Domanda
Gentile dottoressa Agnone,
sono la mamma di 4 bimbi: un maschio di 9 anni e tre femmine di 7 e mezzo, 5 e 3 anni.
La cura dei bambini è quasi interamente di mia competenza, visto che mio marito per lavoro e per attitudine caratteriale non ha molta pazienza con i bambini. Ho cercato di chiedergli una mano spesso con risultati deludenti per tutti. E soprrattutto ritiene che la pedagogia attuale sia semplicemente inutile, vane parole: bisognerebbe fare a suo parere come i suoi genitori fecero con lui, poche parole e molti ordini.
Consideri dunque che ho poca e imprevedibile collaborazione da parte sua.
Dunque le dinamiche familiari sono per me un compromesso (di tempo ed energie) tra l’attenzione per ogni singolo figlio e l’attività cooperativa di tutti. Quì sorge il problema.
La prima delle mie bambine (Benedetta, 7 anni e mezzo) si rifiuta spesso di collaborare. Non ha voglia di imparare ad essere un pò indipendente e chiede spesso la mia presenza anche per cose per lei semplici come l’igiene personale e i compiti scolastici. Visto che le sue sorelle sono più piccole non è per me facile conciliare il tutto. Se provo a farla fare da sola risulta assai lenta, troppo lenta e ciò finisce per far spazientire tutti, me compresa. Si immagini la mattina, arrivare a scuola in tempo è per tutti uno stress!
Capisco che sia un suo modo di avere attenzioni e cerco ovviamente di assecondarla dove possibile. Temo però che così facendo otterrò l’effetto contrario, potenziando la sua pigrizia e non aiutandola ad avere più autostima di se. Spesso non riesco a motivarla come accade invece con il fratello e le sorelle, dirle semplicemente che è in ritardo per qualsivoglia appuntamento (anche da lei desiderato) non ha effeto alcuno. Insomma una lentezza cronica che sta diventando un problema, per me e per lei.
Talvolta Benedetta si rende conto di essere lenta e se ne dispiace, poichè è sempre e solo lei. So che ogni figlio è diverso e combatto anche con me stessa per non esagerare il problema e non farglielo pesare, ma io sono esattamente il contrario e con 4 figli il tempo è davvero un bene prezioso. Dare più attenzioni a lei significa anche toglierle ai fratelli e questo crea dinamiche non sane, visto che ai loro occhi sarebbe quella più aiutata e quindi più amata!
Quale consiglio mi darebbe per gestire e risolvere questo problema familiare? Sono davvero preoccupata.
Grazie in anticipo per la risposta, Valentina
Quale consiglio mi darebbe per gestire e risolvere questo problema familiare? Sono davvero preoccupata.
Grazie in anticipo per la risposta, Valentina
Risposta
Cara Valentina,
vista la complessità del tema che racconti, l’unico consiglio che credo di poter dare è quello di richiedere una consulenza ad uno psicoterapeuta che si occupi di famiglia e anche di sviluppo.
Non perché io percepisca gravità in alcune delle tue parole (e lo dico per rassicurarti, non di certo per sminuire), ma perché ritengo che la questione ruoti tutta intorno alla difficile conciliazione tra le dinamiche relazionali che vi coinvolgono tutti, compreso il rapporto apparentemente divergente tra te e tuo marito.
Co-genitorialità, del resto, è collaborazione, integrazione, e dalle tue parole invece mi sembra di capire che in certi casi sei costretta a rinunciare al suo sostegno.
Tanti bambini, tante esigenze, tutte legittime: occorre necessariamente un punto di vista altro, esterno alla complessità (e alla ricchezza) della vostra famiglia, occorre affrontare la questione con la dovuta calma (la stessa che, guarda un pò che mi viene in mente!, chiede tua figlia con la sua lentezza), ed il tempo necessario ad affrontare la situazione fino in fondo, e non con la superficialità che comporterebbe una consulenza online, o un singolo incontro.
Tante persone significa tante voci, tanti bisogni, tanti desideri, tante aspettative: e di certo c’è un modo per ascoltarle ed ascoltarvi tutti.
So cosa stai pensando: non ho dimenticato la tua premessa riguardo a tuo marito e alle sue idee sulla “pedagogia moderna”. Ma sono sicura che dietro questa apparente “maschera” (se mi lasci passare il termine) ci siano altre cose da scorprire, sia su di lui che su di te nel rapporto con lui (penso, tanto per fare un esempio, che prima di avere quattro bambini eravate una coppia, e che certamente vi siete sposati conoscendo alcuni aspetti della vostra idea di genitorialità).
Credo, insomma, che per il bene tuo in primo luogo, e poi anche dei ragazzi, sia fondamentale coinvolgerlo.
Ecco, queste sono le parole che userei, perché ci credo fermamente: è fondamentale coinvolgere lui in un percorso di consapevolezza, comprensione, e ricerca di soluzioni che vengano non dall’alto di un sapere cattedratico, ma dal riconoscimento delle vostre risorse di genitori, e di come poterle coordinare per raggiungere il moglior obiettivo nel minor tempo possibile.
Non ho dubbi che, convinto della necessità della sua presenza, tuo marito parteciperà volentieri.
E sarete in due, e tu sarai alleggerita di una parte della responsabilità di cui quotidianamente ti fai carico.
Forse, in un possibile scenario di sostegno terapeutico alla vostra famiglia, i tuoi figli (alcuni dei quali già in grado di essere sostenuti nell’espressione dei propri bisogni) potranno dar voce alle loro necessità e ai loro disagi.
Avete cominciato una grande avventura nella scelta di essere una grande famiglia: credo potrete esserlo davvero, sempre, nella vita, se avrete il giusto sostegno per affrontare questo momento di cambiamento.
So per certo, infatti, che quel che vi serve è un aiuto a cambiare, perché i momenti “critici” di una famiglia sono sempre in un momento che profuma di novità.
Cambiare non è mai facile, ma è alla base della crescita: a voi auguro che sia bello e appassionante.
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