Capitolo 2 dei miei secondi quarant’anni.
Mi chiedevo: dove finiscono gli amici quando una coppia si separa?
Gli amici tuoi, quelli di una vita, gli amici con cui hai condiviso magari anche la sofferenza che precede la decisione, gli amici della coppia, quelli nati dopo l’unione, gli amici che credevi della coppia perché da 20 anni li frequenti, anche se uno dei due inizialmente era solo amico tuo o suo.
Cosa succede nelle relazioni di amicizia quando finisce un’unione?
La mia esperienza, personalissima come tutti i vissuti è che si resti essenzialmente molto soli.
Quando ti separi scopri che sono pochissime le persone che riescono a restarti accanto senza imbarazzi. Gli amici conosciuti durante il matrimonio, finisce che inevitabilmente si schierino, di qua o di là. Questo non significa che facciano una crociata. Ma che semplicemente, si defilino o continuino a frequentare uno solo dei due.
Poi ci sono quelli che trovano nuova linfa nel provare a presentarti chiunque basta che respiri. Come se fosse prioritario, dopo la fine di una relazione di 20 anni, trovare qualcuno subito. Per fare cosa? Per quello c’è Tinder, Badoo, Instagram e anche Facebook. Per una relazione invece, non servono le PR degli amici. Perché la vita procede a modo tutto suo. Io ne so qualcosa. Più forzi e meno le cose accadono. Più sposti il focus su di te, sulla tua crescita, sul tuo benessere e sulla tua capacità di stare bene in solitudine e più è probabile che qualcosa di bello possa arrivare. Io mi sono sentita sola negli ultimi anni di matrimonio. Ma così sola che a un certo punto ho capito che era venuto il tempo di imparare a stare da sola, anche se ancora in coppia, per soffrire meno e per poi poter decidere di chiudere questa lunga parte di vita.
Gli amici di una vita, invece, solitamente mantengono il filo dell’amicizia con quello dei due che hanno conosciuto per primo. Indipendentemente da cosa sia successo in tutti gli anni di frequentazione.
Il paradosso c’è ed è evidente: si resta soli proprio nel momento in cui si avrebbe più bisogno di sostegno, di mantenere una dinamica di salute affettiva famigliare che è importantissima anche per i figli.
E quando la vita ti regala una seconda possibilità dopo la separazione?
Ci sono gli amici con cui hai condiviso la fatica della decisione, magari separati a loro volta, che però quando tu superi la fase del lamento e ti riaffacci a una vita di coppia nuova, non sanno condividere la gioia. Condividere la sofferenza, il dolore, le “sfighe”, passatemi il termine, è molto più semplice che guardare una persona tornare a sorridere, ad amare a gioire.
Riuscire poi a frequentare le coppie di amici che dell’unione precedente è pressoché impossibile, a meno che non si abbia a che fare con persone particolarmente illuminate, empatiche o che semplicemente ti vogliano DAVVERO bene. Spesso per non fare un torto a nessuno, spariscono. Se poi uno dei due si ricostruisce una vita e l’altro è ancora solo, allora i giochi sono fatti.
Sanno che hai una nuova persona accanto, ma difficile, raro (unico e prezioso) è che arrivi una proposta di conoscenza, un allargamento, chiamiamolo così, dell’orizzonte rispetto alla tua vita. Insomma un bel: “faccelo/a conoscere, VI aspettiamo”.
Le coppie che si uniscono dopo le rispettive separazioni, sono essenzialmente sole. Il che, per certi versi è un bene. Quando decidi che hai voglia di rimetterti in gioco (o quando ti capita di innamorarti di nuovo, cosa che nel mio caso era l’ultimo progetto in ordine di priorità) ma non hai 20 anni, hai una delicatissima situazione da gestire con i figli, hai bisogno di molto tempo e molte energie da dedicare al nuovo che avanza. Tra lavoro, fine settimana alterni, figli, il tempo per coltivare una nuova relazione è più che esiguo.
Però le coppie crescono e si conoscono anche e soprattutto nella relazione con l’altro. Se all’inizio la solitudine è opportuna anche per capire quello che io chiamo “tu in relazione” (ovvero per guardarti dentro senza pietà) sul lungo periodo diventa mancanza.
Un conto è decidere di stare soli, un conto è sentirsi soli. C’è un’abissale differenza tra queste due disposizioni, che spesso non sono scelte ma accadimenti. Oltre a ricostruire la tua vita, a gestire i delicati equilibri con i figli, le coppie devono ricostruire una rete di supporto.
Anche questo è un paradosso: nella vita non mi sono mai sentita così curata, accompagnata, sostenuta. Ma il “noi” è oggettivamente solo.
Chi ci sta accompagnando in questa nuova possibilità di rinascita che la vita ci ha donato sono pochissime persone, tutte dal lato mio, per altro. Pochissime e alcune fisicamente lontane.
Insomma, quando ti separi, sul piano delle amicizie, devi essere preparato alle sorprese.
Di chi sparisce, di chi resta dall’altra parte, di chi si interessa ai fatti tuoi e si disinteressa nei fatti. Ma anche di chi prima non c’era e poi c’è. E di chi non pensavi ci sarebbe stato e invece lo ha fatto.
Cristina dice
Uno dei tanti problemi dell’essere umano è quel senso di imbarazzo ” che si infila tra noi e l’altro/a . Pensa che bello il mondo con una cosa negativa in meno , anzi due : l’imbarazzo e la superficialità. Ciao Silvia, ti aspetto in val di farma (gr) ci sono ottimi posti per camminare..
anna dice
Posso solo augurarti il meglio. Ho provato quella sensazione di sentirsi così soli anche all’interno della coppia, poi nel mio caso siamo riusciti ad andare avanti, ma davvero è tremenda.
Sono sicura che la vita ti regalerà altre occasioni meravigliose.
Un abbraccio