Domanda
Gent.le Dottoressa Agnone,
le scrivo per avere un suo parere circa il problema che abbiamo con il nostro bambino di 4 anni.
Il nostro piccolo è nato con una grave cardiopatia, ha subito 2 interventi ed è stato sotto farmaci fino ai 18 mesi, abbiamo fatto uno svezzamento molto lungo proprio per questo motivo, e spesso alle sue richieste di assaggiare il cibo abbiamo risposto di no.
Il piccolo ha sempre mangiato tutto e con appetito questo fino ai 18 mesi quando abbiamo cominciato a dargli il cibo a pezzetti che da subito non ha gradito.
La situazione è degenerata e ad oggi il bimbo mangia solo: pasta in bianco, parmigiano, pane e pizza e ovviamente tutti dolciumi e schifezze varie.
Non assaggia nulla, se proponiamo qualcosa di diverso salta il pasto e rimane con la fame.
A settembre di quest’anno ha iniziato l’asilo e nemmeno all’asilo ha assaggiato cibi nuovi.
Noi non sappiamo più cosa fare, abbiamo provato con i premi, con castighi, a fare gli indifferenti ma nulla, anzi abbiamo solo peggiorato la situazione perché ha escluso ulteriori alimenti.
Se per caso proviamo anche solo a mettergli un pezzetto nel piatto lo lancia via, se fatto assaggiare per forza lo vomita.
Sono preoccupata perché penso non stia prendendo i nutrienti necessari per la sua crescita.
Inoltre mio figlio ha un carattere molto forte, non ascolta, e ai nostri no risponde girandosi contro con schiaffi pugni o lanciando gli oggetti, stesso comportamento tiene con i suoi coetanei che spesso lo escludono dai giochi in quanto manesco.
Abbiamo iniziato con i castighi che ogni tanto funzionano, ma non rispetta nemmeno questi perché si alza di continuo e si ribella, io sono frustrata, il non riuscire a trovare un modo di comunicare con lui mi deprime molto.
Ultima cosa, non avvisa ancora quando deve andare in bagno, se non quando ne ha già fatta un po’, dobbiamo essere sempre noi a portarlo a fare la pipì mentre per la cacca l’80% delle volte se la fa addosso.
Ho provato a lasciarlo sporco a fare il gioco con le crocette a premi ma anche qui non ho ottenuto nessun risultato.
Ha qualche consiglio?
Grazie
Risposta
Carissima mamma,
comprendo che la tua famiglia ha attraversato degli anni difficili dalla nascita del piccolo. Difficili per la cardiopatia, per le paure che avete dovuto affrontare, difficili perché la malattia stravolge sempre il normale percorso di crescita di una famiglia.
Credo che abbiate fatto il possibile per trovare le soluzioni migliori, e sono certa che le vostre risorse sono state messe in campo.
In questo vi ammiro, e vi faccio i miei complimenti.
Proprio adesso, che la situazione si evolve verso una condizione più serena, che si normalizza (mi pare di capire che il clima sia adesso di “scampato pericolo”) emergono le criticità che prima erano in secondo piano a causa dell’emergenza.
Credo che questo sia il punto della questione che mi poni: posso solo immaginare, dal momento che non ho di voi una conoscenza diretta, che nel rapporto che avete con la nutrizione del piccolo entrino in gioco molti fattori, e che questi debbano adesso diventare oggetto della vostra attenzione.
Il cibo, lo sappiamo, non è solo veicolo di nutrimento, ma anche di emozioni, affetti, di relazione. Non è facile dare l’imprinting a un ambito così fondamentale della nostra esistenza quando tutte le energie sono concentrate sulla sopravvivenza e sulla risoluzione di una criticità. Ne consegue che tutte le tappe dello sviluppo devono essere riconformate alla specificità della situazione.
Questa situazione si intreccia certamente con l’età di vostro figlio, l’età della ribellione alla ricerca dell’autonomia: non mai è facile gestire questa fase critica, che di solito comincia intorno ai tre anni, ancor meno quando nel vostro sfondo c’è la situazione sopra descritta.
Credo che vada fatto un lavoro su due piani: uno, di tipo più pedagogico, riguarda tutte le cose concrete da fare e dire rispetto all’alimentazione del piccolo; un’altra invece riguarda le dinamiche emotive che il tema “nutrizione” innesca nella vostra famiglia.
Nel primo caso è importante che ricordiate che non c’è nulla di impossibile, quando i genitori sono convinti della “bontà” di una prassi educativa: dovete essere i primi ad esser convinti della necessità di dare delle regole che riguardano la sana alimentazione. Nel vostro caso è necessario ripartire da zero, e ripercorrere in modo sano e sereno le tappe dell’alimentazione che, quando era il loro momento, sono state affrontate diversamente per la peculiarità della situazione.
Nel secondo caso, indissolubile rispetto al primo, è importante che iniziate un percorso di coppia, di sostegno alla genitorialità, che vi permetta di lavorare sui quei processi che vi hanno portato al momento in cui siete, e che rappresenta una possibilità di crescita.
Ritengo che sia prioritario e importante che voi abbiate cura, adesso, di questo aspetto, data la delicatezza della questione: vi serve qualcuno che vi dia sostegno per correggere il tiro, rieducare il bimbo al mangiar bene, e nello stesso tempo ascolti le vostre preoccupazioni, ansie, paure ed incertezze.
Sono a vostra disposizione, se lo desiderate, per aiutarvi nella scelta di uno psicoterapeuta familiare, rispetto alle risorse del vostro territorio.
Certa che la questione si risolverà, vi faccio i miei migliori auguri.
Paola dice
Salve, mi chiamo Paola e ho una figlia di 17 anni che mangia solo schifezze.
La pasta la mangia pochissima, la carne non la tocca nemmeno e ogni volta la stessa storia: “Non mi va” oppure “Sono piena”.
Posso capire le altre figlie, una di 14 anni che mangia sempre di tutto e lascia sempre il piatto pulito anche se va di fretta, e quella di 12 anni che, secondo la pediatra, deve mangiare finché ne ha voglia, ma quella di 17 anni esagera: una volta, per esempio, l’ho beccata a mangiare delle merendine al cioccolato. Lei esce spesso, il problema è ciò che mangia: mangia sempre volentieri salumi, fritti, dolci e io non voglio che diventi sovrappeso o, peggio ancora, obesa. Come posso fare?
annamaria dice
Mi piacerebbe capire il seguito, ossia se il ricorrere ad uno psicoterapeuta possa davvero aiutare e in che modo. grazie