di Francesca Di Lascio
Ricercatrice universitaria presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “Roma Tre”
Che il legame tra bambini e sport possa essere descritto attraverso un lungo elenco di ricadute positive sullo sviluppo psico-fisico è cosa nota e confermata dalla letteratura scientifica nazionale e internazionale.
I bambini che svolgono regolarmente un’attività sportiva, infatti, incorrono molto meno in problemi di sovrappeso (che pure, secondo dati della World Health Organization¹, affligge in Italia il 49% dei maschi e il 42,5% delle femmine di 8 anni) e possono contrastare con più efficacia l’obesità (che, secondo le stesse fonti , riguarda addirittura il 26,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine dell’età indicata) abbinando allo sport un regime alimentare adeguato.
Gioia, frustrazione, condivisione: lo sport aiuta a crescere
Ma lo sport non aiuta solo il miglioramento o la prevenzione dei fattori fisici di crescita. Lo sport è per i bambini, come per gli adulti, un veicolo fondamentale per l’apprendimento di valori educativi che concorrono, insieme a quelli appresi in casa e a scuola, alla formazione e definizione del carattere nella sua evoluzione verso il mondo adulto.
Correndo su un campo di atletica, nuotando in una piscina, lanciando una palla oltre la rete o dentro ad un canestro i bambini imparano regole che servono loro per gestire la “convivenza” coi compagni di squadra e con gli avversari. Conoscono la frustrazione della sconfitta, che insegna loro l’esistenza dell’imperfezione, così come la gioia di raggiungere un obiettivo che è stato cercato con determinazione e, a volte, lottando contro le proprie paure.
In questo senso, non si può negare che lo sport sia per i bambini anche un canale che permette il fluire di emozioni fortissime, a volte difficili da gestire, e rispetto alle quali mamme e papà possono trovarsi in difficoltà. Come consolarlo dopo che ha mancato per un pelo l’ultimo goal nella finale del campionato? Come fargli capire che non affogherà se il suo insegnante lo farà nuotare senza braccioli? Come spiegarle che non ha avuto il ruolo della protagonista nel saggio di danza ma non per questo non è una brava ballerina?
Il ruolo delle famiglie è fondamentale anche rispetto ad altre questioni, più pratiche ma non per questo meno importanti. Spetta, infatti, ai genitori trovare il giusto equilibrio tra la gestione degli impegni scolastici e quelli sportivi, tra i desideri dei bambini e le possibilità del bilancio familiare nonché tra la frequenza delle attività nelle strutture presenti sul territorio e la logistica dei (sempre più spesso) complicati menages familiari.
Kinder + sport
Di tutti questi aspetti si è discusso il 16 ottobre scorso allo Stadio Olimpico di Roma, nell’incontro #MammePiuSport organizzato da Kinder + sport, progetto di responsabilità sociale di Ferrero, al quale hanno preso parte, insieme ad alcuni testimonial sportivi di eccezione quali Annamaria Marasi e Carlton Myers, un gruppo di mamme blogger ben intenzionate a lanciare nel web un messaggio forte e chiaro in favore del #joyofmoving nei bambini.
Il progetto Kinder + sport nasce con l’obiettivo di fondo di promuovere la diffusione di uno stile di vita attivo tra i bambini e i ragazzi, incoraggiando l’accesso alla pratica sportiva come attività quotidiana, semplice e divertente. In tal senso, Kinder + sport intende sostenere, oltre al ruolo delle famiglie, anche quello dell’altra istituzione fondamentale per lo sviluppo infantile ovvero la scuola.
Da un lato, infatti, il progetto promuove tornei, camp ed altri eventi sportivi in collaborazione con le singole federazioni sportive, come ad esempio le Kinderiadi di volley oppure la Kinder cup atletica.
Dall’altro, coinvolge direttamente le istituzioni scolastiche, sia organizzando campionati studenteschi nelle principali discipline sportive, sia contribuendo a migliorare direttamente le attività svolte delle palestre scolastiche. È ciò che avviene con la donazione di 12.500 kit completi per l’installazione di campi di minivolley o attraverso Easy basket, un progetto che vuole rilanciare la parte ludica e di confronto del minibasket, del quale semplifica le regole così da renderlo immediatamente praticabile per i bambini e più facilmente gestibile dagli insegnanti.
Gli obiettivi
Gli obiettivi del progetto Kinder+sport sono ambiziosi. Ma sono anche molto attuali e urgenti. Lo testimonia il fatto che l’incremento dello sport a livello di scuola primaria è anche una delle finalità indicate dal Rapporto su “La Buona Scuola” (vedi p. 92 e seguenti del Rapporto) sul quale il Governo Renzi ha aperto la consultazione pubblica online che sarà funzionale a ricevere osservazioni, proposte e commenti utili a costruire la legge che riformerà il sistema.
Cosa possiamo fare noi genitori?
Ma cosa possono fare i genitori che vogliono aiutare i propri bambini nella costruzione di una relazione positiva con lo sport? Tre modesti suggerimenti.
- praticare attività sportiva, soli e insieme ai figli. Vale sempre il detto che i bambini imparano più da ciò che vedono che da quanto viene loro spiegato…
- informarsi sulle opportunità che il territorio offre e proporle ai bambini, facendo loro provare nel tempo discipline diverse, particolarmente quando sono insegnate da istruttori che comprendono l’importanza di accrescere il #joyofmoving indipendentemente dalle qualità atletiche del piccolo o della piccola (c’è tempo per l’agonismo puro…)
- partecipare alla consultazione su La Buona Scuola. Se siamo in tanti a far arrivare forte e chiaro il messaggio che avere più sport nelle scuole è per noi davvero importante, i nostri figli forse potranno avere una ulteriore possibilità di approcciarsi all’attività sportiva.
C’è tempo fino al 15 novembre!
¹ Nutrition, Physical Activity and Obesity: Italy country profile
Informazioni
Twitter @kinderpiusport
Facebook Pagina Ufficiale Kinder + Sport
Articolo sponsorizzato
Lascia un commento