Domanda
Gentilissima dott.ssa Agnone,
ho letto con voracità ed incanto le sue risposte a noi mamme ed ogni volta ho ammirato la sua competenza e saggezza.
Ho 32 anni ed una bambina di 11 mesi, prima figlia. Allattamento al seno esclusivo (veramente esclusivo, non ha mai accettato il biberon, nemmeno per un sorso d’acqua) per 6 mesi, poi abbiamo introdotto qualche assaggino. Per circa uno due mesi è andata bene ( si fa per dire, circa 3-4 cucchiaini) poi il blocco. Non accetta più il cucchiaino, gira la testa e chiude la bocca. Ho provato a farla mangiare giocando, distraendola, passeggiando, da sola, con altri bambini, dividendo il pasto con me, affamandola (4-5 ore senza seno) ma è un rifiuto ostinatissimo.
Non l’ho mai forzata ma la tata che trascorre con lei un paio di ore al giorno ha ammesso di averlo fatto qualche volta inducendole conati di vomito. Ora la mia bimba non mangia, vuole solo il seno e non mangia nemmeno con il padre o con le nonne.
Nell’ultimo mese abbiamo deciso di non offrire più nulla aspettando che fosse lei ad allungare le manine vedendoci mangiare (partecipa ai nostri pasti sedendo sul seggiolone o sulle nostre ginocchia), gioca con il cibo ma non lo mette in bocca. Il pediatra dice che la salute è buona, la bambina è intorno al 20° percentile per altezza e peso. Comincio ad essere preoccupata, soprattutto da quando qualcuno (un amico di famiglia che è suo collega) mi ha detto che la bambina mangerà quando io accetterò che lei cresca e che si separi da me. Ho rifiutato con forza questa affermazione prendendolo per pazzo ma ripensandoci non mi avrebbe fatto così tanto male se non fosse vicino alla verità.
Sono io inconsciamente ad impedire a mia figlia di nutrirsi? Cosa posso fare?
Risposta
Cara Simona,
credo che tu abbia bisogno semplicemente di un incoraggiamento ad accettare una trasformazione imminente.
Ed io sono qui per dartelo.
Concordo col fatto che le cose che ci risultano più forti probabilmente sono quelle più vicine al nostro sentire, nel bene e nel male.
Tuttavia, proverei a cogliere questa “rivelazione” non come foriera di nubi sul tuo cielo, o di sensi di colpa.
Probabilmente tu e la tua bimba vi siete cullate nella vostra bolla, nel vostro nido fatto di voi due, fino a questo momento: e questa è una cosa bellissima.
Appartenenza e separazione, due facce della crescita: è dalla stabilità di un legame forte che si spicca il volo verso l’autonomia.
Ma ora c’è una novità: la tua preoccupazione. Questa è il segno che un cambiamento è all’orizzonte, e tu stessa lo porti in primo piano.
Sei preoccupata del rifiuto di tua figlia verso il cibo, quindi tu stessa sai che il momento di crescere è vicino.
Non c’è nulla che non va in lei, né in te: probabilmente finora non siete state ancora pronte.
Ora tu sai che un passo nuovo vi aspetta, e se ti lasci guidare dalla spontaneità della bimba (nessun bambino si nutre di latte per sempre!) così come dal tuo istinto, vedrai che “il problema” si dileguerà da sé.
Niente ansie, niente timori. Potete farcela!
Prova innanzitutto ad avere un atteggiamento sereno verso questo svezzamento difficile: ci sono tante buone letture che puoi fare su questo argomento, ma ricorda sempre di costruire una tua idea, quella che è più vicina al vostro modo di essere.
Ti suggerirei quindi, in un clima abbastanza ludico, di avvicinare la bimba al cibo gradualmente, lasciandoti guidare da ciò verso cui lei stessa è attratta.
Ricorda che attraverso il cibo non passa solo nutrimento fisico, ma anche e soprattutto nutrimento emotivo.
È stato così con l’allattamento, ma non smetterà di esserlo ora che questa fase volge al termine.
Ti auguro uno svezzamento entusiasmante, e buon divertimento!
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