Sono stata al XII Simposio Internazionale Medela dove ho potuto ascoltare gli interventi dei massimi studiosi ed esperti di allattamento al seno e lattazione. Qui vi racconterò risultati e studi del Prof. Luigi Corvaglia sulla salute e lo sviluppo dei nati pre-termine alimentati con latte umano.
Il latte artificiale non è il nutrimento migliore per i neonati prematuri e potrebbe rivelarsi una scelta non ottimale sul lungo termine e sullo sviluppo successivo del bambino. Questo il focus dell’intervento del prof. Corvaglia al simposio fiorentino Medela.
Se è vero che il latte materno ha un contenuto nutrizionale inferiore rispetto al latte in polvere, è però altrettanto vero che il latte della mamma è l’alimento migliore in assoluto: protegge da rischi infettivi e da gravi complicanze respiratorie e gastrointestinali, come la displasia broncopolmonare e l’enterocolite necrotizzante che possono mettere in pericolo la vita dei bimbi. Vediamo perché.
Per prima cosa, il latte materno ha proprietà immunologiche e anti-infettive che il latte artificiale non possiede, secondariamente, l’utilizzo del latte artificiale potrebbe esporre i piccoli prematuri a diverse complicanze, anche gravi, come:
- la neutralizzazione di proteine anti-infettive, come la lattoferrina (altro intervento interessantissimo al Simposio, quello sulla lattoferrina del Prof. Prof. Bo Lönnerdal, dell’Università della California,), presente nel latte materno
- più alto rischio di infezioni come la salmonella e l’enterocolite necrotizzante ovvero la necrosi della lamina mucosa dell’intestino, una grave patologia con conseguenze che possono arrivare anche alla perforazione intestinale e all’intervento chirurgico
- Assunzione di proteine estranee con possibile insorgenza di allergie e diabete
Vantaggi del latte materno per il prematuro
Gli anticorpi presenti nel latte materno hanno non solo proprietà antibatteriche ma anche protettive nei confronti di diverse patologie.
L’allattamento al seno riduce:
- L’enterocolite necrotizzante
- Le sepsi
- Le meningiti
Il valore del latte materno nelle UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) è incommensurabile, sia per la salute dei neonati, sia per i vantaggi per l’ospedale e per le famiglie. I benefici sono trasversali, per i bambini, per gli ospedali, per le famiglie. Potremmo quasi dire che sono “benefici sociali”.
- degenze più brevi
- numero ridotto di giorni di ossigenoterapia
- minor numero di complicanze e di nuovi ricoveri
- migliori risultati di sviluppo neuroevolutivo e di salute nel lungo termine
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Se è vero che i neonati allattati al seno hanno uno sviluppo più graduale, le valutazioni cognitive a 2 e 5 anni dimostrano chiaramente che i prematuri allattati al seno sono più sviluppati dei piccoli alimentati con latte in polvere.
Ecco perché, afferma il Prof. Corvaglia, è una impellenza necessaria quella di rivalutare le tabelle e i parametri di crescita dei prematuri, ricalibrandoli sulle migliori performances del latte materno, ed eventualmente pianificando protocolli di arricchimento del latte materno, con l’aggiunta di fortificanti proteici che migliorino i contenuti nutrizionali del latte stesso.
Quali pratiche favoriscono l’allattamento al seno dei prematuri?
- Insegnare alle mamme a riconoscere i segnali della fame ed allattare a richiesta
- Supporto sul corretto attaccamento al seno
- Non allattare artificialmente in caso di ittero
- Non prescrivere LA alla dimissione
- Evitare il ciuccio nelle prime due settimane, per facilitare l’inizio dell’allattamento, ma darlo eventualmente dalla 3 in poi come supporto alla prevenzione della SIDS
Luigi Corvaglia, Professore Associato di Pediatria presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Orsola-Malpighi di Bologna nonché responsabile della Terapia Intensiva Neonatale e della Banca del latte umano donato di Bologna, da anni indaga le proprietà ed i benefici del latte umano nell’alimentazione dei neonati prematuri.
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