Domanda
Buonasera Dott.ssa Agnone.
Sono una mamma alle prese con i terribili capricci di mia figlia di quasi due anni (che compierà tra pochi giorni), iniziati da molto tempo.
Le scrivo perchè ho bisogno di qualcuno che mi ascolti, che mi aiuti in questo momento un pò complicato della mia vita.
Premetto, Giulia è stata fin da subito una bimba molto vivace, intelligente ma allo stesso modo anche difficile. Dice alcune parole molto bene, altre così, ma insomma “parlocchia”. Lei è una bambina che richiede un’energia totale, inizia un gioco e ne prende un altro, non sta mai seduta per due minuti di seguito, (solo quando mangia al seggiolone, o nel passeggino), non guarda mai un cartone animato, non gioca mai sola.
E’ capricciosa, e quando vuole una cosa sono guai.
Se andiamo in giro pretende di entrare in tutti i negozi dove sono stata (ha davvero un’ottima memoria), oppure si butta per terra sporcandosi le mani, i pantaloni, il giaccone. Tira tutto, e alle volte è anche un pò manesca….
Come reagisco? Alle volte le parlo dolcemente, le dico che non si deve fare, alle volte la ignoro, ma dopo numerosi pianti mi scappa qualche urlo di troppo o uno sculaccione.
Non va all’asilo, sta con me fino alle 15:00. Poi dorme due ore (o meno), e sta con i nonni paterni e nonni materni alternativamente. Forse anche questo influisce negativamente, (perchè di fatto sono diversi ed io quando non ci sono, non so che fanno. In fondo sono nonni è un pochino la viziano perché Giulia fa confusione su ciò che deve o non deve fare. Però alle volte è così difficile capirla.
Quando vado al parco i bambini sembrano tutti più obbedienti e le mamme tutte serene. Lei gioca a rincorrere gli uccelli, a trascinare le carrozzine anche degli altri, scende dall’altalena dopo solo 2, dico 2 secondi. Con lei tutto è una corsa.
Penso che non sono una brava mamma e cado nella disperazione litigando anche con mio marito. Io so bene, che è normale la vivacità perché a quest’età sono dei vulcani. Siamo noi che dobbiamo contenerli.
Rifletto, e quando la guardo nel suo lettino, la trovo così piccola, bella, nella spensieratezza dei suoi anni, quando la guardo ridere illumina tutto ciò che c’è intorno perché il suo, è un ridere genuino, spontaneo che non conosce minimamente i dolori della vita..
Mi aiuti Dott.ssa, la prego. Non voglio che mia figlia diventi ingestibile (e per alcuni versi già lo è), non voglio stressarmi in questo momento particolare della mia vita, perché da poco ho saputo di aspettare il secondo figlio. La ringrazio infinitamente.
Manuela
Risposta
Cara Manuela… nelle tue ultime parole, dopo un denso racconto da me letto attentamente, la rivelazione: un secondo bimbo, auguri!
E al di là delle felicitazioni, tutta la comprensione per il momento di ansia, di difficoltà, di timore. Un grande cambiamento in arrivo, una grande e sana paura della novità.
Come ben sai, i due anni sono l’età dei capricci: tutti li definiscono così, tutti tranne me.
Non amo definire così il comportamento dei bambini, perché sono profondamente convinta che i bambini cerchino di esprimere i loro bisogni nel modo migliore che conoscono. Spesso sono bisogni estremamente semplici, anche se le loro reazioni sono molto “fisiche” ed eclatanti (dovuto semplicemente al fatto che sono ancora piccoli).
Credo che ci siano diverse parole che ci dimentichiamo di usare quando un bambino si comporta in questo modo.
Ciò nonostante, il termine è largamente in uso anche nella mia quotidianità, e ci aiuta a capire a cosa ci riferiamo.
Perché proprio i due anni? E’ questo il periodo dello sviluppo in cui il bambino raggiunge alcune competenze relazionali e tenta di affermare la propria autonomia (tappa evolutiva fondamentale per il proprio sviluppo). Ovviamente il suo è solo un tentativo, dal momento che non padroneggia bene la capacità di sperimentare modelli di comportamento.
Sperimentare: questa, cara Manuela, dev’essere per te una parola-chiave. Tieni in mente che quel che fa tua figlia è solo una prova, un tentativo, un esperimento, senza nessun intento di rivolgere contro di te i suoi effetti negativi.
Nella mia esperienza, questa chiave di lettura aiuta molto, anche se per metterla in pratica -lo riconosco!- è spesso necessaria una grande dose di pazienza.
Il punto è che la “lotta” non serve a molto: più si sentirà “oppresso”, più il bambino reagirà, e a questa reazione seguiranno i divieti o i litigi coi genitori, e ancora altre ribellioni da parte sua. In un circolo quasi infinito.
Quando i figli sono così piccoli (ma probabilmente non solo) è importante essere “pacifisti”: che non significa che il bambino debba averla vinta in ogni suo desiderio, ma che piuttosto il genitore deve giocare d’astuzia e di strategia. Distoglierlo, cercare il compromesso, spegnere la rabbia.
Un “capriccio” è anche per il bambino un modo per osservare la reazione dei genitori, il che significa che la serenità, la “solidità”, l’imperturbabilità che mostriamo, è per il bambino un segnale importante, che ci mostra persone sicure e degne di fiducia.
Capisco bene, d’altronde, quanto sia facile perdere la pazienza in certe situazioni. Ma come dico sempre, non è grave sbagliare (l’urlo, lo sculaccione, non sono mai gesti educativi, ma semplicemente modi per liberarci delle nostre tensioni, che alla fine si ripercuotono contro di noi); è grave non riconoscerlo.
Personalmente, anche se mia figlia è molto piccola, cerco sempre di spiegare il mio comportamento, soprattutto quando sbaglio: perché anch’io mi arrabbio a sproposito, alzo la voce, reagisco male.
E’ stanchezza, è frustrazione, è un cocktail di ingredienti variabile (ma non poi così tanto) per ogni donna, per ogni mamma, ma è importante diventare abili nel riconoscerlo. Per correggere il tiro, per fare meglio la prossima volta.
In questo è molto utile essere in due: mamma e papà, e darsi sostegno reciprocamente.
Essere persone serene, che non urlano, che non ricorrono agli sculaccioni, significa assicurarsi che in futuro non ci si ritrovi con adolescenti che urlano, sbottano d’ira, o ricorrono a comportamenti aggressivi. Spesso sottovalutiamo quanto il nostro comportamento sia d’esempio (indelebilmente) per i nostri figli, sia nell’agire direttamente, sia nel non mostrare una valida alternativa (ad esempio) all’ira.
Tornando ai due anni: in questi momenti, come certamente saprai, il bisogno fondamentale del bambino è quello di cercare un limite ed il contenimento. Al di là di ogni eccesso, le regole sono importanti per i bambini perché costituiscono dei rassicuranti punti di riferimento, che permettono una crescita serena ed equilibrata.
Spesso molti genitori sono incapaci di porre dei limiti perché troppo stanchi o “ciecamente innamorati” dei propri bambini per immaginare di infliggere loro un dispiacere. Altre volte il tentativo è proprio quello di evitare un conflitto, senza tenere conto, invece, che esiste un conflitto sano e costruttivo, e che è proprio questo che sarà fondamentale in tutte le relazioni umane, perché permette il confronto e lo scambio.
Fornire ad un bimbo questi strumenti significa aiutarlo ad affrontare molte situazioni (pure da piccoli, ad esempio a scuola), anche senza di noi.
Vorrei spendere anche qualche parola sul tuo racconto delle mamme del parco: non immaginare che quel frammento di giornata possa essere rappresentativo, né per te né per loro.
E’ possibile che la tua stanchezza ti faccia percepire che tutto il resto sia migliore, è possibile anche che ciascun bambino esprima alcuni lati del suo carattere con maggior enfasi, ma se mi lasci passare il termine poco scientifico e professionale, la Famiglia Mulino Bianco non esiste. Ciascuno ha le sue difficoltà, le sue stanchezza, le sue defaillance.
Riportando una delle frasi che mi hai scritto, hai bisogno di qualcuno che ti ascolti: sarebbe molto utile un percorso di sostegno che ti aiuti a dirimere i temi che mi hai scritto, e che ti accompagni anche nel percorso che ti si apre davanti: donare a questa bimba un fratellino.
Un percorso meraviglioso, ma anche impegnativo.
Proverei per questo a coinvolgere anche il papà dei bimbi, dal momento che la trasformazione che avete davanti vi coinvolgerà tutti. Come dire: l’unione fa la forza, e sono certa che le vostre risorse, già preziose, messe insieme saranno una mossa vincente su tutti i fronti.
Ti faccio un mondo di auguri, e ti auguro Buona Vita. Di cuore.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
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