La diagnosi di infertilità si abbatte su una coppia come uno schock davanti al quale può essere difficile reagire nell’immediato. Le coppie che si presentano nel mio studio dopo la conferma dello stato di infertilità mettono in primo piano un sentimento su tutti. Quale? L’impotenza e la frustrazione, con domande che vedono in primo piano un “Perché proprio a noi?” che suona come una richiesta di conferme spesso disperata.
Dietro a queste reazioni c’è la maturazione della consapevolezza di non riuscire a controllare tutto e di non aver modo di pianificare nei dettagli la propria vita e i progetti di coppia più importanti, come appunto è un figlio.
Cosa fare in questi casi? Quali sono i consigli da mettere in atto quando si riceve la conferma dello stato di infertilità di coppia? Ecco i suggerimenti principali che tendo a dare a chi mi chiede aiuto in merito.
- Condivisione e dialogo di coppia prima di tutto: i primi passi da compiere quando si riceve una diagnosi di infertilità riguardano la condivisione della propria esperienza con chi vive il medesimo problema – esistono numerosi gruppi di supporto online e offline composti da coppie sterili che si iniziano il percorso della fecondazione assistita – e il lavoro sulla qualità del dialogo di coppia. I sentimenti principali che caratterizzano chi riceve una diagnosi di infertilità di coppia sono l’inadeguatezza – reazione specifica degli uomini – e l’invidia nei confronti di chi ha già un figlio, motivo per cui è necessario cercare di empatizzare con il proprio partner per evitare che si creino muri di comunicazione che non sono certo funzionali al buon esito della terapia di fecondazione assistita.
- Non rimuovere la situazione: un errore che molte coppie compiono – si tratta di preciso di una situazione che riguarda gli uomini – è la rimozione della situazione. Il progetto di un figlio con il proprio partner è importantissimo e non è sano rimuovere con un colpo di spugna il fatto di non essere in grado di procreare. Comportandosi in questo modo si contribuisce alla creazione del muro di comunicazione che ho già citato e, soprattutto, si accumulano rabbia e frustrazione che vengono canalizzate in altri modi, per esempio con scatti d’ira rivolti al partner o ad altre persone importanti della propria vita.
- Non trascurare i rapporti sociali: durante la terapia di fecondazione assistita aumentano necessariamente i contatti che la coppia ha con i medici. Per equilibrare la cosa e per evitare che al centro della propria vita ci sia il processo medico, senza dubbio difficoltoso, è necessario coltivare i rapporti con gli amici.
Vedere l’infertilità di coppia come una condizione affrontabile e non come una menomazione è il primo passo per vivere al meglio il percorso di fecondazione assistita, che può essere meno gravoso se affrontato con l’aiuto di un terapeuta che aiuta la coppia a contenere tutti i potenziali danni legati allo schock della diagnosi.
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