Un po’ come accade quando ti rendi conto che un’occasione non si ripresenterà mai più e tu l’hai lasciata correre senza approfondirla. Ecco, quando si parla di coccole nel pancione, io è così che mi sento. Per questo ne parlo sempre volentieri. Entrambe le volte, sia con Matteo che con Niccolò, la gravidanza è stata una fase di dialogo che non ho avviato come poi ho scoperto che avrei potuto fare.
Io sono figlia di un ginecologo e di un’ostetrica vecchio stampo: ho dunque avuto un approccio alle gravidanze molto scientifico.
Solo dopo anni, quando ho partecipato alla scuola ISPEE dell’ANEP, ho scoperto che, in realtà, il periodo di gestazione rappresenta la primissima forma di dialogo tra la mamma e il suo bambino e la relazione che si instaura in questo periodo favorisce, tra madre e figlio, lo sviluppo di un legame accogliente e amorevole.
Tutto questo ha un nome: bonding (o attaccamento) prenatale, ovvero “la singolare relazione di amore che si sviluppa tra una donna e il suo feto” (Muller, 1993, p. 201).
È un linguaggio da allenare e da godere.
È un alfabeto nuovo e imparare a conoscerlo è come imparare una nuova lingua. Entusiasmante. E, così come accade per le lingue straniere, un bel giorno ti accorgi che, se provi a comunicare, qualcuno ti capisce.
È un nutrimento psico-affettivo per entrambi.
I nove mesi nel pancione della mamma valgono una vita, vediamo, dunque come poter “chiacchierare” con il vostro bambino, fin dalla gravidanza.
I bambini nati con l’esperienza del bonding…nascono in piena coscienza…esplorano il mondo e pensano molto… sanno da dove vengono e dove andranno (J. Raffai)
- Giochi nel pancione
Massaggiatevi la pancia, cullatelo muovendovi, oppure…giocateci! Si, si può fare! Quando lo sentite muovere, rispondetegli con una carezza oppure fate scorrere un dito sulla pancia: il bimbo proverà ad inseguirlo con le manine! - Giochi vocali
Parlate, ripetete suoni monosillabici, leggete una storia, cantate una ninna nanna (vedrete poi, alla nascita che se la ricorderà), fategli ascoltare la musica o il suono di un carillon, raccontategli di voi.
Sapete che la voce della mamma, amplificata dalla cassa toracica, raggiunge il vostro bambino con un’intensità circa 5 o 6 volte superiore rispetto a quella di un’altra persona? - Giochi grafici
Non sapete disegnare? Non importa! Il tempo del disegno è un tempo magico perché permette alla nostra parte razionale di sedarsi un poco e dunque di abbassare lo stress e di placare per un attimo le ansie. È un regalo che fate al vostro bambino. - Analisi del bonding
Con l’aiuto di un esperto formato (tutor prenatale), potrete farvi aiutare in questo bellissimo cammino di scoperta di un linguaggio apparentemente intraducibile, ma in realtà semplice e indimenticabile.
Il linguaggio dell’amore non si dimentica più. Io ho imparato ad utilizzarlo un po’ dopo e me ne rammarico. Non perdete l’occasione come me: parlategli, cantategli, giocateci, disegnatelo. Insomma, ditegli che lo amate, perché lui vi sta ascoltando.
Se un bambino
durante i primi nove mesi della sua esistenza intrauterina
è stato ascoltato
perché i suoi genitori sapevano che era capace di comunicare…
è stato capito
perché è stato ascoltato…
è stato accarezzato
perché i suoi genitori sapevano che era sensibile…
è stato accudito
perché è stato desiderato, ascoltato, capito e coccolato…
questo bambino, che è sempre stato accolto,
nascerà e crescerà pensando di valere molto,
si rispetterà e amerà se stesso,
perché è sempre stato rispettato e amato
sin dall’alba della sua esistenza,
quando per la prima volta si è affacciato alla vita
nel grembo di sua madre.
(Gabriella Arrigoni Ferrari, La comunicazione e il dialogo dei nove mesi)
Questo post fa parte del progetto Il Lab della nutrizione e della crescita promosso da Mellin. Quattro blog di rilievo nel settore della maternità (oltre a me, Genitoricrescono, Mammafelice e Periodo Fertile) insieme alle loro lettrici, potranno essere co-creatori di contenuti, utili per tutti i genitori, sui temi della nutrizione e della crescita, che poi confluiranno in un sito, insieme alle voci di diversi esperti.
Oltre al tema di oggi, nelle prossime settimane parleremo anche di allattamento, svezzamento e bambini da 1 a 3 anni. Su ciascun tema avrete l’occasione, oltre che di confrontarvi, anche di dialogare con esperti psicologi e medici che leggeranno i post e le vostre conversazioni e saranno a vostra disposizione per dubbi e domande per tutta la durata del progetto.
E voi? Avete comunicato con i vostri bimbi nel pancione? Come? Che esperienze avete da condividere?
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Tarta dice
Io lo penso tanto, lo visualizzo dentro me come una luce di energia calda e gioco con lui a nascondino o ad acchiapparsi: aspetto che si muova e vado a carezzarlo, poi gli do un colpetto e attendo che si faccia sentire in un altro punto o che si nasconda restando immobile posato contro le pareti dell’utero in attesa che io lo trovi e lo carezzi di nuovo.
Sono fortunata, non conoscevo questa teoria, ma il mio piccolo mi ha iniziato a cercare dal 4 mese e non mi ha dato tregua finché non ho capito che voleva giocare ed essere carezzato
Dott.ssa Raffaella Conconi - Psicologa dice
Moltissimi studi concordano sul fatto che il bimbo prenatale sia in grado di ricevere e reagire a suoni, voci, rumori, odori che giungono dalla cavità endouterina e dall’ambiente esterno, sostenendo una capacità, seppur limitata alle sue possibilità, di relazionarsi ad esso.
Diventa così di notevole importanza stimolare adeguatamente il bambino (con suoni, carezze, parole) e imparare a riconoscere le sue reazioni a questi stimoli. Riconoscere al feto la competenza di recepire e rispondere alle nostre sollecitazioni significa principalmente riconoscere al bambino una vita psichica, un’identità biologica, psicologica ed emotiva ed una capacità comunicativa e relazionale già in essere.
In questa prospettiva la nascita di un bambino non costituirà l’incontro con uno sconosciuto, ma sarà il riconoscimento di quel bambino a cui per nove mesi ci si è dedicati, che abbiamo coccolato, con il quale abbiamo parlato e giocato, in una continuità relazionale e affettiva capace di garantirgli un sano sviluppo psicoemotivo.
Mammaimperfetta dice
Unatarda, il cordone ombelicale endo ed extra uterino è un’immagine potentissima. :wub:
unatanarda dice
Le mie coccole al pancino sono iniziate fin da prima del test, quando quella sensazione di una nuova consapevolezza risiedeva nella mia mente e già nel mio corpo.
Uno dei primi acquisti è stato un carillon che regolarmente veniva proposto alla mia pancia la sera, prima della nanna. Un suono che poi abbiamo fatto ascoltare alla nostra piccola a 6 ore dalla nascita. La comunicazione è stata efficace, e l’ho capito quando ho visto sul suo viso un abbozzo di sorriso e un dolce movimento di mani come a dirci “Ok ok lo conosco questo suono! Grazie!”.
In 39 settimane ho comunicato in ogni modo con la mia bimba, soprattutto stimolandola con dei colpetti quando decidevo che era troppo tempo che non mi “parlava”….che mamma dispettosa?
E poi la routine del dopo doccia con i massaggi alla pancia con l’olio alle mandorle che poi ha ritrovato anche fuori nel suo post bagnetto, come un sottile filo conduttore, un cordone ombelicale tra prima e dopo. 🙂
Mammaimperfetta dice
Si, si, Monica. Questa è una delle prime cose che ci hanno insegnato.
Crescere e svilupparsi nell’amore ovviamente fa bene, ma se l’amore è intermittente, non c’è da farsi venire sensi di colpa.
Immagino che ora sarai attaccatissima a questo bambino. Sai, io ho fatto lo stesso con Niccolò, quando è nato, come sai, ha pianto per 6 mesi 23 ore al giorno e io ammetto di averlo veramente mal sopportato. Guai a chi me lo sfiora oggi.
Imperfetta eccome! dice
Ho tre figli. due dal primo matrimonio e il terzo voluto fortemente ma più per amore verso il mio nuovo compagno che per me. Caso vuole che nel momento in cui il test è risultato positivo ho anche iniziato a lavorare in proprio. Le mie attenzioni verso il pancione sono state scarse, a volte ero infastidita da questo peso che mi procurava tremendi attacchi di sciatalgia. In quel periodo poi, è arrivata una forte crisi tra me e il mio compagno a causa di una grave incomprensione. Ho passato nottate intere tenendo stretta la pancia e piangendo tutte le mie lacrime. E il giorno dopo le solite 10 ore di lavoro a tenermi compagnia. Mio figlio a dispetto di tutto è nato grande, grosso e sanissimo. Devo dire, “dall’alto” della mia esperienza che è proprio un bimbo bello e forte, sorride sempre, quasi a tranquillizzarmi che lui sta bene, che non gli ho fatto del male. Si sveglia, mi guarda e sorride con una dolcezza da togliere il fiato… Mi aggrappo a questa frase “non c’è nulla di irrecuperabile” e mi auguro che sia vera, perchè nonostante tutto lo amo dell’amore che solo una madre può provare.
MammaImperfetta dice
Ciao Francesca.
Si li conosco ma sono un po’ controversi.
Vengono usati anche nel rivolgimento del podalico, però con cautela perchè le intermittenze possono infastidire il bimbo.
Francesca dice
Quando, ormai 9 anni fa (ma spero presto ancora) aspettavo Lorenzo conoscevo
solo la musica come coccola. E dunque ho utilizzato solo quella.
I giochi di luce li conosci? Cosa ne pensi?
Mammaimperfetta dice
Simona, questa è un’ottima domanda per la psicologa.
Anche io me lo sono chiesto. All’ANEP ci hanno spiegato che in realtà, pur avendo la vita prenatale un imprinting sulla persona futura, non c’è nulla di irrecuperabile. Anche se i messaggi ricevuti non sono stati positivi o amorevoli fin da subito, appunto, grazie al bonding, si può cambiare e invertire la comunicazone con il proprio bambino.
IoMamma, i massaggi profumati, che bello!
Sai che il massaggio in gravidanza è un ottimo metodo per preparare il bambino alla nascita? Se lo unisci alle visualizzazioni (la testa del bambino che scende verso il basso, eccetera), oltretutto, puoi fare un gran lavoro aiutandolo ad assumere la posizione corretta.
IoMamma dice
Ricordo con immensa serenità il mio pancione. io e mio marito sapevamo che lì c’era la nostra creatura e le coccole sono iniziate molto presto. abbiamo ascoltato insieme tanta musica, classica per rilassarci, ambient per godere degli attimi lunghi ore, rock perchè come diceva papà, la mia piccola deve essere un intenditrice ed amare i grandi del passato e non, disco, perchè piace alla mamma e insieme ballavamo (e so che piaceva anche a lei, sentivo i suoi piedini). E si parlava, del tempo, di noi che la aspettavamo. E la sera io e lei ci coccolavamo con tanti massaggi profumati: creme alla vaniglia, al cioccolato bianco, al creme caramel erano le nostre preferite e la invitavo a “sentirle”. Eravamo già un trio perfetto :tongue:
Simona dice
La teoria dell’attaccamento prenatale è davvero affascinante.
Io ho giocato molto con mio figlio quando era nella pancia e lui rispondeva ai giochi. Era davvero emozionante.
È vero che “9 mesi valgono una vita” ma mi chiedo: come veicolare questo messaggio di imprinting della salute, diciamo così, alle
donne che hanno la pancia abitata contro il loro volere, che non hanno cercato la gravidanza?