Domanda
Salve,
Sono un papà di una bimba di 31 mesi seriamente preoccupato.
Da premettere, la bimba, da sempre, é stata un po’ nervosa e aggressiva.
Sono circa 20 giorni in cui la bimba si rifiuta di mangiare le pappe.
Sotto suggerimento della nostra pediatra di fiducia le abbiamo fatto l’esame del sangue e delle urine, risultate poi normali.
Si sta alimentando con di 200 gr di latte, qualche gelato ed altre sfiziosità varie.
Analizzando l’ultimo periodo, pensiamo che possano esser stati due i momenti destabilizzanti: il tentativo di togliere il pannolino, il secondo, durante una cena, ha vissuto un momento in cui si stava soffocando.
Notiamo che nel’ultimo periodo è molto più nervosa e sistematicamente 1/2 volte al giorno fa capricci della durata di 10/15 minuti in cui né io e né la madre riusciamo a tranquillizzarla.
Le scrivo per chiederle, se può darci dei suggerimenti in merito, ed eventualmente con chi consultarsi per poter affrontare questa situazione.
Cordiali saluti.
Risposta
Caro papà Francesco,
spero avrai avuto modo di leggere qualcuno dei miei articoli su questa rubrica, in particolare la sezione dei “disagi comportamentali”. Forse la definizione, messa nella rubrica di una psicologa, può sembrare preoccupante, ma per esorcizzarla proviamo a spiegarla meglio.
Il disagio è uno stato di malessere. I bambini, come sempre ripeto, esprimono il loro malessere in modo perfettamente sano, ovvero col corpo e col comportamento, attraverso il quale tentano di mandarci i loro segnali e le loro richieste di aiuto.
Ecco che allora un disagio diventa per noi genitori un avvertimento sul fatto che qualcosa necessita della nostra attenzione. Una delle chiavi di lettura dei capricci è decisamente questa: non esistono come manifestazione di stizza ma come bisogno che necessita di essere soddisfatto. Ecco perché un bambino ascoltato si rasserena.
È facile? Per niente, richiede pazienza e allenamento. È come imparare una lingua straniera, quella delle relazioni e delle emozioni.
Però è molto gratificante, ed è una strada lastricata di amore.
Sul pannolino troverai degli articoli che ho giù scritto: è una tappa evolutiva importante, che coinvolge molti aspetti della vita del bambino e anche vostra. È quindi un momento impegnativo, che potrebbe comportare una fatica che la bimba manifesta su più fronti.
Riguardo all’alimentazione, non è chiaramente solo il mezzo per nutrirsi ma uno dei più importanti veicoli di trasmissione emotiva.
Se non vuole mangiare le pappe e la situazione medica è normale, vi suggerisco quindi di valutare il clima emotivo familiare (ma anche personale, tuo, di tua moglie). Sicuramente la vostra preoccupazione non aiuta la bambina a sentirsi sicura in un momento di cambiamento (il pannolino) e di crescita (lo svezzamento, le pappe).
L’unica strada che può aprire la bocca è quella che apre il cuore. Ecco perché non si può forzare un bambino a mangiare.
Per finire, ti suggerisco la lettura di questo articolo dove parlo della funzione di holding, ovvero quel contenimento necessario che racchiude – in un abbraccio – la presenza fisica, affettiva ed emotiva: tutto quello di cui un bimbo, e in fondo anche ciascuno di noi, ha bisogno per sentirsi calmo e al sicuro.
Buon lavoro.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
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