L’Italia di questi giorni è più ferita del solito.
Questo non è un blog di attualità ma ci sono fatti sui quali è doveroso non starsene zitti.
Hanno toccato i nostri figli.
E lo hanno fatto dentro una scuola. Dove si dovrebbe imparare a diventare grandi, si impara a morire. Dove si dovrebbe imparare la fiducia, la stima, la costruzione di una personalità si impara la distruzione. Dove si posano le prime piccole pietruzze di un futuro ancora tutto da guardare in faccia, si perde non solo la vita ma la speranza di poterlo fare.
Nemmeno il tempo di metabolizzare e un sisma ha ammazzato 7 persone, ne ha ferite più di 50 e ha tolto la casa a quattromila uomini, donne, bmabini e anziani.
Tutto quello che ho da dire sul terremoto, l’ho fatto QUI.
In Abruzzo ho la mia gente, in Emilia ci sono nata e ci vivo.
E ogni volta è come la prima. Ogni volta che la tua terra trema, ogni volta è anche come l’ultima. E la casa, il rifugio, l’alcova si trasforma in trappola, come nel peggiore degli incubi.
E poi c’è la notte. La notte, che amplifica il terrore ancestrale e diventa incalcolabile.
E poi, ancora c’è lo status, che quando sei madre delinea le priorità. Trema tutto, pensi che stavolta forse morirai, ma la tua prima e unica preoccupazione non è per te stessa. I bambini dormono nella stanza accanto ed è a tenere in caldo i loro sogni che devi pensare. A costo di morire tu. Come tutte le madri e padri del mondo.
Sgarbi ha aperto la bocca un’altra volta inutilmente. E io sono arrabbiatissima. Gli abruzzesi sono un popolo dignitoso e forte. Ruvidi, diretti, sinceri, non lamentosi. Pastori di indole. La tempra conta. E così hanno affrontato non solo il terremoto, ma anche la non-ricostruzione. Non solo la perdita di tutto, ma anche la distruzione della speranza davanti a quelle intercettazioni vergognose.
Noi Emiliani, ci tireremo fuori, spero con pari dignità.
E Sgarbi ci potrebbe aiutare. Tacendo.
Terremoto è la dissoluzione di un tessuto sociale, di una comunanza di idee, di tradizioni e di persone che devono allontanarsi.
Uccelli che trasmigrano in un mondo nuovo che non conoscono e che spesso a malapena li sopporta.
Il terremoto è una attenzione spasmodica, diversa, verso quello che ti circonda, in cui segui dei segni.
Fai associazioni strane dapprima inconscie e poi ragionate, in un ragionamento che sragiona, con la temperatura, col cielo , col suo colore, con l’abbaiare dei cani, col fissare un punto immaginario, del muso dei gatti, con strani silenzi e resti li in attesa di un evento, che potrebbe toglierti anche quelle poche certezze che ti sono rimaste, gli oggetti che hai recuperato dalla tua casa, il vestito che hai addosso.
E’ il ritorno primordiale ad una situazione atavica di un sentire contradditorio, da un egoismo estremo per la salvezza della tua vita ad un ritrovarti fratello con persone, fino ad un momento prima, sconosciute.Terremoto è un rumore sotterraneo, un boato cupo borbottante, e poi un moto sussultorio ed ondulatorio della terra, fenditure che si aprono intorno a te, crepe alle pareti, mancanza di luce, buio assoluto dentro e fuori, armadi che come mostri si piegano verso di te, tegole che volano come uccelli, fumo e polvere, dall’odore acre e pungente, che ti avvolge tutto e che trasforma cose e persone, facendoli divenire fantasmi
o maschere bianche del carnevale.
Quando ritorna la luce intorno a te tutto è cambiato, hai perso i punti di riferimento, non sai dove e come andare, non sai neppure se vuoi andare in qualche luogo.Terremoto è anche la paura di ricordare, il desiderio di dimenticare eventi come se mai fossero accaduti, rimuovendoli dalla nostra coscienza.
Forse conviene accettare quel dolore e quell’angoscia, accettarla subito, nella immediatezza del fatto, per poi superarla dopo, piuttosto che sopirla dentro.
Adesso, noi che stiamo bene, che abbiamo un tetto e non abbiamo perso niente, anziché fare gli opinion leader, dobbiamo fare solo una cosa:
AIUTARE
Per chi si trova sul luogo:
- Mirandola: i tecnici consigliano di NON entrare nelle abitazioni in caso di danni e lesioni visibili (anche solo intonaci staccati), ed anche se non si vedono crepe, occorre prestare attenzione alle case e strutture adiacenti. Ricordiamo che per segnalare danni è attivo il punto informativo comunale (nelle capannine della Fiera di fronte al Teatro Nuovo di Mirandola). Dopo la mappatura degli edifici partiranno le verifiche sull’abitabilità.
Per tutti coloro che non hanno ancora potuto fare ritorno a casa ricordiamo che pasti caldi vengono distribuiti dai volontari negli stand di fianco al Teatro.
Importante: è stato attivato il numero della Sala Operativa Emergenze: 0535/24014. - Finale Emilia: dal sito del Comune “avviso alla cittadinanza per gli edifici che non si trovano in zona rossa se non hanno subito danni visibili (nessun crollo, niente calcinacci, nessuna nuova crepa o peggioramento crepe persistenti): sistemarsi al piano terra, mantenere una via di uscita sempre libera, si possono utilizzare energia elettrica, gas e acqua potabile, si consiglia di tenere alto il livello di attenzione”.
Per aiutare:
- Il Comune di Mirandola cerca professionisti (ingegneri e architetti) per aiutare i tecnici nelle verifiche agli edifici. Chi volesse proporsi può contattare la Polizia Municipale di Mirandola al 0535/611039 oppure al numero verde 800/197197.
- Proprietari di Hotel, B&B, Motel, locande o anche privati cittadini che si sentono di aiutare nella zona di Modena o Carpi o comunque limitrofa alla zone di Finale, ci sarebbe bisogno di posti per la notte. Se qualcuno fosse disponibile può contattare il Comando della Polizia Municipale di Mirandola 0535/611039 che smisterà le chiamate o Comando Carabinieri di Finale Emilia 0535/91067 o qualunque istituzione della Zona di Finale Emilia.
- La Provincia di Modena ha attivato un conto corrente sul quale è possibile effettuare versamenti per raccogliere risorse che saranno interamente devolute alle persone colpite dal terremoto: codice Iban IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicare la causale “terremoto maggio 2012” (per maggiori info clicca qui)
Dal sito VolontariaMo
Psicotaxi dice
ho portato una donna – la usa testimonianza è stata forte, sentita, era sconvolta
http://www.psicotaxi.it/2012/05/20/un-fine-settimana-tranquillo/
sara chiccolain dice
E’ da quando è venuto il terremoto in Abruzzo (io sto a Roma ed anche qui si era sentito) che non mi scordo quella sensazione di panico e preoccupazione per la salvezza di mio figlio… adesso che sono 2 a volte ho pensieri assurdi tipo “Se prendo in braccio la piccola e se il padre (che al momento ha male ad un ginocchio) non riesce a prendere il braccio il grande di 4 anni come faccio a prenderlo io e scappare nello stesso tempo (od in un tempo breve)?”
Luca dice
Grazie per questi sguardi. E per la tua concretezza.
Condivido su FB e Twitter.
ManuAcrobata dice
Verissimo, da madre ogni reazione e’ tesa alla salvaguardia dei nostri figli. E il non riuscire a farlo e’ la paura piu grande…
francesca dice
Io sono di Mirandola, anche se vivo in spagna. I miei genitori sono stati evacuati, immagina come sto. Mi arrivano poi notizie frammentate, magari per non farmi preoccupare, magari perché stanno meglio di altri. grazie.
Monica dice
Lo sguardo con cui sai attraversare la realtà è prezioso.
Grazie.