Ci sono momenti che ti riportano dritti all’immagine di te bambina, al tempo che è corso, ai ricordi un po’ offuscati di momenti che ora paiono lontani ma che sono ben incastonati nell’angolo dei ricordi più preziosi.
Ieri ho portato Matteo dall’ortodontista.
Matteo è sempre stato un omino, a un anno era già un bimbo “grande” e con la crescita non ha nessuna voglia di smentirsi. Si è sdraiato, si è fatto guardare la bocca, poi l’hanno portato a fare le lastre, ha voluto vedere sul pc i suoi denti e l’immagine di quel che accadrà da qui a poco.
Era preoccupato.
“Fa male?”
“Ho paura che i miei amici poi non siano più amici”
“Sono proprio tutto strano: ho i piedi piatti e i denti storti”
Il fatto che io abbia fatto ai denti esattamente tutto quanto farà lui (trazioni, apparecchio, estrazioni) l’ha tranquillizzato molto. In questo momento per lui sono l’oracolo e i miei denti bene allineati sono la sua “visualizzazione positiva”.
Il dentista è lo stesso che ha sistemato i miei, 27 anni fa.
Due anni di visite mensili. Due anni di pomeriggi con mio papà. Lavorava molto e aveva poco tempo. Quei pomeriggi a farmi tirare fili e stringere viti erano un appuntamento con lui, più che con il dentista. Il ricordo è molto dolce. Nonostante il dolore, l’impegno, la paura, il tempo rubato ai giochi e agli amici, quei pomeriggi erano per me un momento prezioso, un regalo di qualcosa che per mio papà era molto prezioso: il suo tempo.
Negli anni ho perso questa capacità di trovare sempre e rapidamente il lato positivo. Anzi no, credo di essere una persona piuttosto ottimista. Diciamo che però ho alzato l’asticella della positività, che, dunque, è più difficile da trovare, soprattutto in mezzo al caos, alla fatica e all’affanno.
Matteo però no.
Lui questa capacità ce l’ha ancora tutta. La sua asticella, come quella della maggior parte dei bambini sereni, è ancora fortunatamente bassa.
“Mamma, mi devo mettere l’apparecchio ma sono felice perché ho imparato una parola nuova: ‘ortognatodontista’. E anche che ‘orto’, vuol dire dritto e ‘gnato’ significa mascella”.
Mi sono commossa.
Anche un’attività poco divertente può trasformarsì, nel cuore di un bambino, in un momento esclusivo di attenzione e cura. Un momento in cui sentirsi un po’ speciali.
Quello che spero è che questi due anni di visite che ci aspettano potranno, in futuro, occupare lo stesso prezioso posto dei ricordi speciali che quei pomeriggi con papà occupano ora per me.
Non dipende da lui, dipende da me.
Che cosa fanno i bambini tutto il giorno? Fabbricano ricordi”.
Mammaimperfetta dice
Supermamma, anche lui ha il retrocalcagno valgo. 🙂
supermamma dice
Cosa ha tuo figlio una seconda classe? Io ho First con la seconda classe e Second con la terza ed entrambi hanno il calcagno valgo e portano i plantari, forse ci dovevamo impegnare un po di più con questi bambini?!?!
Anna dice
Io credo che farò leggere al mio questo tuo post. Poesia pura.
Francesca dice
Bello, Silvia. :’-)
Chiara dice
L’arte di esprimere pensieri comuni in maniera raffinata e sempre equilibrata. Mai melensa, pietista. Sì, che sei una persona positiva è chiaro. Profonda ma positiva: due doti che non sempre vanno di pari passo.
Matteo è di una bellezza sconvolgente.
Franci dice
Una perla al mese toglie le ansie di torno. Sei fantastica. L’asticella della positività mi farà pensare per un po’. Come al solito.
Siro dice
Anche io ho il tuo stesso ricordo di bambina, con mia madre invece che mio padre. Stesse sensazioni, che hai saputo rendere benissimo.
arianna dice
Scritto benissimo, come al solito.