Domanda
Buongiorno dottoressa,
ho sempre letto i suoi consigli con interesse, e mi hanno anche aiutato.
Sono una mamma lavoratrice, Emma ha 19 mesi, da quando aveva 9 mesi va al nido. Le è sempre piaciuto, stiamo in un piccolo paese e sono solo 10 bambini nel periodo estivo anche 5, perciò sono i suoi piccoli amici.
Quest’anno per esigenze economiche siamo andati in ferie con mia sorella che ha un bimbo di 3 anni e mezzo. Al mare Emma sembrava dentro una bolla, non parlava, stava lontano dall’acqua… Mio nipote è irruento, con brutte abitudini, ha urlato spesso ad Emma, l’ha spintonata, io e mio marito, abbiamo cercato di proteggerla, ma la casa era piccola, lei cercava mio nipote ma spesso lui la scacciava.
Oggi siamo rientrati al nido e lei è diversa, non cerca i bimbi, anzi, vuole stare da sola, mentre è sempre stata socievole, cantava spesso, rideva per le piccole cose, ed invece in questi giorni è si mette da una parte, non gioca, ed aspetta solo l’ora di andar via, mentre prima spesso il sabato si lamentava perché i “mimmi” non c’erano.
So che un po’ la causa è anche il rientro dalle vacanze con noi, ma non so cosa fare: vorrei proteggerla, forse le passerà, la notte non dorme ed dice mimmi no, ed io cerco di tranquillizzarla, ma non basta.
Purtroppo mi hanno licenziato quando ero in maternità, ed ho trovato lavoro quando lei aveva 10 mesi, perciò non mi posso assentare spesso.
Grazie anticipatamente.
Risposta
Cara mamma,
comincio col risponderti sottolineando che la scelta del nido non mi pare in discussione per la vostra organizzazione familiare. Potrei altrimenti chiederti se hai intenzione di ritrattare la scelta fatta, ma al giorno d’oggi (purtroppo e per fortuna) non c’è molta possibilità di patteggiare tra le necessità lavorative e quelle familiari.
Non tutto vien per nuocere: nonostante ogni cuore di mamma preferirebbe tenere vicino il più possibile il proprio bambino, non v’è ombra di dubbio sul fatto che, in generale, i bambini che sono costretti all’autonomia più presto rispetto ad altri, presentano risorse e capacità adattive che torneranno loro utili in futuro.
Spero che già questo possa tranquillizzarti rispetto a due cose: la prima è il fatto che dovendo lavorare non hai avuto altra scelta, la seconda è che in questo modo ha fornito a tua figlia delle opportunità che saranno visibili ad occhio nudo nel corso della sua crescita.
Da ciò vorrei ne conseguisse un invito: a non avere paura. Quello che sta attraversando Emma è un momento che supererà. Lo sviluppo è discontinuo, dicono gli esperti, e ciò significa che non procede per fasi omogenee: ci sono momenti che sembrano positivi, ricchi, fervidi, altri in cui il bimbo sembra rallentare, talvolta persino regredire. E’ la crescita, che si compone di aspetti aggressivi e di assimilazione, ovvero la possibilità di masticare e poi digerire ciò che si è fatto proprio.
Questo presuppone che per ogni cosa ci sia un tempo: un tempo per essere attivi, ed uno per essere più contemplativi.
Da quel che descrivi, credo che Emma sia improvvisamente venuta in contatto con una realtà forse non del tutto gradita a te e a tuo marito (la relazione con il cuginetto molto vivace), e, anche senza volerlo, è probabile che le abbiate passato, attraverso parole ed atteggiamenti, il vostro fastidio ad una determinata situazione, una chiave di lettura che lei riutilizza con piena fiducia nelle vostre capacità di giudizio.
Anche se comprensibile, tuttavia, rispecchia abbastanza fedelmente un aspetto della vita: i bambini sono spontanei, rumorosi, talvolta irruenti, in alcuni casi persino a briglia sciolta. Il mondo, insomma, è davvero molto vario, tanto per gli adulti quanto per i bambini.
Come mamma, comprendo bene quanto vorresti che tua figlia incontrasse solo il meglio e che non si confrontasse con quel che non ti piace. Come osservatore esterno penso che non possiamo proteggere i nostri cuccioli dai chiaro-scuri della vita in tutte le sue sfaccettature.
Credo che il vivace cugino abbia solo anticipato un contatto che sarebbe altrimenti avvenuto, non sappiamo in quale luogo ed in quale luogo, e che in questo caso è avvenuto sotto lo sguardo protettivo di mamma e papà: un punto a vantaggio di Emma.
Concordo con te che il ritorno a scuola, dopo la pausa estiva, non sia stato ideale, e mi colpisce positivamente la tua sensibilità nel coglierlo. Emma ora è più grande, ha un diverso modo di comprendere la realtà che la circonda, ed un diverso modo di accettare le scelte da voi fatte per lei. In qualche modo, ha anche diritto ad opporsi, o, per meglio dire, ad esprimere la sua disapprovazione (ammesso che di questo si tratti).
Il modo in cui lo fa, tutto sommato, mi sembra encomiabile: potrebbe anche non essere un isolamento preoccupante, ma semplicemente utile e necessario ad attivare in lei nuove risorse e strategie di adattamento sociale.
Considerala, se vuoi, una pausa di riflessione in cui tua figlia preferisce stare a guardare piuttosto che buttarsi nella mischia.
Il contesto ristretto e protetto, del resto, la aveva (per fortuna, dato che era molto piccola) finora protetta da esperienze di altro genere, come la vivacità, l’euforia, il baccano spontaneo dei bimbi più grandi.
Presto dovrà confrontarsi con altre realtà, e tu, o chi per te, non potrai essere sempre presente a tenerla sotto la tua ala protettrice. Nonostante sia quel che di meglio hai potuto fare per lei (ottime scelte nonostante le necessità lavorative), prima o poi dovrà confrontarsi con la diversità. Ed allora tu resterai sorpresa nel vedere la sua capacità di adattamento e le sue risorse relazionali.
Sono molto vicina al tuo desiderio di proteggerla, e penso che tu sia proprio una brava mamma, che sa avere fiuto ed intuito, e nello stesso tempo sa prendersi cura amorevolmente.
Continua nel tuo atteggiamento rassicurante, senza cedere ai tuoi timori: sarà questo l’atteggiamento che farà comprendere ad Emma che il mondo è bello perché è vario, e che potrà scegliere la giusta distanza dalle persone, sentendosi libera di essere attratta da uno stile piuttosto che da un altro.
Protezione ed incoraggiamento: sono i due poli attraverso cui un genitore aiuta il figlio nel difficile cammino della crescita. Mi piace immaginare che quando anche Emma si sentirà più sicura di sé, si lancerà in giochi euforici e rumorosi senza il timore degli altri, e che troverà la sua strada per diventare una donna felice e sicura.
Nel frattempo, quando sarà necessario, avrà accanto il tuo abbraccio protettivo, e le tue parole forti e calde che la aiuteranno a decodificare il mondo dei pari (certamente più complesso delle interazioni con gli adulti).
Restando a disposizione per ulteriori chiarimenti, ti invito ad avere fiducia e coraggio, perché è il solo modo per insegnarlo e trasmetterlo a tua figlia. In bocca al lupo.
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