Vi racconto una storia.
L’UOMO E IL CONIGLIETTO NANO
In gelateria, un piovoso pomeriggio di festa. Bambini fuori, seduti sulla panchina spalle alla vetrina.
Genitori dentro, viso alla vetrina.
Niccolò entra correndo e si butta tra le gambe di uno sconosciuto seduto accanto a noi.
– Niccolò, cosa fai???
– L’ho chiamato io il bambino.
– In che senso?
Come risposta, infila le mani nella sua borsa ed estrae lui.
Lo mette in braccio a mio figlio, gli sistema le dita e le manine attorno al corpo.
Niccolò esce e si siede sulla panchina accanto a suo fratello Matteo e a un amico di suo fratello.
Il signore esce e si siede tra a loro.
In un attimo vedo la sua mano sulla testa di Matteo. Lo accarezza. Con delicatezza, ripetutamente. Dalla fronte al collo.
Noi, sei osservatori, ci guardiamo. Impossibile: siamo in sei adulti! Sarà un po’ matto e basta.
Esce la mia amica e lui toglie subito la mano dalla testa di mio figlio.
Arriva una bambina a guardare il coniglietto. Lascio la scena con gli occhi per 5 secondi. Mi rigiro e l’uomo in questione si è inginocchiato per terra, ha preso Niccolò sulle gambe e lo cinge con le braccia, sempre con la scusa del coniglio.
La mia amica esce di nuovo e gli toglie il bambino.
Lui entra.
Io entro per prendere le giacche.
– Sono tuoi i due bimbi?
-Si.
-Sembri una bambina anche tu. State andando?
– Si.
-Voglio salutare i bambini
Esce, li chiama tutti per nome, accarezza la testa di Matteo di nuovo.
Ce ne andiamo. Sei adulti allibiti.
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La storia in sé non la commento, mi è stata sufficiente la notte in bianco appena trascorsa tra coniglietti-esca e carezzine varie (certo, si, non ha fatto niente, non ha toccato nulla…si, si. Voi vi permettete di toccare il collo di un bambino in gelateria? O di prendere sulle ginocchia un bambino che non conoscete strusciandovici? E di toccare le mani insistentemente, accarezzando i palmi e il dorso? Io no.)
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Ho approfittato di tutto questo per parlare con i miei figli, cosa che non avevo mai fatto approfonditamente, per non indurre paure inutili.
Ho spiegato loro di non farsi toccare da nessuno, di andare via qualora dovesse capitare, di urlare. Insomma tutte le cose che i genitori raccontano e spiegano ai bambini.
Il fatto di poter ancorare gli ammonimenti alle carezze appena ricevute è stato utile. Ma sorprendente è stata la loro risposta.
Ho parlato in momenti separati a ciascuno di loro, perché hanno età diverse e il linguaggio va adattato alla loro personalità che è diametralmente opposta.
La risposta però è stata la stessa. E mi ha fatto PAURA.
Matteo
– Mamma, ma intanto le carezze erano delicate. Poi come facevo a spostarmi? Avevo paura che ci rimanesse male.
Anche la ‘tenerezza’, quando supera una determinata soglia oltre la quale comincia l’eccitazione dell’adulto (…), soglia che ogni adulto equilibrato ben conosce, è di fatto una violenza perché, come ho scritto sopra, il bambino non ha ancora un apparato psichico abbastanza maturo da contenere quel tipo di eccitazione. (Clotilde Masina Buraggi)
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Niccolò
– Io mi sono sentito “in disagiato” quando mi ha abblazzato e mi ha fatto sedele sulle sue gambe. Ma avevo paula che si offendesse.
Paura di offendere, di ferire, di far rimanere male una persona. (Niccolò, sii educato con gli adulti – Non rispondere male -Non andartene mentre uno ti parla)
Senso di colpa. Di aver fatto rimanere male un adulto. O per aver subito anche solo un’attenzione “estranea” o “diversa”.
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Mi è tornato alla mente un capolavoro letto qualche anno fa di Enzo Baldoni, giornalista e copywriter, scomparso nel 2004.
Attualissimo e diretto. (Come era lui).
Leggetelo. Una ventina di minuti ben spesi.
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Restano aperte infinite domande: a che età è giusto parlarne con i bambini? O meglio, esiste un’età giusta? Non si rischia di inculcare paure poco edificanti (vi ricordate le caramelle-dagli-sconosciuti da cui ci mettevano in guardia i nostri genitori?)? Qual è il discrimine da spiegare? La regola del “Qui non si tocca“ vede il discrimine nella biancheria intima: no, io non sono d’accordo assolutamente. Cosa dire e cosa non dire? Come parlare senza confonderli? Che linguaggio utilizzare?
Io navigo a vista. Ma anche a buon senso. Quello che ho visto ieri non mi è piaciuto. Solo vorrei capire quando e come parlare ai bimbi. Perché non c’è nulla di peggio di qualcosa spiegato male e in maniera stonata.
Informazioni
A questo proposito vi segnalo:
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- Un sito
http://www.prevenzionepedofilia.it/ - Un blog
http://www.massimilianofrassi.it/blog/ - Un libro per bambini
https://www.mammaimperfetta.it/wp-content/uploads/quinonsitocca.pdf - Un’associazione
http://www.associazioneprometeo.org/ - Un dossier
http://www.azzurro.it/materials - Un video
http://youtu.be/ZNmu7plH5c8
Silvia dice
Ho letto ora questo tuo post di 2 anni fa ma l’argomento è sempre più che attuale.
Fortunatamente qui per ora non è mai successo nessun episodio preoccupante, ma visto che io in prima persona da piccola mi sono trovata più di una volta in situazioni poco piacevoli, ho voluto affrontare il prima possibile il discorso con mio figlio (e appena crescerà un po’ lo farò anche con mia figlia).
Certo, è ancora piccolo (4 anni) e non è facile essere sicuri che abbia afferrato i concetti, ma meglio iniziare a fargli capire che non deve permettere a nessuno di farlo sentire a disagio.
Ma soprattutto non ho intenzione di insegnargli che gli adulti siano intoccabili, infabbilili e che vadano trattati con riverenza a priori.
Non ho mai sopportato, da piccola, quando polemizzavo su qualcosa e mi sentivo dire “non permetterti di rispondere a chi è più grande di te!”-
E’ più grande di me, embè? Vale più di me? Non credo proprio… insomma, sta cosa non mi è mai andata giù e non ho mai ceduto continuando a ribellarmi quando ritenevo fosse giusto farlo (tant’è che sono sempre stata vista un po’ come la rompipalle di famiglia 😛 ma non me ne pento).
In ogni caso, nonostante il mio carattere deciso, quando mi sono trovata in mezzo a dei pedofili (all’epoca non conoscevo nemmeno la parola “pedofilo” ma sentivo che c’era qualcosa di sbagliato) non ho saputo reagire con lo stesso spirito…e anche se per fortuna ho saputo riconoscere il pericolo ed allontanarmi appena possibile, in quei precisi momenti ha avuto il sopravvento il disagio, la timidezza, la paura di offendere o di essere fatta passare per la matta che inventa cose.
E questo perché nessuno aveva mai affrontato in modo diretto ed esplicito il pericolo.
Mia nonna ogni tanto buttava lì un “nun te fa toccà qui eh!” ma io prendevo la cosa come prendevo il “non fare giochi pericolosi! Non camminare sul muretto che il figlio de n’amica mia c’è morto”..
Quindi io dico che dobbiamo mostrare loro il pericolo in modo chiaro ed esplicito, anche se con delicatezza e senza far insorgere paure che li condizioneranno.
Un po’ come quando spieghiamo loro che non bisogna attraversare la strada senza guardare.
Non ci soffermiamo a spiegare i dettagli di cosa succederebbe al loro corpo, ossa rotte, organi disintegrati, sangue o mostriamo loro immagini di cadaveri no? Spieghiamo che è pericoloso, MOLTO pericoloso, che alcuni automibilisti (non tutti ma alcuni) non guidano in modo corretto e non rispettano le regole perciò bisogna sempre tenere gli occhi aperti anche quando pensiamo di essere nel giusto, che ci sono metodi per prevenire questo pericolo (guardare da entrambi i lati, dare la mano, attraversare col verde, camminare a passo svelto ecc…) e basta.
Lo stesso secondo me dobbiamo fare riguardo quest’argomento. Spiegando che ALCUNE persone hanno delle cattive intenzioni e loro devono stare attenti e reagire nel modo in cui gli diremo (allontanandosi, urlando se necessario e confidandosi con noi)
Any dice
Beh…Il tuo titolo “perfetto” spiega già “tutto”…Non è affatto facile fare le mamme, ed educare…Leggendo queste cose poi!…Certo il nostro sano istinto, la nostra sensibilità, ci aiuta,..Senza mettergli paure addosso ingiustificate, penso sia fondamentale spiegare il rispetto della propria persona e la sana diffidenza…Una ricetta non esiste, tanta consapevolezza…
LAURA dice
Durante il colloquio per la consegna delle pagelle, la maestra mi ha detto che mia figlia è troppo timida che fa fatica ad aprirsi con gli adulti. Sa cosa le dico cara maestra? che a 7 anni, sono felice che sia timida e faccia fatica ad aprirsi e a fidarsi degli adulti che non conosce. Non ho mai trasmesso grandi ansie o paure alle mie bambine, ma sicuramente le metto in guardia ogni giorno dalle “caramelle offerte dagli sconosciuti” e se sono timide, a noi va bene così. Se la timidezza le mette al riparo da certi pericoli, a noi va bene così. Se cerca la nostra approvazione, prima di avvicinarsi ad un adulto, a noi va sempre bene così!!
gine dice
sono rimasta pietrificata dal racconto, agghiacciata,ho incominciato a sudare freddo.
Avendo un temperamento come dire, abbastanza animalesco quando si tratta dei miei figli, probabilmente sarei uscita fuori con la bava alla bocca, sarei….ma fortunamente non mi è mai capitato e in più quando penso che queste cose potrebbero succedere quando non sono in mia presenza, scuola… oratorio…
Hai fatto benissimo a parlarne con loro, io ai miei, 6 e 3 anni, faccio sempre una micro lezioncina quando si lavano spiegando loro che il loro corpo è il loro e che nessuno, uomo donna o bambino, maestri, bidelli, preti … deve permettersi di guardare toccare e parlare delle loro parti intime. speriamo che questo mio parlare li aiuti ad essere coraggiosi e ad imparare a parlare con noi genitori di qualsiasi cosa loro accade. Mille occhi, sempre mille occhi….
un abbraccio
gine
flo dice
ti ho appena scoperta su facebook e or sto vsitndo il sito, ho appena letto la pgina sulla pedofilia, ho il cuore a mille, io siora son tranqulla perche i miei due bambini di 5 e 3 anni sono semre stati con me, a girni iniziano la scuola matern è ho l’ansia perche nn posso controllare se stanno bene e se li trattano bene.
ho spesso incbidovevegono molestati e sto cercando pian pianino di spiegar loro che posso vederli nudi solo io, che posso toccarli solo io (qando li lavo) che nn devono stare con persone che nn conoscono, poi però se qualche prsona che nn conoscono(sopratt uomini ) per strada li salutano io dco loro di risp al loro saluto….però poi????nn so mai osa è giuso o sbagliato, una pate ime vorrebbe dire di nn salutarli con il rischio che passino da incivili, però prferisco un bambino “incivile” piuttosto che abusato……………
supermamma dice
ho letto un libro Tutti i sì che aiutano a crescere in cui se ne parlava e l’autrice diceva di parlarne ai bambini senza farne terrorismo, in effetti stò cercando il momento giusto e dopo aver letto il tuo articolo credo proprio che sia arrivato!
simona dice
quando avevo 3 anni e cominciavo ad andare all’asilo, mia mamma mi ha detto, me lo ricordo come se fosse oggi: “a te non ti può toccare nessuno, solo il babbo e la mamma. se qualcuno ti da uno schiaffo, se qualcuno ti da fastidio, non lo può fare. devi venirlo a dire subito alla mamma, ok?”
è stata una buona regola.
di base non mi sento di essere cresciuta insicura, anzi. forse un po’ diffidente nei confronti di tutti gli adulti e devo dire che questo mi ha sempre salvato da quelli che volevano fare i supergiovani: dai prof che scendevano a fumare con i ragazzini a quegli adulti che per fare gli amiconi allungano le mani toccandoti il culo. A me non è mai successo e grazie a dio.
io a mio figlio dirò la stessa identica cosa. nessuno ti può toccare. nessuno. solo il babbo e la mamma. se qualcuno ti tocca ribellati e vienicelo subito a dire.
Angela dice
ciao Grazia, non si è mai prudenti abbastanza. E il fatto è che un nonno o uno zio che vogliano davvero bene ai bambini di solito si trattengono dal manifestare in modo troppo coinvolto il loro affetto.
Lo zio di mio marito è un uomo di sessanta anni, che adora i miei figli, ma li abbraccia SOLO se sono loro a saltargli al collo, non li accarezza e non li tocca. E questo non lo fanno neppure mio padre e mio suocero; e non perché non siano persone affettuose, solo perché non è naturale che a un uomo venga voglia di “toccare” un bambino, al di là di un abbraccio affettuoso se è il bambino a desiderarlo.
Io osservo gli adulti: ci sono uomini e donne che contengono il loro desiderio di “strafugnare” i miei figli e uomini e donne che invece con il loro comportamente li mettono in imbarazzo. Da questi ultimi cerco educatamente di allontanarli.
Questo racconto mi ha spaventato, mi ha spaventato il vostro terrore e il NON sapere cosa fare, come comportarvi. A volte, davvero, siamo stati cresciuti troppo educati. Accidenti.
ciao Angela
Lia dice
A Grazia mi sento di rispondere che nessuno ha pensato di mettere i propri figli sotto una campana di vetro, né di terrorizzarli per farli crescere adulti insicuri ma aprire gli occhi quello sì i nostri figli si meritano la nostra protezione e siccome spesso si tratta di familiari o persone amiche, aprirli ancora di più!!! Nessuno pensa di infamare gratuitamente le persone ma osservare chi ci circonda e chi frequentano i nostri bambini non smetto un secondo di farlo…ad ognuno la sua reazione!!!
Grazia dice
Mi permetto di dissociarmi dai vostri commenti e spero che ciò che dirò non offenda nessuna di voi.
Proteggere i propri figli fa parte del ruolo di ogni genitore, ma trovo eccessivo il dover sempre e comunque vedere come un maniaco ogni estraneo che si avvicina o che stabilisce un contatto fisico con i nostri bambini. Anzi, sono fermamente convinta che stabilire contatti amichevoli con gli adulti faccia parte del loro corretto sviluppo psicofisico.
Purtroppo, al giorno d’oggi, basta un niente per scatenare l’allarmismo generale ed ogni minimo gesto di affetto viene interpretato come violenza. Con questo non voglio dire che i mostri non esistano, e non voglio neanche dire che il signore in questione non fosse un pedofilo. Sto solo dicendo che non esistono solo orchi al mondo, e non è tenendo i nostri figli sotto ad una campana di vetro e trasmettendo loro le nostre paure e le nostre diffidenze che li aiuteremo a crescere. I bambini paurosi diventano adulti insicuri. Proviamo far capire ai nostri figli che possono confidarci i loro disagi, ma lasciamoli vivere tranquillamente la loro infanzia senza opprimerli con troppi avvertimenti. Anche perchè, lo dicono le statistiche, nel 75% dei casi la violenza viene commessa da una persona (spesso un parente) che il bambino conosce e di cui si fida, non da un estraneo. E allora che facciamo, non li facciamo neanche abbracciare dallo zio o dal nonno?? Tutto questo mi sembra eccessivo.
Manu di Mammeacrobate dice
In questo periodo mi faccio tante domande su come spiegare determinate cose a mia figlia di 5 anni. Ho iniziato a dirle alcune cose, però non sono sufficienti…
So per certo, purtroppo, che le sensazioni che ti hanno descritto i tuoi figli sono proprio quelle che bloccano e condannano al silenzio tanti bambini.
Mi chiedo se le nostre parole e i nostri discorsi potranno davvero evitare loro di provare certe sensazioni e dar loro la forza di reagire e parlare. Oppure se questi lupi sono così cattivi che non c’è verso di scacciarli…
Lia dice
Grazie Silvia per aver affrontato un argomento così difficile che suscita sempre un forte terrore e disagio! Grazie per averne parlato in maniera così spontanea e sincera…anche io, mamma di due bambine ed in attesa della terza sono pietrificata di fronte a certe notizie e di fronte ai confini della malattia umana, poi superato lo sgomento, divento una tigre, come probabilmente è successo a te dopo una notte insonne a meditare cosa dire e come dirlo! Perchè le parole sono importanti, soprattutto quelle uscite dalla bocca di un genitore per un figlio, occorre davvero usare i termini giusti e la delicatezza che un tale argomento richiede! Penso tu sia stata molto brava!!! Ciao, Lia
Alessandra dice
Un’esperienza agghiacciante, ma almeno avete avuto la “fortuna” di essere vicini ai vostri figli. Credo che non ci sia paura più grande per un genitore. Posso solo dire, ALLA LARGA DALLE PERSONE MELLIFLUE.
E’ difficile da spiegare a un bambino, ma c’è un certo modo di parlare, un certo modo di sorridere, un certo modo di sfiorare, che devono far suonare un campanello d’allarme, subito.
Chiedo a Liz se ricorda il titolo del libro dell’Unione Europea. Grazie.
Valewanda dice
Io mi sento male. E ti ringrazio perché questo post forte solo tu avresti potuto scriverlo. Grazie. Grazie. Grazie
stella dice
Secondo me la cosa più importante è dare per primi l’esempio, l’esempio di dire di no. Secondo me la cosa migliore sarebbe stata reagire sul posto ed allontanare i bimbi da questo sconosciuto. E poi spiegare il perché ai bimbi in separata sede.
Trovo bellissima la frase “un adulto che si avvicina ai bambini senza prima rivolgersi ai genitori mi fa pensare male”. Secondo me quando succede, è compito del genitore intervenire subito.
Purtroppo mi rendo conto che per come siamo stati educati reagire può diventare difficile anche per noi adulti, sempre per paura che l’altro possa rimanenrci male.
roberta dice
è molto strano che questo tuo post non mi dia i brividi.
eppure è così.
conosco troppo bene.
e non mi stupisce affatto la risposta dei tuoi figli. il senso di colpa è il marchio più evidente di chi ha subito abusi durante l’infanzia. è una sensazione che non ti abbandona mai.
da mamma ho deciso di non ossessionare mia figlia, perchè so che non sarei equilibrata, che le trasferirei tutto il male che sento. e non voglio.
spero che la fortuna la assista. spero che lo schifo si sia fermato alla madre.
questo quello che ho scritto un po’ di tempo fa. dal mio punto di vista non c’è molto da aggiungere http://forsemisbaglio.blogspot.it/2011/09/orchi.html
grazie come sempre per il tuo coraggio
r
federica dice
Uno strumento importante è la capacità di dire NO: se i nostri figli sono tanto bravini e non ci contrastano mai, attenzione! un bambino capace di ribellarsi, di dire la sua, un bambino che ci “rompe” con le sue obiezioni, sarà probabilmente più attrezzato (leggi: autostima) e maggiormente in grado di riconoscere qualcosa che non gli piace o lo mette a disagio e reagire in modo educato ma fermo o anche in modo clamoroso, se è il caso. Un bambino così è anche poco “interessante” per questi soggetti, che sanno ben scegliere le loro vittime identificando i più miti e tranquilli… L’altro aspetto fondamentale è una sana educazione sessuale ed affettiva, sia da parte dei genitori, anche molto presto (non aspettate le famose “domande”, se voi non parlate per primi di certi argomenti, possono “intuire” che sono cose di cui non si parla coi genitori!) e utile anche da parte della scuola. Consiglio anche i materiali del “Progetto Aurora” del Comune di Como. Il senso è che dato che non possiamo “guardarli a vista” sempre (w non sarebbe neanche sensato) possiamo cercare di offrirgli strumenti per capire il mondo e per non farsi mettere sotto i piedi da nessuno (vale anche per bullismo e prepotenze di altro tipo; certo aspettiamoci che sappiano contestare anche noi, ma tanto meglio!).
monica dice
io sono terrorizzata. e, anche se sono ancora piccole, da sempre cerco di affrontare con loro l’argomento, anche se non è sempre facile trovare le parole giuste…
in ogni caso, la storia della gelateria è allucinante: io non sarei riuscita a stare zitta e ferma, agisco d’istinto.
Claudia dice
Ho i brividi….. e tutto questo mi fa paura….!
Ma hai fatto benissimo a spiegare loro quello che era appena successo. In questo modo li hai messi di fronte al fatto compiuto.
Grazie di averne parlato con noi…
Trasparelena dice
sono senza parole, ma riflettendoci hai fatto bene a spaventarti, e anche a pensare male.
A pelle anche io diffido di chi da troppa confidenza a mia figlia (femmina, la cosa mi fa doppiamente paura, anche se probabilmente avrei la stessa paura se fosse maschio). Giusto il 30 aprile ci è capitato un episodio simile, era un ragazzetto, avrà avuto 20 anni, le ha parlato ma non si è avvicinato, però si atteggiava in modo un po’ troppo amichevole. Siamo andati via. Prima che si avvicinasse, forse.
A me spiace pensare male, però un adulto che si avvicina ai bambini senza prima rivolgersi ai genitori mi fa pensare male.
Monica dice
Purtroppo è stata un’esperienza che ho vissuto con mio figlio quando frequentava l’ultimo anno di asilo..ora ha 14 anni quasi.
Il vero schifo è che le molestie sono partite da mio cognato..
Risultato?Per fortuna lo abbiamo preso in tempo,anche se il primo anno di scuola abbiamo dovuto spiegare alle insegnanti cosa fosse accaduto,sono state disponibilissime.
Volete sapere che fine ha fatto il cognato o l’essere ?Segnalato ai carabinieri,mio marito ha tagliato i ponti con lui ed i suoi genitori visto che davano ragione allo schifoso.
alliegraywords dice
Mamma mia, che brivido! Anche a me ha colpito la paura dei bambini di far restare male l’adulto, di essere maleducati… se ci pensiamo, non insegnamo ai bambini appunto ad essere educati, ad ascoltare gli adulti, a dare il bacino alla zia/nonna/amica che fa loro un regalo ecc.? :/
michela dice
MI è VENUTA LA PELLE D’OCA. ricordo ancora mio zio che faceva così, che davanti a tutti, 8 allibiti adulti, lesto mi infilò la mano sotto le mutandine, avevo un vestito ed era estate. Ricordo mio padre con le mani al collo, ricordo quante volte lo fece prima di quel giorno. RIcordo un madre esaurita, distratta, che non ascoltava, una tornia di parenti incapaci di agire. grazie per questo articolo, addesso so come spiegarlo al mio bimbo quando sarà grande, sai sempre trovare le parole e le corde giuste, ringraziarti è riduttivo, di cuore.
Mammafelice dice
Lo sapevo che sarei stata malissimo, io ti ringrazio. Grazie anche a quel papà che ha scritto un commento bellissimo.
Mi sembra di essere tornata indietro di 30 anni, e per un attimo mi è esplosa in faccia tutta quella miseria umana, e mi sono sentita piccola e vulnerabile. Grazie.
carla dice
argomento tosto e che fa paura, ma proprio perchè fa tanta paura va affrontato e non evitato.
grazie per l’articolo di Baldoni, mi ha aperto un mondo, spero di riuscire a far capire a mio figlio cosa si può e cosa non si può nel miglioR modo possibile, perchè il vero dramma è quello, mettere in guardia senza terrorizzare…
starsdancer dice
grazie per l’articolo di Baldoni 🙂
starsdancer dice
aiuto ho i brividi anch’io…a mio parere non c’è un’età giusta per dire queste cose, nel senso che ricordo anni fa una mia amica che aveva una bimba di 3 anni le ripeteva sempre di non andare in bagno con sconosciuti etc, e anche se quello che ci dicevano i nostri genitori riguardo al fatto di non accettare caramelle da sconosciuti poteva anche generare paure infondate ma credo fosse valido e sia ancora valido (era un modo come un altro per metterci in guardia come bambini!).
I miei sono ancora piccoli e in genere sono guardati a vista, hanno ancora una sana paura dell’estraneo che non cerco minimamente di sfatare, o per lo meno lo faccio poco (nonostante molti adulti si offendano dell’atteggiamento dei piccoli, è del tutto normale e un bambino non deve essere per forza educato con gli adulti, non deve per forza mettere una maschera, un bambino può anche decidere di rimanere in disparte e di non fidarsi dell’adulto) e la cosa che più mi spaventa è il fatto che i tuoi figli hanno detto entrambi che non volevano offendere l’adulto, per essere educati. Si può essere educati anche non sedendosi sulle gambe di un adulto estraneo, senza per forza mancare di educazione in questo o no? Forse sono ancora troppo inesperta come mamma, però penso che l’educazione debba andare di pari passo con la consapevolezza e la creazione del sè, il che include anche il rispetto per se stessi (bambini) come persone, a parole è facile lo so, però vorrei insegnare ai miei figli che loro, nonostante siano dei bambini, hanno diritto a essere rispettati come persone non è solo perchè sono bassi non devono essere considerati o peggio ancora devono sentirsi in obbligo davanti a certi adulti di farsi coccolare/toccare/prevaricare, scusa se forse ho fatto casino e mi sono espressa malissimo 🙁
è un mestiere duro fare il genitore soprattutto quando cerchi di risolvere situazioni tipo questa :blush:
papà dice
sicuramente importante parlarne con i figli. a noi è successa una cosa simile, con carezze più intime, che lui aveva 4 anni. eravamo a una cena, ci conoscevamo tutti, magari non in confidenza ma ci conoscevamo. a un certo punto mio figlio arriva sbalordito dicendomi che uno gli aveva toccato il pisello, gli dico di stargli lontano ma penso a un gioco capito male, dopotutto ci conoscevamo. finita la cena torniamo in tenda e il figlio di amici scoppia a piangere, anche lui era stato toccato ma non si era divincolato, era rimasto bloccato, freezing. il giorno dopo siamo andati in un bel prato e abbiamo discusso con i bambini. non ho riempito di botte il tipo, anche se mi avrebbe fatto piacere, sarebbe stato lo stesso atteggiamento violento che contraddistingue i maschi, quel senso di potere e pos-sesso che, come nel caso che ho raccontato, veniva da lontano, da molestato a molestatore. ho spiegato a mio figlio che non deve fidarsi mai, assolutamente, di una persona adulta. passato qualche anno mi ha detto beffardo: non devo fidarmi neanche di te allora. No, piccolo, non fidarti degli adulti
wolkerina dice
sono ancora scossa per la storia che hai raccontato, ho letto l’articolo di Baldoni, e mi sono venuti i brividi. Ho provato a leggere qualcosa degli altri riferimenti che hai lasciato ma per oggi non ce la faccio. Non voglio nascondere la testa sotto la sabbia ma ho bisogno di un tempo per far sedimentare ciò che ho letto. E da quel poco che ho letto mi è chiaro che non solo bisogna preoccuparsi di far conoscere questa realtà ma al contempo bisogna assicurarsi di far crescere il bimbo fiducioso di sé, in grado di recepire istintivamente se qualcosa non va (voce interiore) e così sicuro da saper dire di no a un adulto. L’enormità di tutto ciò mi ha paralizzata. Le variabili sono tante. a cominciare dalle parole da usare..
e comunque son d’accordo con te, il limite non può essere la biancheria intima!
mami dice
accidenti… fino ad ora Davide è stato dempre tenuto a stretto giro perchè tendeva sempre a scappare… ora comincia ad essere più grandino ed è forse il caso che cominci a spiegarlgi qualche cosa… grazie…
Giada-quandofuoripiove dice
Devo ammettere che il tuo racconto ha creato sia rabbia, che paura, una paura nera! Sai ciò che più mi ha spaventato? La reazione dei bimbi, perchè in effetti è assolutamente naturale, sono certa che mio figlio potrebbe un giorno rispondere allo stesso modo e che, con l’innocenza dei sei, sette anni o meno, l’avrei fatto anch’io. Però il punto di vista dei bimbi mi ha davvero spaventato!!
Un’ultima cosa: lo dico ovunque e mi annoio da sola, ma non sarebbe il caso di rivedere i nostri comportamenti anche per quanto riguarda la pubblicazione di immagini dei bimbi su internet? Perchè in questo caso spesso manca il senso di protezione che si scatena vedendo la scena dal vivo?
la staccata dice
Silvia cara, hai sollevato un argomento che mi tormenta da tempo. Non ho ancora avuto modo di affrontarlo come si deve con mio figlio, è un qualcosa che mi blocca. Ho paura di non essere in grado di affrontare la questione nel modo più giusto per lui. Io, sì, quella che di solito trova il modo per parlare di tutto con suo figlio, di questa questione ho davvero paura. Mi leggerò i link che hai segnalato, sono certa che troverò degli spunti interessanti.
Grazie per questo post.
Luana
mammachetesta dice
Sono scioccata!!! Mamma mia che fifa! Io con Ida ne parlo da un po’ e ho mille occhi perchè da noi ci sono stati diversi casi come forse sai.
Ma così apertamente, con i genitori presenti…pazzesco!
ArteMamma dice
Mi hai fatto venire la pelle d’oca. Se penso alla situazione che avete vissuto onestamente non so se sarei riuscita a mantenere la vostra calma.
Questo è un argomento molto importante e complesso: hai fatto molto bene a parlare con i tuoi bimbi. Il come è difficile da dire, credo che ogni genitore sappia capire come è meglio approcciarsi al proprio bimbo.
Ricordo che da piccola i miei – genitori all’antica – mi avevano inculcato appunto il non prendere caramelle da nessuno: è servito, si è servito, perché mi ha accompagnato fino all’età adulta.
Sapevo che se volevo qualcosa potevo chiedere a loro. Non sempre ottenevo tutto, ma andava bene lo stesso.
E se qualcosa non mi andava io scappavo!
Grazie per l’occasione di riflessione e confronto.
A presto!
Francesco dice
Il peggiore incubo di ogni genitore che diventa realtà. Quello che descrivi è realmente un pugno nello stomaco che ognuno di noi crede lontano pensando che non possa mai accadere ai suoi figli. La realtà purtroppo è forse anche più dura di questa. O forse adesso queste cose le vediamo meglio e di più e soprattutto le denunciamo. In passato molte di queste storie rimanevano nascoste e confinate in casa. I bambini sono sempre più soggetti a violenze di ogni tipo e purtroppo il loro candore non distingue tra le spregevolezze peggiori e le carezze di affetto. Brava nell’affrontare un tema così delicato con i bambini e nel non reagire.
mammachemozione dice
Silvia, ho i brividi, mamma mia che situazione, vedere la foto di Niccolò con il coniglietto in braccio mi ha lasciata a bocca aperta, una foto scattata per ricordare un momento sereno e poi associata a questo post, brr….
Grazie per avermi segnalato l’articolo di Baldoni, utilissimo.
Ho girato il tuo post a mio marito, Piccolo Uomo ha solo 20 mesi ma è bene pensarci per tempo.
Brr…
Mammamsterdam dice
Baldoni me lo ricordo, avevo letto a suo tempo l’ articolo, un paio di anni fa è risaltato fuori su una discussione tipo questa, ma la storia che racconti è terrificante. Anche se lo sappiamo, conosciamo i trucchi, stiamo lì rimbecilliti, è inutile. iO insisto molto con quel paio di cose che dite tu e M di Ms, se la cosa non ti piace al limite scappa, le spiegazioni si fa sempre a tempo a darle dopo.
Anche il cucciolo, ricordo uno studio di cui avevo letto quando studiavo linguistica sulle strategie comunicative, praticamente anche il bambino più prudente e- passami il termine – piu` spaventato dai genitori e che quindi si aspetta sempre il peggio, seguirà sempre un adulto che lo convince a farlo per aiutare un cagnolino che sta male. Gli adulti semplicemente conoscono molti più trucchi dei bambini.
E poi quando ci sono delle molestie, anche così sottili che sul momento appunto ti senti soprattutto in disagiato ma non sai perché, persino un adulto fa fatica a mettere il dito sulla piaga e rendersi conto al momento di cosa stia davvero accadendogli. Poi ti incazzi, passi le notti in bianco, pensi a tutte le fantastiche reazioni ad hoc che avresti potuto avere. Ma dopo. Un adulto. figuriamoci i bambini.
Direi che dire ai bambini di guardare quello che facciamo noi agli altri bambini che non conosciamo e diffidare da chi lo fa con loro, forse un’ idea gliela da.
Imma dice
cavoli! Da restare senza parole.
Ho una bimba di quasi due anni e ho il terrore ogni volta che qualcuno si avvicina.
Mi leggerò con attenzione i link che hai segnalato!
Bruskamente famiglia dice
Ho i brividi, e una paura “fottutissima”. Consentimi il termine. :dizzy:
MillaZu dice
Che brava…soprattutto per l’autocontrollo!
Se solo sospettassi peruna frazione di secondo che qualcuno sta facendo delle avance alla mia bimba potrei azzannare immediatamente senza pensare ai se e i ma!
..non so quando sia il momento giusto per farlo
Ci ho pensato spesso anche io, ma a 7 anni ancora nn lho fatto…
Marica - Aprovadimamma dice
che mal di stomaco, mentre provavo ad immaginarmi la scena!
Hai fatto tutto quello che ritenevi giusto fare, anche ATTENDERE a spaventarti. Ora hai più “esperienza” e sarà quella a guidarti nelle prossime volte che AUGURO A TE E A TUTTE non capitino mai.
PS – io non ho mai lasciato andare mia figlia nuda sulla spiaggia, dopo che ho letto un articolo sull’uso improprio dei telefonini con fotocamera da parte dei pedofili sulle spiagge. Dobbiamo avere molti più occhi di quelli che abbiamo.
yayabmamma dice
Grazie!
liz dice
Ho i brividi al solo pensiero …sono mamma, l’articolo di Baldoni l’ho letto tempo fa e il pugno nello stomaco ancora lo sento … c’è un libro per spiegare la pedofilia ai bambini creato dall’unione europea, consiglio a tutte le mamme di scaricarlo gratuitamente. parliamo con i nostri bambini a cuore aperto!
Serena dice
Cavoli! Sei stata bravissima a parlare con loro. Purtroppo non ho nessuna risposta alle tue domande, solo moltissimi dubbi. Un abbraccio