Domanda
Gentile Dott.ssa,
ho una bimba di 7 anni che frequenta la seconda elementare, lo scorso anno a scuola andava malino, ma quest’anno è una tragedia, solo insufficienze.
Ad esempio oggi deve imparare il numero dei mesi dell’anno (mesi che lei conosce benissimo per nome) e dopo 4 ore ancora non riesce a ricordare che sono 12. Dato che le canzoni o altre cose che le interessano le impara in fretta, mi chiedo il motivo di questo problema a ricordare le cose che impara a scuola.
Lei frequenta il tempo pieno, mi chiedo se è troppo pesante per lei. Lo scorso anno le ho fatto fare una valutazione da una psicologa, la quale ha detto che era nella norma. Devo essere comprensiva o severa? Posso prospettarle qualche punizione se non si impegna un po?
Lei è una bambina nata prematura ma senza nessun tipo di problema alla nascita.
Mi consigli per favore perchè sono proprio disperata!
F.
Risposta
Cara F.,
quando abbiamo un problema, grande o piccolo che sia, la nostra visuale si restringe e spesso si focalizza solo sulle questioni irrisolte e non sulle risorse che abbiamo a disposizione per affrontarle.
E’ il nostro modo usuale di affrontare le difficoltà, ci sono tanti studiosi che si sono occupati di questo e che hanno evidenziato tutti i meccanismi che ci bloccano e che bloccano la nostra situazione, rendendola via via più grave perché più stabile.
Cercherò pertanto di portare alla sua attenzione degli spunti, dei dettagli che spero possano aiutarvi a sbloccare questo situazione che rischia di irrigidirsi sia per lei, sia per sua figlia.
Intanto provo a riformulare la situazione che lei mi riporta sinteticamente nella sua mail:
- c’è una bambina di 7 anni;
- che non ha problemi di tipo cognitivo (valutazione di una psicologa);
- ma prende solo insufficienze;
- fatica a ricordare quello che le insegnano a scuola;
- ma si ricorda senza sforzo le canzoni che le piacciono a casa;
- la mamma è disperata per questa situazione, non sa come comportarsi.
Mi vengono delle domande, da porle e che mi porrei se fossi io la mamma di questa bambina.
Perché non ha voglia di imparare quello che le viene insegnato a scuola?
Ovviamente le risposte possono essere molteplici e probabilmente non chiare nemmeno per la sua bambina. Forse è opportuno dedicare del tempo a comprendere questo segnale di mancato desiderio di conoscenze scolastiche. Forse sarebbe bene capire cosa piace davvero a questa bambina e come utilizzare le sue passioni per indirizzare nuovi apprendimenti.
I bambini sono naturalmente curiosi verso la novità e lo dimostra anche sua figlia quando impara spontaneamente delle canzoni che le piacciono. Il punto su cui lavorare secondo me è questo: il piacere di imparare. Sua figlia lo ha sganciato dalla scuola e il rischio che si disamori dell’apprendimento, della curiosità, dello studio è alto.
Solo dopo aver capito questo passaggio è possibile pensare alle strategie di studio e a come stimolarla maggiormente. Imparare ha a che fare con l’intelligenza e la disciplina dello studio, ma all’età di sua figlia è ancora tanto legato al piacere di scoprire, di mettersi alla prova, di ampliare quello che si sa.
La norma: se il problema non è cognitivo ma di diverso tipo che si fa?
Nella sua mail parla di una valutazione psicologica a cui la bambina è stata sottoposta, presumo sia stata una “misurazione” delle capacità cognitive che -come avrà capito- sono solo una parte della questione legata al piacere di imparare.
C’è tutta una quota di emotività che viene coinvolta e che può attivare o inibiscono il processo di apprendimento: ci sono persone molto intelligenti che letteralmente si bloccano quando devono fare qualcosa che reputano troppo difficile per loro, per qualcuno è la matematica, per altri la lettura o l’apprendimento di lingue straniere.
Per affrontare questa parte non ci sono ricette magiche, l’unica strada che funziona è prendersi il tempo per prendersi cura dei segnali che arrivano. Magari facendosi aiutare da qualcuno di esperto in ambito emotivo, per evitare che un segnale diventi sintomo. Qualcuno che vi aiuti a navigare in questo mare nuovo e misterioso per voi, che vi aiuti a condividere questo peso e magari a scioglierlo. Ci sono bravi e competenti psicoterapeuti infantili che hanno tutti gli strumenti professionali per aiutarvi a compiere questa traversata. Il primo decisivo passo però sta a voi (a noi) genitori, in quanto adulti e responsabili.
Infine una riflessione che riguarda lei e il suo stato emotivo. Si definisce “disperata” e non posso fare a meno di pensare: non è un po’ troppo? Cosa significa questo non-desiderio della sua bambina per lei mamma? Cosa implica la sua prestazione insufficiente per lei? E per il resto della famiglia? Che significato è stato dato a questo comportamento?
Ognuno di noi ha i suoi fantasmi legati all’apprendimento scolastico, che inevitabilmente vengono riattivati quando i nostri bambini ripercorrono dei passaggi che noi abbiamo vissuto a modo loro. Forse ci sono aspettative troppo alte che i bambini captano leggendo tra le righe e che decidono di smontare alla base, forse ci sono delle paure o delle inadeguatezze, forse delle esperienze non vissute ma temute.
Non ho ovviamente nessuna risposta a queste domande. Di una cosa però sono certa: questa disperazione non aiuta né lei né sua figlia: in fondo significa sentirsi “di-sperati”, senza speranza, decisamente non quello di cui abbiamo bisogno quando vogliamo uscire da una situazione che non ci piace. Quando vogliamo cambiare qualcosa abbiamo la necessità di sperare e se da soli non riusciamo a farlo possiamo e dobbiamo chiedere aiuto.
La sua mail mi ha fatto tornare alla memoria una poesia di una grande poetessa, la dedico a lei e alla sua bambina, nella speranza di esservi stata di qualche aiuto.
La speranza è un essere piumato
che si posa sull’anima,
canta melodie senza parole e non finisce mai.
La brezza ne diffonde l’armonia,
e solo una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l’uccellino
che ha consolato tanti.
L’ho ascoltato nella terra più fredda
e sui più strani mari.
Eppure neanche nella necessità
ha chiesto mai una briciola – a me.
Emily Dickinson
ambra dice
vorrei dire a questa mamma di valutare attentamente l’ambiente dove la figlia passa la maggior parte della giornata: com’è il rapporto con la maestra? la bimba ha amicizie? che attività sono previste? quanto tempo all’aria aperta?… forse la bambina è poco motivata, poco coinvolta. io valuterei persino l’eventualità di cambiare scuola… e poi cerchi di trovare sempre un tempo di qualità per parlare, per stare insieme. i bambini hanno bisogno di disciplina certo, ma anche “leggerezza” e, sicuramente, di tanto amore.