Domanda
Buongiorno, dottoressa.
Ho due figli, il maggiore, Francesco, di cinque anni e il piccolino, Gabriele, di 5 mesi. Le scrivo perchè ho un problema con mio figlio maggiore e credo che sia arrivato il momento di intervenire. Dall’età di un anno e mezzo circa mio figlio ha rifiutato, da un giorno all’altro, e senza apparente motivo, a mangiare. Non vuole proprio mangiare pasta, secondi o qualsiasi altra cosa, salvo focaccia bianca, yogurt, latte… eppure i suoi percentili di crescita sono tutti nella norma e non ha carenze.
Le ho provate tutte su consiglio del pediatra, ma sostanzialmente ho cercato di assecondare i suoi tempi, pensando fosse qualcosa di transitorio, sulla scorta anche delle esperienze delle altre mamme e di molti bambini che non mangiano.
Da quando il pediatra mi ha ipotizzato che potrebbe essere un rifiuto nei miei confronti mi è caduto il mondo addosso. Premetto che, potendo, lavoro da casa proprio per stare anche maggiormente con i miei figli, che sono dolce e ritaglio tanto tempo per coccolarli e portarli a spasso al parco o per creare occasioni di svago per bambini, ma a questo punto mi viene il dubbio che anche un eccesso di amore materno non morboso sia negativo.
Non so se può esserle utile, ma io convivo con un uomo separato da 7 anni. Lui ha due figlie, una di 16 anni dal precedente matrimonio e una di 10 da una precedente relazione. Le ho pensate di tutte, che sia un fatto transitorio fino a che sia un problema di natura psicologica, a volte mi sento tanto in colpa, eppure vedendolo, è un bambino sereno, socievole, a scuola va volentieri e anche il fatto che le maestre mi spingono a rivolgermi ad uno psicologo, mi fa sorgere sempre più dubbi… Spero di averle dato le indicazioni utili a fornirmi uno spunto di soluzione per quello che, a vedere in
giro, è il cruccio di ogni mamma.
La ringrazio in anticipo di qualsiasi risposta mi dia e le auguro buona giornata.
M.
Risposta
Cara M,,
Sono dispiaciuta nel leggere che tu ti sia trovata in una situazione in cui una “etichetta” abbia avuto un peso sul tuo stato d’animo, come frequentemente avviene per molti di noi.
In una situazione problematica, invece che trovare un sostegno hai trovato un giudizio o un’ipotesi di colpevolezza.
Mi piacerebbe se tu potessi scrollarti di dosso questa sensazione e concentrarti, invece, sul problema. Alla ricerca di una possibile soluzione, ti direi che la situazione merita un resoconto più dettagliato e possibilmente anche una vostra conoscenza diretta.
Avrai letto in altri articoli che ho scritto che un disagio si manifesta sempre con dei segnali che necessitano di essere tradotti perché, aldilà del sintomo, si possa comprendere qual è il bisogno e la richiesta di aiuto del bambino.
Per tranquillizzarti, ti direi che è questo l’inquadramento da dare alla situazione. Cercare uno sguardo competente che possa aiutarti ad analizzare la situazione, le sue possibili cause, le soluzioni che possono essere trovate attraverso le risorse di cui disponi.
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In quest’ottica, ti suggerirei di rivolgerti ad un terapeuta che possa sostenerti nella comprensione del rifiuto selettivo di tuo figlio verso determinati alimenti. Potrebbe trattarsi di un fatto transitorio e irrisorio, come di qualcosa di più significativo che merita di essere ascoltato. A distanza non mi è semplice dirti di più, ma sono certa che sarà facile risolvere alleviando la tua preoccupazione.
Ti faccio i miei auguri.
Elisabetta dice
Buongiorno, ho lo stesso problema con mia figlia di 10 anni con alimentazione selettiva dallo svezzamento. Nata e cresciuta in ambiente familiare tradizionale senza nessun genere di problema, la pediatra e le maestre hanno sempre ipotizzato una sua testardaggine e sicuramente il fatto che io l’abbia assecondata non ha aiutato…ma di fronte a forzature e costrizioni la reazione è o di conati fino al vomito o di rinuncia al cibo. Sono anch’io in difficoltà considerando che speravo con la crescita si risolvesse, invece mi sembra il problema si stia radicando….