Io ho giocato tantissimo, l’ho fatto fino all’adolescenza. E mi reputo fortunata: si sa, infatti, che nel gioco si struttura l’identità e si sviluppano abilità sociali speciali. “Non smettete di giocare e vivrete più a lungo” era il consiglio che il grande pediatra Glenn Austin dava ai genitori dei suoi piccoli pazienti.
Quando penso alla mia infanzia, ai giochi in particolare, suddivido sempre mentalmente i giochi fisici, materiali, dai giochi “da cortile”.
La maggior parte della mia infanzia è trascorsa in strada, nei cortili. Quando le condizioni atmosferiche o le giornate corte non mi permettevano di uscire, giocavo a casa o nell’androne del palazzo (cosa che non si fa più ora), ma giocavo poco con le bambole e nulla con le Barbie, che mia madre montessoriana, detestava e mi faceva sparire sostituendole con pennelli e creta.
Tornando ai giochi en plein air, dicevo, si correva tutto il pomeriggio.
Così, senza troppo pensare, mi vengono in mente Strega comanda colore e palla avvelenata.
Naturalmente si giocava a nascondino (che resta sempre il gioco più emozionante, anche nella variante “Sardina“, al contrario: una sorta di gioco “cooperativo“, che mira a stimolare non solo l’abilità della velocità ma anche le altre competenze dei bambini (dunque non premia solo i bimbi dotati di rapidità), ma anche a Un, due, tre stella e Fornaio è cotto il pane? Sì, io li ho fatti un po’ tutti questi “giochi senza giochi”.
Si correva, si saltava, ci si rincorreva tutto il giorno, passando da Ruba bandiera ai Quattro cantoni. E ancora, giocavamo allo Scalpo, un gioco di origine scout, o al Rialzo.
E la campana? Vi ricordate la campana? E il gioco della seggiola?
Si, io ho una vera cultura “ruspante”: sui giochi da strada, sono imbattibile 😉
Crescendo è poi arrivata l’epoca dei giochi da tavolo. Sapete che i giochi da tavolo non sono un’invenzione recente? Ricordo racconti del liceo in cui si spiegava che pare risalgano addirittura alla guerra di Troia. Il re Palamede avrebbe, infatti, inventato il gioco dei dadi per riempire i momenti morti dei soldati durante l’assedio della città.
Io non sono mai stata un’appassionata del Monopoli, ma ho avuto una ossessione, lunghissima, per un gioco a cui ogni tanto ripenso: Cluedo. Sì, Cluedo è stata la mia più grande ed esclusiva “passione da tavolo”.
Poi ci sono giochi per i quali l’effetto “madeleine di Proust” è assicurato. E per me questo gioco è Più e meno.
Ce l’ho ancora ed è l’unico gioco della mia infanzia che mia madre non ha buttato, assieme al primo libricino, e, ogni volta che osservo la scatola di questa invenzione di Bruno Munari, mi passa davanti tutta l’infanzia, i pomeriggi con mia mamma sul tappeto: la felicità.
Sì, Più e meno è la mia madeleine.
Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito rese indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa.
(Marcel Proust, La Recherche)
Città del Sole è mia coetanea (quasi, insomma, io ho ancora due anni davanti prima di compierne 40, non affrettiamo i tempi!). Nella mia città nasce quasi assieme a me. È un marchio a cui io sono davvero legata e che, quando ho potuto, ho regalato o fatto regalare anche ai miei figli.
Tutto ciò che ho comprato in questo negozio è durato ANNI. Questo lo voglio veramente gridare!
Nel nido, sul quadriciclo , sul cavallo a dondolo ho cresciuto due figli maschi senza che nessun gioco subisse l’usura. Con i treni Brio e con il Buildo giocano ininterrottamente da 8 (OTTO) anni!
Proprio la Città del Sole, in occasione, appunto, dei 40 anni di storia, insieme ad ActionAid presenta I giochi che non finiscono mai. Un viaggio, un libro fotografico con tante storie vere, un sito, un blog e una mostra, per rendere omaggio alla voglia di continuare a giocare, quell’impulso segreto e vitale che aiuta tutti ad affrontare le sfide della vita.
Da ottobre a gennaio (qui potete trovare l’elenco delle tappe del viaggio), un fotografo, Emanuele Bastoni, e uno scrittore, Luca Carlucci, attraverseranno l’Italia per ritrarre e raccontare storie di donne e uomini con il loro giocattolo preferito, quello che ha trasformato le fantasie di bambini in progetti di vita.
Sul sito www.igiochichenonfinisconomai.it, trovate la descrizione del progetto ma non solo: nella sezione “ritratti” avete la possibilità di inviare la vostra storia e quella del gioco che vi ha ispirato, caricando una foto che vi i ritrae insieme al vostro giocattolo preferito. Città del Sole premierà le tre foto più belle inserendole in una sezione speciale del libro.
Aiutaci a portare quattrocento bambini indiani sui banchi di scuola
Il libro I giochi che non finiscono mai, edito da Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia, sarà distribuito da Città del Sole. I proventi della vendita saranno interamente devoluti alle comunità nomadi Kalbelia, in India, con cui ActionAid sta sviluppando un progetto per la scolarizzazione dei bambini.
ActionAid è presente infatti nelle comunità Kalbelia del Rajasthan dal 2006 sostenendo i centri Kilkari, che garantiscono educazione e supporto ai bambini e sono il punto di riferimento anche per gli adulti.
Grazie a questi centri oggi, oltre 3.000 famiglie hanno migliorato le proprie condizioni di vita accedendo a contributi governativi per la casa e il lavoro.
Il 15 novembre anche Un’idea nelle mani ci racconterà dei giochi che ama. L’elenco delle blogger partecipanti lo trovate su Blogmamma.
Social Network
Segui la Città del Sole su Facebook
Segui la Città del Sole su Twitter
Informazioni
info@igiochichenonfinisconomai.it
ARTICOLO SPONSORIZZATO
silvia-piacerediconoscerti dice
Bei ricordi, sta a noi mamme riproporli ai nostri bimbi troppo “computerizzati”!
Franci dice
Un capolavoro questo post!!! Quanti ricordi…
Io adoro la Città del Sole.
Silvia - Le cose di ogni giorno dice
E il Lupo Mangia Frutta? :cheerful:
Comunque io amo La Città del Sole… prendo sempre un bel po’ di giochi e di regali 🙂