Se va tutto bene, riprendo a scrivere.
Così mi sono detta infilandomi in quell’orrendo tubo dove ti bloccano la testa tipo maschera di ferro. Mentre le lacrime inumidivano i tappi che l’infermiera mi ha dato per attutire i rumori, pensavo che, qualora non mi avessero trovato nulla, avrei voluto raccontare, a voi e a me, questo ultimo anno.
Perché alla fine questo blog è nato per questo: scrivere. Non solo e non sempre di bambini. Spesso di sensazioni. Più spesso di emozioni. A volte di decisioni e paure. In questo anno non ho più scritto. Ero impegnata a partorirmi. E poi, forse per la prima volta in vita mia, mi sembrava che le parole non fossero abbastanza. Che, per quanto potessi impegnarmi, le frasi, pur combinate con maestria, non fossero sufficienti a descrivere un periodo così assordante.
Inverno
Il giorno in cui ho detto a Simone che mi sarei voluta separare è stato il giorno più triste della mia vita, dopo quello in cui lo abbiamo comunicato ai ragazzi.
Era il 16 agosto dello scorso anno. Era piena estate. Ma era inverno. Non avevo pianificato nulla. Erano anni che ci trascinavamo e quel giorno, dopo una camminata in collina tutti insieme mi sono sentita così triste e così sola da non riuscire a descriverne la profondità.
Non era quella la vita affettiva in cui potevo continuare a fare finta di stare bene. Soprattutto ora che i ragazzi sono grandi, autonomi e spesso fuori casa.
Quando arrivi in questa fase, guardarsi dentro è obbligatorio. I figli sono in prestito. Poi resti tu. Resta la coppia. Se resta.
20 ani insieme non si chiudono, non si archiviano. Se la decisione avviene non perché sono subentrate terze persone, come nel nostro caso, non si gira pagina. 20 anni restano lì, con tutto l’affetto che si portano dietro. Ti conosci all’università, ti lasci genitore di due figli adolescenti.
Non c’è mai un momento giusto per separarsi. Ad aspettare si rischia di morire lentamente. Non c’è un momento giusto perché quando hai i bambini piccoli, sono, appunto piccoli. Con tutto quello che ne consegue, affettivamente e nella gestione quotidiana. Quando diventano preadolescenti prima e adolescenti poi, tutti sappiamo che momento importante e faticoso sia: abbandoni il bozzolo e cominci a dispiegare le ali stropicciate e non ancora solide.
Per separarsi serve coraggio. Il coraggio di guardarsi dentro senza pietà e vedere che non è più quella la vita che ti rende felice, né tantomeno quella che rende sereni i tuoi figli. Il coraggio di vivisezionarsi senza risparmio e capire che per restituire serenità a tutti tocca decidere. Il coraggio che spesso hanno le donne.
Il giorno in cui ti siedi davanti ai figli per comunicare questa decisione è un momento di una tristezza senza eguali nella vita. Io non sono riuscita quasi a parlare.
Mantenere gli equilibri nei mesi che vengono poi non è facile. Non incattivirsi. Restare umani. Fare sentire loro che ci sei, anche se stai fuori casa tante ore al giorno (pur avendo la fortuna di essere a casa presto nel pomeriggio). Anche se lavori lontano e non riesci ad andare a scuola a prenderli.
Provare a fare bene tutto, perché il tutto sei tu: lavoro, amici, colleghi, parenti, genitori.
E poi avvocati. Tribunale.
Ho temuto di non farcela. È stato un inverno eterno. E freddissimo.
Ma ora pare tutto più o meno in ordine. In costante assestamento. Non grazie a me, ma grazie a tanti. Ai miei genitori che hanno l’apertura mentale di due trentenni (ma la saggezza degli anni che hanno). Ai ragazzi, che sono riusciti a stare più o meno in equilibrio in un anno di cambiamenti anche scolastici. Darei qualsiasi cosa per capire cosa si affolla nelle loro testoline. Ma poi mi dico che la serenità che hanno ora è già una buona traduzione dell’inespresso. Grazie anche alle pochissime persone con cui ho deciso di condividere questi ultimi 365 giorni, anzi, grazie a quelle che hanno saputo accogliere il brutto e il bello di questo anno in egual misura (perché accogliere il dolore è più semplice che accogliere la felicità).
Primavera
Poi è arrivata la Primavera. L’inatteso. Il dono. Una vita nuova.
E poi l’Estate. Ho compiuto gli anni per la prima volta con il sorriso. Ero dove volevo essere e con chi volevo essere. Forse è questa la felicità?
Non è per niente facile dopo una separazione e con due figli di cui occuparsi, riaprire gli occhi per guardare qualcuno.
Quando stai al buio per troppo tempo, la luce ti salva, ma ti fa anche molto male.
Ma i doni vanno custoditi.
E così mi sono comprata un nuovo paio di occhiali da sole.
Cristina dice
Mi ci ritrovo!! Eccome!! Voglio separarmi da chi non ha saputo apprezzare tutto il mio amore e ancora adesso, che sa perfettamente i miei sentimenti, non fa nulla per recuperare il nostro matrimonio! Troppo fatica….
Mi separerò, anche se ogni giorno mi sento dire che mia figlia soffrirà…. non so, chissà, ma io esisto! Ok l’ho capito a 40anni, forse tardi, forse grazie a chi nell’ombra mi vuole bene … Ma meglio sola che elemosinare affetto! Grazie per la tua testimonianza, un bacio Cristina
Matteo dice
C’è chi il coraggio lo trova dentro se e cambia, io il coraggio non l’avevo, ma ho dovuto cambiare. Ma poi mi sono ritrovato felice di quel cambiamento a cui sono stato costretto.
A volte poi il punto di arrivo è lo stesso, anche se cambia completamente il cammino.
Ho seguito e seguo il tuo blog da tanto, veramente tanto… posso dire tranquillamente da una Vita fa! E posso anche dire che mi ha cambiato la Vita!
Ho sempre apprezzato il tuo scrivere conciso, chiarissimo e intenso. Spesso rileggo più e più volte i post, perchè ogni volta ne apprezzo meglio una parola (mai scelte a caso), la punteggiatura, un significato che mi sembrava “uno” e invece ne contiene diversi.
CHE BELLO poterti rileggere. Chissà forse sono serviti i miei pensieri “ma perchè non torni a scrivere?” 🙂
E così arriva un nuovo post, PIENO, INTENSO, BELLO.
Certo, parla di sofferenza, di paura, di tristezza, di freddo, di giorni bui, come nelle stagioni invernali, giorni che ho vissuto anche io come te, uno per tutti, il peggiore, anche per me dire alle figlie della separazione. Perché li non coinvolgi “solo” te stesso, ma le persone più importanti della tua vita.
Ma poi torna timidamente la luce, un giorno, per caso… che poi un caso non è per niente! Rinasce la speranza, l’attesa della Primavera (#aspettandolaprimavera).
E tutto sembra un DONO, no, meglio, capisci che tutto è un DONO. Essere li, proprio li, in quel momento ed in quel posto. Non che non si facciano più sbagli, anzi, ma la via è indicata, sai che la via è proprio quella. Nessun’altra possibile, nessun’altra quella che vuoi. Si è proprio quella giusta. E ringrazi Dio, la Vita, la Natura, la fortuna, il fato, il culo… ognuno chi vuole, ma viene proprio da ringraziare. Perchè un DONO così mai te lo saresti aspettato. Ma come, per me? Proprio per me? Dico, una seconda possibilità più bella della prima? E allora cosa fai? All’inizio sbagli anche qualcosa, sei confuso, riprendi le misure, ma poi sai che non mollerai mai più la presa, perchè quella è la VITA.
Le foto nel post sono un plus notevole. I vostri sorrisi, beh, dicono tutto.
BUONA VITA
p.s.: speriamo di leggere ancora tanti altri post 🙂 Anche da mammaimperfetta, la vita cambia, le cose cambiano e possono cambiare anche gli argomenti del blog 🙂
Mammaimperfetta dice
“Dono”.
Una delle prime parole con cui ci siamo definiti. <3
La seconda è "custodia".
Cristina dice
Chi ti apre gli occhi e’ un DONO!
Lia dice
Sei stata bravissima…non c’è davvero altro da aggiungere!!! In bocca al lupo per tutto anche se te la caverai alla grande!!!
Mammaimperfetta dice
Lia! Ben ritrovata!
Io speriamo che me la cavo…
Lara dice
Cara Silvia, anch’io aspettavo dì ritrovarti e finalmente sei arrivata, forte e coinvolgente ! Mi piace moltissimo leggerti perché mi offri spunti di riflessione interessanti ed apprezzo l’entusiamo nei confronti della vita che mi trasmetti! Ti auguro ogni bene, sei grande!
Mammaimperfetta dice
Ciao Lara,
grazie di cuore!
Un bacio!
Karin dice
Un abbraccio e grazie di aver condiviso la tua storia. Il coraggio è la virtù dei forti.
Mammaimperfetta dice
Grazie Karin. 😗
Chiara dice
Tu non hai idea dell’affetto che chi hai illuminato con un lavoro serio, professionale e scientifico provi per te.
Sei diversa da tutte.
E non è che le altre siano meno. Ma tu sei tu. Potresti solcare le passerelle dopo due figli e over 40 ma hai scelto di mostrare altro e di aiutare gli altri.
Non hai ceduto alle markette. Non hai ceduto a mostrarti nuda pur potendo.
Non esiste nessuna come te.
Grazie per essere tornata.
Hai visto quante persone ti aspettavano? ❤️❤️❤️
Mammaimperfetta dice
Ma :-O
Che altro dire se non GRAZIE?
Cristina dice
Silvia… quanta vita ,movimento, nelle tue stagioni, c’è un vissuto che afferra tutto : assapora e sprigiona senza filtri , è un respiro pieno senza paura di respirare, coraggioso , fiero ,attento , è la vita di chi a un certo punto si guarda con occhiali o senza e dice : si , va bene così… ciao a presto , Cristina
Mamma Imperfetta dice
Ciao Cristina,
proprio così.
Grazie.
CHIARA dice
Con pazienza ti stavo aspettando.
Intuivo che stavi vivendo qualcosa di indescrivibile, sapevo, però, che avresti ritrovato le parole. Per questo ti ho aspettata.
Mi sono ritrovata a vivermi come è capitato a te. E mi sei mancata.
Tu, infatti, che sai usare le parole con maestria, sai porci davanti alle nostre paure e ai nostri limiti, tenendoci per mano, senza farci sentire sole o strane.
La mia scelta, alla fine, è stata diversa dalla tua, ma quello che conta ed è contato è il coraggio, quel coraggio che tu hai avuto e che hai sempre esortato in noi che ti leggevamo. Quel coraggio che ha imposto a me, come a te, di guardarmi dentro, di essere autentica con chi amo di più al mondo e con me stessa e di scegliere di restare.
Abbiamo superato un duro inverno, ora accettiamo di essere felici.
E grazie di essere tornata.
Mammaimperfetta dice
Chiara! Grazie di cuore. Sono commossa!
Mi sei mancata e sono felice che anche per te, a modo suo, sia arrivata la primavera.
Ti abbraccio forte.