Cambiare la visione: smettere di fumare non è una rinuncia
Quello che scrivevo qui è tutto vero. Oggi sono 18 mesi che non fumo. Se non cambia l’atteggiamento mentale e smettere di fumare resta solo un atto di volontà, si vivrà per sempre come se si fosse rinunciato a qualcosa di meraviglioso. Il passo da fare è il cambiamento di visione nei confronti della decisione di smettere. Questo è il primo e fondamentale passo da compiere. Sgretolare tutte le costruzioni legate al fumo senza pietà. Questo vi porterà a osservare i fumatori diversamente. A guardarvi con la sigaretta in mano e a farvi un po’ di tenerezza.
Avere la consapevolezza che chi fuma sta facendo uso di stampelle. Chi fuma è in difficoltà. E lo si capisce spesso dalle miriadi di scuse che raccontano e auto-raccontano i fumatori.
- Fumo poco.
- Posso smettere quando voglio.
- Posso stare senza anche per giorni.
- Ne fumo due. Preferisco così che stressarmi.
- Non ho il vizio, lo faccio per gusto.
- Fumare mi piace troppo.
Anche io me le raccontavo. Ero bravissima a raccontarmele. Poi però ho capito che la linea di demarcazione sta tra fumatore e non fumatore, non tra chi ne fuma 2 pacchetti e chi ne fuma due al giorno. La linea sta tra chi entra in tabaccheria a comprare le sigarette e chi non ci entra. La figura mitologica del “vero fumatore” non esiste. Anzi, esiste, come scusa, solo nella testa dei forti fumatori.
Non esiste segreto, tecnica, aiuto esterno. Esisti tu e la tua testa. Tu e la visione che hai sulla decisione di smettere.
La forza di volontà è fallimentare
Il segreto non è volerlo, ma cambiare atteggiamento mentale. Chi usa la forza di volontà, passerà il resto della vita a guardare i fumatori con un po’ di invidia, oltre che a lottare contro il suo stesso desiderio che ciclicamente tornerà a bussare. Chi usa la forza di volontà resta in bilico perchè chi lotta è in bilico. Può vincere perdere in qualsiasi momento.
Non funziona. Io con la forza di volontà avevo smesso anche per anni. Ma sapevo (perché lo sapevo molto bene) che prima o poi avrei ricominciato. E così è stato.
Smettere di fumare non è una rinuncia. È una enorme, gigantesca, meravigliosa liberazione.
So che ve lo state chiedendo: la risposta è no. Non sono diventata una di quelle che stressa i fumatori. E non lo sono diventata proprio perché ho cambiato atteggiamento mentale. Se mi fumano davanti, non ho paura di ricaderci. Spesso gli ex fumatori diventano insofferenti a causa della paura.
Non ne parlo nemmeno più, a meno che qualcuno non me lo chieda.
C’è solo una questione che mi rende davvero insofferente: la puzza. Io già quando fumavo ero cosciente della puzza che emanavo. Fumavo e poi passavo 10 minuti a lavarmi denti e mani. Facevo così per ogni sigaretta. Era diventato un lavoro.
Ora però è diventato per me veramente insopportabile. Non tanto l’odore della sigaretta che brucia. Quanto la puzza che resta attaccata addosso, vestiti, mani, capelli. I piumini d’inverno che puzzano di fumo. Se sono accanto a qualcuno che ha fumato, devo spostarmi.
Smettere di fumare è facile
È facile. Quando lo dicevano a me, mi arrabbiavo terribilmente “almeno non ditemi che è facile. Ditemi che si può ma non che è facile”. Avevano ragione. Smettere è facile. I primi giorni, un po’ meno. C’è un problema di dipendenza fisica dalla nicotina, che in fase di disintossicazione agisce come tutte le droghe. Ma solo i primi giorni. Poi, dal corpo si passa alla testa. Ed è qui che deve cominciare il lavoro sul cambiamento della percezione: volgere al positivo la decisione: guardare come un guadagno ciò che ci sembra una rinuncia.
Emozioni in fumo
La sigaretta riempie vuoti emotivi, dà l’illusione di gestire insicurezze, stress, paure e momenti complessi. In realtà non è così. La sigaretta è un anestetico. Non aiuta, offusca. Non sostiene, spegne. Non dà forza, toglie energie.
Questo è un passaggio complesso, che va messo in conto. Quando smettiamo di fumare dobbiamo re-imparare a gestire le emozioni e i sentimenti che prima affumicavamo.
Questa però è una bella avventura! Spegnere la sigaretta è guardarsi senza maschere. Quando l’aria è tersa, si vede meglio anche da vicino.
Il libro di Allen Carr
So anche se vi state chiedendo se il famoso libro mi è stato d’aiuto. Il famoso libro ti è d’aiuto solo se tu vuoi davvero smettere di fumare.
L’avevo già letto tre volte. E avevo continuato a fumare. Stavolta l’ho letto con determinazione. Ed è stato fondamentale per me.
È ripetitivo, ridondante, ma basta davvero cogliere tre concetti per rendersi conto che smettere si può, senza soffrirne troppo.
Smettere di fumare fa ingrassare
In uno dei prossimi post parleremo del terrore femminile: se smetto di fumare ingrasso.
Sembra assurdo ma la maggior parte delle donne non smette di fumare per questo assurdo motivo.
Assurdo non perché la preoccupazione di ingrassare sia assurda in sé. Ma assurdo perché non è vero in assoluto.
Io non sono migliore di te
Lo so che ti stai chiedendo se tu ne saresti realmente capace. Allora lascia che ti dica una cosa: stai partendo male! Tutti ne sono capaci. E chi fallisce non fallisce perché non è capace ma perché è convinto che fallirà.
Se ce l’ho fatta io, ce la farai anche tu. Per un motivo molto banale:
io non sono migliore di te.
pier giorgio dice
Se può servire… L’ultima cosa che a mio padre sarebbe riuscito fare era smettere di fumare. Non poteva. Non voleva. Era impossibile. Finché, i medici non gli hanno detto che aveva un tumore maligno ai polmoni. Smise quel giorno stesso… Troppo tardi.
FT dice
Silvia, se la tua disciplina mentale venisse applicata a tante altre cose della vita si potrebbero risolvere molti problemi. Hai ragione, la forza di volontà da sola non riesce a fare nulla, Bisogna vedere le positività delle rinunce e avviare i cambiamenti.
Brava e grazie dei suggerimenti di vita