Domanda
Gentile dottoressa,
le scrivo per chiederle un aiuto in quanto mio figlio M. manifesta da qualche tempo paura a rimanere da solo, disturbi nel sonno e si offende subito se qualcuno gli fa notare, anche con la massima serenità e dolcezza, che ha fatto qualcosa che non doveva fare. M. ha cinque anni e da 10 mesi è arrivata una sorellina.
Ha manifestato fin dall’inizio gioia per il suo arrivo mista ad un po’ di gelosia, che, se anche tutti dicono che è normale, capiamo che per lui è stato un grande cambiamento in quanto era il primo figlio e l’unico nipote dei nonni e degli zii. Nonostante abbiamo continuato a dargli le stesse, se non di più, attenzioni di prima, passa da dei momenti di tranquillità e di premure nei confronti della sorellina a momenti in cui le da fastidio fino a che lei scoppia in lacrime. Ha anche manifestato apertamente qualche mese fa la propria gelosia nei confronti della sorellina.
M. è stato sempre un bambino sereno, che dall’età di 6 mesi dorme nella sua cameretta e spesso trascorreva del tempo a giocare anche da solo con lo stereo acceso. Da qualche settimana ha manifestato una paura sempre crescente nel rimanere da solo, anche per andare a prendere un gioco o dei colori in cameretta o per andare in bagno a fare la pipì, mentre continua a preferirei di restare da solo in bagno per gli altri bisogni. Inoltre nei momenti in cui è impegnato e assorto a fare qualcosa, se lo chiamiamo o gli passiamo vicino inaspettatamente si spaventa sobbalzando.
In aggiunta, avendo da poco iniziato la scuola, ha manifestato timore e paura di non essere in grado di fare il libro dell’ultimo anno di materna, nonostante la maestra lo abbia tranquillizzato in tal senso. Inoltre, quando gli spieghiamo come fare delle cose che non sa fare o gli facciamo notare che ha sbagliato a fare qualcosa o che non si è comportato tanto bene in una determinata situazione, si arrabbia subito e comincia a dire che siamo cattivi e non ci vuole più. Infine da una decina di gironi si sveglia durante la notte puntualmente alle 3 ed alle 6 dicendo che ha paura (spesso dice dei ladri, le sottolineo che non abbiamo avuto brutte esperienze in tal senso). Alle 3 dopo averlo tranquillizzato e facendogli un po’ di compagnia si riaddormenta subito mentre alle 6 stenta a prendere sonno e spesso non si addormenta più.
Lo abbiamo sempre curato, di preferenza, con prodotti omeopatici e ultimamente nei momenti in cui i suoi disagi si manifestava in maniera più vistosa, gli abbiamo dato 4 gocce di rescue remedy, non notando tuttavia dei miglioramenti evidenti, anche probabilmente per la sporadicità con la quale gli diamo tali gocce.
Nel salutarla cordialmente, aggiungo che M. è stato sempre un bambino tranquillo, buono, sensibile e abbastanza timido, soprattutto con le persone che non conosce.
La ringrazio per l’aiuto ed i consigli che mi vorrà dare.
M.
Risposta
Cara M.
mi descrive un momento delicato e di grande intensità per ogni famiglia: il riuscire a dare spazio e far convivere le diverse emozioni scatenate dall’arrivo di un secondo figlio, in un equilibrio preesistente. E’ vero, come tutti vi hanno detto, che è normale la gelosia di M. per l’arrivo della sorellina e credo anche che sia importante che lui ve lo abbia comunicato (a volte i piccoli si sentono di non poter dire quelle verità che stridono con i vissuti del resto della famiglia e finiscono con il gestirsi tutto il carico emotivo, non elaborato, da soli…).
L’arrivo in famiglia di un altro figlio stravolge la vita di ogni bambino, e anche se gli vengono rivolte le stesse cure e attenzioni, sussiste un periodo – diverso da bambino a bambino – nel quale c’è da far fronte a nuove emozioni e nel quale il piccolo si trova ad integrare nel proprio mondo una nuova figura che reclama tempo, cure, coccole da parte di tutti. Quindi è importante che i dubbi, le incertezze e le paure trovino spazio per essere ascoltate, accolte e confortate.
Non posso sapere se le paure del piccolo M. siano o meno collegate direttamente con l’arrivo della sorella, resta il fatto che questi suoi atteggiamenti sono un messaggio che ci fa notare che c’è un disagio, da voi colto appieno nella descrizione che mi ha inviato.
Intanto vi suggerisco di provare a riflettere su tutti gli episodi – anche se insignificanti agli occhi di un adulto – che possono essere avvenuti nei giorni precedenti all’inizio delle paure (l’aver visto di sfuggita una scena di un film, aver ascoltato una conversazione, o chiedendo anche alle maestre se all’asilo è successo qualcosa di significativo) per comprendere se ci può essere un motivo concreto nel loro esordio.
Io proverò sulla base delle sue parole a suggerirle una miscela di fiori, ma allo stesso tempo sento di darle un ulteriore piccolo aiuto per permettere al suo bambino di superare i momenti difficili (va benissimo anche il rescue remedy al bisogno, anche più volte durante la notte, o di giorno, se c’è un momento forte di paura).
Per i bimbi tutto è possibile, dunque è importante permettere loro di trovare dei concreti stratagemmi che li rassicurino e distendano.
Un semplice gioco che ho sempre trovato efficace è quello di disegnare le paure.
Innanzitutto il poterlo fare col genitore dona al bambino quella sicurezza necessaria per affrontarle e in secondo luogo il metterle su carta, le allontana materialmente dalla propria interiorità, dove sono amplificate e vissute come ingestibili.
Inoltre, facendosele raccontare, una volta che sono sul foglio, si può creare una narrazione, fatta anche di domande, dove ogni genitore può scoprire elementi che permettano di sciogliere il disagio che c’è dietro e trovare risorse inaspettate (es. da dove vengono questi ladri? Cosa vogliono? Chi o cosa può sconfiggerli?).
Se il bambino non vuole disegnare può farlo il genitore, dandogli ancora di più il significato di avere la situazione sotto controllo: poi sarà il figlio stesso che guiderà il disegno, chiedendo elementi in più, suggerendo colori, personaggi ecc…(es. Disegnamo delle sbarre per mettere in prigione questi ladri…)
Una volta finito il disegno si può decidere dove metterlo per evitare che “ritorni”. Ci sono bambini che preferiscono chiuderlo a chiave in un cassetto, altri che lo vogliono nei rifiuti, altri ancora che lo accartocciano e distruggono…
La dimensione di gioco insieme alla condivisione con mamma e papà, spesso è magica più di qualsiasi rimedio in gocce o pastiglie!
Per quanto riguarda la miscela di fiori, sento in M. due tipi di paure diverse:
- c’è la paura di MIMULUS, il fiore che aiuta a sciogliere i timori con un oggetto specifico (i ladri o i mostri) donando coraggio
- c’è la paura di LARCH, il fiore che sostiene quando manca la fiducia nelle proprie capacità, quando ci si sente incapaci di riuscire a sostenere una prova, come è il caso di M. rispetto al riuscire a terminare il libretto della scuola materna.
- Sento che potrebbe essergli di aiuto anche HOLLY, il fiore dell’amore, come rimedio per l’elaborazione della inevitabile gelosia.
La miscela di questi tre fiori la faccia preparare senza brandy o in aceto di mele e gliene dia 4 gocce per 4 volte al giorno.
Spero che i miei spunti di gioco e riflessione siano benefici per M. e per voi tutti, un caro saluto.
Virginia Cioni – Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Floriterapia (Fiori di Bach)
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