Durante le lezioni che ho frequentato all’International School of Prenatal and Perinatal Education per diventare Prenatal Tutor, abbiamo dedicato qualche lezione alla pratica diretta con le donne gravide.
Al primo incontro ho notato al collo di molte di loro un lungo ciondolo con una campanellina. Era il 2009 e non lo avevo mai visto.
Ho scoperto poi che si chiama “bola”, è di tradizione messicana ed è un piccolo ciondolo all’interno del quale è racchiuso uno xilofono. In passato in Messico, ma anche in India, veniva utilizzato per proteggere il bimbo dagli influssi negativi: si pensava che il suono emesso dalla bola ricordasse agli angeli di proteggere mamma e bambino.
Oggi, questo ciondolo “chiama angeli” non ha solamente la funzione di richiamo celeste, ma anche un altro particolare utilizzo.
Indossato con un lungo cordoncino, in modo che arrivi ad appoggiarsi sull’ombelico, il ciondolo suonerà a ogni movimento e a ogni passo della mamma tenendo compagnia al bimbo già dalla 20esima settimana, da quando, cioè, il piccolo avrà acquisito lo sviluppo uditivo.
Durante il quinto mese di gravidanza, infatti, si completa la formazione l’apparato uditivo: il bambino reagisce ai suoni, alla musica, ai rumori forti e distingue suoni diversi.
Una volta che il bambino nasce, il ciondolo andrebbe appeso alla culla, affinché il piccolo sentendone il suono possa ritornare al periodo prenatale quando veniva cullato nella pancia della mamma e dunque tranquillizzarsi.
Questo prezioso ciondolo “chiama angeli” è di LeBebé Suonamore, è in argento o in argento placcato oro rosa con sagome traforate e diamantino ed è corredato di cordino in nastro ma è disponibile anche nella versione con catena con chiusura a forma di cuoricino.
Conoscete qualche mamma in attesa? LeBebé #suonamore fa al caso vostro: è bello, utile e crea un legame speciale tra chi lo dona e chi lo riceve perché si prende cura del bambino da ben prima che nasca.
In collaborazione con Lucebianca – LeBebé Suonamore
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