Domanda
Gent.ma dott.ssa,
sono la mamma di un bambino esuberante e solare.
Ieri ha compiuto tre anni e mi ha molto stupita la reazione che ha avuto ai festeggiamenti in suo onore.
Sia all’asilo con i suoi amichetti, sia alla festina con i nonni rifiutava i festeggiamenti di rito: torta, canzoncina e quant’altro.
Pur sforzandomi di trovare una spiegazione alla sua reazione, in realtà non la trovo, in quanto non riesco nemmeno a giustificarla con un eventuale carattere timido o schivo.
Potrebbe aiutarmi lei?
Grata per la sua attenzione, le porgo i più cari saluti.
Risposta
Cara mamma,
mi chiedo se sia davvero così importante trovare una spiegazione, soprattutto perché parliamo di un bambino “esuberante e solare”, che ha appena compiuto tre anni. Ho l’immagine di un bimbo che si diverte molto, e che fa quel che vuole, godendosi il compleanno.
Tu, invece, che immagine hai? Quanto è importante per te che il piccolo non ti stupisca con un comportamento che non ti aspetti?
I bambini sono davvero imprevedibili: è la loro meravigliosa spontaneità che li rende tali, dote che nel tempo, purtroppo, si perde. E poi servono anni, talvolta terapie, impegno personale, per recuperare quella spontaneità relazionale che invece da piccoli è per tutti così naturale.
Sarebbe così bello se invece ci fosse concesso di rimanere in contatto con il nostro bisogno, con il qui ed ora, con i nostri desideri.
Se c’è una cosa che amo dei bambini è la loro capacità di essere sempre certi (in questo aspetto istintivo e poco ragionato) di quel che a loro serve: niente canzoncina, niente riti, forse più imbarazzanti che il solo divertimento.
Il tuo bambino esprime una Personalità che, per l’età che ha, inizia appena a determinarsi in modo definitivo. Avendo già superato le fasi precedenti, da te descritto in modo positivo, il bambino sperimenta adesso il piacere dell’autonomia: di comportamento, di azione, e anche di pensiero. Ma questa stessa autonomia, oltre a dargli ebrezza, gli procura anche timore ed eccitazione per la novità.
Alle figure di riferimento si chiede quindi di sostenerlo nei suoi vissuti, di dare legittimità alla sua esperienza, di validare la sua autonomia, ormai propria di una (piccola) persona differenziata.
Ogni individuo si muove verso l’ambiente in modo creativo, autoregolandosi in base alla propria intenzionalità e ai propri bisogni.
Penso che sia più importante che la spontaneità di tuo figlio incontri in te il sostegno, piuttosto che il desiderio di comprendere, in modo da valorizzare l’esperienza soggettiva e renderlo sicuro di ciò che percepisce e desidera, per orientarsi con autostima e sicurezza. Per comprendere ci sarà tempo, sia per te che per lui.
Mi dispiace molto immaginare che questo evento ti sia apparsa “ingiustificabile”, e vorrei tanto sostenerti in questo tuo sentire, provando a comprenderlo un pò meglio.
Purtroppo le poche righe a mia disposizione non mi aiutano, e un incontro de visu mi darebbe informazioni aggiuntive sulla tua perplessità, che altrimenti fatico a cogliere nella sua interezza, e nell’importanza che di certo ha per te.
Anche se non descrivi dettagliatamente l’accaduto, posso ipotizzare che essere al centro dell’attenzione possa anche aver imbarazzato il piccolo, ma trovo la cosa sufficientemente comprensibile, soprattutto se si tratta di un episodio isolato (il compleanno e tutte le attenzioni ad esso correlate, per un bambino, non capitano tutti i giorni!), e che non rappresentano un blocco nella crescita e nella vita di relazione.
Sia i momenti positivi che quelli negativi fanno parte della vita, nei suoi aspetti gradevoli e sgradevoli per ciascuno di noi, ed ognuno li valuta secondo il suo giudizio. Lo stesso è per un bambino.
Quel che deve preoccuparci non è tanto l’espressione di una volontà, se pure diversa dalla nostra, o di una preferenza, come il non voler partecipare al rito della torta, quanto invece la manifestazione di un disagio che si può reputare determinante per la vita quotidiana o per le relazioni del bambino.
Sperando di averti fornito qualche rassicurante spiegazione, resto a tua disposizione per uteriori chiarimenti.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
lux in fabula dice
Leggendo la tua lettera e anche la risposta (“Alle figure di riferimento si chiede quindi di sostenerlo nei suoi vissuti”, “Quel che deve preoccuparci non è tanto l’espressione di una volontà, se pure diversa dalla nostra”) ho subito pensato al significato etimologico di “educare”, che vale proprio “tirare fuori”. Educare (anche alla socialità, alle emozioni) è difficile perché i genitori hanno l’arduo compito di trarre speranze e aspettative dei figli, di incanalare i fiumi in piena che a volte sono i loro sentimenti. Non si dovrebbe mai “mettere dentro”, cioè riversare sui bambini le aspirazioni e i desideri dei grandi.
Capisco tuttavia che avevi il piacere assolutamente comprensibile di festeggiare il compleanno e che la reazione di tuo figlio ti abbia spiazzato.
Ma forse era appunto un tuo piacere, non del bambino. Magari l’anno prossimo rendilo partecipe e chiedigli come vuole trascorrere la giornata.