Domanda
Gentile Dott.ssa Cioni,
sto vivendo un conflitto interiore molto forte. Ho un bimbo di 4 anni e da un po’ di tempo ho iniziato a riflettere sull’idea di un secondo figlio. Mio marito non ha mai avuto dubbi, sono io che non sono mai convinta.
Abbiamo avuto un rapporto completo, quindi potrebbe accadere. Adesso ho una forte ansia e soprattutto sto vivendo un forte senso di colpa nei confronti del mio primo bimbo, che dice di non volere ne fratelli ne sorelle. Lui dice di stare bene: ha gli amici e non vuole nessuno. Addirittura davanti alle domande, che casualmente gli vengono fatte da parenti e amici lui si innervosisce e comincia a piangere disperato.
Io sono molto attaccata a lui e lui a me, davanti alla possibilità di un fratellino non so veramente come potrebbe reagire.
Grazie mille
Simona
Risposta
Cara Simona,
sono moltissimi i bambini che di fronte alla domanda, “vuoi un fratellino?” hanno la stessa risposta “sdegnata” del suo piccolino. A quattro anni il vissuto di un bambino è di onnipotenza paradisiaca, il mondo esiste ancora in funzione sua, quindi qualsiasi elemento che mini questo status quo viene rifiutato per paura di essere estromesso dall’amore dei genitori.
“Lui dice di stare bene, ha gli amici e non vuole nessuno” io credo che una risposta di questo tipo la si possa tenere in considerazione soltanto a partire dai 18 anni, quando la capacità critica è strutturata, ma in primis per se stessi, non per gestire questioni che appartengono a mamma e papà.
Una domanda del genere su un bambino di quattro anni è normale che confonda e provochi angoscia: in qualche modo gli si sta chiedendo di decidere al posto nostro, di prendersi la responsabilità totale dell’arrivo di una nuova vita. Per quanto lo riguarda sta benissimo così: ha la mamma e il papà tutti per sé, perché cambiare?
“Io sono molto attaccata a lui e lui a me, davanti alla possibilità di un fratellino non so veramente come potrebbe reagire” forse è questa la chiave che ci aiuta a comprendere. Finché suo figlio percepirà da parte sua l‘insicurezza, il timore di non riuscire a controllare sue reazioni esasperate, vivrà con estrema paura l’arrivo di un fratellino o sorellina, perché in qualche modo sentirà che lei non è pronta, vivrà in prima persona il suo conflitto, non avendo gli strumenti per affrontarlo.
Quello che serve ai bambini, in ogni situazione è che il genitore faccia da guida, che sia una presenza ferma e rassicurante, soprattutto di fronte ai cambiamenti piccoli o grandi che ci possono essere, anche se questo significa trovare resistenze e opposizioni, necessarie per imparare a gestire la frustrazione.
Sta nel ruolo di genitore far comprendere al bambino, non tanto a parole, ma con gesti e azioni concrete, che nulla è cambiato, che l’amore è lo stesso di prima, la vostra presenza una costanza nella sua piccola vita. Lui magari lo stesso di opporrà, si lamenterà, piangerà, metterà un broncino insostenibile da guardare, perché quello è il suo ruolo di bambino, ma spetta a noi adulti, non ai bambini, l’ultima parola. Perché la respons-abilità (nel suo significato etimologico di capacità di dare risposte) è un fatto da grandi.
In un bel libro che ho già citato tempo fa, e le consiglio di leggere, (Bambini e basta di Irene Bernardini) il sottotitolo è “perché non dobbiamo dimenticare che i grandi siamo noi”.
In questo caso i grandi siete lei e suo marito, che in piena libertà avete tutto il diritto di scegliere di donare alla vostra famiglia un altro bambino o bambina, che sarà un arricchimento per tutti, perché farà crescere il vostro nucleo non solo nel numero di componenti, ma anche nella condivisione di esperienze.
Sempre nel libro citato l’autrice afferma: “non siamo più capaci di distinguere tra bisogno, desiderio e pretesa? Non siamo più capaci di distinguere tra il nostro “no” e quello, sicuramente perentorio e appassionato, di una bimbetta di due anni: che strano tipo di rispetto il nostro!” (pag. 30)
I bambini hanno bisogno di essere amati e rispettati. Ma allo stesso tempo hanno milioni di desideri di vedere soddisfatte tutte le loro necessità, di qualsiasi tipo esse siano. Inoltre hanno la pretesa che questo avvenga per sempre.
Il genitore è giusto che appaghi i bisogni fondamentali, ma valuti i desideri e rifiuti le pretese, prendendosene la piena responsabilità.
Le suggerisco una miscela di fiori per lei, proprio per attraversare questo momento di incertezza e ritrovare un equilibrio.
- PINE – per aiutarla a elaborare questo forte senso di colpa che la attanaglia e recuperare l’obiettività
- WALNUT – per affrontare con serenità i cambiamenti che la vita porta con sé
- GENTIAN – per recuperare fiducia nel futuro e aprirsi alla possibilità che le cose si sistemino e vadano bene.
- CENTAURY – è il rimedio per tutti coloro che non riescono a dire “no” lasciandosi sopraffare dagli altri (piccoli o grandi che siano)
Li faccia preparare in miscela e ne prenda 4 gocce per 4 volte al giorno.
Vi faccio i miei migliori auguri per la vostra nuova avventura.
Virginia Cioni – Psicoterapeuta e Floriterapeuta
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