Domanda
Gentile dott.ssa mi rivolgo a lei.
Sono la mamma di un meraviglioso bambino di 8 mesi.
come molte altre mamme soffro il sonno la notte a causa dei numerosi risvegli placati quasi sempre dal seno.
Il problema principale è che il mio bimbo di giorno dorme, se riesce ad addormentarsi, ma solo in braccio…appena lo metto nella sdraietta, lettino, lettone che sia dopo 5 min, se va bene, si sveglia agitato, allora gli faccio fare il ruttino ma per farlo dormire devo tenerlo in braccio.
Da piccolino era bravissimo, ha passato un mese e mezzo che dormiva tutta la notte, lo mettevo nel lettino e lo addormentavo da semisveglio.
Ora è una tragedia, se per esempio si addormenta in macchina quando appoggia la testa nel lettino spalanca gli occhi e fa i suoi versetti per giocare un po’ poi per riaddormentarlo dopo che ci si gioca un po’ ci vuole sempre il seno.
Questo per me non è un grosso problema perchè vorrei svezzarlo in modo naturale, cioè vorrei che fosse lui a non chiederlo più. ma vorrei anche il mio “vecchio” e bravissimo bambino.
Non so cosa sia successo ma da quando siamo andati in Calabria dai suoi nonni (abitiamo in Emilia-Romagna) sono 3 mesi che ha ripreso questo comportamento che aveva i primissimi mesi.
Vivo con lui in braccio.
Grazie
L.
Domanda
Buongiorno,
sono la mamma di una bimba di 3 anni che da una decina di giorni si sveglia ogni mattina alle 4 e non riesce più ad addormentarsi. Viene nel lettone ma non c’è più verso di farla riaddormentare. In questo periodo è anche molto nervosa e sembra a momenti sovraeccitata.
Premetto che lei si è sempre svegliata abbastanza presto al mattino, intorno alle 6, 6.30, ma adesso è veramente troppo presto.
Alla sera va a dormire sempre intorno alle 21.00 e al pomeriggio di media dorme 1h – 1h 1/2.
Diciamo che da una decina di giorni è tornata alla scuola materna dopo un’assenza di 6 settimane, prima per influenze varie e poi perchè siamo andati tutti in vacanza. Ho anche un’altra bimba di 18 mesi e non so se possa anche influire un po’ di gelosia. È certo che il tempo da passare insieme è abbastanza poco, io lavoro e passo fuori casa più di 9 ore e quando torno sono assalita da tutte e due.
La piccola poi non accetta molto che io possa dare attenzini solo alla sorella maggiore e quindi forse lei, insieme al ritorno alla scuola materna, ne sta risentendo.
Non so cosa fare ma sono stanca…il non dormire per me è micidiale, divento nervosa e a volte la sgrido, ma ho capito che è solo controproducente, anche se non so trovare la causa di questo risveglio prima dell’alba e sto impazzendo.
Domanda
Gentile dott.ssa,
le scrivo in preda allo sconforto! Sarò esagerata, ma il momento della messa a letto è diventato per me il peggiore della giornata! Ho due bimbe 26 e 10 mesi. Dormono insieme da un paio di mesi, prima va a nanna la piccola e dopo mezz’oretta la grande. Fino a poche settimane fa la grande andava a letto molto serenamente: da sola con la sua camomilla, buio, porta chiusa e buona notte. Se chiamava o faceva confusione bastava un “schhhht” dal corridoio e lei si metteva tranquilla a dormire fino a mattina. Ultimamente quando la mettiamo a nanna, dopo la cena insieme, la fiaba, le coccole ecc, va a letto tranquilla come prima solo che dopo pochi minuti comincia a chiamare con “prepotenza”. Se non le dai retta degenera fino a svegliare la sorella, se vai da lei si calma per un po’ ma dopo poco che sei andata via ricomincia da capo, chiede camomilla e altro (tra l’altro impedendomi di eliminare questo vizio della camomilla!).
La cosa va avanti anche un’ora e mezza o due! Va a letto verso le 20.45/21.00 e al pomeriggio dopo l’asilo dorme bene (devo svegliarla io dopo due ore): la sera è comunque molto stanca.
Non so proprio più cosa fare! Immagino possa esserci una gelosia nei confronti della sorella e per questo cerco di darle una bella dose di coccole prima della nanna o durante la giornata, anche se ovviamente la sorellina c’è, è presente e sicuramente è più dipendente da me rispetto alla grande! Non so come tornare alla nanna serena! Ora si sveglia anche di notte almeno una volta.
Per il momento la mia unica soluzione è lasciare che sia il papà a gestire la giostrina della messa a letto, perché a me snerva e va a finire che mi arrabbio! Con lui non cambia nulla ma almeno è più rilassato di me!
Grazie per l’attenzione.
Risposta
Riceviamo queste tre mail quasi contemporaneamente e cogliamo l’occasione per condividere qualche riflessione sul sonno dei bambini, di cui gli adulti parlano molto e spesso.
Uno di quegli argomenti su cui tutti hanno un’opinione, un’esperienza, dei metodi che sembrano più efficaci degli altri. Dal discusso Fate la nanna di Estivill (recentemente messo in discussione dallo stesso autore) al co-sleeping tanto frequente in altre culture quanto osservato con perplessità dalle nostre parti.
Ci si confronta tra genitori, si leggono informazioni su blog e libri specializzati, si domanda al pediatra e -con le stesse aspettative- anche al panettiere o alla vicina di casa, raccogliendo pareri e abitudini contrastanti, nella speranza di trovare la ricetta magica e definitiva.
Di scoprire le cause di un tale disagio. Di capire quello che è normale e quello che invece non lo è.
La fisiologia del sonno
A me la parola normalità non piace molto, preferisco provare a definire qual è la fisiologia del sonno nella nostra specie, a cosa serve e come noi genitori possiamo favorirla.
Il sonno è per tutti i bambini relazione e contemporaneamente necessità fisiologica, per ricaricarsi di energie e per crescere in modo sano. La quantità di ore sonno cambia ovviamente in base all’età: in media il neonato dorme per circa 20 ore al giorno, verso l’anno le ore diventano circa 15, dai 2 ai 4 anni circa 13, dai 5 ai 10 circa 12 ore e dopo i dieci anni 10 ore sono più che sufficienti.
Oltre a questi valori standard è da tenere presente una variabilità individuale, esattamente come per noi adulti: c’è chi ama dormire molto e chi invece dorme solo il minimo indispensabile, a volte neppure quello come sa bene chi soffre di insonnia. Nell’ambito neuropsicologico esiste una suddivisione tra allodole (che amano dormire presto e svegliarsi presto) e gufi (che si addormentano e si svegliano tardi), qual è il vostro stile? E quello dei vostri figli? Queste preferenze ovviamente non sono problematiche di per sé ma devono essere considerate per sintonizzare i ritmi della vita familiare con il ritmo dei bambini e degli adulti.
Il meccanismo sonno-veglia
Al di là di quello che riguarda il tempo dedicato al sonno cerchiamo di comprendere come funziona il meccanismo sonno-veglia: i piccoli dei mammiferi (quindi anche i neonati umani) alla nascita non sono forniti della capacità di filtrare e bloccare gli stimoli esterni e sono estremamente suscettibili al risveglio in fasi specifiche. Questo significa che per i primi 3/4 anni di vita i bambini attraversano ogni ora una fase di vulnerabilità in cui possono risvegliarsi con maggiore facilità perché non sanno ancora bloccare gli impulsi esterni che provocano il risveglio, il loro sistema nervoso è in una fase di costruzione e di allerta tale da non consentire uno stop totale e continuativo. Questo -ricordiamolo- è uno dei comportamenti istintivi che hanno consentito alla nostra specie di sopravvivere in ambienti naturali spesso ostili, dove addormentarsi per troppe ore di fila poteva significare anche essere oggetto di aggressioni da parte di animali notturni.
Risvegli notturni
Quindi è del tutto fisiologico che i bambini fino ai 3/4 anni di età abbiano risvegli notturni, non si tratta di disturbi del sonno ma del tempo fisiologico che serve al nostro sistema nervoso per raggiungere una struttura del sonno più profonda, notte dopo notte questa esperienza si stabilizza e diventa una nuova capacità acquisita dal bambino.
I risvegli notturni non sono quindi dovuti necessariamente a cattive abitudini che i genitori hanno dato loro, né a particolari difficoltà del bambino. I bambini che al contrario fin dai primi mesi hanno un sonno più simile a quello dell’adulto e dormono molto precocemente tutta la notte o buona parte di essa senza risvegli sono l’eccezione, non la regola.
Arrivare a dormire tutta la notte è per un bambino (e per la sua famiglia) il risultato di un processo di educazione. E’ una capacità che va appresa con pazienza e allenamento, senza timore di affrontare le fasi più critiche.
Nei risvegli e nella loro qualità possono comunque incidere fattori ambientali, oltre che fisiologici e neurologici. Sia la qualità dell’addormentamento, sia la qualità del carico emotivo con cui il bambino si avvicina al sonno incidono sulla serenità del suo dormire. Tra gli stimoli che possono provocare i risvegli nelle fasi di vulnerabilità infatti ci sono anche paure, novità, ansie o altre fatiche emotive che il bambino può aver vissuto nell’arco della giornata e che si riattivano di notte facendogli richiedere la presenza rassicurante del genitore. Il momento del sonno infatti è comunque un momento affettivamente difficile per il bambino, perché costituisce una separazione dalla giornata appena vissuta e dai genitori. L’opposizione al momento del sonno è sempre dovuta ad un’ansia da separazione che ha il suo culmine attorno ai nove mesi ma che può ripresentarsi attorno ai due anni. Rendere questa separazione quotidiana tollerabile non eviterà magari i risvegli, che come si è visto hanno un significato evolutivo, ma permetterà al bambino di avvicinarsi al sonno con serenità.
Noi adulti
Sono convinta che il nucleo del problema non sia il fatto che il bambino non abbia un sonno continuativo e stabile fin dalla nascita (che come abbiamo visto è un fatto naturale e inevitabile), ma piuttosto legato ad aspettative individuali e sociali che vorrebbero che i bambini fossero piccoli adulti, più facili da gestire nelle nostre vite già complesse e a volte complicate.
I bambini però hanno bisogno di altri ritmi per crescere, hanno il diritto di costruire un sistema biologico e cognitivo stabile e forte, diamogli tempo, rispettiamo la loro modalità.
Aspettiamolo.
Questo è il ruolo degli adulti, se gli altri non riescono a capirlo almeno che lo comprendano mamma e papà. Per i bambini è abbastanza.
In una società dove tutti si aspettano la perfezione da adulti e bambini facciamo rispettare la nostra e la loro imperfezione, perché è quello che ci differenzia dai robot. E per fare questo diventa indispensabile accettare che anche a noi adulti può risultare difficile affrontare la quotidianità con la fatica e con il (comprensibile) nervosismo annesso.
Ricordiamo agli altri e a noi stessi che non si tratta di un problema del nostro bambino ma di una fase evolutiva che va accettata per poter essere superata.
E se è una fase e non un problema il modo di affrontarlo cambia: la situazione va osservata, magari anche in modo strutturato verificando quando il bambino si sveglia più spesso (dentini in arrivo? cambiamenti? emozioni? alimentazione?) e quando invece va meglio.
Un aiuto concreto ed efficace arriva dai rituali utili per costruire una ritmica giorno/attivazione e notte/rilassamento.
Si possono certamente mettere in pratica strategie per fronteggiare la carenza di sonno degli adulti: a seconda delle risorse a disposizione sonnellini diurni, suddividersi i risvegli con il partner, andare a dormire prima del solito, se i figli sono due invitare ogni tanto uno a dormire dai nonni, abbassare le proprie aspettative sulla quantità di cose da fare a casa e cercare di riposare.
Più noi adulti siamo sereni in queste momenti critici più è probabile che durino poco tempo: ai nostri bambini insegnamo tante cose semplicemente affrontando il quotidiano e le sue avversità.
Ecco che il sonno diventa non più un problema ma una buona occasione educativa. Per i nostri bambini e anche per noi adulti.
Dott.ssa Gloria Bevilacqua – Psicologa e Psicoterapeuta
Vedi anche
- Il sonno nei bambini
- Cinque mesi e si sveglia si notte
- Il mio bambino non dorme
- Fiori di Bach per dormire da sola
- Risvegli notturni a 7 mesi
- Fiori di Bach per il sonno della mamma
- Bambina difficile, mamma stravolta
- Sei mesi e non dorme
- Fiori di Bach per una nanna senza risvegli
- 5 anni, la scuola e i risvegli notturni
- Risvegli notturni a 4 anni
simplymamma dice
noi ne siamo nel pieno. la mia prima figlia è una dal sonno iper leggero e ci ha fatto dormire pochissimo. con la seconda avevamo speranza che fosse diverso e invece tutto è ricominciato anche se con sfumature diverse. il problema che la quattrenne ora si risveglia per fantasmi e altro la piccola ha solo 5 mesi e dorme pochissimo. le 15 ora indicate per me sono davvero inesistenti a soli 5 mesi. è dura è dura per noi genitori. sopportare tutta questa stanchezza è faticosissimo e soprattutto non sopporto più i miei momenti di sclero che è inevitabile ci sono. per farmi forza ho fondato un gruppo facebook nel quale con altre mamme ci sosteniamo in questo difficile ruolo di genitori insonni. se posso lascio il link. http://www.facebook.com/groups/366947723402802/