Articolo sponsorizzato
Proprio oggi al lavoro si parlava di vacanze e bambini e si scambiavano esperienze di sopravvivenza alle ferie e ai viaggi con bimbi piccoli.
Ho notato che essenzialmente le famiglie si dividono in due categorie: chi viaggia senza troppi problemi anche con bambini molto piccoli e chi è un po’ più cauto nel lanciarsi in giro per il mondo, almeno fino a quando i bambini non hanno raggiunto le autonomie primarie.
Io appartengo alla seconda categoria ma provo una profonda stima per chi prende e parte senza eccessive preoccupazioni e paure. Ogni volta che qualcuno mi racconta che è partito per luoghi lontani, poco organizzati con bambini piccoli io provo una sensazione a cavallo tra la stima e l’inadeguatezza.
Già, inadeguatezza, incapacità di adattamento. Anche se resto convinta del fatto che qualsiasi scelta compiano i genitori, oltre ad essere dettata dalle sicurezze e insicurezze personali, si incanala sempre con la consapevolezza del bambino che si ha. Io con Niccolò, fortemente reflussante, in terapia farmacologica, con prescrizione di addensante a ogni poppata, urlante 23/24 e insonne, non avrei potuto ambire a nulla di più che un bungalow sulle spiagge marchigiane…mettendo in conto le visite mattutine dei vicini “ma questo bambino ha qualche problema, non è possibile urlare 23 ore al giorno” (“mamma perfetta” del bungalow confinante).
Paradossalmente, dunque, (sempre, appunto, che i bambini siano sani), quando sono molto piccoli e allattati al seno, l’autonomia che resta ai genitori per scegliere luoghi anche lontani è molto più ampia di quando si entra nella fase di svezzamento.
Per come sono fatta io, in quella fase (che tra uno e l’altro avuti piuttosto vicini è durata 3 anni) non avrei potuto nemmeno pensare di occuparmi del loro svezzamento in un qualsiasi luogo non attrezzato. In quegli anni, camping e villaggi hanno segnato le nostre estati e i family hotel le nostre vacanze invernali, quando la situazione permetteva di farle.
So, per aver viaggiato fin da bambina (con i miei genitori e in adolescenza, da sola) che il viaggio è in assoluto l’esperienza più strutturante che un bambino possa vivere.
Ora che sono cresciuti, le scuole bloccano un po’ le utopie, ma io ho un sogno, che forse resterà tale pur non essendo nulla di fantascientifico: una vacanza in camper. Credo che per loro sarebbe un’esperienza indimenticabile. Dove? Beh, se proprio devo sognare mi immagino un coast to coast negli Stati Uniti o una scoperta dei fiordi norvegesi.
Viaggiare è confrontarsi, smettere di guardare e imparare a osservare. Adattarsi, cosa che ora i bambini faticano a fare perché nella vita quotidiana non è più richiesto.Viaggiare è distogliersi dai propri bisogni, spesso superflui e dettati dalla noia. Il viaggio, come scriveva Chatwin, “non soltanto allarga la mente: le dà forma“.
Vuoi scoprire i segreti di viaggio di Elena? Leggili venerdì 14 giugno su Periodo Fertile!
Questo post è offerto da New Loola Bébé Confort, passeggino ultracompatto, dal design innovativo e moderno: il compagno perfetto per le tue vacanze. La sua seduta imbottita, reversibile e completamente reclinabile, lo rende ideale fin dalla nascita.
Mi era persa questo post… forse perché mentre Silvia ha postato e le mamme lettrici commentato io ero proprio ontheroad negli Stati Uniti in camper 😉
Premetto che non e’ il mio viaggio ideale, e non sono l’archetipo della campeggiatrice, mio marito non aveva fatto un giorno di campeggio in vita sua e io una settimana in tenda 20 anni fa! Io preferisco le grandi città in hotel o la solitudine delle isole deserte e lui i villaggi vacanze, ma i nostri figli? Abbiamo tre figli che oggi hanno 11, 8 e 7 anni, ma il primo dei tre viaggi in camper negli Stati Uniti che abbiamo fatto avevano 4, 5 e 8 anni. Da quella vacanza i nostri figli vorrebbero sempre e solo viaggiare in camper. La prima volta ci abbiamo provato, ma poi sono stati loro a chiederci di tornare. Noi pensavamo che erano troppo piccoli per capire, per fissare dei ricordi e per godersi la vacanza, ma ci sbagliavamo. Anche il più piccolo ha dei ricordi indelebili che di tanto in tanto ci ripropone! Se parliamo di vacanze, abbiamo molte possibilità con i bambini, ma se parliamo di viaggi, indubbiamente il viaggio in camper è l’ideale. Sono liberi mentre si viaggia, la parte che loro odiano di più delle vacanze, e sono sempre all’aria aperta, si visitano posti nuovi ogni giorno, ma ci si ferma ogni giorno per qualche ora in un campeggia attrezzato con playground e piscina. E per noi genitori avere una casa che viaggia con noi con tutto il necessario a disposizione e non dover ogni giorno fare e disfare i bagagli non è una comodità da poco. Con il camper, viaggiare con i bambini dall’altra parte del mondo diventa possibile!
La vacanza in camper è fantastica e ringrazierò sempre i miei genitori che da ragazzina mi hanno dato l’opportunità di girare un po’ l’Europa con loro e il loro camper. Ora sono mamma di un bimbo di quasi tre anni e non mi sento ancora di affrontare una vacanza così. Ne riparleremo più avanti.
Credo che l’aspetto più importante, in vacanza, sia la serenità della famiglia e questa si ha quando ci si sente tutti a proprio agio, sicuri. La prima estate di Andrea l’ho voluta trascorrere in montagna, al fresco, e insieme al mio compagno abbiamo optato per un appartamento in una bellissima casa con giardino alle porte di Innsbruck. Mai scelta fu più felice: Andrea aveva un sacco di spazio per poter muovere i primi passi in tutta sicurezza, era in mezzo al verde, ovunque ci spostassimo per gite giornaliere trovavamo tutto perfettamente attrezzato per i bimbi e in più eravamo abbastanza vicini a Innsbruck (avessimo avuto bisogno di un ospedale!). Io ero rilassata perché mi sentivo sicura e così anche il piccolo. Lo scorso anno Alto Adige. Quest’anno proviamo a muoverci un po’ di più, a fare un viaggio un po’ più itinerante che comprende anche un volo, tenendo però sempre presenti le esigenze del piccolo: quindi periodi di spostamenti, alternati a periodi di permanenza nello stesso luogo.
Ho viaggiato tanto per lavoro, andando anche in Paesi del Sud del Mondo dove le condizioni sono spesso al limite. Quando incontravo famiglie con bambini piccoli (quasi sempre straniere) le guardavo un po’ perplessa: comprendevo la voglia di viaggiare e conoscere, però mi chiedevo cosa avrebbero detto i loro piccoli se avessero potuto esprimersi.
Mamma camperista, mi rendo conto che la mia bimba ( 27 mesi ) in camper si trova benissimo, anzi x lei già il camper è la vacanza! Sono io una mamma insicura e troppo ansiosa che ha ridotto i viaggi da quando è arrivata la piccola. Io dico che i pro del camper sono molti: bagno e cucina sempre disponibili ( ideale per i bimbi piccoli ) i contro sono gli spazi ridotti soprattutto in inverno, potrebbe essere difficile tenere chiusi in camper dei bambini dalle 17 ( quando fuori è già buio ) fino all’ora di andare a dormire. In bocca al lupo x la tua utopia.Ile
Per me viaggiare è da sempre una passione e con l’arrivo del piccolo è stato terapeutico: con un bimbo insonne e molto attivo stare chiusa in casa tenendolo in braccio o al seno minava la mia sanità mentale!;)
Quindi andava bene tutto… Tenerlo in braccio mentre eronin giro mi faceva rendere sopportabile tutto anche il sonno!;)
Poi come dici tu i problemi di salute sono un’altra cosa e quindi tutto è da tarare in funzione dei nostri piccoli!:)
Ma ogni volta che parto confesso un po’ d’ansia che cerco di tenere a bada!e lui da sempre è più tranquillo in viaggio che a casa!
Fra
PS io il camper l’adoro!organizziamo un on the road in USA?;)
Io ci sto! Mi offro anche per la guida! Mi piace! 😉
Secondo me hai tirato fuori il punto fondamentale quando hai parlato di consapevolezza. Non si puo’ generalizzare. Oltre alla consapevolezza dei bambini che si hanno bisogna avere consapevolezza di come siamo noi genitori, di cosa ci piace e cosa ci rende sereni.La vacanza dev’essere piacevole.
Esattamente. Infatti, ad esempio, io non potrei mai andare in tenda, per come sono fatta io. Diventerebbe un incubo, tipo la tizia di “Un cowboy con il velo da sposa”. 😀
Io una vacanza in camper l’ho fatta, ma non fa proprio per me, sono insofferente, e con spazi così ridotti i bimbi non hanno fatto altro che bisticciare e fare capricci.
Mi rendo conto che è colpa mia: appartengo, come te, alla seconda categoria e invidio molto la prima, perchè non ho la serenità per andare a spasso con bambini urlanti, preferisco stare a casa, così non disturbiamo nessuno, a parte le mie orecchie
:o(
Infatti Fede. però i miei bimbi cominciano a essere grandicelli, La fase “urlo selvaggio” è passata! In compenso si menano allegramente anche in spazi aperti, per cui figuriamoci in camper!