Diritti dei bambini. Diritto al gioco, allo studio, ad avere un letto comodo dove dormire e un piatto pieno per crescere e diventare grandi, una casa dove tornare e una famiglia che ti accoglie. Quante volte ho dato per scontato tutto ciò? La mia vita e quella dei miei figli scorre tranquilla, tra alti e bassi, tra impegni e soldi che non bastano mai. Ma quei diritti, proprio quelli, scuola, gioco, casa, famiglia, sono scontati. Per me e per loro.
Passare una mattina presso la Fondazione L’Albero della Vita serve innanzitutto a me, a capire che non bisogna mai dare per scontato nulla, e che spesso, anziché lamentarsi, bisognerebbe ringraziare.
Ascoltare gli operatori della Fondazione è sempre intensamente sconvolgente, sia che ti parlino dei bambini delle diverse case famiglia che hanno in Italia, sia che ti presentino una realtà lontana, sconosciuta e drammatica, come tutte quelle realtà in cui i diritti dei bambini vengono meno.
Questa volta la Fondazione L’Albero della Vita ha chiesto l’aiuto e la sensibilità di noi mamme per diffondere il più possibile una nuova campagna di sostegno per i bambini disabili indiani.
#beatolui
Intitolare così una campagna a favore di quelli che sono gli ultimi degli ultimi è provocatorio. Come si può dire di un bambino in carrozzina che sia fortunato? Lo abbiamo capito quando ci è stata raccontata la situazione drammatica dei piccoli disabili indiani e delle loro famiglie. In India sono quasi 6 milioni i disabili under 19 anni. Di questi solo l’1% ha accesso all’istruzione elementare.
Essere povero e disabile in India significa non avere speranza. Come se la disabilità fosse una colpa, le famiglie dei bambini con problemi di questo tipo vengono escluse da tutto. L’Albero della Vita lavora in un contesto del genere, per permettere anche ai questi bimbi, ultimi tra gli ultimi, di avere dei diritti e di migliorare la vita loro e di tutta la famiglia.
Un bambino disabile che può frequentare il Day Care Center di Baruipur è quindi fortunato rispetto agli altri. Il centro diurno, aperto due giorni la settimana, accoglie 50 bambini con disabilità mentali e fisiche.
Fisioterapia e non solo: al Day Care Center gli operatori si occupano dei bambini, ma soprattutto delle famiglie. Di quelle madri che si caricano i figli in spalla (quei figli che tutti vedono come portatori di malocchio) e a piedi percorrono chilometri nel fango e nella polvere pur di trovare un luogo dove possano essere guardate (loro, e i loro bambini) in modo diverso. Un luogo dove possano innanzitutto essere accolte e rincuorate.
Al Day Care Center le famiglie vengono accompagnate ed educate alla cura dei propri bimbi: dall’insegnamento degli esercizi di fisioterapia da fare a casa, al supporto nutritivo, dall’aiuto psicologico ai consigli per riuscire a chiedere i pochi aiuti previsti dal Governo.
La campagna #beatolui ha come scopo quello di riuscire a dare più aiuto possibile a famiglie e bambini. Le storie di chi, come Souvik, è arrivato al centro che noncamminava e ora riesce a giocare con gli amichetti, hanno ispirato questa campagna che utilizza prevalentemente Facebook per cercare sostenitori.
Tutti i contributi sono i benvenuti, ma il modo più bello per sostenere anche questi bimbi, ultimi tra gli ultimi, è proprio quello di accompagnarli nel loro percorso verso una vita migliore, fatto di fisioterapia, di medicine, di stampelle e carrozzina, ma soprattutto fatto di amore. Pensiamoci.
Lucia D’Adda
In collaborazione con Fondazione L’Albero della Vita
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