 10 anni passino in fretta! intanto VEGETO e sto seduta sul divano a guardare lui mentre corre per tutta la casa, attenta che non cada . ecco le mie giornate sono da spararsi! UN TRAUMA…………..
sara dice
quello che hai scritto è la voce di tutte le mamme! vorrei urlarlo fuori dalla finestra , in piazza e a casa mia in faccia a mio marito.
letirock dice
grazie perchè con i vostri commenti…non mi sento mai sola.
Mammadabattaglia dice
Risentiamo pesantemente, nelle viscere della nostra cultura, anche laddove laici, della pedagogia di stampo cattolico. Anche chi non lo ammette, pensa tra sè e sè che tutto sommato una madre sia veramente tale nella misura in cui si immola. Risultato? Squilibrio con se stessi e relazione coi figli danneggiata. Io mi immolo per te, ma divento pazza:ti offro la mia pazzia. Basta. E’ora di dire basta. Ma spesso qualcuno non può farlo, quando per esempio mancano gli aiuti. Il tempo per sè? Quanto è più amplificato l’amore per i figli quando te ne allontani per due ore? E loro assorbono la tua serenità e la tua gioa. L’amore immolato, purtroppo, è sempre amore malato. Ciao Silvia, ti seguo sempre volentieri 🙂
CHIARA dice
tantissimi spunti interessanti in questo post.da un lato l’infelice conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro, dall’altra la capacità ancora scarsa che abbiamo di prenderci tempo per noi.
condivido con voi le mie esperienze: è stata un capo donna a farmi fare un passo indietro nella mia crescita professionale. Dovevo scegliere: o il lavoro come priorità con tutti i conseguenti sensi di colpa, come aveva fatto lei, o la vita famigliare, con conseguente spreco delle mie competenze (parole sue): ho scelto i bambini, ho scelto un lavoro più di routine e meno di responsabilità per essere sempre fuori da scuola alle 16.10, per esserci quando hanno bisogno… E’ stato con il capo maschio che ho avuto l’opportunità di un orario su misura, di avere responsabilità grandi, anche se neomamma…
E questo mi dispiace: finchè penseremo che i sacrifici fatti da noi dovranno farli anche le altre, finchè non favoriremo le altre donne venendoci incontro senza biasimo o pregiudizio, non riusciremo a sfondare il tetto di cristallo. A volte è come se fosse talmente alta la fatica che, se vediamo un’altra donna non farne altrattanta, la giudichiamo:”Ah comoda lei, certo che ha una casa perfetta, è sempre impeccabile e calma con i figli, mica lavora, fa la casalinga!” oppure “Non solo ha preferito la carriera ai figli, ma va anche fuori a prendere l’aperitivo con le amiche… Sua mamma le fa tutto, suo marito è un santo che prepara la cena e tiene i bambini…”
Quante ne ho sentite di affermazioni simili… quando la smetteremo di giudicare le altre e noi stesse in modo così severo e, passatemi il termine, stupido?
Mio marito ha portato mia figlia al mare da solo per una settimana quando aveva 18 mesi. E’ stata una scelta condivisa e importante. In tante mi hanno dato della fortunata ad avere un marito così bravo, ma in poche sarebbero state disposte a lasciare al marito il figlio, quasi nel timore che il rapporto esclusivo che si ha spesso con il figlio piccolo fosse deturpato. Da lì abbiamo gettato le basi di una condivisione completa dei compiti anche se lui è cinvinto di essere “straordinario” e pretenderebbe una sorta di gratitudine infinita. In realtà se ci pensiamo è più “fuori dal mondo” che uno stia sdraiato sul divano mentre l’altra stira o che uno, mentre lei stira, pieghi e sistemi le cose, in un sacrosanto spirito di collaborazione…???
Margherita dice
Anch’io se posso metto il link su una cosa che avevo scritto tempo fa….
al di là del punto della propria vita in cui ciascuno si trova credo che il nostro tempo libero sia un argomento importante da mettere a tema.
un buon modo per iniziare
michela dice
questo post lo incornicerei. Meno male che il primo a pensarla così, nei miei confronti, è il mio compagnol, purtroppo non mia madre. Purtroppo ancora troppe donne, per necessità o per non averne il coraggio, subiscono il “24/7”. A me ne dicono di tutti i colori ( perchè hai la bay sitter? mica sei tornata a lavorare…), e senza un aiuto vicino, alcun parente, amico, e lui che lavora a 62 km. Sto lottando con le unghie e con i denti per avere un avvicinamento lavorativo, e senza chiedere o devr dire grazie a nessuno, come adesso. E, finchè economicamente posso, chiamo la baby sitter e mi faccio una doccia, dormo, chatto su internet, nell’attesa che il bimbo cresc un pò e possa andare al cinema o a spasso con tacco 12 una volta la settimana.
Angela dice
Come una brava italiana su due alla nascita del secondo figlio ho mollato un lavoro precario, mal pagato (ma bellissimo finché è durato…) e che non aveva futuro.
E adesso, dopo tre anni dalla nascita del secondo? E adesso mi sono ripresa i miei spazi: i bambini a scuola e io in palestra e in biblioteca a studiare, pur continuando a fare la casalinga, la cuoca e la tassista.
Però è raro che li lasci a qualcuno: perché nella mentalità della ggggenteeee se sei casalinga non DEVI aver bisogno della baby sitter!
Esco poco con le amiche, ma frequento una volta al mese un gruppo di lettura e una volta alla settimana un corso di danze celtiche!
Una mamma è prima di tutto una donna e non deve dimenticare MAI chi è, pena la depressione!!!!
lisanna dice
E’ vero….io per non perdere il lavoro sono dovuta andare 2 settimane in malesia…e il papa’, con la’iuto della nonna, e’ riuscito a gestirle!!!avevo etichettato tutti i cassetti e gli armadi, avevo dato carta bianca alla nonna, attaccato fogli ovunque con le note tecniche (es : lunedi’ ginnastica, ricordarsi la tuta!), ma e’ andata bene…..solo che….solo che lui lof a in modo diverso, e io voglio invece avere tutto sotto controllo…
e poi…e poi una brava mamma nonv a in giro, sta a casa immolata….
DANIELA dice
Stranamamma mi accodo!capita anche a me di lasciar il bimbo con suo papa’ senza problemi,gli fa tutto e la sera il bagnetto glielo fa sempre mio marito!e anche io se sono in casa delego talvolta a lui per far qualcosa tranquilla,che sia stirare o metter lo smalto.Siamo completamente interscambiabili e credo anche io che i papa’ non vadano sottovalutati ma incoraggiati,magari non fanno le cose esattamente come noi ma le sanno fare e ne guadagna il bimbo nel passare tempo prezioso in tutta complicita’ con il papa’.
StranaMamma dice
Lisanna, io quando lascio il Tato al marito non ho praticamente sensi di colpa e soprattutto so che è in buone mani. Gli dà da mangiare, lo lava, lo mette a nanna e gli legge la storia. Certo, lo fa in modo diverso da me, ma si godono una serata a due. In realtà le cure del Tato gli vengono delegate anche se sono in casa, ma mi voglio isolare un’ora…. in realtà la doccia gliela fa sempre lui….Insomma, non è che sottovalutiamo un po’ i papà?
betta dice
Proprio in questi giorni io e mio marito ci siamo concessi un periodo di ferie di ben 4 giorni!!
Fino a poco tempo fa non avevo alcuno spazio mio e la mia personalità ne ha risentito. Fortunatamente ora va alla materna (anche prima andava al nido… ma 1 giorno su 20) e non si ammala ho del tempo per me.
Certo, lavoro ma lavoro a casa e questo mi consente di farmi le unghie (non le ricostruisco ma ci metto almeno una mezz’ora), una doccetta senza qualcuno che ti apra la tenda (il venticello che entra dentro la doccia è da brrrrrivido), di vedermi un telefilm al momento del pranzo.
Sicuramente mi piacerebbe uscire di più con le amiche, ma un ma c’è… in qualche modo in questi tre anni ho cambiato argomenti di conversazione e mi rendo conto che nulla mi piace di più che parlare di bambini e di tutto ciò che li circonda.
E pensare che prima facevo l’intellettuale che andava alle mostre d’arte, leggeva libri, dipingeva etc 🙂 misera tapina fine 🙂
DANIELA dice
Lisanna io andrei in piscina due volte a settimana invece che ogni due settimane! bacioni
lisanna dice
ieri, dopo esserm svegliata alle 6, messo a posto, essere andata al lavoro con al borso frigo, andata a fare la spesa durante la pausa pranzo, tornata a casa di corsa, preso entrambe, lasciata giu’ la grande in palestra, pagato la retta, portato la piccola dal pediatra, ritornata a casa, preparato cena, fatto lavatrice, preparato vestiti per il giorno dopo, ripreso la grande x’ nel frattempo era tornato il papa’ a cui ho potuto lasciare la piccola, me ne sono andata in piscina. Io e il mio senso di colpa, che pesa un sacco, perche’ non e’ giusto, eprche’ non le vedo mai, e chissa’ se il papa’ ha visto che avevo rpeparato la verdura, e chissa’ se ha fatto fare la pipi’ alla piccola e chissa’ se …e chissa’ se….poi sono tornata, con i capelli bagnati x fare in fretta, mangiato con il piatto sulle ginocchia mentre facevo fare gli esercizi di logopedia alla grande, mentre urlavo con il papa’ che non ha fatto la tappatura alla piccola, etc etc etc , poi alle 9,30 le ho messe a letto…ma il senso di colpa era sempre sulle mie spalle. E considerate che la piscina me la condedo ongi 2 settimane…vi sembra il caso?
chiccolain dice
a me fanno venire i sensi di colpa perchè chiedo aiuto per gestire 2 figli anche se sono mamma a tempo pieno (e sono 3 anni che non dormo praticamente niente) e perchè 2 ore a settimana me ne vado a yoga… Quando sono a yoga sembra che la casa e i figli implodano perchè se non ci sono io pare che manchino le fondamenta, quindi capisco benissimo. Pure io ho lasciato il lavoro con il primo figlio, visto che ero precaria e me lo volevo godere.
Sai che c’è? Ogni persona ha esigenze diverse, e non è giusto colpevolizzarla se cerca l’armonia, perchè se sei in armonia tu puoi trasmetterlo pure a chi ami.. ed a volte per ottenerla si scelgono strade inaudite, permettetemi questo termine 🙂
baci a tutte e ricordate sempre che siamo forti dell’amore che ci portiamo dentro e che sappiamo donare e ricevere, solo questo conta.
galadriel74 dice
io per il momento sono incinta, per cui mamma non lo sarò fino ai primi di agosto, se tutto va bene
non ci crederai ma mia suocera già adesso ci chiede “e Dobby (il cane che per noi è come un figlio) dove lo lasciate adesso che andate a fare la spesa/uscite ecc.? ma lui così resta solo poverino” per cui non oso immaginare cosa potrà dirmi se mai ci dovessimo concedere qualche ora senza il nostro/a futuro/a figlio/a, già tremo al pensiero e non di quello che potrà dirmi lei o chiunque altro, ma di quello che potrò rispondere io…
lavoro da quando avevo 18 anni (anzi 14 durante l’estate) adesso ne ho 36, vengo a lavoro anche con la febbre (non perchè è mio e di mio padre, l’ho fatto anche quando lavoravo per altre persone), lavorerò fino all’ultimo giorno se la salute me lo permetterà e dopo un mese sarò di nuovo qui e per “fortuna” potrò portare con me il piccoletto/a attrezzando una stanza apposta qui in magazzino/ufficio.
lavoro dalle 8 alle 14/16 ore al giorno, dipende dai periodi e i nostri genitori che sono tutti giovani non potranno aiutarci a livello di tempo perchè lavorano tutti, non possiamo assolutamente permetterci il nido.
e sai cosa mi dicono le persone?
“sei fortunata, che vuoi di più, potrai portarlo/a con te e poi lavorando in proprio è come non lavorare, puoi tornartene a casa o startene a casa quando vuoi”
certo, peccato che io sia sola e faccia da magazziniere, contabile, segretaria ecc. e se non apro io, il magazzino/ufficio resta chiuso, che fortuna eh?
a volte le persone dovrebbero contare fino a 1000 prima di permettersi di dare addosso alle mamme/donne per qualsiasi cosa venga loro in mente di fare
scusami, forse sono un pò uscita fuori tema…e sono stata polemica
ele
Marianna dice
ne ho scritto anche io sul mio pseudoblog…..non so se si può fare…ma pubblico il link se non si può…cancellate pure!
http://www.mammole.it/forum-gravidanza/blogs/molfetta79/ossigeno-592/
Monica dice
Leggo di filato il post, mi ci ritrovo in pieno, mal comune mezzo gaudio o momento di sconforto? Entrambi, direi.
So di essere in buona compagnia, ma vederlo nero su bianco è una conferma in più.
Io lavoro a tempo pieno lontano da casa, all’asilo non vado mai, nè a portarla, nè a prenderla. Delego. Delego tutto. Tranne i colloqui con le maestre, un paio di volte l’anno. Mia figlia non fa sport perchè arrivo sempre troppo tardi e perchè non sempre i nonni sono in grado di seguirla (piscina, danza… no…. non ce lo vedo proprio mio suocero..)…
Eppure lei, con il suo carattere, ne avrebbe davvero tanto bisogno. Di socializzare, di aprirsi al mondo, ma lei senza di me non vuole. E così niente. Niente con i sensi di colpa. Ma fino ad un certo punto: sto lavorando. Mica chiedo tempo libero per me? …. Ecco, ci sono cascata anch’io…
Sono una privilegiata perchè ho un lavoro, anche io sudato e guadagnato, ma che mi chiede sempre di più, o dentro o fuori, e se sei dentro ti ci fanno stare fino alla punta dei capelli. Non esiste una mezza misura.
Il mio privilegio finisce qui, perchè non posso permettermi di dare le dimissioni. Mio marito è autonomo, ma quello che guadagna va in tasse, ecc. non saprei dirvi quanto gli rimane a fine mese. E comunque non sempre lo stesso.
Certe volte anche io riesco a prendermi spazio tutto per me, ma sempre un ritaglio, veloce, anche le serate con le amiche (rare, purtroppo) rimangono ancora troppo veloci, troppo…
In questa corsa contro il tempo, nell’ansia di fare mille cose, arretrati a casa, arretrati in ufficio, arretrati emotivi e affettivi… io mi sono persa. Ebbene sì, non riesco più a ritrovarmi, perchè non ho più tempo. Ho fatto un gran lavoro su me stessa negli ultimi mesi, ho migliorato il rapporto con mia figlia, ho riflettuto sulla mia vita attuale, ho davvero scandagliato ogni aspetto… Non si tratta di vita ma di resistenza.
E fin quando sarò in grado di resistere?
E poi mi chiamano privilegiata….
mammachetesta dice
Silvia for president!
Paro paro quello che penso io.
Io sono fortunata.
E parlo proprio di fortuna perchè se avere un lavoro non lo è, avere dei datori di lavoro con un cervello funzionante sì. Almeno in Italia e di questi tempi.
Quando ho cambiato lavoro ho chiesto il part-time a 4 ore che avevo nella mia vecchia azienda e mi hanno detto sì.
Mentre conl’altra mano ne firmavano uno a 24 ore a settimana alla mia collega.
Nella nostra sede siamo 4 tecnici: due uomini full time (non sposati) e noi due. Tanto per far capire le proporzioni del gesto.
Non ho mai avuto problemi per un permesso.
L’ultimo che ho preso (a parte oggi per un funerale…preavviso dato…10 minuti appena entrata) per la bimba è stato perchè la domenica (ovvero la sera prima) si è ammalata. Chiamo uno dei miei capi il lunedì alle 8.00 e gli spiego che ha la febbre alta e non so a chi lasciarla quella mattina ma dal giorno dopo la mattina sarebbe stato a casa mio marito.
Risposta: “Va beh…coi bambini capita! Stai tranquilla: se vuoi recuperi un pomeriggio se no segna un permesso. Scegli tu”.
E poi mio marito mi chiede perchè non cerco un altro posto, amgari pagato meglio!!!!!
DANIELA dice
ciao Sara, so’ che una volta avuto il secondo avremo anche noi poi la voglia di riprenderci di piu’ di noi stessi e magari questo blog e i vostri post mi saranno di grande aiuto, ma tra la scelta di avere sempre piu’ spazi,tempo, energie e quindi non avere un altro figlio,non c’è stato il confronto, graziati con il primo su nottate, coliche ecc diamo per scontato ci tocchera’ con il nuovo arrivo e non so’ come ma in qualche modo faremo, gia’ i post delle mamme che lo stanno vivendo mi da forza,non dico che non vi capisco, assolutamente, quando Luca aveva 2anni ci volevano per forza due persone per gestirlo fuori!cosi’ abbiamo ritardato la ricerca del secondo a quando fosse stato piu’ autonomo, consapevole e in realta’ anche per godercelo il piu’ possibile!ora siamo pronti e come dico e penso sempre i bimbi non sono piccini per sempre, crescono e crescono e arrivera’ il momento per tutte di riavere la propria liberta’ e relax,è una fase che di certo passero’ anche io, per forza, ma spero di cuore nell’aiuto di mio marito e di tutta la famiglia cosi’ come lo auguro a tutte voi.
Carla dice
Grazie Silvia, come al solito i tuoi post “personali” parlano di te ma anche di tante noi mamme e degli sbalzi di umore che ci pigliano spesso soprattutto quando sbattiamo il muso contro la realtà che ci circonda.
Ho avuto ed ho 2 enormi fortune: un figlio che nonostante i problemi sanitari da quando ha completato lo svezzamento si è fatto le intere nottate senza risvegli, ed un marito che è stato completamente intercambiabile con me nei confronti del nano, un mese fa se ne è occupato anche per un’intera settimana, insieme a baby sitter e nonna nei pomeriggi, mentre io ero fuori per lavoro. Proprio in quest’occasione mi sono sentita dire più volte a da più persone “e di tuo figlio chi se ne occupa?”, ma forse io sono incosciente e li ho guardati come fossero un marziano: mi pare ovvio e scontato che se non ci sono io mio figlio è ugualmente ed altrettanto bene accudito (magari mi rimangono i panni da stirare ma chissenefrega). E così negli ultimi 2 anni e poco più, stabilizzata la situazione sanitaria del nano, ci siamo ambedue presi i tempi ed i modi singolarmente o insieme per il cinema, il teatro, gli amici-colleghi etc. e lo so che poi meraviglio parenti, amici e conoscenti, e mi pesa sentire il giudizio sul lavoro per i miei permessi 104 e la mia specie di part-time di diritto (di cui anzi dovrebbero essere contenti, visto che comunque lo paga l’INPS), ma vado avanti, nella speranza che la mia visione della vita venga assorbita anche da mio figlio che sappia usarla bene quando crescerà.
Sara dice
Daniela anche io facevo tutte qst belle cose quando ne avevo solo una, riuscivo anche a farmi la ricorstruzione delle unghie da sola, il che mi impegnava almeno un paio di ore, durante le quali non puoi toccare nulla altrimenti le unghie poi si staccano. Anche la mia dormiva (e dorme tutt’ora) sempre e ovunque.
Per quanto mi riguarda è adesso che comincio a cedere, che vorrei tornare me, adesso che la seconda sta crescendo e non dorme quasi + il pomeriggio. Adesso che non vuole il passeggino, ma dopo un pò vuole venire in braccio. Adesso che vedo la fine del tunnel, non vedo l’ora che arrivi.
Non pensare, noi abbiamo sempre fatto di tutto, settimana bianca, viaggi…non mi manca l’andare a zonzo…mi manca poter fare le cose da grandi con i grandi.
Mi sento veramente svuotata di quello che ero prima, e sono sicura che quando avrò + autonomia sarò anche di +.
Avevo voglia di fare il terzo figlio, sperando che fosse un maschio qst volta, ma per ora il desiderio di tornare ad essere “la Sara” e non “la Sara con la Camilla e Matilda” è decisamente + forte.
DANIELA dice
In merito a questo articolo vado contro corrente, un bimbo di 3anni e mezzo, iper chiaccherone, iper vivace (mangia, da calci sotto il tavolo e con l’altra mano prende bottiglie o quant’altro sia sulla tavola), che per strada non ti da la mano nè ti cammina affianco, corre! Ma che la notte ha sempre dormito, non sappiamo cosa siano le coliche, gioca volentieri da solo, io il mio tempo o spazio non ricordo di averlo mai perso e ora infatti saliamo su un treno che ci riporta indietro a una nuova gravidanza, allattamento e questa volta ho la certezza che le notti insonni e le coliche ci colpiranno!!
Mentre lui gioca sul tappeto io mi metto lo smalto e mi leggo un libro o una rivista, mio marito al pomeriggio è con noi, quindi riesco a farmi una doccia di un’ora in tranquilita’, lui è di certo il mio migliore amico e con lui gia’ parlo di borse e vestiti! non sento esigenza di uscire con amiche senza Luca,vedo le mie cognate e parliamo di qualunque cosa, bimbi o vestiti, e uscire solo con mio marito si’ lo abbiamo fatto, anche a cena, ma in questi tre anni si contano le volte sulle dita delle mani, non per senso di colpa ma perchè il bimbo ci manca! é stato bello e rilassante e lo rifaremo ma ci piace molto uscire con coppie, con o senza bimbi non ha importanza, Luca ci toglie le energie, è pazzesca la sua vivacita’ e chiacchera ma a lui piace uscire con noi, andare al ristorante, e a noi piace portarcelo in giro, ci fa correre e dire mille volte” non toccare” ma ci manca se non c’è e al momento non sentiamo l’esigenza di avere piu’ spazi per noi. Non abbiamo perso hobby e interessi con la sua nascita, fosse stato cosi’ forse no avremmo cercato il secondo, ora ha tre anni e mezzo, ce lo siamo goduti,lui è cresciuto, è piu’ autonomo (deve perfezionare il vestirsi da solo!) quindi pronti a una nuova avventura,al ricominciare tutto da capo e al solo pensiero ho lacrimoni di gioia!poi crescera’ anche il secondo e ancora’ di piu’ il primo e allora forse mi rimanchera’ il pancione, i pannolini,e a lavoro non contero’ piu’ i giorni che mi separano da una nuova vita.Ho
un po’ paura di ricominciare tutto, non nego di avercela, ma ho mio marito che è sempre stato presente, che all’occorenza mi lava anche i pavimenti! con cui c’è sempre stato tanto dialogo, presente come marito e padre, quindi, al momento ci lanciamo solo con gioia e entusiasmo in nuovo viaggio.
mammamicia dice
grazie di questo post, lo voglio stampare, pubblicare, diffondere.
Io sono tra quelle che dentro le mura di casa potrebbe esplodere… e a tutto quello che hai scritto aggiungerei anche: “quando gli uomini, e più in particolare, i mariti, riusciranno veramente a capire i nostri bisogni, le nostre necessità??” io ci provo a spiegare ma a volte mi sembra di parlare contro un muro…
Lanterna dice
Il tempo per me ho avuto la fortuna di potermelo prendere da subito: circa un mese dopo i parti, ho ripreso le mie lezioni di danza, aiutata da mia madre e da mio marito. Devo dire la verità: avendo avuto dei bambini “facili”, l’unico periodo un po’ più duro è stato quello in cui mia mamma non teneva mai entrambi i bambini e quindi per un paio d’anni ne avevamo sempre uno sul groppone e non riuscivamo mai a stare soli io e mio marito.
A me in realtà di uscire con le amiche non frega poi molto, nel senso che posso farlo anche una volta ogni tot mesi e non mi pesa. Probabilmente perché ho un marito che è anche un ottimo “amico” e difficilmente se siamo soli parliamo soltanto di figli.
Ma forse io sono così serena e fortunata perché sono figlia di una donna che ha sempre lavorato e non se n’è mai fatta un cruccio, anzi.
Sara dice
Ecco io lo stress di lavorare ed essere mamma non ce l’ho, ho “solo” lo stress di essere mamma a tempo pieno da 5 anni. Non mi ricordo + cosa vuol dire fare shopping senza avere qualcuno che mi dice “andiamo a casa” o che corre x il negozio toccando di tutto e di +.
All’inizio ero contenta, avevo finalmente qualcuno che mi facesse compagnia anche la sera, quando mio marito era a casa solo 2 sere a settimana.
Nata la seconda la compagnia si è allargata e a quel punto tutto era + difficile, ma pur sempre compagnia.
Adesso vivo per Settembre quando anche la seconda andrà finalmente all’asilo, e finalmente io potrò tornare ad essere me almeno dalle 9 alle 15.30.
Si adoro le mie figlie, sono la cosa + bella che io abbia mai fatto, ma adesso ho voglia di tornare grande da sola