Domanda
Buon giorno dottoressa,
trovo il coraggio di scriverle dopo aver letto che ogni mamma ha un suo problema e lei riesce in maniera efficace a rassicurare ognuna di loro.
Ho una bambina di 27 mesi che adoro; la famiglia del mio compagno vive lontana al sud e molto spesso andiamo a trovarli (feste comandate, 1 mese in estate, ecc).
Ho 2 cognate entrambe senza figli che hanno instaurato un rapporto molto forte con mia figlia anche perché mio marito tiene molto il rapporto anche a distanza. Il problema è che quando arriviamo la’, mia figlia vuole stare con loro e mi “rifiuta”, non vuole che le dia da mangiare, gioca con loro, dice “mamma no”, si riavvicina solo quando è il momento della nanna…
Questa cosa mi ferisce e lo so che la bambina ha 2 anni, è piccola, non capisce e io sono un’adulta (come ripete mio marito) ma rimango lo stesso male ogni volta ci soffro.
Poi quando arriviamo sia loro che mia suocera la ricoprono di regali anche se io dico sempre che non è il modo di abituare la bambina. E’ come il paese dei balocchi per lei.
Adesso siamo appena tornati da qualche giorno passato da loro e tutto si è ripetuto… vivo con ansia il pensiero del mese di agosto che mi aspetta…
Come posso superare questo mio sentimento che mi rendo conto è sbagliato?
Grazie del suo aiuto
Risposta
Cara mamma,
comprendo molto bene il sentimento che provi: mettere al mondo un figlio, soprattutto il primo, è un evento sconvolgente per intensità e bellezza, ed ogni donna prova, insieme a tutto il resto, un bellissimo senso di forza e potenza creatrice.
Quando i figli hanno due anni, poi, sono meravigliosi: interagiscono in modo nuovo, scoprono il mondo, cominciano a parlare e ad esprimere se stessi…
In questa situazione, è difficile non essere “innamorati”: di quell’amore cieco e passionale (ovviamente sto retoricamente esagerando questi termini) che tutto colora e tutto rende bello.
E’ difficile “dividere” questo amore con qualcuno, quando molti sembrano amare nostro figlio.
E’ quello che succede a te con la tua piccola: sei una mamma innamorata, e quindi sei anche “gelosa” delle sue attenzioni.
Immagina che io ti dica questo con un benevolo sorriso sulle labbra, dal momento che questo sentimento, stando così le cose, non nuoce a nessuno.
A lungo andare, però, fa stare male te, e complica un pò le cose a tua figlia. Delle attenzioni degli altri, infatti, dovresti andare fiera, e rassicurartene per il fatto che tua figlia è amata e coccolata.
Ma so bene che dicendoti questo non ti soddisfo in pieno, perché in fondo queste cose le sai bene.
Se pur è raro che qualcuno possa amare un figlio più di una madre, in realtà i bambini crescono nella diversità: relazionarsi a persone diverse, sperimentare tipi diversi di affetto, di amore, di cura, a volte anche meno perfetti, meno corrispondenti ai propri bisogni, è ciò che prepara il bambino ad affrontare il mondo.
Sicuramente una madre risponde ai bisogni del figlio in modo coerente e continuo, ma secondo il proprio stile: ebbene, anche lo stile migliore possibile non sarà mai esaustivo per la formazione relazionale del bambino, perché gli mostrerà solo alcuni aspetti dell’essere in relazione agli altri.
Ogni persona è diversa, ha un suo modo di entrare in relazione. Lo stesso succede per ogni adulto che entra in contatto col bambino.
Le imperfezioni dell’adulto spingono il bambino a compensare, ad aggiustarsi, a reagire in modi diversi, a sperimentare diverse sensazioni e frustrazioni. Insomma, lo fortificano e lo fanno crescere.
Questo gli sarà utile non solo nella vita, che di per sé è difficile e non protetta, m anche e soprattutto al momento in cui entrerà nel mondo della scuola, e non sarà più sotto l’ala protettiva dei suoi genitori.
I bambini hanno bisogno di sperimentare la differenza, che permette loro di attivare le loro risorse, molteplici e differenziate.
Esistono due polarità lungo cui si sviluppa la crescita: Gibran parlava di radici e ali, le prime per crescere, le seconde per andare lontano.
In questo caso, cara mamma, tu rappresenti le radici, e gli altri le ali. Entrambe servono per crescere bene, entrambe per affrontare la vita. Non si può crescere né senza radici salde, né senza volare in alto.
E’ un tema meraviglioso, quello che ci proponi, che è utile a tutti noi e ci porta a riflettere su come si ripropone più volte durante la crescita dei nostri figli. Ciascuno di noi lo vive sulla propria pelle, anche se in modo ed in contesti diversi.
Nei primi anni di vita, il legame fra te e tua figlia è stato molto forte, e com’è normale che sia, anche abbastanza esclusivo: questa esclusività è ciò che serve a creare solide radici, che il tempo non cancellerà.
E’ il tempo, tuttavia, in cui si avvicina il movimento spontaneo di ciascun bambino verso l’autonomia, che, non dimentichiamolo, è il fine ultimo e naturale di ogni individuo.
Devi essere pronta a questo, per essere capace di sostenere questo movimento: la tua piccola, più volte nella vita, avrà bisogno di andare ma si fermerà incerta sul da farsi, e sarà allora che avrà bisogno del tuo sguardo rassicurante che le farà da base per spiccare il volo.
La prova che il vostro è un buon attaccamento, e che il comportamento che descrivi non è preoccupante, me la dà il fatto che cerchi te per la nanna: il momento più sacro ed importante, quello in cui è necessario lasciarsi andare con fiducia, e c’è bisogno di saldi e noti punti di riferimento. In una parola, la mamma.
Tutto il resto è gioco: esplorazione, scoperta, novità. Sii felice che tua figlia abbia il desiderio ed il piacere di farlo, perché se restasse un passo indietro, timorosa, sarebbe una bambina che avrebbe timore di crescere.
Sii soddisfatta del lavoro che hai fatto: la sua disinvoltura e la sua sicurezza vengono da te e da tuo marito, e dalla relazione che avete instaurato con lei.
Non aver timore, quindi, che il suo amore per te possa variare! Credo tu stessa sappia che le sue prove sono tangibili.
E allora cosa ti fa vivere male queste visite alla famiglia allargata?
Credo che questa domanda sia abbastanza importante: più che ne rapporto con la piccola, credo dovresti riflettere sul tuo rapporto di coppia, e su come vivi queste convivenze con la famiglia del tuo compagno.
Il nodo è lì, carissima: non perché ci sia un “problema”, ma perché sicuramente c’è qualcosa di percepito (da parte tua, o di entrambi) ma di non detto, di non condiviso, di non sperimentato.
Se riesci a scoprirlo, interrogandoti su come stai e come ti fa senitre pensare al rapporto che lui ha con la sua famiglia, sei già a buon punto.
Se invece da sola non dovessi riuscire, ti suggerisco di farti aiutare, attraverso un percorso di sostegno, o individuale o meglio ancora di coppia, che ti aiuti a superare questi momenti di ansia che di certo non giovano al clima di vacanza né al tuo benessere.
Sii fiduciosa: nelle tue risorse, e nelle tue capacità di donna e di madre. Ho la sensazione che questo sia l’augurio migliore che io possa farti, per la tua crescita, per quella di tua figlia.
Ti faccio i miei migliori auguri, e vi auguro buona vita.
olivia dice
ANCHE IO….! ANCHE IO…..! ANCHE IO SONO GELOSA DEL RAPPORTO CHE MIO FIGLIO DI 20 MESI HA CON LA SUA TATA…GELOSISSIMA E SPESSO PROVO UN SENSO DI FRUSTRAZIONE QUANDO VEDO CHE LUI LA CERCA IN CASA O PIANGE QUANDO LEI SI ALLONTANA E CASOMAI A ME NON MI “PENSA” PROPRIO…ANCHE SE PROVO QST DISAGIO SPESSO E VOLENTIERI POI RAZIONALMENTE MI TRANQUILLIZZO E MI RENDO CONTO CHE LUI E’ TROPPO PICCOLO PER UNO SVILUPPO ESAURIENTE DELLA SUA AFFETTIVITA’…STA CON LEI TUTTO IL GIORNO PERCHE’ LAVORO DALLA MATTINA FINO AL POMERIGGIO…CREDO NORMALE SIA ‘ LEGATO FORSE PIU’ A LEI CHE A ME…DEL RESTO E’ LEI CHE SODDISFA I SUOI BISOGNI FISIOLOGICI..IN REALTA’ IO SONO UNA “FIGURA” CHE COMPARE SOLO DUE ORE AL GIORNO…NON CREDO ASSOLUTAMENTE NELL’AMORE ISTINTIVO CHE TENDE UN FIGLIO VERSO UNA MADRE….QUANDO E’ PIU’ GRANDETTO CREDO CHE LE COSE CAMBINO…MI AUGURO………:)
CHIARA dice
Grazie dottoressa! Leggere queste parole mi rincuora, poichè anche io ho vissuto con mia suocera momenti di tensione, soprattutto con la prima figlia.Non si è trattato di situazioni paragonabili a quelle di Giovanna a cui va tutta la mia comprensione, ma di piccole grandi tensioni e “invasioni”.
Ammetto di avere avuto paura che mia figlia la preferisse e la prendesse come modello. Poi ho cercato di mettermi nei panni della mia bambina e ho osservato la gioia nei suoi occhi per quelle coccole, per quelle “trasgressioni”, per quell’amore esclusivo. E ho compreso che anche quell’amore l’aiutava a crescere più forte.
Con gli anni ho scoperto che nessuno ha preso il mio posto, ma che effettivamente, potersi relazionare con persone diverse l’ha aiutata a crescere e a comprendere, a sapersi mettere nei panni altrui, ad essere curiosa verso gli altri, verso i sentimenti degli altri.
Credo che il fatto che la bambina di “mamma gelosa” comunque nel momento del sonno torni da lei sia un chiaro segnale che nulla è cambiato in ciò che prova per la sua unica mamma.
Anche i figli di Giovanna, nonostante regali e vizi, preferiscono tornare da lei.
I bambini comprendono che le regole sono tali per il bene della famiglia, affinchè stare insieme sia un piacere non una tragedia. I bambini sanno che in luoghi diversi ci sono regole diverse, che il limite è leggermente spostato a seconda che si vada a fare la spesa con mamma o con nonna, per fare un esempio, e si sanno adeguare. Quando, più grandi comprendono il senso di alcune regole (le caramelle causano dolorose carie ai denti, troppi dolci male alla pancia, saltare il pisolino può causare una stanchezza che non fa divertire…) ne sono i primi sostenitori, anche e soprattutto quando l’adulto di riferimento le trascura.
Giovanna dice
Ecco la penso esattamente come lux in fabula e forse s’è capito 😉 e nella mia esperienza la realtà era proprio questa, io ero la madre da educare ai loro comodi, io ero il male necessario. Infatti me l’hanno dimostrato anche troppo bene. Il guaio era che il mio ex marito si dimostrava troppo debole nel contrastarli a mio favore. Così io soffrivo su entrambi gli schieramenti.
lux in fabula dice
Non credo si tratti di gelosia. Probabilmente questa mamma ha percepito in alcuni gesti qualcosa di strano. Ci sono persone che non sempre agiscono per il bene dei bimbi, non sempre offrono coccole e regali in modo gratuito (timeo Danaos dona ferentes!!!), non sempre ti dicono “ci penso io” per farti riposare o prendono in braccio il fagottino di pochi giorni o di pochi mesi per affetto…. E potrei continuare. Per loro la mamma è un male necessario, una presenza ingombrante da “educare” subito, sempre imperfetta indipendentemente se lo sia o meno. La mamma è, invece, una figura insostituibile, anche se è vero che i bimbi hanno bisogno di relazioni. Le persone che stanno intorno, però, dovrebbero avere il senso della misura, il buon senso, il buon gusto di mettersi da parte. Se è vero che vogliono bene ai piccoli.
Giovanna dice
Non so, non mi convince la serenità che una madre dovrebbe avere quando alcune persone invadenti si sovrappongono senza freni alla sua figura. Parlo per esperienza, anch’io, ex moglie di un uomo del sud, anch’io con gli stessi problemi e infatti il giorno che sono andata a chiedere aiuto dai suoi parenti per il mio matrimonio che si sgretolava nessuno ha mosso un dito, anzi, mentre ero lì in lacrime la madre del mio ex marito e la sorella si stavano già organizzando le ferie con i miei bambini senza di me! La dinamica era la stessa riportata da chi scrive questa lettera, ogni volta che si andava (si DOVEVA andare), i bambini venivano ricoperti di regali e di abitudini sbagliate (dolci a gogò, orari dei pasti ritardati di ore, nanna come capitava e dove capitava, in spiaggia dalla mattina alla sera senza tener conto delle ore più calde e dannose, igiene precaria) e provare a intervenire equivaleva a farsi ridere in faccia. Loro comandavano, io non potevo dire nulla. Ritornati a casa nostra e alle abitudini di sempre i miei figli diventavano intrattabili, capricciosi e viziati almeno per le due settimane successive. La paura che mia cognata avesse intenzione di sovrapporsi a me l’ho sempre avuta anch’io e nella mia separazione l’ho anche potuta intendere meglio. Poi tutto si è ridimensionato, i miei figli sono più grandi e hanno potuto constatare di persona che non è “tutto oro quel che luccica” e che anzi, dopo le due settimane che trascorrono col padre in agosto insieme a tutti i parenti non vedono l’ora di ritornare a casa da me! Ma se è vero che una madre deve essere felice quando sente che i suoi figli vengono amati da terzi, è anche vero che una madre ha il diritto di non vedersi prevaricare o sostituire nel suo ruolo, insomma ci vuole una giusta misura. O sbaglio? Aggiungo, dottoressa Agnone, un grazie per le sue belle risposte che mi danno sempre spunto di riflessione, la seguo e mi piace molto.
Vicky dice
Ciao, da mamma di due bambini posso dire di poterti capire. Ho avuto anche io un periodo come quello che descrivi tu, e qualche volta ancora oggi mi capita di “soffrire” un pochino di questa “esclusione” che i miei figli mettono in atto quando ci troviamo a casa dei nonni. Ma ragionandoci, arrivo a capire che i nonni non mi tolgono l’attenzione dei miei piccoli, semplicemente la dirottano su cose, su attività, diverse da quelle che i bambini fanno abitualmente con me e che quindi riescono a catturare tutto il loro entusiasmo più di quel che succede in una giornata “normale”. Non mi stanno togliendo nulla, anzi, stanno dando un “di più”. Capire questo è fondamentale per non incorrere nella gelosia.
Poi, se posso permettermi, da mamma occupatissima e spesso anche molto stressata, ti suggerisco di approfittare di queste occasioni in cui tua figlia è controllata e curata da qualcun altro. Sì! approfittane! riposati, svagati, pensa a te stessa perchè secondo la mia esperienza i momenti da dedicare a se stessi sono veramente molto ma molto rari! Ti sembrerà una bestialità questa che sto dicendo, ma credimi… te ne accorgerai, e specialmente se ti arriverà un altro bambino.
Ti abbraccio, e sappi che ti comprendo fino in fondo! :-))