Continuo a dare ciclicamente spazio alle storie che mi appassionano.
Latte e Dintorni è il blog di Marianna Garsi, ostetrica a domicilio e consulente IBCLC. Marianna è un’ostetrica che, dopo un’esperienza ospedaliera ha deciso di dedicarsi alla libera profesisone per assistere le mamme a domicilio sia durante il parto che dopo.
Il nostro incontro parte da questo post, scritto tempo fa, in cui racconto quanto, nel post partum, mia sia mancato un appoggio concreto e un sostegno anche nelle più piccole cose.
Ecco cosa scrivevo:
Il calo ponderale non è ancora finito (finirà?), la montata lattea non è ancora arrivata (arriverà?), il seno è dolente (passerà?), le ragadi rendono ogni poppata un incubo (come fare a non piangere a ogni poppata?), i punti di sutura rendono faticoso ogni movimento (quando tornerò a camminare senza dover allargare le gambe?), le lochiazioni sono abbondantissime (quando finiranno?), il bambino si attacca poco (mangerà a sufficienza?), il cordone è molle (cosa devo fare?), il bambino piange continuamente (saranno coliche?), dorme sempre (come mai?), il cordone cade e sanguina (devo preoccuparmi?), la vaschetta per il bagno sembra enorme (come diavolo faccio?).
Tutte le informazioni ricevute al corso preparto sono inutili. Non ti ricordi niente. Sei stanca perché, oltre a tutto quanto elencato sopra, non chiudi occhio dall’inizio del travaglio.
Mia madre veniva e mi aiutava con la medicazione del cordone e con i lavaggi. Ma ricordo che non sopportavo intrusioni sull’allattamento. Avrei pagato qualsiasi cifra per avere un’ostetrica a domicilio per un’oretta anche a giorni alterni o un recapito telefonico a cui poter far riferimento.
Marianna ha deciso di presentarsi così, con questo testo scritto da lei.
Un fiocco appeso alla porta
Quando nasce un bambino è tradizione che un fiocco venga appeso alla porta, e quella mattina girando in tondo in una piccola via di quartiere il fiocco mi ha segnalato la strada. Finalmente suono il campanello giusto ed entro in casa. Sara è lì che mi aspetta, nei suoi occhi leggo sollievo nel vedermi ma anche stanchezza e smarrimento. Sono le dieci di mattina e mi accoglie in pigiama, con i capelli ancora arruffati e la bocca asciutta di chi non ha ancora fatto colazione. Quando c’eravamo incontrate un mese fa, aveva un aspetto raggiante ,la rotondità materna al culmine della gravidanza e il desiderio di incontrare il suo Tommaso mi avevano colpito e trasmesso energia.
L’incontro con un nuovo nato mi incurisisce sempre, vedere il viso con cui un neonato si affaccia al mondo è per me motivo di gioia, i primi giorni hanno una stroppicciatura tipica che perdono velocemente per lasciare spazio alla rotondità del lattante. Sara tiene in braccio Tommaso e lui dorme apparentemente beato. Così comincia il racconto della sua nascita, e dei primi momenti di vita di cui avevamo parlato e che sono andati un po’ diversamente dalle sue aspettative, poi i giorni di degenza in ospedale, dove è quasi impossibile riposare e finalmente il ritorno a casa, ieri quando mi ha chiamato per poterci incontrare.
È seduta sul divano, un po’ storta, posizione tipica di chi ha dolore ai punti e le chiedo da quanto non fa la pipì e non si lava. Gli occhi le luccicano e due lacrime grosse come gocce di temporale estivo le rigano le guance prima che se ne renda conto. La notte è stata molto intensa, Tommaso ha riposato pochissimo, e quel poco stretto al suo petto, costringendola a rimandare tutte le sue necessità.
Sorrido, le chiedo se posso tenerle un po’ in braccio Tommaso.
Il telefono vibra, e sullo schermo appare il numero di Francesca, ora non posso rispondere ma so che quando uscirò la chiamerò subito, il suo seno mi preoccupa, ha un’inizio di mastite e devo sapere come è andata la notte.
Quando nasce un bambino nasce una mamma, ed esattamente come i neonati hanno bisogno di essere accuditi, anche le mamme i primi giorni hanno bisogno di attenzione, di sostegno, di qualcuno che si curi di loro.
Quando nasce una mamma c’è sempre un’ostetrica che la accompagna in sala parto, e nei primi giorni in ospedale, ma al ritorno a casa la mamma si trova sola, e spesso il cerchio della famiglia è debole o insufficiente e le mamme si sentono in difficoltà.
Dopo aver lavorato in ospedale per una decina d’anni ho deciso di dedicarmi a questo momento così delicato e poco riconosciuto e sostenuto del rientro a casa.
Fin dai primi giorni mi rendo disponibile ad andare a trovare le mamme e i bambini a casa, per accompagnare le neo mamme che ne sentono il bisogno nei primi passi: come quando e dove allattare, come funziona un neonato? Di cosa ha bisogno? Perché mi fanno così male i punti? Sono domande banali per che ha già avuto bambini, ma per chi è alla prima esperienza no.
Essersi informate, aver frequentato un corso in gravidanza è utilissimo, ma a volte con il bambino in braccio i dubbi e le incertezze rendono le giornate difficili o le notti tormentate, mentre la presenza di qualcuno che ci sostiene facilita.
In italia la figura dell’ostetrica dagli anni 60 in poi è stata vissuta come colei che accoglieva il neonato in sala parto. Con l’ospedalizzazione del parto sparirono le ostetriche “condotte” di quartiere che andavano a domicilio e vennero chiuse nei consultori. Oggi complice il modello di altri paesi europei ci sono ostetriche libere professioniste che sono tornate a lavorare a domicilio, per offrire alle donne supporto e sostegno prima durante e dopo il parto.
Quando nasce una mamma nascono sentimenti ed esperienze nuove, e nel nuovo c’è incertezza a volte paura, quando una donna trova il suo modo di essere mamma assisto ad una splendida trasformazione, le leonesse sanno accudire benissimo i loro cuccioli, e noi abbiamo bisogno di recuperare la forza delle madri, forza che viene dalla consapevolezza, e dalla sensazione di star facendo la cosa migliore per il nostro bambino.
Quando vedo accadere tutto ciò sento che il mio lavoro è compiuto e lentamente, in punta di piedi lascio la casa e chiudo la porta, certa che avendo svegliato la forza giusta il cammino sembrerà più semplice giorno dopo giorno. Fino a quando un altro momento di passaggio, lo svezzamento, il ritorno al lavoro… porteranno nuove esperienze, e di nuovo bisogno di sostegno.
L’arte della maieutica descritta da Socrate consiste in questo piccolo passaggio: far emergere dalle persone ciò che hanno dentro e renderle consapevoli della loro forza e delle risorse che ognuno di noi possiede.
Questo diventa possibile quando crediamo nella fisiologia, nella capacità del nostro corpo e della nostra mente di regolarsi e diamo fiducia ai nostri bambini osservandoli e cercando di metterci in contatto con loro.
Marianna Garsi – Ostetrica consulente IBCLC
www.lattedintorni.com
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